venerdì 20 luglio 2018

Carpeoro: attenti alla magia, il potere la usa contro di noi


Chi di magia ferisce di magia perisce?
Una messa in guardia a due facce, sia verso i 'maghi' , sia verso le loro 'vittime' .. 😉
Buona lettura ..


La “costruzione dell’effetto” è alla base della magia.

Che cos’è la magia? 

Era la manipolazione antica. Era il modo di manipolare, magari dei sacerdoti egizi, che dovevano “costruire” i miracoli. La magia esiste, ma non la faccio io: la fa la mia “costruzione dell’effetto” sul soggetto passivo. E’ il soggetto passivo che attiva il mago: il mago è attivo se c’è un soggetto passivo. Chomsky lo spiega in cinque parolette. A seconda dell’ordine in cui le mettete, ottenete un effetto diverso.
Lo vogliamo chiamare effetto di manipolazione? Effetto magico? Miracolo?
Chiamiamolo come vogliamo. Le cinque parole sono: astrazione, estrazione, ostruzione, istruzione, distruzione. 

Il risultato cambia, a seconda dell’ordine in cui queste parole sono disposte. E il risultato finale è la costruzione dell’effetto magico.


Chi era il mago? 

“Magia” viene da un termine sanscrito, “Mg”, che significa “conoscere”: così, “magia” ha la stessa radice di “magister”.
Il mago poi diventa il maestro, cioè lo scienziato, perché conosce: costruisce l’effetto perché conosce i termini della produzione dell’effetto, che è l’effetto magico.

Ma la magia quando nasce? 

Nasce quando l’uomo ha bisogno del potere ...


La magia è potere 

Perché i grandi Rosacroce e i grandi filosofi hanno studiato la magia ma non l’hanno praticata? Perché non erano interessati al potere, erano interessati all’essere. Quindi, l’effetto magico è una costruzione di potere: serve a far fare a qualcuno quello che voglio io, in base a un percorso che io ho disegnato.

Il vero esoterismo, la vera esperienza spirituale, non è un’esperienza di attività, è un’esperienza di complementarietà. Si è complementari al corso delle cose, non le si modifica. 

Tommaso da Kempis, che era un grande Rosacroce e viene invece spacciato dalla Chiesa cattolica per un insegnante di catechismo nelle scuole, scrive che il vero cristiano insegna con l’esempio, non con la predica. E non è una modalità attiva: non interferisco con quello che fai tu, ti faccio solo vedere quello che faccio io. Perché uno dovrebbe studiare la magia, astenendosi però dal praticarla? La magia è intesa come storia dell’esoterismo, come formazione di un pensiero. Noi siamo abituati a studiare una certa storia, sui libri di scuola, e non ci insegnano che c’è anche una meta-storia, come c’è una fisica e una metafisica.

C’è una storia fatta di avvenimenti, di date, e c’è una storia fatta di ragionamenti – di pensieri, di mutamenti all’interno del corpo sociale, del costume, della spiritualità delle persone – che porta a dei mutamenti storici. Certo, quella di Hitler è una storia di nazismo, fatta di date. Ma ci sarebbe mai stata, quella storia di nazismo, se non ci fosse stata la storia di un pensiero antecedente, magari dettato da uno scienziato che si chiamava Gobineau, che 60-70 anni prima del nazismo scrisse un libro che si chiama “L’evoluzione delle razze”? Era l’anticamera della discriminazione razziale. 

Quindi, in realtà, come c’è una storia, c’è anche una meta-storia: quella di chi si occupa di studiare il pensiero, che è l’unica cosa che ci sopravvive, se è valido. Quando Cartesio dice “cogito, ergo sum”, non dice “cogito, ergo sum aeternum”, non ne fa un ragionamento di immortalità, ma di “essere”: io sono, in quanto penso, e non ho bisogno di essere immortale. 

Perché tutti gli esoteristi che si sono dedicati alla magia – e l’hanno praticata – sono andati incontro a una negatività? Perché la pratica della magia è il perseguimento del potere.

Io, con la magia, modifico la tua vita, il corso delle cose. Lo modifico. Se invece pratichi l’essere, tu “sei”.

Se vogliono imitarti ti imitano, però non imponi dei modelli comportamentali. Uno dei cliché dell’ufologia è quello dei “vigilanti”, degli “osservatori”, personaggi di una cultura superiore che hanno però il divieto di interferire. Si tratta di un archetipo, piuttosto che di uno stereotipo, presente anche nei fumetti. 

Anche nella Bibbia troviamo dei personaggi che devono osservare ma non intervenire. Se sono veramente di origine divina, non intervengono mai. E ci sono esempi assolutamente simbolici di non-intervento. Le ultime parole di Cristo in croce: Dio, perché mi hai abbandonato? Sono parole da uomo, non da Dio: Cristo muore da uomo. E quelle parole certificano il non-intervento del Dio che fa morire suo figlio. Potrebbe intervenire e impedire questa cosa tremenda, ma non lo fa. Perché il non-intervento è il divino: se dobbiamo concepire una presenza del divino, dobbiamo concepirla in termini di non-intervento. Invece, tutta la nostra cultura religiosa magica ci ha insegnato a chiederlo, l’intervento. Madonna, fammi vincere al Superenalotto. Ci hanno insegnato a chiedere la grazia. Ma la grazia non è una cosa che ti viene data, è un tuo stato: tu sei nella grazia, se scegli l’essere. E non sei nella grazia – il contrario di grazia si chiama disgrazia – se sei nel potere.

La grazia è una condizione dell’essere, non è una cosa che ti viene concessa perché la chiedi.

Mi spiace deludere tutti quei napoletani che si rivolgono alla statua di San Gennaro, ma purtroppo è così. Noi abbiamo immaginato la religione in termini magici, ed è solo in termini magici che andiamo a Lourdes, a Medjugorje, aspettandoci di vedere le Madonne piangere, perché quello è un effetto magico.

Direte: ma allora, i miracoli? 

I miracoli sono nelle pieghe di questa vita, sono nascosti; quando sono evidenti non sono miracoli. Il miracolo è il nascosto, la magia è il manifesto. Il nascosto è l’essere, il manifesto è il potere. Il potere non è mai occulto. A nascondersi sono i suoi agenti, che si nascondono per non essere individuati. Ma il potere, in quanto tale, è manifesto per sua autodefinizione.

Parlare di poteri occulti è un ossimoro: il solo fatto che se ne parli dimostra che non sono occulti; se fossero occulti non se ne parlerebbe.


Complottismo e massoneria? Ok. 

Come si chiama la loggia massonica più vituperata? P2. E perché si chiama P2? E’ la secondogenita, evidentemente. 

Ma della prima, chi parla? Nessuno. E come mai? Elementare: se c’era una P2, ci sarà stata anche una P1. Eppure i giornali sono arrivati fino alla P5, ma della P1 non parleranno mai. Perché? Nella P2 – o meglio: in quei 500 nomi indicati da Gelli – c’erano tutti “vice”, a livello militare e ministeriale. Vicepresidenti, sottosegretari. Quindi, se nella P2 c’erano i vice, nella P1 cosa c’era? Evidente: i numeri uno. E’ così difficile scriverlo? E allora perché non lo scrive nessuno? Dunque, la manipolazione che cos’è, veramente? E’ la costruzione di un effetto magico. Dato che vi devo sopraffare, devo quindi fare l’astrazione (quindi: togliervi dalla realtà), e devo fare l’estrazione, devo fare l’ostruzione, poi devo fare l’istruzione e infine la distruzione. Sono cinque parolette simpatiche da ricordare. A seconda di come le si mette in ordine, è possibile ricostruire tutti gli eventi del mondo degli ultimi cento anni.

Tutte le operazioni che sono state fatte sono fondate su queste frasi. Stiamo parlando di magia, di cultura magica. E i grandi maghi non hanno mai operato la magia. 

Il più grande mago rinascimentale – per definizione non mia, ma di una grande studiosa di Oxford, Frances Yates – era Giordano Bruno. Era un mago: viene chiamato “magus”, ma non operava magie. Il mago dell’epoca si chiamava Geordie, prendeva un insetto di metallo a forma di scarabeo e lo faceva volare. L’insetto volava, c’era la magia. Poi bisogna capire perché volava – la costruzione dell’effetto magico. Il primo atto di magia che ricordiamo è quando Mosè separa le acque. E’ un atto magico, certo. Ma bisogna capire quanto questo atto sia costruito per una situazione gerarchica. E’ il potere, che irrompe nella storia solo quando, nella società nomade, compare la figura dell’uomo modificatore. 

Chi è il modificatore per eccellenza? Il coltivatore: che ha bisogno di razionalizzare, di stare sempre nello stesso posto, di difendere il territorio o di conquistarlo, quindi nasce la guerra. E ha bisogno di stabilire una gerarchia sociale, col controllo di chi lavora per lui. 
Quindi nasce la religione.

Potere, guerra, religione: tutte componenti magiche, perché devono modificare, in base a delle conoscenze, il corso naturale degli eventi. 

Ecco perché, mentre l’essere è complementarietà, il potere è magia. La magia è finalizzata al potere. 

I grandi maghi che hanno praticato la magia non hanno fatto un bella fine. Il satanismo promette un potere straordinario, successo, ricchezza. 


Perché Faust si vende l’anima? Per il potere. 
Poi si accorge che non se ne fa niente, di quella roba lì. 

Prendiamo Oscar Wilde, che era un Rosacroce prima che un massone. Wilde costruisce un’intera sua opera, sul simbolismo del potere, “Il ritratto di Dorian Gray”. Quel ritratto è costruito su uno specchio magico: l’immagine allo specchio invecchia e Dorian Gray rimane giovane. E’ il cosiddetto capovolgimento iniziatico. E’ un effetto magico, no? Oscar Wilde dice: la magia ti dà il potere, ma il frutto di questo potere è che Dorian Gray diventa un infelice maligno, che cerca di creare il male.

Noi però possiamo “essere” il male, se scegliamo il potere, ma non possiamo fare in modo che ogni nostra azione sia solo male.
Quindi accade che quella che rimane giovane è la parte peggiore. 

Così alla fine Dorian Gray rompe lo specchio, invecchia improvvisamente e muore felice, perché distrugge il meccanismo di potere che lo aveva reso prigioniero di uno schema. Che lo schema si chiami eterna bellezza, eterna giovinezza o eterna ricchezza, non importa, non cambiano i termini del discorso, perché quello è il potere: il potere di essere eternamente belli, giovani, ricchi, capaci di influire sulla vita degli altri. E’ una trappola, un “maya” che ti rende infelice. E siccome ogni essere umano ha come prima aspirazione la felicità, per essere felici bisogna ritrovare la propria complementarietà e, appunto, “essere”.


Io l’ho studiata, la magia, ma come storia del pensiero. 
E badate, a volte la magia produce anche degli effetti. 

Ricordo le vecchie del mio paese, che facevano riti per allontanare le malattie. Ma questi effetti sono la costruzione di volontà di potere: non sono mai quegli effetti che noi pensiamo, perché la costruzione dell’effetto magico è sempre un artificio. Qual è il problema? E’ un artificio di cui a volte conosciamo la costruzione, perché siamo in grado di ricostruire tutte le condizioni che l’hanno creato. 

La natura è dominata dalle sue leggi, ma noi non le conosciamo tutte. A volte si ottengono degli effetti dovuti a leggi che noi non conosciamo, ma che in quel momento intervengono perché – senza volerlo – ne abbiamo creato le condizioni. Poi magari rifacciamo l’esperimento, e non riesce. E non ci rendiamo conto che magari non siamo nello stesso posto alla stessa ora, che il magnetismo non è uguale, che magari abbiamo mangiato troppo maiale nei giorni precedenti e quindi il nostro modo di sprigionare energia cambia. 
Il gesto di riconoscimento dei Rosacroce era un indice rivolto verso l’alto e un indice rivolto verso il basso. E’ lo stesso del Padre Nostro, “come in cielo, così in terra”.

Il pellicano, uno dei simboli rosacrociani --->

Negli ultimi secoli, nella storia del pensiero, c’è stata una deriva magica. 

La magia è sempre una deriva: essendo una scelta di potere, che consiste nel modificare gli altri, la natura, il prossimo, gli ambienti, non può che portare lì. E’ a monte, il problema.

Quando tu scegli il potere, e magari non hai ancora fatto niente di male, devi star sicuro che lo farai, perché la conseguenza del potere è quella.

Si dice di un Papa: ha fatto questo e quello. Be’, ci sta. Perché dal momento in cui, ad esempio, diventi Papa nel 1963, e rimani Papa fino all’anno 1978, come fai a non parlare con Gelli? Scusate, ci parlavano presidenti della Repubblica, presidenti degli Stati Uniti, pure i cardinali – e tu che fai, non ci parli? Ma questo è legato al fatto che diventi Papa, non al fatto che ti chiami Mario Rossi.

Quando i politici fanno determinate cose, sono conseguenti alla loro scelta di vita, che è quella che ti condiziona e ti cambia.

Nel momento in cui capisci come la devi gestire, la tua vita, capisci che ti devi sottrarre al gioco del potere.


L’homo faber è colui che ha creato l’alchimia. 

La magia ne è l’aspetto deteriore. La trasmutazione dei metalli degli alchimisti veri non riguarda il potere, ma l’essere, tant’è vero che quelli che volevano ottenere l’oro venivano chiamati, volgarmente, “soffiatori”, perché soffiavano nel mantice, mentre l’alchimista spirituale era quello che doveva trasformare il proprio “piombo” in “oro”.

L’alchimista vero non insegna nulla agli altri, e scrive testi così ermetici di cui, nella maggior parte dei casi, nessuno ci capisce niente.

Perché scrivono, allora? 
Perché, nel momento in cui capisci qual è la loro chiave, loro te l’hanno trasmessa. Ci sono due modi di trasmettere la conoscenza: uno si chiama iniziazione, l’altro si chiama tradizione. Quando io ti inizio, ti spiego: ti do la scatola e la chiave. Quando invece trasmetto soltanto la scatola, ma non la chiave, ti do lo stesso contenuto, ma tu non sai cosa c’è dentro, quando a tua volta lo trasmetti.
E’ come quando si diceva la messa in latino: mia nonna quelle parole le sapeva perfettamente, ma non sapeva cosa significassero.

I testi alchemici conservano quella conoscenza – per chi si sa procurare le chiavi. 

Credo che la ricerca della chiave faccia parte di un percorso formativo che è fondamentale.
C’è da fare un percorso, che fa parte della formazione iniziatica. Compiere questo percorso è la migliore garanzia per difendersi dalla tentazione della magia.
Perché il potere è tentatore.

Ti tenta, approfittando delle tue debolezze contestualizzate: approfittando di quando sei povero e offrendoti del denaro, di quando sei solo offrendoti compagnia, di quando hai fame offrendoti del cibo. Perché l’altra componente che il potere ha costruito, rispetto a questa società – e questo non emerge sufficientemente dagli studi sulla manipolazione fatti finora – è l’incapacità dell’accettazione: diventi incapace di accettare quello che dovresti.

Mago è chi usa la conoscenza per modificare la realtà, ma noi non dobbiamo modificare la realtà: dobbiamo modificare gli occhi con cui la guardiamo. Se avessimo la percezione della realtà totale, non avremmo bisogno di nulla.

Ma al potere fa comodo quel tipo di cultura, quella che aiuta la sottomissione degli altri, la soggezione, la manipolazione. Non gli fa comodo la cultura della libertà.

La libertà è: non aver bisogno. 


Se uno ha bisogno, non è libero. Se ho bisogno di conquistare le donne, gli uomini, le macchine, il denaro, il potere, il trono, l’ermellino, lo scettro, il maglietto del massone – se ne ho bisogno, non sarò mai un uomo libero. Per eliminare il bisogno occorre avere la consapevolezza dell’essere – la consapevolezza della nostra divinità, che è nel pensiero.

Tutto quello in cui abbiamo creduto ci conduce a perseguire la magia, quindi il potere, invece dell’essere. La nostra storia politica, sociale, umana, è stata danneggiata da interpretazioni magiche, sempre.

Tutta la cultura cristiana del miracolo, della retribuzione paradisiaca, ha effetti deleteri perché funzionali al potere: trasformare la religione cristiana in quella di Costantino. Ma Costantino non era cristiano, è stato battezzato solo in punto di morte. Non bisogna confondere la religione con la spiritualità. Io la spiritualità la chiamo religione individuale.

Quando la religione è individuale non fa danni; quando diventa collettiva bisognare stare attenti, perché lì succedono i guai. La religione collettiva serve alla società, non all’uomo. 

Alla nostra società sono serviti i benedettini che hanno copiato (a modo loro) le cose, hanno conservato documenti e opere d’arte. Agli individui invece sarebbe servito, per esempio, non cominciare a combattere i Mori, che ai tempi erano molto più civili di noi: nella Terza Crociata, il “feroce Saladino” firma col suo nome, mentre Riccardo Cuor di Leone ci mette la croce, perché non sa scrivere.

Quello tra magia, religione e potere è un rapporto drammatico, uno schema che bisogna rompere.

Non bisogna praticare la magia, non bisogna praticare la religione come prassi e come struttura. E non bisogna assoggettarsi al potere – né come soggetti passivi, né tantomeno come soggetti attivi. Non vale la regola “se comando io sono il padrone”, perché se comando io sono prigioniero di quelli che comando, senza saperlo. Ovviamente non mi fanno compassione, i potentati del mondo, ma so che sono prigionieri come posso esserlo io. Sono prigionieri di un sistema di privilegi, non importa se goduti o subiti – sempre privilegi sono.
Il grande sogno dei Rosacroce del ‘600 si manifesta quando Tommaso Moro scrive “Utopia”, quando Campanella scrive “La città di Dio”, quando Bacone scrive “La nuova Atlantide”, quando Johann Valentin Andreae (che è il rifondatore dei Rosacroce con questo nome) scrive “Cristianopolis”.


Di cosa parlano? Di una società che non ha le regole del potere. Ognuno è utile, perché tutti condividono. Società che sarà l’anticamera di cosa? 

I Rosacroce sono i padri del socialismo, l’utopia di una società giusta.

Poi il potere si impadronirà del socialismo, cioè dell’abolizione della proprietà privata. E nascerà anche il comunismo: una diagnosi giusta, che però mira a costruire un potere diverso, collettivo e non più individuale, ma sempre potere.

Tutti questi passaggi ruotano attorno alla magia.

Quella del mago è la figura più antica che possiate immaginare. Possono chiamarlo sciamano, stregone, ma sempre mago rimane. Poi il mago antico si scinde: diventa sacerdote, diventa medico e guaritore, diventa capo del villaggio. Ma in origine è il primo riferimento vero dei primi coltivatori che stanno creando la gerarchia, stanno creando la guerra (perché tutte le guerre nasceranno per il territorio), stanno creando il potere, stanno creando la religione. E nasce tutto dalla magia: nasce dal configurare la conoscenza come potere, e non più come essere. E questo avviene per necessità: perché serve, non perché è giusto; perché è utile a quell’evoluzione sociale, in quel momento. La magia è un archetipo fortissimo, tutti quanti ne siamo affascinati, soggiogati, in qualche modo coinvolti, pur rifiutandola. Dobbiamo averne consapevolezza: gli effetti magici sono storia, sono pensiero, ma non sono fatti – e non sono neanche vita.


Dobbiamo conoscerla, la magia, per imparare a evitarla. 

Il cerchio magico tracciato dal mago non è mai reale, ma è efficace: la costruzione dell’effetto magico funziona sulle regole che detta il mago, o che il mago conosce ma non svela. Chomsky ha codificato 10 forme di manipolazione collettiva, ma non si è mai occupato di manipolazione individuale. E sappiate che la manipolazione individuale, nonostante quello che pensano i complottisti, è infinitamente più pericolosa, perché è infinitamente meno riconoscibile.

C’è un Chomsky che spiega come funziona la manipolazione collettiva, mentre la manipolazione individuale non l’ha mai codificata nessuno.

Sapete quante persone sono state danneggiate seriamente da gente che le ha manipolate? Massoni, esoteristi, maghi, Golden Dawn, stregoni da strapazzo, gente che voleva fare le orge. Sapete quanta gente finisce a farsi di pasticche, o in manicomio, o a pensare di essere posseduta dal demonio? Avete idea dei danni della manipolazione individuale? Contate le casistiche, andate nei reparti psicologici degli ospedali e scoprite quante persone sono finite in terapia.


Gianfranco Carpeoro

(Estratti dell’intervento alla conferenza su magia e manipolazione il 23-24 agosto 2014 a Subiaco, ripreso da YouTube.

Massone, ex avvocato, giornalista e saggista, studioso di esoterismo e già “gran maestro” del Rito Scozzese, Carpeoro è uno dei massimi esperti di simbologia ermetica).





7 commenti:

  1. Come si può non essere d'accordo con Carpeoro?
    Della magia l'umanità non capisce niente perché l'ha confinata a settori come cartomanzia, preveggenza, e tutte quelle attività operate da persone che guards caso si fanno pagare, spesso profumatamente per dire delle emerite cialtronerie.
    La magia vera è la Vita con tutto il suo mistero, un mistero che non siamo in grado di penetrare e che dobbiamo vivere ogni giorno fino in fondo poiché siamo qui per questo; come siamo qui anche per comprendere chi siamo realmente al di là delle interpretazioni e delle maschere di questa dimensione.
    La Natura è magia, e lo è talmente tanto nella sua purezza e nel suo non chiedere nulla che mi commuovo ogni volta che prendo tra le mani un pulcino nato da poco, il musetto dei miei cagnolini, o tocco delicatamente un albero, e mi sento dentro l'Amore e in pace con tutto l'universo.
    Come tanti anelo alla felicità e studio l'esoterismo solo per imparare ad Essere, il potere di cambiare e manipolare mi repelle, non ne ho bisogno.

    Se vogliamo essere liberi, dice bene Carpeoro, dobbiamo liberarci dal bisogno. È un concetto antichissimo ripreso dal buddhismo che anela sl nirvana proprio al momento della liberazione dal bisogno.
    Il mio cammino è spirituale e non magico né religioso poiché non riconosco a nessuno un potere su di me, sulla mia vita e sul mio destino.
    Se sbaglio va bene ugualmente, sarà venuto da me e tanto mi basta.
    Nella mia esperienza chi segue la magia e ne diventa succube è un frustrato che crede nel ruolo esterno di un operatore per cambiare la sua realtà, l'esoterismo è per gli iniziati ad un cammino spirituale che non prevede affiliazioni né dipendenze da nessuno, nemmeno Maestri, poiché non coltiva l'ego e i suoi bisogni.

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    1. Molto bello ciò che hai scritto. :)
      Ho i miei dubbi sul fatto che quella forma di magia possa evolvere - o meglio scomparire - finché una parte dell'umanità avrà "bisogno" del potere come giustificazione alla propria esistenza, e finché ci sarà qualcuno ad aver "bisogno" di subirlo pur di evitare di dover assumere le proprie responsabilità su questo pianeta.
      Siamo a uno stadio molto infantile della nostra evoluzione (sempre che riusciremo a evolvere!) e cerchiamo delle risposte a domande probabilmente mal poste, o del tutto sbagliate, perché non riusciamo a guardare il mondo oltre la nostra limitata vista umana. Abbiamo paura, e vorremmo che un padre benevolo - e magari onnipotente - ci spieghi le ragioni della nostra presenza su questo mondo ...e lì, in quella paura, in quella falla, s'infila il potere. O l'illusione di esso.
      Chi lo possiede prova la stessa paura fottuta di chi lo subisce, ma s'illude che possa aiutarlo a colmare il grande vuoto esistenziale che lo attanaglia. E continua a dominare, in una fuga in avanti che sembra senza fine, custodendo gelosamente i suoi "segreti", sfruttando l'ignoranza e la fragilità di miliardi di esseri viventi (animali compresi), con la misera e vana convinzione di proteggersi. Fino a quando..?
      Provo comunque una grande tenerezza per questa umanità barcollante (e quindi per me stessa! ^_^ )
      Un bel guazzabuglio!

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    2. Ciao Catherine, si a mio avviso siamo stati creati con il bisogno -uno tra i tanti!!- di magia, ovvero una disperata ricerca di soluzioni a tutti i nostri quesiti, insicurezze e paure.
      Vedi l'evoluzione spirituale di ognuno di noi fa parte del pacchetto con cui arriviamo in questo mondo, tutti abbiamo quel potenziale ma pochissimi lo sfruttano perché sono proiettati verso l'esterno. Fin quando crederemo che un prete o un Papa o un Mago o anche un medico possono risolvere problemi che sono solo NOSTRI, è chiaro che dalla gabbia non potremo mai uscire, e saremo sempre succubi degli eventi della vita.
      La magia vera accade quando fluisci con la vita senza chiedere niente se non di poter essere te stesso, e si schiudono d'incanto "le porte del regno dei cieli", di cristiana memoria. Quello che intendeva Gesù era proprio questo, quando diceva chiedi e ti sarà dato, ma non chiedere all'infuori di se stessi bensì abbiate fiducia in voi stessi e chiedete a voi stessi di restare forti, centrati.
      Allora si che nessuno può più farci subire nulla!

      Si, è un guazzabuglio, e solo con un percorso liberatorio individuale e poi di seguito collettivo se ne può uscire, ma la domanda è: Questo pianeta prigione prevede la liberazione finale di tutti?

      Lo scopriremo solo vivendo (e fin quando non ci autodistruggiamo come specie).

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  2. per quanto sono riuscito a definire con il prevalente aiuto del pensiero, la magia, come anche accennato nell'articolo, è il risultato di "operazioni" rispondenti a leggi a noi sconosciute in toto id in parte. in minore accordo sono per quanto si attiene al miracolo, ovvero un evento che non trova giustificazione alla luce delle leggi fisiche che governano ora questa parte di universo. nella magia vedo un operare attivo e manifesto di soggetti che non compaiono nel miracolo.
    per quanto invece si attiene alla libertà.....
    una mia precisazione relativa ai commenti, non credo che si possa parlare di evoluzione fuori da un contesto prettamente individuale.
    cordialmente.

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    1. Per me è evidente che l'unica evoluzione possibile non può che essere individuale.. non si può "evolvere" per imitazione, ma possiamo sempre sperare che prima o poi si verifichi un contagio!
      Buona serata ^_^

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  3. A me cartesio non è mai stato simpatico, come Voltaire del resto. Finti razionali, secondo me. Cartesio spegato da Carpeoro, però, è sensato peché vicino alla Realtà, che si può chiamare anche Verità. La Verità è ciò che esiste nella Realta. La conoscenza della Realtà è la Vera Scienza, la cui Unica Fonte è Nostra Sorella Natura. E’ Lei l’unica “Dea”, anche se ci spinge al cannibalismo e questo non va bene. Si pensa, si riflette, si deduce e poi si deve divulgare. La conoscenza va condivisa. La competizione, fonte di tutti i mali con la “magica” religione sempre sanguinaria, va debellata con la convinzione. Mostrando la Realta, la Verità, la Razionalità, la Giustizia. Perdonate il “pippone”. Vi ammiro e vi ringrazio.

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    1. Non penso che la razionalità sia finta. Anzi, il nostro mondo è "pesante", materiale, e quindi risponde perfettamente alla necessità che i nostri sensi, senz'altro limitati, ci impongono e che condividiamo con il resto degli esseri umani. Ma non basta, e può essere fuorviante..
      Mi accontenterei, per cominciare, di un ritorno al rispetto del nostro pianeta, mentre mi sembra che viviamo sempre di più nel virtuale, che non ha nulla di spirituale. Purtroppo.
      Quindi si va avanti, senza costrizione (non funziona mai), cercando di aprire la mente e il cuore e sperando che tanti lo facciano. E poi lo applichino nella propria vita!

      P.S. Niente "pippone", i pareri sono sempre i benvenuti!
      Ciao ^_^

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