Raramente l’arroganza imperiale della classe politica di Washington è stata espressa in modo così sfacciato. Stiamo parlando della recente motivazione di Mitch McConnell per infliggere ancora più miseria e morte ai popoli abbandonati da Dio in Ucraina.
Il sostegno americano a quella nazione non è carità; è nel nostro interesse diretto, anche perché fare un esempio della Russia ci aiuta a scoraggiare la Cina.
Che razza di imbecille distruggerebbe un'intera nazione e massacrerebbe decine di migliaia di cittadini al fine di indebolire il suo vicino e sovrano storico, il tutto allo scopo di lanciare una carambola a 3.600 miglia di distanza? Senza contare che stiamo parlando di una nazione che non rappresenta affatto una minaccia per la libertà e la sicurezza del popolo degli Stati Uniti...
Infatti quando il presidente Truman e il Ministro della guerra Stimson ordinarono l’uccisione a sangue freddo di 214.000 civili giapponesi a Hiroshima e Nagasaki, quei governanti in realtà intendevano danneggiare l’America e avevano già ucciso migliaia di soldati da Pearl Harbor a Iwo Jima. Ma dove sono esattamente le prove che Pechino sta mettendo insieme un'armata di forze aeree, marittime e terrestri per invadere la costa della California, o sta progettando un devastante attacco nucleare per lasciare le città americane in cenere? ...
Eppure, per ragioni folli che sono davvero difficili da comprendere, Washington ha ritenuto necessario respingere questa opzione ovvia e, invece, condurre una guerra per procura contro Russia e Cina. Così facendo verranno uccise molte più persone innocenti per ragioni molto meno plausibili di quanto fecero Truman e Stimson nell’agosto del 1945.
Il punto qui è che non stiamo parlando del tipo di retorica guerrafondaia che Ronald Reagan usò inutilmente nel 1981. Allora si trattava di deterrenza e intimidazione nei confronti dei governanti totalitari del Cremlino, ma non implicava il massacro di centinaia di migliaia di innocenti di una terza nazione. Eppure l’idea malefica di combattere la Russia fino all’ultimo ucraino – allo scopo di confondere Xi Jinping – è qualcosa di ordinario per la Washington imperiale di oggi.
Non sorprende, quindi, che odiosi politici come McConnell raggiungano la cima del mucchio a Capitol Hill. Dopo quasi 60 anni trascorsi nel settore pubblico, questo rimbambito senza cervello non riconosce nemmeno il nauseante predicato della sua dichiarazione: vale a dire, la convinzione che il mondo debba essere governato dalle rive del Potomac e gli orribili danni collaterali derivanti da tale accordo saranno trascurabili.
Proprio così. Le grida di guerra di McConnell riguardano la preservazione dell’egemonia globale di Washington, non la sicurezza interna dell’America.
Sicuramente anche l'ottuso leader del Senato e i suoi alleati neoconservatori non credono che né la Russia né la Cina rappresentino una minaccia esistenziale per gli Stati Uniti.
Dopotutto, come potrebbero? Il primo ha un PIL esiguo pari ad appena il 7% di quello americano, mentre la Cina è il prodotto di un vasto schema Ponzi che poggia su $50.000 miliardi di debito e un disperato bisogno di $3.500 miliardi di proventi annuali dalle esportazioni che tengono a galla l’intero castello di carte.
In altre parole, quando i governanti rossi cinesi scelsero di rimanere al potere invadendo gli Stati Uniti e l’Europa con scarpe, camicie, lenzuola, divani, stufe, lampade, mobili, giocattoli e iPhone, hanno precluso una volta per tutte l’opzione di un attacco militare. Mantenere la consuetudine di 4.000 Walmart e centinaia di miliardi di ordini da Amazon è ciò che ora fa funzionare l'impero cinese del debito e degli investimenti improduttivi e che impedisce alle sue centinaia di milioni di lavoratori d'impiccare i governanti autocratici cinesi in cima alla sede della CCTV a Pechino.
Ad esempio, il detestabile senatore guerrafondaio del Connecticut, Richard Blumenthal, si è di recente unito a McConnell nel diffondere la versione odierna della teoria del domino in nome di maggiori aiuti e armi per l'Ucraina:
“La mancata fornitura di tali aiuti sarà una macchia per il nostro Paese”, ha affermato. “Ma, cosa ancora più importante, metterà in pericolo la nostra sicurezza nazionale, perché Putin continuerà a muoversi contro i Paesi della NATO, e noi saremo obbligati dai nostri impegni derivanti dal trattato a mandare truppe sul terreno”.
No, Putin non ha intenzione d'invadere la Polonia o i Paesi Baltici. Per non parlare poi della marcia attraverso la Porta di Brandeburgo verso i Paesi Bassi e la Francia.
Se un tale piano, intenzione o capacità fosse esistita anche lontanamente a Mosca, sarebbe stata scoperta anni fa e sarebbe trapelata a tutti gli organi della CIA tra cui CNN, Washington Post, New York Times, NBC e innumerevoli altri. Eppure quando si tratta anche di uno straccio di prova a sostegno della Grande Bugia secondo cui Putin stia tentando di far rinascere il vecchio impero sovietico, non ci sono altro che ipotesi provenienti dall’apparato d'intelligence che risucchia $90 miliardi all’anno in tasse: un aspirapolvere così grande da fa impallidire l’intero bilancio militare della Russia pre-Ucraina.
Al contrario, le forze russe sono oggi in Ucraina solo dopo anni di chiari avvertimenti da parte di Putin secondo cui portare i missili della NATO entro 40 minuti di volo da Mosca era una linea rossa che non poteva essere oltrepassata, e per le stesse ragioni che il presidente Kennedy pose durante la crisi missilistica cubana 61 anni fa.
Eppure pagliacci come Blumenthal e McConnell riescono a farla franca ripetendo queste fandonie perché la Washington imperiale è cieca di fronte al proprio modus operandi. Vale a dire, che il bilancio nazionale per la sicurezza nazionale serve in realtà a governare il mondo, non a provvedere alla difesa della patria. Sotto forma di una vera e propria configurazione da Fortezza, quest’ultima costerebbe al massimo $400 miliardi all’anno – la metà dell’attuale spesa militare.
Non sorprende che le pretese planetarie di quest'ultima siano praticamente illimitate. Ad esempio, l’amministrazione Biden sta attualmente correndo per concludere un patto di assistenza economica con le Isole Marshall e integrare accordi simili con Palau e gli Stati Federati della Micronesia. Il finanziamento totale ammonterebbe a $7,1 miliardi per rinnovare i tre patti a partire dall’anno fiscale 2024.
Inutile dire che queste tre nazioni occupano una porzione così piccola della distesa dell’Oceano Pacifico da non essere nemmeno visibili a occhio nudo. Neanche un abitante su un milione dell’establishment della sicurezza nazionale potrebbe localizzarle, e per una buona ragione: al giorno d’oggi e nell’era dei missili balistici intercontinentali e dei missili ipersonici, perché mai persone razionali vorrebbero mantenere basi militari su queste protuberanze delle profondità del Pacifico? Per intercettare il prossimo gruppo di portaerei cinese diretto a Pearl Harbor?
D’altra parte usiamo il termine “gruppo di portaerei” di proposito. La Cina ora ha una portaerei arrugginita di 40 anni acquistata dall’ex-Unione Sovietica e una portaerei costruita in patria ancora in fase di prova. Potrebbero essere eliminate con missili d’attacco lanciati da sottomarini molto prima di raggiungere Pearl Harbor e senza il fastidio di basi e tangenti agli staterelli raffigurati di seguito.
Dopotutto la popolazione di Palau è di 22.000 abitanti, insieme ai 42.000 delle Isole Marshall e alle 104.000 anime degli Stati Federati della Micronesia. La popolazione complessiva di 168.000 abitanti ha un reddito annuo pro capite di $6.200, il che significa che le tangenti pagate ai relativi leader politici corrotti ammontano a $42.000 pro capite, o sette volte di più dei loro magri redditi!
Ciò che è doppiamente odioso è che da quando questi confini sono stati liberati dai loro tirannici tutori nel 1991, ovvero quando l’Unione Sovietica è caduta nella pattumiera della storia, il popolo ucraino ha votato per la separazione.
Quale idiota non riesce a vedere che una spartizione in questo senso porrebbe fine alla carneficina in un vero e proprio battito di ciglia?
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