giovedì 12 ottobre 2023

Il calore geotermico fa sciogliere i ghiacciai?

Nella confusione totale che impera da anni sui complessi motivi dei cambiamenti e dei disastri climatici, e che divide la comunità scientifica, soffermiamoci oggi sulla tesi poco diffusa del scioglimento dei ghiacciai dovuto alla fuoriuscita del magma dalle profondità oceaniche.

Ad oggi, la tesi più accreditata e propagandata è quella dell'aumento delle temperature causata dall'aumento di CO2 di origine antropica, cioè per colpa diretta dell'attività umana. E se i vulcani (sottomarini e non) si risvegliano nelle aree del mondo in cui attualmente convivono vulcani e ghiacciai, la causa è sempre da imputare al surriscaldamento globale: ancora colpa dell'uomo. 

Considerando che le zone più colpite dallo scioglimento dei ghiacci (Groenlandia settentrionale e Islanda, e Antartide occidentale) si trovano esattamente sopra un poderoso sistemi vulcanici, varrebbe la pena indagare ulteriormente...
Infatti, sotto la Groenlandia, come sotto l'Antartide c'è un pennacchio del mantello, e i flussi geotermici provenienti dalle profondità causano la formazione dei laghi sub glaciali e quindi lo scioglimento dei ghiacciai (lo studio) ...


Se tutto ciò non fosse opera dell'uomo? Se lo scioglimento dei ghiacci fosse provocato da un elemento naturale? 

Pare che queste domande se le siano poste presso il Centro tedesco di ricerche per le geoscienze Gfz dell'Helmholtz Centre di Postdam. 
Per questi scienziati, in Groenlandia il flusso di calore geotermico influenza la struttura termica interna delle lastre di ghiaccio e la distribuzione dell'acqua. 

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Geoscience ed evidenzia come si sia arrivati a questa conclusione: "la litosfera nelle zone centrali della Groenlandia è molto sottile, si parla di 70-80 km in meno rispetto alla media" e continuano dicendo "la parte più antica e più spessa della calotta è fortemente influenzata dal flusso di calore  profondo della Terra. Infatti troviamo che il flusso di calore geotermico nella Groenlandia aumenta da ovest ad est a causa dell'assottigliamento della litosfera".


Ovviamente ci sono anche altri ricercatori che hanno discolpato l'operato dell'uomo e hanno invece attribuito la colpa ad altri agenti naturali, come il sole, oppure l'attività vulcanica. Habibullo Abdussamatov capo della ricerca spaziale presso l'Osservatorio Astronomico Pulkovo di San Pietroburgo in Russia,  ha messo a confronto il riscaldamento di Marte e della Terra. Dichiarando appunto che "l'aumento a lungo termine delle radiazioni solari sta riscaldando sia la Terra che Marte". 
Così per questo ricercatore l'effetto serra ha solo contribuito un minimo ad un problema che deriva principalmente dalle radiazioni solari.

Mentre Adriano Mazzatella pensa che l'attività vulcanica sottomarina tende a sciogliere i ghiacciai. 
Ci sono infatti decine di vulcani che eruttano e mescolano il magma con l'acqua gelida, formando delle "nuvole sottomarine di particolato vulcanico che poi si depositano in uno spesso tappeto". 
Dall'Università di Napoli Federico II dichiarano che esiste un "fornello geotermico che si accende e si spegne sotto i ghiacciai dell'Artico e questo giustifica pienamente la variabilità areale dei ghiacciai artici che da tempo i mass media imputano solo all'azione forsennata di produzione dell'anidride carbonica (CO2) da parte dell'uomo. I vari convegni internazionali che cercano di fissare un tetto alle emissioni di CO2 passeranno alla storia come la più inutile manifestazione di presunzione dell'uomo". (www.fotovoltaicosulweb.it)


“L’ultimo milione di anni è stato il milione di anni più fresco degli ultimi 250 milioni di anni.” – Ray Kraft

Nessuna teoria del cambiamento climatico / riscaldamento globale può pretendere di essere perlomeno credibile A MENO CHE non sia in grado di spiegare in maniera plausibile i grandi cambiamenti climatici degli ultimi cinquanta milioni di anni, come minimo, durante i quali fasi di riscaldamento e di raffreddamento globale, come anche ere glaciali, sono andate e venute e il livello dei mari è salito e poi sceso di 122 metri o più, e questo è avvenuto di nuovo e di nuovo e di nuovo.

Vale a dire, per essere credibile, la teoria deve spiegare in maniera accettabile le prove che sono disponibili.

chi realmente crede che possa avere un qualsiasi effetto il cambiamento di qualche centinaio di parti per milione o parti per miliardo di tracce gassose in un clima in cui le temperature locali salgono e scendono di cinquanta gradi o più, in molti luoghi, tutti i giorni, riscaldandosi alla luce del sole, raffreddandosi all’ombra, stia solo comportandosi da stupido.

Illogico, irrazionale, delirante

Una follia di massa.
Il fatto che le temperature possono salire e scendere di cinquanta gradi o più tra mezzogiorno e mezzanotte è una prova inconfutabile che la CO2, il NO2 (protossido di azoto), e il Metano, che sono distribuiti in tutta l’atmosfera in maniera piuttosto equilibrata, hanno ovviamente una capacità limitata di “intrappolare il calore”, e se fossero dei veri “cacciatori di calore”, la temperatura non potrebbe aumentare o diminuire di molto e molto rapidamente, come invece tende a fare.

Il vapore acqueo è invece una storia ben diversa; dove il clima locale è asciutto, le temperature locali si riscaldano molto rapidamente quando splende il sole, mentre si raffreddano molto rapidamente quando non splende il sole. 
Andate a fare campeggio nel deserto del Mojave, e troverete le prove conclusive di questo. 

Dove il clima locale è molto umido, come avviene ai tropici, non si verifica un eccessivo riscaldamento durante il giorno, e non si verifica un eccessivo raffreddamento durante la notte, ossia, il vapore acqueo tende a “intrappolare il calore”, per davvero. (www.attivitasolare.com)


Antartide: sotto il ghiaccio, magma

Non è tutto ghiaccio quello che luccica. La sterminata superficie di 1.610.000 chilometri quadrati denominata Terra di Marie Byrd, una delle regioni occidentali dell’Antartide, sarebbe solcata da sorgenti di magma. 

Un nuovo studio della Nasa indaga sui mantle plumes, i getti di roccia e magma incandescente che prenderebbero origine dalla base del mantello, lo strato appena al di sotto della crosta terrestre, a contatto con il nucleo esterno, ritenuti responsabili della instabilità della zona. Gli zampilli di magma darebbero vita a laghi e fiumi sotto la superficie e il loro studio sarebbe utile per stimare la velocità del dissolvimento dei ghiacci nell’oceano. 

Il fenomeno geologico dei pennacchi del mantello è noto da 30 anni, da quando uno scienziato dell’Università del Colorado Denver individuò in essi la ragione dell’attività vulcanica.

I risultati dello studio hanno evidenziato come l’energia emessa dai mantle plume deve essere non superiore a 150 milliwatt per metro quadrato. Per comparazione, una regione priva di attività vulcanica registra generalmente un flusso tra i 40 e i 60 milliwatt. In una zona come Yellowstone, solcata dai geyser, l’energia sprigionata è di 200 milliwatt per metro quadro. 
Secondo i ricercatori, nella Terra di Marie Byrd i pennacchi del manto si sarebbero formati tra i 50 e i 110 milioni di anni fa prima della formazione dei ghiacci per poi contribuire 11.000 anni fa, ad un rapido scioglimento dei ghiacci, similmente a quanto accade oggi. ( www.globalscience.it

Conclusioni:
Non affidiamoci alla propaganda odierna, e ricordiamoci gli studi passati. 
La faccenda del presunto riscaldamento globale è complessa, liquidarla come se fosse la conseguenza dell'attività umana è assai riduttivo.

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