mercoledì 15 maggio 2019

Metacognizione: caratteristiche e peculiarità

Per comprendere a fondo la metacognizione è fondamentale avere chiaro che si tratta di un concetto dalle molteplici sfaccettature.

Il termine metacognizione è complesso. Può essere riassunto nel concetto di conoscenza sulla conoscenza, ovvero la capacità di conoscere e di regolare il modo in cui pensiamo, che coinvolge il controllo cosciente di processi cognitivi come la memoria, l’attenzione e la comprensione.

Lo studio sulla metacognizione ebbe inizio con l’epistemologo e psicologo cognitivo J. Flavell e con l’antropologo e psicologo inglese Gregory Bateson. Quest’ultimo concentrò i suoi studi sulla metacognizione applicata agli animali.

La metacognizione apporta quella elasticità extra che caratterizza la mente umana.

Di conseguenza, bisogna conoscerla in quanto conoscenza di secondo grado, che ha se stessa come oggetto. Da qui il prefisso “meta”. Ci permette di valutare i processi esecutivi e agire di conseguenza al fine di migliorare le nostre azioni ...


Un esempio di metacognizione può essere dato da una lettura che stiamo facendo; nel verificare se abbiamo compreso quanto letto ci rendiamo conto che non è così e rileggiamo di nuovo. Al momento di risolvere un problema, percepiamo che la strategia mentale che stavamo applicando non funziona e optiamo per un’altra.

Le due facce della metacognizione

Per comprendere a fondo la metacognizione è fondamentale avere chiaro che si tratta di un concetto dalle molteplici sfaccettature. Possiamo parlarne da due prospettive diverse, sebbene siano in gran parte associate l’una all’altra. Una dal punto di vista del suo contenuto, l’altra tiene conto del processo.

Distinguiamo, di conseguenza, la metacognizione in quanto conoscenza metacognitiva e in quanto controllo metacognitivo. A seguire descriveremo ciascuna delle due prospettive.

Conoscenza metacognitiva

Questo termine fa riferimento alle nostre conoscenze in merito ai processi cognitivi propri e altrui. Parliamo, dunque, degli aspetti del contenuto o della conoscenza propriamente detta. Si tratta di una conoscenza dichiarativa che mettiamo in pratica, per esempio, quando pensiamo alle nostre capacità intellettive, di apprendimento o di memorizzazione.

Questo tipo di conoscenza presenta le seguenti caratteristiche:

- È relativamente stabile, in quanto modello intuitivo sulla conoscenza e di come funziona.

- Verificabile e comunicabile, in quanto accessibile per riflettere e per parlare di essa. 

- Fallibile, visto che possono verificarsi ragionamenti non corretti e formulare idee sbagliate.

- Dallo sviluppo tardivo, si manifesta nelle ultime fasi dello sviluppo, in quanto richiede una grande capacità di astrazione.

La conoscenza metacognitiva è composta da 3 caratteristiche principali:

- Variabili personali: si tratta della conoscenza riferita a noi stessi, in quanto pensatori e apprendisti. Vale a dire, sulle nostre capacità ed esperienze relative a diversi compiti. Ad esempio, ritenere di essere più portati per le materie scientifiche piuttosto che per le lingue, o di essere più bravi a ricordare i nomi rispetto a un volto amico.

- Variabili rispetto all’obiettivo: comprendono la conoscenza che abbiamo sui nostri obiettivi, così come tutte quelle caratteristiche che influiscono sulle difficoltà che presentano. Ad esempio, sapere che studiare richiede uno sforzo molto più intenso di leggere un romanzo.

- Variabili strategiche: è la conoscenza dei mezzi che possono essere utili allo svolgimento del compito. Comporta la comprensione degli aspetti dichiarativi, procedurali e condizionali delle strategie applicabili.

Controllo metacognitivo

Il controllo metacognitivo fa riferimento alla supervisione attiva, nonché alla regolazione e organizzazione della stessa alla luce dei processi che intervengono in un dato momento. Vale a dire l’abilità di prestare attenzione ai possibili errori e agire di conseguenza per limitarli. È importante puntualizzare che il processo metacognitivo è presente prima, durante e dopo il raggiungimento dell’obiettivo.

Il controllo metacognitivo conta sulle seguenti caratteristiche:

- Non viene considerato stabile, in quanto associato all’attività cognitiva e, pertanto, dipende dalla situazione e dall’obiettivo in concreto.

- È relativamente indipendente dall’età. Una volta sviluppatesi i processi metacognitivi, l’età sembra non essere una variabile che influisce.

- È un processo in gran parte strutturato in procedimenti ed è inconscio, dunque molti dei suoi aspetti sono inaccessibili e non comunicabili.

Le caratteristiche principali del controllo metacognitivo sono:

- Pianificazione. Elaborazione di un piano strategico prima di cominciare a svolgere un compito. Il che implica l’organizzazione delle risorse e delle strategie da utilizzare, tenendo conto degli obiettivi finali da perseguire.

- Supervisione. Consiste nella revisione e nella rifinitura delle azioni nel corso dello svolgimento del compito, al fine di raggiungere un progressivo avvicinamento agli obiettivi. Ciò suppone un doppio processo interattivo: un ragionamento “dal basso verso l’alto”, con l’individuazione degli errori; e un ragionamento “dal basso verso l’alto”, ovvero correggere gli errori.

- Valutazione. Si tratta della valutazione dei risultati finali a conclusione del compito in relazione agli obiettivi stabiliti a monte. Ciò allo scopo di considerare correzioni e modifiche alla strategia in vista di compiti futuri.


Considerazioni finali sulla metacognizione

La metacognizione è un aspetto fondamentale nell’elaborazione delle informazioni. Nello svolgimento della maggior parte delle azioni osserviamo, di fatto, che gli aspetti metacognitivi sono presenti e che hanno un peso notevole; sia la conoscenza metacognitiva sia il controllo metacognitivo. E bisogna capire che la differenza tra cognizione e metacognizione è una linea molto sottile, che ci porta a pensare a un aspetto dimensionale più che a categorie impermeabili.

Studiare la metacognizione ci aiuta a comprendere il pensiero e il ragionamento umano, il che è davvero importante in una moltitudine di campi, come la clinica e l’educazione. Comprendere il funzionamento della mente umana ci aiuta a migliorare tutti i processi relativi a essa.

8 commenti:

  1. Purtroppo c'è la sovrastimolazione.

    Viene da chiedersi il perchè le masse sono così tonte da non vedere l'ovvio, la risposta è stata trovata ma poco nota.

    Hanno calcolato che in una sola settimana si hanno più stimolazioni di un uomo della pietra in tutta la vita. Il cervello fa sempre il controllo di tutte le percezioni.
    Quando le stimolazioni sono troppe non ha il tempo di farlo e ingoia tutto senza fare alcun cotrollo, la sovrastimolazione nei fatti rende le persone addormentate.
    Gianni

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  2. Alla base della metaconoscenza c’è la capacità di astrazione, di cui è portatrice "sana" la scienza della matematica: c’è della matematica nella psicologia e tanta psicologia nella matematica. Detto in modo più semplice, un’equazione matematica ha molto di simile ai processi psicologici, individuali e sociali, e questo lo sanno bene a Tavistok e a Palo Alto.
    Bisognerebbe incoraggiare l’osmosi tra le varie scienze, ma per far questo occorre molta umiltà, molta umanità e questo è punito in una società come la nostra dove regna sovrana la competizione e l’orgoglio della propria ignoranza.
    La vera cultura non nasce dallo studio delle cose, ma dallo studio dei rapporti tra le cose: si deve avere coscienza dei processi cognitivi in cui siamo costantemente impegnati al fine di creare qualcosa di nuovo e buono/utile per tutti.
    Un esempio ammirevole di metacognizione è l’Arte di Kandinski che nasce dalla sinergia tra colori e musica mediati dalla matematica: appunto la metaconoscenza porta alla creatività pura.
    Tutto il pensiero delle Grandi Anime trasuda metaconoscenze di ogni genere, per questo bisognerebbe averne maggiore rispetto.
    Metacognizione è anche e soprattutto meditazione…
    Purtroppo, come tutte le conoscenze umane, la bontà non sta nel loro valore intrinseco ma nell’uso che se ne fa: da qui la priorità assoluta dell’Etica sulla Conoscenza, “meta” o no che sia.

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    1. Apprezzo molto il commento di Giuseppe che ha scritto cose vere e sensate. Scrivere sulla metacognizione e i suoi processi interni e costitutivi (metamemoria, meta attenzione, meta comprensione e così via) sarebbe lungo e tedioso, invito chi abbia voglia di approfondire l'argomento la lettura del libro di Borkowski che tutti gli insegnanti e genitori dovrebbero conoscere , "Didattica metacognitiva", e visto che Giuseppe parlava dei colori in Kandinski, i libri di George Steiner al riguardo (L'essenza dei colori)

      Enoch

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  3. Giuseppe non si può non concordare con quello che dici.
    Gianni

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  4. Senza Etica si smarrisce la retta via, mi premeva ricordarlo, prima di tutto a me stesso: ogni conoscenza può essere buona o cattiva a seconda dell'uso che se ne fa.

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    1. Repetita Juvant
      Viviamo in un mondo tempestoso, le cose è sempre bene rimarcarle per mantenere salda la barra del timone nella giusta direzione.
      Gianni

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