mercoledì 21 giugno 2023

Entro pochi anni saremo immortali: parola di futurologo

 
Il tutto grazie allo sviluppo tecnologico, ovviamente. Ma vediamo nei dettagli ...

Secondo il futurologo Kurzweil entro pochi anni saremo immortali, grazie a genetica e nanotecnologia. Perché le macchine diventino più intelligenti di noi, invece, dovremo aspettare il 2045.

Tra le tematiche di discussione preferite dei futurologi vi sono l'immortalità umana e l'evoluzione dell'intelligenza artificiale: c'è chi immagina l'avvento dei postumani, esseri artificiali molto avanzati con i quali convivremo di qui a un milione di anni, e chi invece guarda a un futuro molto più prossimo, come Raymond Kurzweil, che ipotizza che la singolarità tecnologica arriverà già nel 2045. Ma di cosa si tratta, e come influenzerà le nostre vite?

SINGOLARITÀ 

In futurologia si parla di singolarità per indicare il momento in cui il progresso tecnologico accelererà oltre la capacità di comprensione e previsione degli esseri umani, dando vita a esseri artificiali "indipendenti". «La data nella mia mente è molto chiara: la singolarità trasformerà in modo profondo e rivoluzionario le capacità umane nel 2045», dichiara Kurzweil ...


SEI EPOCHE

Kurzweil divide l'evoluzione del tempo in sei epoche, ognuna basata su quella precedente: le quattro epoche che abbiamo già vissuto fino ad ora sono quella della fisica, della chimica, della biologia e il DNA, e del cervello e la tecnologia. La quinta epoca, la prossima, sarà quella della singolarità, che vedrà la fusione tra tecnologia e intelligenza umana.

IMMORTALI TRA POCHI ANNI

A inaugurare l'epoca della singolarità vi saranno diverse rivoluzioni in campo genetico, nanotecnologico e robotico. 
Ed è a questo punto che Kurzweil parla anche di immortalità umana: grazie alla tecnologia genetica, sostiene, sarà possibile mantenere vivo il nostro corpo per un tempo indefinito, invertire l'invecchiamento, curare il cancro, i problemi cardiaci e altre malattie. Ad aiutare ci saranno anche le nanotecnologie, la seconda rivoluzione dell'epoca della singolarità; infine la rivoluzione in campo robotico sarà fondamentale per sviluppare delle macchine che avranno un'intelligenza pari o superiore a quella umana. 
Tutto questo avverrà in tempi molto brevi: «Entro il 2030 saremo in grado di aumentare l'aspettativa di vita di oltre un anno ogni anno», spiega il futurologo.

SCENARI FANTASCIENTIFICI 

Nell'epoca della singolarità, la vita umana verrà quindi irrimediabilmente trasformata e i limiti dei nostri corpi verranno superati. Le macchine saranno umane, anche se non in senso biologico: quando l'intelligenza non-biologica prevarrà, vi saranno cambiamenti radicali nel modo in cui gli umani impareranno, lavoreranno, giocheranno e faranno la guerra. Dei nanorobot ci permetteranno di mangiare senza ingrassare, ci forniranno energia a sufficienza, sconfiggeranno infezioni e malattie, sostituiranno i nostri organi biologici e miglioreranno le capacità del cervello.
In pratica, diventeremo dei cyborg.

 
PREVISIONI AFFIDABILI? 

Tutto molto interessante e – a tratti – inquietante, ma quanto c'è da fidarsi delle previsioni di Kurzweil? 
Guardando alla veridicità di quanto previsto dal futurologo in precedenza, abbastanza (anche se qualche granchio l'ha preso pure lui). 
Nel 1990 aveva previsto correttamente che entro il 2000 un computer avrebbe sconfitto un campione di scacchi umano in una partita, aveva previsto l'avvento di pc e smartphone portatili e il passaggio a una tecnologia senza fili, e anche l'esplosione di internet prima che fosse chiara a chiunque altro. 
In una revisione delle sue previsioni riguardo i vent'anni precedenti, che lui stesso ha pubblicato nel 2010, sostiene che, delle 147 previsioni fatte, 115 si sono rivelate interamente corrette, 12 essenzialmente corrette e solo 3 totalmente sbagliate. Una di quelle errate riguardava l'uso diffuso di veicoli a guida autonoma nel 2009. Ora non ci resta dunque che attendere per verificare se, da immortali, daremo ragione a Kurzweil.
Fonte: www.focus.it

Approfondimento: 
Definire "cyborg"

Neil Harbisson: il primo cyborg (foto di Maren Zakrzewski) 
(non esattamente entusiasmante vero?)

I cyborg esistono in uno spettro, con vari gradi di integrazione, tra uomo e macchina. 

All'estremo inferiore, ci sono le protesi di base che sostituiscono gli arti o i sensi perduti. Queste protesi hanno fatto molta strada da quando gli antichi egizi le svilupparono per la prima volta. Le protesi moderne sono oggi realizzate con materiali avanzati, leggeri e resistenti, che le rendono più comode e facili da usare che mai. All'estremità superiore dello spettro, abbiamo impianti più avanzati che possono migliorare le capacità fisiche o cognitive. Ad esempio, alcune persone hanno impiantato chip che permettono loro di controllare i dispositivi con il pensiero, mentre altre hanno esoscheletri che conferiscono loro una forza sovrumana. 
Più avanti, abbiamo la possibilità di sostituire completamente gli organi o addirittura l'intero corpo, creando un essere completamente sintetico.

L'idea di sostituire completamente il corpo umano con parti sintetiche può sembrare fantascienza, ma sta diventando sempre più una realtà. 

Scienziati e ingegneri stanno lavorando allo sviluppo di tecnologie in grado di sostituire organi, come il cuore e i polmoni, con organi artificiali in grado di funzionare altrettanto bene di quelli veri. In futuro, potrebbe persino essere possibile sostituire l'intero corpo con uno sintetico, consentendo agli esseri umani di vivere all'infinito.

La storia dei cyborg nella fantascienza e nella realtà

L'idea dei cyborg esiste da secoli, con le prime rappresentazioni nella mitologia e nel folklore. Tuttavia, è stato solo con la fantascienza che il concetto ha preso piede. Dall'Uomo da sei milioni di dollari a Robocop, la cultura popolare ci ha regalato molte immagini iconiche di questi esseri aumentati. Queste rappresentazioni non solo hanno catturato la nostra immaginazione, ma hanno anche influenzato lo sviluppo della tecnologia cyborg nella vita reale.

In realtà, i primi esempi di protesi risalgono all'antico Egitto, dove dita e piedi di legno venivano utilizzati per sostituire gli arti perduti. Nei secoli successivi, le protesi hanno continuato a evolversi, con progressi nei materiali e nella tecnologia che le hanno rese più efficaci e confortevoli. Nel XX secolo, lo sviluppo dell'elettronica e della tecnologia informatica ha portato alla creazione di protesi e impianti più avanzati. 
Oggi la tecnologia dei cyborg progredisce a un ritmo senza precedenti, con nuove scoperte continue.


Mentre continuiamo a sviluppare e perfezionare la tecnologia cyborg, è importante considerare le implicazioni etiche di questi progressi. 
Ad esempio, dovremmo permettere alle persone di potenziare le loro capacità fisiche e cognitive al di là di ciò che è considerato "normale"? 
Dovremmo permettere alle persone di sostituire completamente il proprio corpo con uno sintetico? 
Si tratta di domande complesse e difficili che richiederanno un'attenta riflessione e un dibattito ...
L'articolo continua qui: Vivremo in futuro come cyborg?

Ray Kurzweil in un'intervista dell'anno scorso



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