martedì 14 novembre 2023

Demolito il falso consenso sul clima


Nel 2013, John Cook, un mediocre fisico australiano che ha trovato nella climatologia catastrofica l’unico modo di emergere, pubblicò una sua balzana ricerca nella quale sosteneva che il 97% di 11.944 articoli scientifici sottoposti a revisione paritaria approvavano esplicitamente l’opinione secondo cui gli esseri umani avevano causato la maggior parte del riscaldamento negli ultimi 150 anni. 

E’ stata questa la base che ha creato il mito del massiccio consenso sul riscaldamento antropico e catastrofico per cui quindi questa idea fondata su mere ipotesi e su “modelli” privi di qualsiasi consistenza e del tutto priva di basi fisiche sarebbe la voce “voce della scienza”. 

Già questo di per sé potrebbe non significare nulla, il consenso non è una prova: nel 1500 tale voce diceva che il sole girava attorno alla terra o più tardi che la luce obbediva alla relatività galileiana, ma in realtà il consenso climatico è stato raggiunto con un volgarissimo trucco: al “pasionario” John Cook è bastato escludere i 7.930 articoli che non avevano preso posizione sul cambiamento antropogenico: quindi non si trattava affatto del 97 per cento, ma al massimo del 30 per cento dentro il quale figuravano almeno la metà di ricerche che attribuivano all’attività antropica solo una parte marginale del riscaldamento e dunque non erano affatto allineate con l’incipiente narrazione della Co2, dell’azoto e dunque della necessità di impoverimento generale e di ulteriore arricchimento dei poteri grigi ...


Ma siccome occorreva che questa menzogna corresse come un brivido nelle menti si è pompata questa idea del consenso generale al 99 per cento che è francamente una cazzata stratosferica, non fosse altro che oltre 1100 ricercatori e scienziati della climatologia, premi Nobel compresi, hanno firmato un documento in cui negano recisamente qualsiasi fantasia catastrofica e dunque per ottenere questo consenso bulgaro i climatologi dovrebbero essere oltre 100 mila. 

Ma come si fa a credere a queste fesserie? E comunque ora è uscita una nuova ricerca fatta da scienziati israeliani che mette in ridicolo il presunto consenso scientifico e allo stesso tempo denuncia lo stato miserando in cui versa questo campo di studi che è ormai strettamente legato alle pazzesche agende sociali del Wef e degli oligarchi nordamericani e il loro maltusianesimo di fondo. 
Essi hanno esaminato il documento che come prima firma porta quella di Mark Lynas che si definisce Communication Strategist e Climate Lead per l’ Alliance of Science finanziata in gran parte dalla Fondazione di Bill Gates. Bene costui che non ha nessuna reale competenza in questo campo (come del resto il suo finanziatore) ha seguito le orme di Cook dieci anni dopo e ha esaminato 3000 ricerche a tema climatico concludendo per una massiccia adesione alle tesi catastrofiste. Ha usato lo stesso trucco: ha semplicemente annesso al catastrofismo, articoli che non prendono posizione sull’riscaldamento antropico, alterando completamente il panorama reale.

Gli autori israeliani notano che gli scienziati scettici tendono a non enfatizzare questa loro posizione nell’abstract di apertura, mentre poi nel testo vero e proprio dicono tutt’altro e questo avviene perché è diventato quasi impossibile pubblicare qualcosa sulle principali riviste scientifiche, se non si supporta una narrativa catastrofica che è necessaria all’ingegneria sociale delle élite. 

Dunque il tanto vantato consenso si riduce di molto quando si vanno a leggere le ricerche e non ci si ferma al riassunto, un po’ come capita nei giornali dove si fanno titoli che non corrispondono affatto al contento. 
Ecco l’avvilente situazione che si crea quando la scienza e la conoscenza dipendono dal denaro privato. Da parte loro, gli scienziati israeliani notano che le loro critiche si applicano in generale anche ai precedenti studi di consenso basati sulla scansione dei soli abstract e sarebbe quindi di fondamentale importanza ritrovare pratiche corrette e non truffaldine in questi tipi di studio sul consenso. 

Intanto si è saputo che la temperatura in Antartide è diminuita di un grado dal 1999 e stiamo ancora a cincischiare: purtroppo il clima vero e non quello dei modelli si ribella alle menzogne e ai vari record del caldo fasulli.


Sul Guardian ca 10 anni fa: L’affermazione di un consenso del 97% sul riscaldamento globale non sta in piedi. Il consenso è irrilevante nella scienza. Ci sono molti esempi nella storia in cui tutti erano d’accordo e tutti avevano torto.

FACT CHECKING: L’articolo più influente e più discusso è stato quello di Cook et al. del 2013, che ha reso popolare la cifra del 97%. Gli autori hanno utilizzato una metodologia simile a quella di Oreskes, ma hanno basato la loro analisi sugli abstract piuttosto che sui contenuti completi. Non intendo riaprire il dibattito su questo articolo. Consideriamolo invece insieme ad altre numerose indagini disponibili.


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