di Lucrezia Parpaglioni
La salute di 51 ex leader di nazioni dotate di armi nucleari ha sollevato preoccupazioni riguardo alla loro capacità decisionale durante il mandato, specialmente considerando l’accesso ai codici per l’uso dell’arsenale nucleare.
Lo rivela uno studio dell’Università di Otago, Nuova Zelanda, riportato su BMC Research Notes.
L’analisi ha riguardato leader di Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. Otto di questi sono morti per malattie croniche durante il loro mandato, mentre cinque sono deceduti per infarti o ictus.
Molti hanno avuto disturbi gravi, come demenza, depressione, disturbi della personalità e abuso di droga o alcol...
Due casi emblematici riguardano due ex primi ministri israeliani: Ariel Sharon, colpito da ictus e finito in coma durante il mandato, e Menachem Begin, che ha vissuto un grave periodo di depressione.
Anche i problemi legati all’alcolismo di Richard Nixon hanno coinciso con momenti di crisi nucleare.
In numerosi casi, le condizioni di salute dei leader sono state mantenute segrete.
Negli Stati Uniti, per esempio, la gravità delle malattie di Dwight D. Eisenhower, John F. Kennedy e Ronald Reagan fu nascosta o minimizzata durante i rispettivi mandati, con probabili ripercussioni sulle loro capacità di governo.
Kennedy, afflitto dal morbo di Addison e da altre problematiche, autorizzò la fallita invasione della Baia dei Porci e tenne una crisi della Guerra Fredda meno efficace del previsto.
Anche la salute mentale probabilmente compromessa di Nikita Krusciov influì su eventi chiave come la crisi dei missili di Cuba. In Francia, François Mitterrand tenne nascosto un cancro avanzato fino alla fine del suo mandato, svolgendo funzioni malgrado il deterioramento della salute.
Con l’aumento dell’instabilità internazionale, soprattutto dopo l’invasione russa dell’Ucraina, i ricercatori sottolineano l’importanza di garantire che i leader nucleari siano in buona salute fisica e mentale.
Nel complesso, lo studio ha concluso che “l’intersezione tra psichiatria e governance democratica, in particolare per quanto riguarda le limitazioni legate alla salute mentale nei leader politici, rimane ampiamente sottoesaminata”
Nel complesso, lo studio ha concluso che “l’intersezione tra psichiatria e governance democratica, in particolare per quanto riguarda le limitazioni legate alla salute mentale nei leader politici, rimane ampiamente sottoesaminata”
Per gli scienziati è necessario eliminare lo stato di “massima allerta” delle armi nucleari, introdurre politiche di “no first use”, ovvero volte a non utilizzare armi nucleari come primo attacco, richiedere più firme per autorizzare un lancio nucleare, rafforzare trattati di disarmo nucleare, introdurre limiti di mandato e sistemi di revoca per leader con problemi di salute, valutazioni mediche e psicologiche obbligatorie per i leader prima e durante il mandato, rafforzare il ruolo dei media investigativi per monitorare la salute dei politici. I ricercatori evidenziano, inoltre, che la pressione costante dei ruoli di leadership può aumentare il rischio di disturbi mentali.
Uno studio su parlamentari britannici ha mostrato che essi hanno il 34% in più di probabilità di soffrire di problemi mentali rispetto ad altri individui con reddito alto.
Uno studio su parlamentari britannici ha mostrato che essi hanno il 34% in più di probabilità di soffrire di problemi mentali rispetto ad altri individui con reddito alto.
Ridurre lo stress e migliorare l’attenzione alla salute mentale dei leader può pertanto contribuire a ridurre i rischi per la sicurezza internazionale.
Fonte: 30science.com
Lo studio completo qui: La salute spesso compromessa dei leader degli stati dotati di armi nucleari: un'analisi di 51 leader deceduti
Fonte: 30science.com
Lo studio completo qui: La salute spesso compromessa dei leader degli stati dotati di armi nucleari: un'analisi di 51 leader deceduti
Questo studio non è esaustivo ovviamente ma una cosa è certa: dove c’è potere, ci sono psicopatici.
Patocrazia collettiva
Ma la patocrazia non riguarda solo l’individuo.
Secondo Andrej M. Łobaczewski, psichiatra polacco, i leader patologici attraggono sempre altre persone che hanno disturbi della personalità e che approfittano della situazione per ottenere un ruolo d’influenza. Allo stesso tempo, chi ha una morale, un’empatia e una mente sana viene gradualmente allontanato. Sono sia ostracizzati che volontariamente isolati, sconvolti dalla crescente patologia attorno a loro. Di conseguenza, le patocrazie nel tempo tendono a diventare estremismi consolidati.
Questo non vuol dire che chiunque diventi parte di un governo patocratico soffra di disturbi della personalità.
Una parte importante del problema è che molte persone sono attratte da demagoghi carismatici.
Psicologicamente, è qualcosa di simile all’attrazione per i guru spirituali, che spesso ottengono schiere di discepoli devoti nonostante i loro comportamenti poco etici di approfittatori.
Dobbiamo ricordare, però, che la patocrazia si sviluppa solo perché non si prendono misure adeguate a proteggersi da questi tipi di personalità in politica.
C’è bisogno di preservare e rafforzare le istituzioni e i processi democratici per garantire una protezione alle masse contro una minoranza di psicopatici e narcisisti con una brama di potere insaziabile. C’è bisogno di essere sicuri che la democrazia non si tramuti in una patocrazia.
Articolo completo: Patocrazia: quando persone con disturbi mentali arrivano al potere
Articolo completo: Patocrazia: quando persone con disturbi mentali arrivano al potere
Febbraio 2024, studenti a Pisa
La speranza nei giovani?
I giovani sono ormai una minoranza nei paesi occidentali, non contano più, e se protestano si arrestano, in nome della sicurezza. Potrebbero servire in uniforme in tempo di guerra, un orizzonte non così lontano.
Dei giovani altri, che muoiano pure: in mare, al fronte o di fame.
Niente di così nuovo si potrebbe obbiettare, forse più semplicemente riattualizzato. Ma c’è un punto che più di ogni altro mi lascia esterrefatto. Uno sterminio sadico e agghiacciante, una pulizia etnica in mondovisione ad opera di uno stato fascista, terrorista e criminale. Il mondo scrolla silenziosamente o quasi, anestetizzato e impotente; tra un gattino e una ricetta, una strage di bambini.
Negli anni ‘70 le proteste collettive permeavano ogni ambito sociale, portando cambiamenti culturali e fermando le guerre. Oggi la fiducia in azioni collettive sembra dissolta, l’attenzione su questioni etiche e sociali non contagia più. Siamo spettatori soli e inermi, impauriti di fronte ad oligarchi psicopatici che giocano con il mondo.
Tratto da: www.gionatanmandice.com
Tratto da: www.gionatanmandice.com
Correlato:
- Sulla demopatia e sulla patocrazia…
- Sulla demopatia e sulla patocrazia…




Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.