Quando l'umanità inizierà a diffondere le sue risorse su altri pianeti, quale dovrebbe essere il nostro obiettivo?Fondamentalmente ci sono due opzioni:
A) Utilizzare astronauti AI per piantare i semi dell'innovazione scientifica in altri luoghi, in modo che l'intelligenza sia duplicata e non a rischio di estinzione.B) Fare numerose copie di ciò che la natura ha già prodotto sulla Terra.
La scelta è tra essere orgogliosi di ciò che la natura ha prodotto per oltre 4,5 miliardi di anni sulla Terra attraverso l'evoluzione senza controllo e la selezione naturale (B), o aspirare per altrove a una forma più intelligente di evoluzione controllata. (A).
La scelta B è adatta a una linea di duplicazione industriale, per la quale il proof of concept della catena di montaggio è già stato dimostrato sulla Terra e che può essere riprodotto in un ambiente simile alla Terra.
Siamo emotivamente attratti dalla scelta B, perché siamo attaccati a noi stessi e al nostro percorso naturale per assicurare la durata nel tempo delle nostre caratteristiche biologiche attraverso la riproduzione biologica ...
Questo è fuorviante per due motivi.
In primo luogo, tendiamo a pensare di essere speciali, quindi riprodurre un maggior numero di noi stessi è allettante.
In secondo luogo, dimentichiamo la lunga serie di tentativi ed errori che sono comunque finiti in noi, selezionati naturalmente.
La scelta B riflette un pregiudizio di selezione unico; vale a dire, ci piace chi siamo e immaginiamo che se duplichiamo la selezione naturale in un ambiente simile alla Terra qualcosa di speciale come lo siamo noi sarà il risultato. Chiaramente, la selezione naturale non mantiene tale promessa.
Ciò sottolinea il fascino della scelta A, che promuove nuovi sistemi più avanzati e adattabili ad ambienti molto diversi. Se l'evoluzione è controllata da sistemi di intelligenza artificiale con stampanti 3D, potrebbe essere più efficiente nell'identificare soluzioni ottimali a nuove sfide mai incontrate finora.
Il secondo approccio è opportunamente etichettato B poiché è stato adottato dalle culture barbariche nel corso della storia umana.
La semplicità della forza bruta nel creare copie di sistemi esistenti potrebbe condurre al dominio per numero, ma la sua principale debolezza è la vulnerabilità in circostanze nuove nelle quali i sistemi precedenti non possono sopravvivere.
Ad esempio, i dinosauri non erano abbastanza intelligenti da usare telescopi in grado di avvisarli dei pericoli delle rocce spaziali giganti come Chicxulub. Inoltre, le idee proposte dalla filosofia greca antica sono state più durature dell'Impero Romano nonostante la potenza militare di quest'ultimo nel concordare nuovi territori.
Gli scienziati dell'IA potrebbero utilizzare l'apprendimento automatico per navigare attraverso territori vergini e adattarsi meglio a territori difficili rispetto alle forme di vita terrestri. In questo senso, i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero essere visti come i nostri discendenti tecnologici e una fase della nostra evoluzione darwiniana, poiché rappresentano una forma di adattamento a nuovi mondi oltre la Terra.
Non c'è motivo di essere attaccati a rappresentazioni primitive della vita sulla Terra, così come non c'è motivo per resuscitare i dinosauri.
I periodi di "Terra a palle di neve" hanno rimosso alcune forme di vita dal nostro habitat terrestre, ma le sfide fisiche su altri pianeti potrebbero essere così estreme che potervi concepire la vita terrestre sarebbe un non-starter (fallimento in partenza). Utilizzare tattiche di sopravvivenza da sistemi di intelligenza artificiale in questi ambienti alieni potrebbe essere essenziale per un adattamento mirato sostenibile che porti lì la nostra fiamma della coscienza.
C'è qualche ragazzo particolarmente intelligente nel nostro blocco cosmico che ha già scoperto quale sia la strategia migliore? In tal caso, sarebbe interessante scoprire quali scelte, A o B, sono più popolari tra le civiltà extraterrestri.
La scelta A ha una maggiore probabilità di sopravvivenza di fronte a disastri naturali, come la perdita di atmosfere planetarie, i cambiamenti climatici, gli impatti di meteoriti, l'evoluzione della stella ospite, le esplosioni di supernova vicine o i bagliori di buchi neri supermassicci.
Tuttavia, la scelta B potrebbe essere sufficientemente contagiosa, come la variante Omicron di COVID-19, in modo da seminare molte zone contemporaneamente e compensare il suo impatto ridotto.
Studiando altri pianeti per segni di vita potremmo identificare quale scelta fosse stata la più popolare nelle civiltà passate. Sulla base della storia umana, potremmo trovare prove di molte culture barbariche scomparse e una popolazione molto più piccola di culture intelligenti durature. Anche se più difficili da trovare, quei preziosi aghi nel pagliaio sopravvissuti per miliardi di anni, potrebbero insegnarci un'importante lezione sul percorso più favorevole.
Per mettere in tavola le mie carte ancor prima di trovarle: io sono favorevole all'opzione A per AI, piuttosto che a B per barbaro.
A differenza dell'autore l'opzione A non mi sembra così convincente, perché il tema non riguarda soltanto lo spazio e il futuro - incerto - ma apre cupe prospettive sul movimento transumanista propagandato da tempo e già in atto.
Purtroppo questa scelta di "evoluzione" ha molti punti oscuri tra i quali andare di pari passo con un aspetto più spinoso: quello del controllo tecnologico dell'individuo stesso, lato apparentemente trascurato oggi e che, in una società "intelligente" come definita dall'autore, mi sembra davvero un controsenso.
Resta un altro punto interrogativo però: siamo davvero sicuri che l'evoluzione umana sia stata finora esclusivamente "naturale" ... ?
Catherine
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