martedì 14 maggio 2019

Generazion-Ego - La perdita di se stessi

“Se riesci a sentire fino in fondo che vale la pena conservare la propria condizione di esseri umani anche quando non ne sortisce alcun effetto pratico, sei riuscito a sconfiggerli.” 
George Orwell

Non è semplice, oggi, fermarsi e fare un resoconto della nostra drammatica situazione. Si rischia sempre di passare per dei negativisti che traggono piacere dallo sproloquiare su situazioni su cui non si ha la minima voglia di lavorare.

Ovviamente non è questa la realtà, ma il rischio c’è ed è ( questo si ) reale ; ciò nonostante ritengo sia indispensabile rischiare, perché reputo assai meglio tentare e correre il rischio di non essere compresi, piuttosto che accettare le grottesche conseguenze del silenzio.

Sembra si possa riscontrare una sempre più crescente aridità di buon gusto , un’arrestabile caduta a precipizio di tutta una serie impressionante di aspettative e ” Visioni “.
Si, Visioni , perché di questi tempi sembra essersi smarrita, in una paludosa mediocrità, la lucente e articolata passione per l’immaginare il ” Sorprendente ”, quel qualcosa che un tempo sfrecciava a ritmo di innovazione e Rock and Roll tra i sogni delle nuove generazioni, scatenando quel richiamo sensuale e indomito a cui ci si aggrappava per sorvolare le miserie e le banalità del mondo ...


Oggi è tutto spento ; grigiore ovunque come se la tolla di disperazione si fosse rovesciata dalla scala del Pittore dell’Universo. 

Solo che questa tristezza viene ben occultata, come si conviene fare con un cadavere indesiderato , scomodo, la carcassa della nostra idea di Civiltà. Tutto è mascherato da luci stroboscopiche e emozioni somministrate come “shot ” improvvisi e rapidi come Colibrì. C’è tanto rumore, suoni mischiati a fiumi di immagini sempre più veloci, sempre più attraenti, violente. In altre parole, la nostra società esteriorizza una sorta di sedativo al nostro male comune: la depressione. Il Mal di Vivere. Un naturale meccanismo di difesa che si manifesta seguendo lo stesso principio della formazione delle corazze, di qualsiasi tipo esse siano: più l’interno è fragile, delicato e allo stesso tempo fondamentale per la sopravvivenza di un organismo, più quest’ultimo svilupperà un guscio esterno duro, resistente  o con caratteristiche intimidatorie, spaventose, minacciose. 


I colori si fanno sgargianti per mostrare ai possibili predatori o competitori una visone illusoria, una bugia di Forza. Ma non è nulla di più che questo: un’illusione. 

Tutto questo principio lo vediamo riflesso in ogni espressione artistica, o in qualsiasi contesto sociale. Prendiamo la Musica odierna come esempio. Che cosa possiamo riscontrare nel modo di scrivere dei cantautori più giovani ( indipendentemente dal genere )? C’è una feroce messa in mostra di una personalità aggressiva, che surclassa ogni altro contenuto. Più un artista si autoproclama e più viene apprezzato e idolatrato, è una fiera di puro Egocentrismo. 

Se pensiamo a quanto fossero differenti le cose non molti anni or sono, si stenta a credere alla differenza abissale; il desiderio di esplorazione, una volta così vivido, così pressante, ora si è indirizzato in una strada corrotta, dove esperire una situazione è utile solo come motivo di vanto o di competizione con gli altri. 

Dobbiamo mostrare un mondo virtuale dove siamo sempre più felici, sempre più “freschi”, mentre in realtà non godiamo più di un piacere fino in fondo, perché lo smerciamo mettendolo alla mercé della massa.


Aggressività, arroganza, sicurezza di sé, tutte finestre sbarrate tra la prigione della nostra psicosi e il mondo esterno. 

In questo terreno ricoperto di sterco emotivo, non è difficile capire come si siano potuti risvegliare movimenti tendenti al Nazionalsocialismo: una figura forte, autoritaria, con una sfacciataggine che viene ridicolmente spacciata per "Onestà"; un simbolo di totalitarismo che dona la sensazione di rispecchiarsi in un esempio di autorevolezza e potenza. Questo porta inevitabilmente a dividere i molti in tre macrocategorie: i menefreghisti, i razzisti, e i buonisti. Per quanto possano sembrare apparentemente completamente differenti gli uni dagli altri sono in realtà identici, figli dello stesso ceppo. 

Il credersi superiori , (non però ad un livello tecnico ma “fondamentale “) una completa chiusura nei confronti del dialogo e verso nuovi punti di vista, nonché una tremenda mania di protagonismo sono le principali e univoche caratteristiche di queste tre tipologie di persone. Le conseguenze dell’instaurarsi di questi modi di essere nel nostro sistema societario non vanno prese sotto gamba, poiché potremmo presto ritrovarci accerchiati senza neppure rendercene conto, e a quel punto fuggire da una simile situazione sarà pressoché impossibile.

Ciò che è stato perduto deve essere ritrovato, rianimato e riassorbito; quella genuina ricerca della felicità che un tempo sembrava stesse riuscendo ad insegnarci a comprendere quel che circonda e quel che è dentro noi, e che ci portò a raggiungere risultati grandiosi, come la capacità di comprendere un concetto come la relatività dell’esistenza, la magia dell’Individualismo nel suo senso ovviamente più puro e brillante, ovvero l’opposto di quella putrida bestia che è l’Egoismo.
Oggi cosa cerchiamo? Cosa pensiamo? Siamo ridotti a questo? Una vita usa e getta dove ogni secondo qualcosa viene rimpiazzato, un'omologazione che rende tutto piatto, mediocre, spento, scolorito, insapore, tiepido .. Morto.


Se non ci ridesteremo da questo torpore probabilmente finiremo col doverci piegare a delle meschinità degne del Medioevo: classismo assoluto, distruzione di tutto ciò che comporta idee differenti dalla corrente di pensiero principale e la conseguente "caccia alle streghe" che da questo ne scaturirebbe e che, di fatto, è già in corso; basta osservare come venga demonizzata la sessualità, o come la Politica punti con furia cieca a marcare le differenti classi razziali e sociali come argomento principale di discussione. Siamo regrediti, questa è la verità, e non avendo la nostra Sensibilità tenuto il passo della nostra Tecnica, ci ritroviamo in una situazione di irragionevole automazione, siamo diventati macchine da produzione, senza una reale umanità a sostegno della nostra complessa struttura sociale. Oggi, in questo marasma privo di regole e certezze, in questo pasticcio di abitudini e idee preconfezionate non è semplice tentare di fare Libera Cultura, come non è semplice mantenere la propria Dignità di Esseri Umani, ma dobbiamo tentare; dobbiamo provarci per la Vita, per noi stessi e per la Libertà stessa,  quell’incantevole Utopia che muove le membra degli Uomini da tempi immemori, che ci permette di non cedere alle Paure e alle Pazzie che corrono su binari paralleli a quello della nostra Felicità.

E visto che di bellezza ho parlato fino ad ora, non posso che concludere questo piccolo intervento citando un estratto di una Poesia Musicale tra le più belle che mi sia capitato di ascoltare nella mia vita.

Questa è una parte della canzone "Empty Spaces" degli immortali Pink Floyd :

” Shall we buy a new guitar?
Shall we drive a more powerful car?
Shall we work straight
through the night?
Shall we get into fights?
Leave the lights on?
Drop bombs?
Do tours of the east? Contract diseases?
Bury bones? Break up homes?
Send flowers by phone?
Take to drink? Go to shrinks?
Give up meat?
Rarely sleep?
Keep people as pets?
Train dogs? Race rats?
Fill the attic with cash?
Bury treasure?
Store up leisure?
But never relax at all
With our backs to the wall. ”

Lorenzo Speltoni

10 commenti:

  1. Questo commento potrebbe sembrare scollegato ma non lo è!

    GURDJIEFF VS CASTANEDA

    Il libro “I Racconti di Belzebù a suo Nipote”, scritto da Gurdjieff negli anni venti del novecento, ha diversi piani di lettura. Lo scopo di questa prima opera di Gurdjieff, come egli stesso scrive, è di “Estirpare dal pensiero e dal sentimento del lettore, spietatamente e senza il minimo compromesso, le credenze e le opinioni, radicate da secoli nello psichismo degli uomini, riguardanti tutto ciò che esiste nel mondo”.  A questo scopo, Gurdjieff introduce nel suo libro delle idee che suggeriscono punti di vista completamente nuovi su svariati argomenti e che toccano una moltitudine di campi differenti: dalla religione all’arte, dai principi di una scienza completamente diversa dalla scienza moderna alla storia, presentando, in alcuni casi, personaggi di cui la nostra storia ignora l’esistenza, e così via. 
    Fatta questa premessa, volevo presentare una parte di quest’opera, che suggerisce un intervento presumibilmente “alieno” o di “esseri superiori sconosciuti” sugli esseri umani. Dopo l’impatto di una cometa con il pianeta Terra nell’area del Oceano Pacifico, che Gurdjieff definisce uno “squarcio”, il materiale scagliato nello spazio va a formare due lune, una più grande che è la ben nota Luna, e l’altra, molto più piccola, che a detta di Gurdjieff i nostri astronomi moderni ignorano e quando la scorgono viene scambiata per un “aerolito”. Guarda caso, questa seconda “Luna” viene scoperta nel 1986 e denominata “3753 Cruithne”. Dopodiché, per stabilizzare le orbite di questi due frammenti è necessario che le due leggi cosmiche, quella del tre e quella del sette, si manifestino sulla superficie del pianeta, e ciò significa far sorgere una vita organica sullo stesso. Dopo aver compiuto queste operazioni, gli “esseri superiori” decidono di prendere un’altra precauzione: innestare un organo negli esseri umani che gli farà percepire tutta la realtà alla rovescia. Questa precauzione viene presa per evitare che con il passare del tempo la ragione istintiva si sviluppi ad un grado tale, da fargli rendere conto che la loro esistenza è, a tutti gli effetti, una schiavitù. Successivamente, quando non è più necessario, quest’organo viene rimosso, ma gli “esseri superiori” si rendono conto che ormai il danno è fatto, poiché le caratteristiche prodotte da questo misterioso organo si sono ormai cristallizzate nella loro presenza, e così vengono inviati individui dall’alto per rimediare a questa tragedia: Budda, Gesù, Maometto, e così via.

    "Per salvare gli esseri del pianeta Terra, oggi l’unico mezzo sarebbe quello d’impiantare di nuovo nella loro presenza un organo simile a quello kundabuffer: ma questa volta le sue proprietà dovrebbero essere tali da garantire che ciascuno di quegl’infelici, nel processo della propria esistenza, avverta la sensazione e la consapevolezza incessanti che la propria morte è inevitabile come quella di chiunque altro cada sotto il suo sguardo o la sua attenzione.  Solo questa sensazione e consapevolezza incessanti possono ormai distruggere sia l’egoismo che si è cristallizzato in loro al punto da inghiottirne tutta l’essenza, sia la tendenza a odiare gli altri che ne deriva — tendenza cui sono dovuti quei rapporti reciproci che costituiscono la causa primaria di tutte le loro anomalie, indegne di esseri tricerebrali, e malefiche per loro stessi e per l’intero Universo».

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  2. Premetto che io non mi ritengo del tutto Gurdjeffiano perché non condivido certi suoi punti (tipo la creazione di un ego forte per poi distruggerlo o anche il suo non arrivare mai al superamento della dualità per raggiungere la moksa-liberazione), ma ritengo che, rispetto ad un Castaneda, ha saputo darci le STESSE NOZIONI in maniera più "giusta" e non come una realtà fisica/materiale tipo Castaneda, ma come una parabola, un racconto di formazione, concedendo a tutti la possibilità di iniziazione e aggirando il rischio di controiniziazione dovuto alla travisazione di insegnamenti SACRI dati a menti non pronte a riceverli.
    Secondo la sapienza upaniṣadica, l'errore di considerare reale ciò che è solo una sovrapposizione al Reale è simile allo scambiare la corda per il serpente, è l'illusione (Maya) determinata dall'ignoranza metafisica (avidya) da cui deriva il dolore dell'essere umano.
    Questo vale per tutto ciò che è duale.

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  3. Qualcuno mi ha contestato (senza la minima ragion di causa ma così tanto per dire "io so più di te") che ho detto sconfiggere la propria ombra , le proprie pulsioni.
    Naturalmente questo signore continua a non comprendere al di là del letterale (é ovvio che non è pronto a capire).

    Nel gergo del guerriero spirituale si dice sconfiggere il drago! Oppure cavalcare la tigre!
    É ovvio che è una presa di coscienza di qualcosa in noi, un controllo e un uso a proprio favore.
    Consiglio al signore di ascoltare meno i suggerimenti sbagliati dei SUOI VOLADORES!!!!!

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  4. E consiglio anche a questo signore di PORTARE ARGOMENTI SERI perchè fino ad ora si é visto solo sterili contestazioni,critiche ed una grande mongolfiera!!

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  5. ... dimenticavo...
    Quando parlo di Bellezza intendo il "non duale" o meglio...
    l'Assoluto come duale e non duale allo stesso tempo.

    Caro signore, capisco che per te certi concetti siano ancora un po' lontani e forse irraggiungibili.
    Comunque continua ad osservare pure il brutto che é in te. Si inizia così.

    A presto................

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    1. Chissà chi è questo signore? Chiameremo Johnny Bassotto a indagare.
      Mi inchino di frone al Messia che ha la verità, io sono ignorante.

      Ho letto da qualche parte che non si può capire quel che si giudica e che quando si parla male di altri si sta in realtà parlando di se stessi.
      Ma sbagliano non considerano i messia.
      Giannik La K ci vuole

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    2. Questa é coda di paglia......

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    3. hai proprio ragione abbiamo tutti la coda di paglia.
      Ginni

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    4. Credo che Atunis intendesse Unknown o Enoch, ovvero "me" 😊
      So che non ama essere contraddetto ma mi spiace per lui, quando i termini usati sono scorretti ritengo di doverli correggere, da chiunque provengano.
      Il guerriero spirituale lo mollerei proprio come concetto, va compreso molto bene e non scritto tanto per darsi un tono.
      Per me Gurdjieff, Castaneda e mille come loro sono solo mie emanazioni che si presentano se e quando ne ho bisogno, attaccarsi ai loro concetti e a quello che loro pensavano è a mio parere errato e fuorviante.
      Bene diceva Brizzi (che non seguo molto non amandolo particolarmente, prendo da lui giusto alcune cose) quando diceva che insegnare il pensiero di Gurdjieff oggi è ridicolo, il suo pensiero è morto con lui, le sue esperienze pure.
      Al massimo ci si può illudere di tradurre e interpretare il suo pensiero, adattandolo al presente proprio individuale. nulla di più.
      Ognuno di noi ha delle esperienze da fare, le faccia senza cercare di trovare sempre il modo di generalizzare e assolutizzare opinioni ed esperienze personali pertanto limitate e limitanti, dei vari "maestri" che maestri non sono e che al presente non sono qui.

      Enoch

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    5. Unknown hai centrato il punto.

      Oggi è tutto un identificarsi con il pensiero di qualcuno e il proprio pensiero critico e individuale dove è?
      Chi si identifica nel pensiero altrui è solo ignoranza mascherata da conoscenza, un modo di nascondere il vuoto interiore con l'erudizione,leggono molto, citano belle frasi e non ne applicano nemmeno una.
      I cercatori cercano dentro se stessi non nel pensiero altrui.
      Gianni

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