Dire addio significa crescere, ci permette di ritrovare noi stessi quando, per un motivo o per l’altro, qualcuno o qualcosa ci stava allontanando dai valori fondamentali della felicità e l’equilibrio con noi stessi.
Ti dico addio perché so che non hai più bisogno di me, perché non sono la tua priorità, perché i tuoi vuoti mi riempiono di carenze e perché, anche se non l’abbiamo mai detto ad alta voce, sappiamo bene che ci siamo già salutati da tempo...
Non permettetevi mai di essere deboli e correre dietro a qualcuno che non ha bisogno di voi o sa già dove trovarvi. Se lo fate, vi state soltanto facendo del male da soli; state danneggiando la vostra autostima e, allo stesso tempo, state dando un grande potere a qualcuno che ha tra le mani la chiave della vostra infelicità...
Dire addio richiede coraggio, è un atto di volontà personale per soddisfare un bisogno vitale. Significa chiudere un circolo in cui diciamo a noi stessi che non ci permetteremo più di soffrire, perché chi ci regala solo assenza non merita la nostra presenza.
Ma non esiste un addio immacolato, che non lascia tracce né cicatrici. Dire addio implica spesso il dover risanare molti spazi, curare ferite e dolori della nostra anima che non sempre il tempo è in grado di curare. Anche se giorno dopo giorno giriamo le pagine del calendario, il tempo non può curare nulla se non ci mettiamo del nostro. Per questo vale la pena tenere in considerazione i seguenti aspetti.
Dire addio significa dover affrontare un lutto
Dire addio a una persona che è stata importante per noi richiede prima di tutto capire che cosa è successo, che cosa ha generato quella separazione.
È necessario accettare che, bene o male, non ci amano più oppure che è necessario concludere una relazione che ormai ci provoca più sofferenza che felicità.
La rottura di un legame richiede sempre uno sfogo emotivo di qualsiasi tipo, che sia attraverso le lacrime o le parole.
L’accettazione arriverà poco a poco, con lentezza, ma solo quando ci sentiremo bene con noi stessi e sicuri di aver fatto la scelta giusta.
La rottura di un legame richiede sempre uno sfogo emotivo di qualsiasi tipo, che sia attraverso le lacrime o le parole.
L’accettazione arriverà poco a poco, con lentezza, ma solo quando ci sentiremo bene con noi stessi e sicuri di aver fatto la scelta giusta.
Dire addio senza odio
Dire addio senza rancore, odio o disprezzo non è sempre facile. Nel momento in cui prendiamo coscienza del fatto che qualcuno non ha più bisogno di noi, che non ci ama più o che ci sta offrendo un amore avvelenato o doloroso, ciò che proviamo è un sentimento di rabbia e debolezza.
- Tenete in considerazione che tutte queste emozioni negative vi renderanno più difficile il compito di chiudere quel legame. È una carica emotiva che, in qualche modo, continua a mantenervi incatenati a quella persona.
- La rabbia, l’odio e il rancore lasciano traccia nel nostro carattere e nelle nostre emozioni. Ci rendono sospettosi, e quella rabbia genera ancora più negatività contro noi stessi.
Liberatevi da tutto, allontanatevi da chi non ha bisogno di voi e da qualsiasi emozione negativa che vi mantenga ancorati a chi vi ha fatto del male. Questo vi permetterà di andare avanti con maggiore leggerezza. Se continuate a raccogliere sassi lungo il cammino, alla fine non riuscirete nemmeno a percorrere la strada della vita. Rimarrete bloccati. Liberatevi!
Dire addio per ritornare a essere quelli che eravate e crescere
Quando portiamo avanti una relazione disfunzionale, che ci fa soffrire, non ci fa vedere la verità e che, invece di farci crescere, mina al nostro equilibrio personale, ciò che stiamo facendo in realtà è allontanarci da noi stessi.
Dire addio implica intraprendere un delicato viaggio di ritorno. Dovete curare le vostre ferite, prendervi cura di voi e tirare il filo dorato della vostra essenza, non solo per recuperare la persona che eravate prima, ma anche per creare quella che volete essere a partire da oggi.
Desidero essere una persona capace di dire addio e di lasciare andare, per lasciare spazio a cose nuove. Cose migliori. Desidero essere quello che ero, e anche se sono consapevole di aver ormai perso parte della mia innocenza, quella parte di me legata a chi ho lasciato indietro, so che sono l’artefice del mio futuro. So che ricomincerò a camminare pieno di nuove speranze, che non sarò più una vittima, ma una persona capace di imparare da ciò che ha vissuto a trasformarsi in ciò che vuole essere.
Dobbiamo farci forza e spalancare quella porta che può portarci alla felicità.
Fonte: lamenteemeravigliosa.it
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