giovedì 5 maggio 2022

Stiamo danneggiando l'immunità dei bambini - Intervista a Geert Vanden Bossche

 
Abbiamo raggiunto in collegamento da Bruxelles il dr. Geert Vanden Bossche, lo scienziato esperto di vaccini che in passato ha lavorato per diverse case farmaceutica tra cui GSK e Novartis oltre che alla GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunization) e nella Fondazione di Bill e Melinda Gates

Nella lunga intervista il virologo belga spiega le sue teorie circa i pericoli di una vaccinazione di massa durante una crisi sanitaria e di come manchi un serio dibattito scientifico aperto su questi temi.

Vanden Bossche non ha poi mezzi termini nel definire “un crimine” la vaccinazione di massa dei bambini, illustrando i rischi.

L’intervista integrale, solo su Byoblu.

Di seguito la trascrizione integrale tradotta dell’intervista ...


D: Prima di tutto grazie dr. Vanden Bossche per essere qui con noi oggi.

R: “Grazie, è un piacere per me parlare con voi e con i vostri ascoltatori.”

D: Dr. Vanden Bossche, le posizioni che lei ha espresso riguardo le vaccinazioni di massa hanno raccolto molto interesse e stupore oserei dire. Prima di entrare nello specifico dell’intervista, potrebbe cortesemente presentarsi al nostro pubblico? Quali sono le sue competenze? 

R: “Sì, mi lasci iniziare dicendo che sono un medico veterinario per formazione ma agli inizi della mia carriera mi sono indirizzato alla biologia molecolare e virologia. Ho un dottorato di ricerca in virologia, in malattie infettive, ho insegnato virologia ambientale e anche zoonosi, quel tipo di malattie che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo. Fondamentalmente, dopo il mio percorso accademico in virologia e malattie infettive, mi sono spostato all’industria dei vaccini. Ho lavorato per tre importanti produttori di vaccini, GSK in Belgio a Rixensart, Novartis vaccini e diagnostica, prevalentemente nel vostro Paese, a Siena. Novartis è stata acquistata successivamente da GSK. Ho lavorato anche a Solvay Biologicals guidando il settore dei vaccini influenzali. In GSK e Novartis sono stato principalmente responsabile per gli ‘adiuvanti’ che sono dei componenti che si trovano nei vaccini e che sostanzialmente ne incrementano gli effetti immunologici. 

Quindi, dopo la mia carriera nell’industria farmaceutica, mi sono trasferito alla Fondazione di Bill e Melinda Gates negli Stati Uniti a Seattle come dirigente nel campo della scoperta di vaccini, quindi completamente coinvolto, ancora una volta, nella progettazione di vaccini, coordinando un certo numero di programmi vaccinali in giro per il mondo. 
Tutti sostanzialmente indirizzati allo sviluppo di nuovi vaccini contro un certo numero di malattie come tubercolosi, malaria e HIV.  Ho anche lavorato sull’Ebola come program manager alla GAVI.  È stato qualche anno fa, quando scoppiò l’epidemia di Ebola in Africa. 

Ho avviato la mia attività di consulenza che è stata principalmente rivolta a piccole aziende biotecnologiche operanti nel settore dei vaccini riguardo alle sperimentazioni e, ovviamente, anche alla progettazione di vaccini. 

Insomma questo è, in estrema sintesi, quello che ho fatto fino all’inizio degli scorsi due anni dove certamente mi sono occupato a fondo di seguire, analizzare e predire le dinamiche evolutive della pandemia da Covid-19. E questo è quello che mi ha condotto a fare un certo numero di previsioni su come e quale sarà l’impatto dell’intervento umano in questa pandemia.”

D: Grazie molte. Quindi, Lei ha una lunga carriera in vaccinologia. Desidero iniziare chiedendole cosa, nella sua vasta esperienza scientifica, le consente una prospettiva diversa, un differente punto di vista riguardo la vaccinazione di massa. Voglio dire, differente da quello che costantemente ascoltiamo in televisione da altri esperti o, potrei dire, istituzioni scientifiche?

R: “Sì. Beh, questa è una domanda molto corretta. Penso che il mio approccio si distingua completamente da quello degli altri. Perché molti paesi hanno detto: questa pandemia è causata da un virus, quindi dobbiamo chiedere ai virologi, dobbiamo chiedere al virologo come agiscono i virus e come si evolveranno. Ma una pandemia, in realtà, è un fenomeno molto complesso. Non si tratta solo di virus, si tratta di un’interazione tra il virus e il sistema immunitario. E questo accade a livello di popolazione. 
Ci sono una serie di dinamiche interessanti che sono prodotte da questa interazione, specialmente quando si prende in considerazione la popolazione. Abbiamo visto che avevamo, ad esempio, una successione di varianti infettive che sono diventate più contagiose come sapete. Quindi c’era sicuramente una certa dinamica nel dominio di varianti sempre più infettive. 
Ma d’altra parte c’è, anche a livello di popolazione, un sistema immunitario che si sta evolvendo nel senso che si adatta sempre meglio all’esposizione al virus. Quindi ciò significa che se attingi solo dalla virologia non puoi capire le dinamiche di questa pandemia e non puoi acquisire una visione completa. 

È anche molto, molto importante considerare un’altra disciplina che è la biologia evolutiva. Ad esempio studiando come i microrganismi si evolveranno in condizioni ambientali sfavorevoli, ovvero quando vengono messi sotto pressione. E così, ci sono molte discipline sempre più coinvolte. 
Viviamo in una società che, in una certa misura, è condizionata dal pensiero a compartimenti stagni e questo vale anche per la società scientifica: o sei un virologo di alto livello o sei un immunologo di alto livello. 
Se guardi questa pandemia solo dal punto di vista della tua disciplina, non puoi capirla. Quindi ci sono molti aspetti coinvolti in questa pandemia che riguardano anche la vaccinologia. Fondamentalmente, io confronto sempre questi due pezzi di un puzzle: trovi diverse pubblicazioni, in differenti discipline, che ti forniranno le tessere del puzzle. Ma alla fine della giornata, spetta, mi creda, a persone come me e ad altre che hanno un background in diverse discipline, mettere insieme questi pezzi in modo da completare il puzzle. Solo allora puoi iniziare a capire come il virus e il sistema immunitario interagiscono tra loro e qual è esattamente l’influenza, ad esempio, dell’intervento umano. 
Come con le campagne di vaccinazione di massa che stanno andando a cambiare drasticamente, ovviamente, la risposta immunitaria dell’ospite. 

Questo è ciò che distingue completamente il mio approccio da ciò che la maggior parte degli altri scienziati ed esperti, con tutto il rispetto per loro, hanno fatto. Le loro previsioni sono sempre state sbagliate per tutto questo periodo, compresa la maggior parte dei modelli che sono stati utilizzati.”

D: Beh è quasi una risposta alla prossima domanda che devo farle: cosa risponde ai suoi detrattori, tra cui autorevoli esponenti della comunità scientifica, che contestano le sue tesi?

R: “Beh, la risposta è molto, molto facile ed è stata la stessa fin dall’inizio: perché non abbiamo un dibattito scientifico aperto su tutto questo? 

Perché scienziati ed esperti non possono riunirsi e avere un dibattito aperto in cui vengono discusse le diverse domande e punti di vista scientifici e dove le persone possono confrontarsi su solide basi scientifiche? 
Questo dibattito non ha mai avuto luogo. 
E questo è stato oggetto del mio primo appello all’O.M.S.  (Organizzazione Mondiale della Sanità) prima che iniziassero a proporre di lanciare queste campagne di vaccinazione di massa. Allora chiedevo di avere un dibattito perché avrebbe potuto avere una profonda influenza sulla salute pubblica. Questa è l’unica risposta che do a voi, a tutti gli esperti e a tutti coloro che possono avere opinioni diverse dalle mie. 
Ma a questo proposito, nel frattempo, c’è un certo numero di scienziati che non sempre ha l’opportunità di parlare. Non sono più il solo con l’opinione che le campagne di vaccinazione di massa, condotte con vaccini che non possono impedire la trasmissione, hanno un effetto dannoso quando si lanciano nel bel mezzo di una pandemia. 

Quindi, se c’è qualche dubbio è sempre meglio avere un dibattito aperto e scientifico. Ma ovviamente non è stato possibile. E temo che non accadrà presto.”

D: Beh interessante che Lei parli dello “stato dell’arte” del dibattito scientifico. Lei ha lavorato in GAVI e Bill and Melinda Gates Foundation.  Quindi è molto difficile credere che Lei possa  essere un anti vaccinista. Cosa la spinse esattamente, o l’ha costretta a inviare prima un appello all’ O.M.S. e dopo, in altre occasioni, mettere la Sua reputazione e la Sua carriera in gioco, parlando delle conseguenze disastrose per la salute globale se si utilizzano questo tipo di vaccini ‘profilattici’?

R: “Sì, beh, la gente mi fa sempre questa domanda come se fosse qualcosa di molto insolito. Ma dovete tenere a mente che esattamente questo tipo di cose, questa interazione tra l’ospite e gli agenti patogeni, è stata al centro del mio interesse negli ultimi 10 anni. 

E questo naturalmente, è anche collegato al mio profondo interesse per la salute pubblica, e davvero alla volontà di risolvere problemi di salute. Così, circa 12 o 15 anni fa, ho deciso che non avrei più proseguito solo con il mondo accademico delle pubblicazioni, ma che avrei usato la scienza come strumento e solo come strumento per risolvere problemi di salute, come quelli di salute pubblica, per esempio. 

Quindi tornando alla sua domanda, se hai questo tipo di conoscenza che hai maturato in circa 25/30 anni, e poi vedi che si sta andando in una direzione completamente sbagliata, che fare queste vaccinazioni massicce durante la pandemia potrebbe portare davvero a conseguenze dannose, beh, allora semplicemente mi chiedo, come puoi tacere e non condividere la tua opinione e chiedere un dibattito? Per me questo è stato semplicemente un obbligo morale, è stata una missione, non una scelta su cui ho dovuto ragionare a lungo. È stato semplicemente molto, molto spontaneo. 

Ma devo dire che ho fatto questo appello solo dopo aver fatto i bene i compiti a casa. Mi sono ritrovato nel mio ufficio e ho studiato molto attentamente, per due mesi, cosa stava succedendo esattamente e quale fosse esattamente il rischio di lanciare campagne di vaccinazione di massa per tutte le fasce d’età della popolazione.”

D: Quindi, esattamente cosa la preoccupa, cosa è sbagliato in questa vaccinazione di massa?

V: “Beh, in effetti, è una lunga storia. Fondamentalmente, per semplificare, si può ragionevolmente concludere che, quando metti un microorganismo che ha un’alta capacità di mutazioni sotto pressione per un tempo più lungo, allora quello che si ottiene è che selezioni automaticamente delle mutazioni e si verificano mutazioni naturalmente. 
E ‘fare pressione’ significa, tanto per fare un esempio, metterlo in un ambiente sfavorevole ma in modo che possa comunque sopravvivere. Ovvero che non possa proliferare ma sopravvivere e ancora replicarsi anche se non molto abbondantemente. 

Ma se il virus si trova in una condizione sfavorevole, allora quelle mutazioni che riescono a superare questi ostacoli, verranno selezionate da questo ambiente sfavorevole. Naturalmente l’ambiente sfavorevole in questo caso è l’alta pressione immunitaria esercitata dalla popolazione che è stata massicciamente vaccinata. Ma se questo non può controllare il virus e non può impedirne la trasmissione, in tali condizioni, stai agendo secondo la teoria di Darwin, selezionando le varianti più forti che sono riuscite a superare questa pressione immunitaria. 
E la popolazione sarà sempre più infettata da queste varianti che alla fine diverranno dominanti. Ed è quello che abbiamo visto. 
La mia previsione è sempre stata che, se continuiamo a esercitare questa pressione, non solo finiremo con varianti più infettive, ma alla fine diventeranno resistenti ai vaccini, poiché i vaccini, sono ovviamente lo strumento per indurre questa pressione immunitaria nella popolazione. 

Parlando francamente è quello che stiamo vedendo in questo momento con Omicron, che sappiamo essere in gran parte resistente agli anticorpi neutralizzanti indotti dai vaccini e la mia paura è, riassumendo, che se continueremo questa vaccinazione di massa con vaccini che prendono di mira Omicron, questo potrebbe davvero portare a una situazione molto drammatica, in cui finiremo con varianti che possono superare di nuovo la pressione immunitaria indotta da questi vaccini anti Omicron. Questo potrebbe avere conseguenze molto dannose non solo perché saranno più infettive come Omicron, ma potrebbero essere anche molto più virulente, per esempio, e questo è un rischio enorme. 

E quindi ripeto, il tipo di vaccinazioni di massa che stiamo facendo in questo momento, è solo un enorme, un enorme esperimento perché nessuno ha alcuna logica scientifica per prevedere quali saranno le conseguenze. Non esiste alcuna pubblicazione scientifica che suggerisca che la vaccinazione di massa nel bel mezzo di una pandemia, con vaccini che non possono controllare la trasmissione virale, potrebbe avere successo. Non ci sono prove per questo. Quindi è un grande esperimento.”

D: Quindi, che mi dice di quella risposta, forse superficiale, che molti danno: “a nuove varianti si risponde con nuovi vaccini”. Perché è sbagliata?

V: “Bene, è la cosa che sembra difficile da capire per le persone, ed è per questo che dico:  quando lo fai questo nel mezzo di una pandemia, non ci sarà un lieto fine. 

Perché? Immaginiamo che si realizzi un nuovo vaccino che corrisponda alla variante circolante, e non è questo il caso dal momento che stiamo ancora usando i vaccini per i ceppo di Wuhan. 
Quindi, supponiamo che tu crei un nuovo vaccino che corrisponda ai ceppi circolanti di Omicron. 
Devi tenere a mente un certo numero di cose: prima di tutto, quando inizierai a vaccinare le persone contro un nuovo antigene, quindi una nuova variante di Omicron, ci vorrà del tempo prima che questi nuovi anticorpi si sviluppino. Fondamentalmente, ciò che accadrà all’inizio è un fenomeno che in immunologia chiamiamo: “peccato originale antigenico“. Ciò significa che se il tuo sistema immunitario è stato precedentemente preparato contro un altro antigene, vale a dire la proteina spike di Wuhan nel vaccino, anche quando torni con un altro antigene che ha una somiglianza con il precedente, ciò che accadrà in primo luogo è che richiamerà gli anticorpi precedenti, che ovviamente sono anticorpi “anti Wuhan”, giusto? 

Quindi questi anticorpi “anti Wuhan” ovviamente non sono l’ideale per combattere Omicron e le varianti di Omicron circolanti, perché non corrispondono. E anche se si utilizzano immediatamente gli anticorpi anti Omicron, ci vorrà del tempo prima che questi anticorpi crescano, e ci vorrà del tempo perché la risposta immunitaria si stabilisca completamente. 
Quindi ci vogliono un certo numero di settimane. 

Ma nel frattempo gli anticorpi sono ancora immaturi, non c’è una risposta immunitaria ‘flash’ a tutti gli effetti e poiché siamo in una pandemia di varianti altamente infettive, vieni già attaccato dal virus. Quindi hai continuamente una situazione in cui gli anticorpi sono immaturi o prematuri per l’incontro con un virus che non possono controllare, poiché la risposta immunitaria è insufficiente, non è completa a tutti gli effetti. 
Non è completamente stabile e questo dà al virus, ovviamente, un’opportunità per scappare.

E se lo fai in modo massiccio, il virus che trasmetterai, che è sfuggito alla tua risposta immunitaria immatura, viene trasmesso a qualcun altro che si trova nella stessa situazione.  Tramite la vaccinazione di massa, questa variante che può superare il problema della insufficiente risposta immunitaria non farà che potenziarsi. 
E così accadrà anche al vaccino abbinato alle varianti circolanti. 

Ripeto ancora una volta, quando lo si fa durante la pandemia, si va verso una fuga immunitaria. 
Lo spiego sempre con un esempio: è come se tu stessi caricando la tua pistola, quando sei già sotto attacco sul campo di battaglia. Devi caricare la tua pistola prima di andare sul campo di battaglia in modo da essere pronto a difenderti. Quello è il problema.”

D: Sì molto chiaro. Ma ci sono delle alternative? Voglio dire, cosa sarebbe successo se noi fondamentalmente non avessimo fatto nulla e avessimo lasciato andare avanti le cose naturalmente? Che mi dice a riguardo?

V: “Bene, descriverò due situazioni, perché immagino che sia quello che potrebbe avere in mente. 
La prima situazione è: cosa sarebbe successo se non avessimo fatto nulla all’inizio della pandemia? 
E poi la seconda domanda: cosa accadrebbe se lasciassimo andare Omicron proprio ora senza andare avanti? 

Quindi la prima situazione è molto facile. Abbiamo visto all’inizio della pandemia che fondamentalmente tutte le persone che erano in buona salute, soffrivano a malapena da questa malattia. Non sto dicendo che non abbiano avuto una malattia lieve o anche una malattia moderata. A parte che non c’è niente di sbagliato nell’ammalarsi: il problema è ammalarsi gravemente e, naturalmente, morire per una malattia. 

Quindi la stragrande maggioranza delle persone non sviluppa malattie gravi. Solo le persone vulnerabili, come gli anziani e la stragrande maggioranza di loro era sopra anche i 70/75 anni e anche, ovviamente, le persone con altre patologie o persone che erano già immunodepresse. 
Ed è qualcosa che sapevamo già all’inizio, perché questo è stato già sperimentato con altre malattie infettive, queste persone si possono curare in modo sintomatico. 
Ora, ci sono, per esempio, percorsi con anti infiammatori, ci sono gli antivirali, ecc. 

Questo è ciò che definiamo: curare le persone in una fase iniziale della malattia. 
Ovviamente non significa lasciare queste persone da sole e non fare nulla ma cercare, prima di tutto, di prevenire o proteggere queste persone attraverso misure di prevenzione delle infezioni. 
Ricordate, molti di questi casi si sono verificati nelle case di riposo dove, ovviamente, c’è un’enorme pressione infettiva, c’è una specie di sovraffollamento lì.

Quando si verifica una malattia infettiva, molto rapidamente, tantissime persone si infetteranno, e queste persone sono le persone più vulnerabili. 
Hai una concentrazione del virus e una concentrazione di persone vulnerabili. Quindi è qualcosa che puoi mitigare attraverso misure di prevenzione delle infezioni. Poi, naturalmente, trattando le persone in una fase iniziale della malattia con antivirali, ad esempio con farmaci antinfiammatori. 

Dunque ci sono più farmaci che in combinazione con questi ultimi possono attenuare i sintomi e che possono aumentare le probabilità di guarigione come farmaci anti coagulazione per esempio, e persino i corticosteroidi. 
Fondamentalmente, ci sono studi peer-reviewed, in riviste peer-review, che dimostrano che fino all’85% dei ricoveri di queste persone può essere prevenuto. Quindi quella era la situazione allora. 

Ora, la situazione con Omicron è leggermente diversa, perché sappiamo che Omicron provoca una malattia piuttosto lieve, ma c’è una differenza molto grande rispetto alla situazione iniziale con Wuhan. 
Personalmente sono convinto che all’inizio della pandemia, con il ceppo di Wuhan, che era molto meno infettivo di Omicron, ciò di cui avremmo avuto bisogno, specialmente in paesi che hanno un alto tasso di copertura vaccinale, è quella che chiamo: ‘profilassi chemioterapica anti virale‘. Questo è un trattamento profilattico della popolazione con antivirali, e non voglio pronunciarmi se questi debbano essere farmaci antivirali convenzionali o se  possano essere ivermectina o cloridrato: voglio dire, se ne può discutere. 

Ma lo scopo sarebbe quello di somministrare gli antivirali, per esempio, per sei settimane alla maggioranza della popolazione, una sola volta, allo scopo di diminuire la pressione infettiva. 
Perché la mia paura è che se abbiamo questa alta pressione infettiva, come vediamo ora in molti Paesi, ovviamente molte persone svilupperanno la malattia, non necessariamente in forma grave, ma potrebbe essere sufficiente per queste persone per generare anticorpi. E quindi ciò significa che l’ondata di alta pressione infettiva potrebbe essere seguita da un’ondata alta di malattia lieve o moderata. 
Con un’elevata ondata di pressione immunitaria all’improvviso, moltissime persone inizieranno a sviluppare anticorpi contro l’Omicron che, proprio come in caso di vaccinazione di massa, potrebbero mettere il virus sotto una rinnovata pressione causando un’ulteriore selezione di varianti in grado di superare la pressione immunitaria contro Omicron. 

Naturalmente, se ora vacciniamo soprattutto contro l’Omicron, allora avremo di sicuro questa alta pressione infettiva. 
Quindi, per rispondere alla Sua domanda, a questo punto, quello che penso debba essere fatto è semplicemente sottoporsi a una chemioprofilassi antivirale una sola volta per circa sei settimane per ridurre drasticamente questa pressione infettiva. 
E ciò diminuisce la probabilità che la popolazione attraverso un’infezione naturale metta il virus sotto nuova pressione e  ciò porti a varianti aggiuntive che potrebbero essere molto più virulente dell’Omicron attualmente in circolazione.”

D: Sì è chiaro, mi lasci cortesemente parlare un attimo di bambini, dei piccoli. Dunque, non capisco una cosa: se questi vaccini non impediscono la trasmissione dell’infezione da SarsCov2 e i bambini per lo più non sviluppano la malattia ma possono, principalmente, solo diffondere il virus, perché li vacciniamo?

V: “Ebbene, lei non è l’unico che non capisce affatto perché stiamo vaccinando i bambini: non è solo una completa sciocchezza, sto letteralmente dicendo che questo è un crimine. E noi scienziati non usiamo questa parola con leggerezza. 

Basiamoci semplicemente sui numeri: c’è l’Istituto Nazionale di Statistica, per esempio, nel Regno Unito che ha esaminato negli ultimi 23 mesi, fino alla fine del 2021, una popolazione di circa 56/57 milioni di persone, quindi Inghilterra e Galles insieme. E hanno scoperto che in 23 mesi in questa enorme popolazione, ci sono stati solo tre decessi nei bambini al di sotto dei 18 anni dovuti al Covid. 
Quindi, in altre parole, è quasi trascurabile. 
Non voglio dire che i bambini non possano avere malattie lievi o moderate. Ma voglio ribadire, non è un problema che succeda. Ma la gente ha così tanta paura di ammalarsi. 

Ammalarsi è abbastanza normale, ma è una catastrofe ammalarsi gravemente, che è molto, molto diverso. 
Quindi devi anche tenere a mente, quando prendi la malattia e poi inizi a produrre anticorpi, che quegli anticorpi sono anche protettivi; essendo passati attraverso l’infezione naturale ti proteggeranno a lungo. 
Quindi è una protezione duratura quella che otterrai e con quella protezione contribuirai all’immunità di gregge. 
Quindi l’altra cosa è che se i bambini, ad esempio, hanno sperimentato un’infezione naturale che porterà automaticamente all’eliminazione del virus, perché altrimenti non sarebbe possibile guarire quando ci si riprende dalle malattie se il virus non venisse eliminato. 

Quindi senta che cosa le sto dicendo: questo è ciò che chiamiamo immunità sterilizzante, il virus viene eliminato, il che non è il caso degli anticorpi vaccinali, gli anticorpi vaccinali non possono eliminare il virus, non possono impedire la trasmissione. 
In secondo luogo, anche se il virus rompesse questa forte, fortissima immunità innata dei bambini non metterebbe mai il virus sotto pressione immunitaria. E questo perché prima ci vuole del tempo in cui gli anticorpi vengono prodotti a causa di un’infezione naturale. A quel punto, la maggior parte della carica virale è già stata eliminata. Quindi non stai caricando una risposta immunitaria mentre il virus è ancora presente in alte concentrazioni. Ed è per questo che non puoi mettere il virus sotto pressione immunitaria durante un’infezione naturale. 
Quindi questo significa che una probabilità di ottenere una fuga immunitaria è molto, molto bassa. 

E poi il punto più importante, come ho già detto, è che i bambini contribuiranno in modo incredibile all’immunità di gregge. 
La probabilità che quell’infezione porti a una fuga immunitaria è molto remota e i bambini sono molto ben protetti perché hanno anticorpi innati che sono molto attivi contro un certo numero di virus. 
Non tutti i virus,  soprattutto quelli che hanno un involucro e che hanno proteine ​​glicosilate sulla loro superficie come, ad esempio, il SarsCov2, ma anche tutte le varianti ovviamente, tutti i virus corona, il virus dell’influenza e probabilmente anche un certo numero di altri virus. 
Ciò significa che i bambini, in virtù di questi anticorpi innati, sono naturalmente protetti non solo contro una particolare versione di SarsCov2, ma contro tutte le varianti anche tutti i coronavirus. Questo è ovviamente molto, molto importante perché gli anticorpi vaccinali hanno una protezione limitata e il virus diventa più resistente a questi anticorpi neutralizzanti. 

Quindi stiamo togliendo l’immunità protettiva a questi bambini. 
Stiamo togliendo l’opportunità alla popolazione della comunità di generare l’immunità di gregge e stiamo migliorando i mezzi necessari per indurre la fuga immunitaria. 
Quindi, SarsCov2 chiaramente non è una malattia infantile. 

L’influenza non è una malattia infantile. Ciò non significa che i bambini non possano essere infettati, ma non effettuiamo per questo la vaccinazione, per non parlare della vaccinazione di massa dei bambini, ad esempio, contro l’influenza perché non è una malattia infantile. 

Allora cosa sta succedendo qui? Ed è incredibile, perché non può prescindere dalla considerazione che non può essere scientificamente giustificato. In fondo si rischia davvero di indurre conseguenze molto dannose e poi non parlo nemmeno degli effetti collaterali delle vaccinazioni che sono già stati registrati e documentati nei bambini ad esempio miocardite, e tutto questo tipo di cose.”

D: Già, è molto chiaro. Sfortunatamente il senso comune, il mainstream adesso racconta l’opposto: “dobbiamo vaccinare i bambini per salvare gli anziani“.

Comunque, il tempo a nostra disposizione è terminato, grazie dottor Vanden Bossche. Grazie molte per essere stato qui, nostro ospite. Spero che questo possa essere considerato un debutto per lei su Byoblu e spero di poterla rivedere presto sul nostro canale TV.

V: “Molte grazie a voi per avermi avuto qui, è stato un piacere parlare con Voi e i Vostri telespettatori. Abbiate cura di voi, grazie e a presto.”


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