lunedì 3 ottobre 2022

La Percezione del mondo è la fissazione del “Punto d’Assemblaggio”

Alla nascita, l’essere umano sperimenta percezioni totali ed è immerso in un senso oceanico di Unità. Il Punto d’assemblaggio ondeggia su e giù. Successivamente interviene una potente forza esterna che via via fissa il Punto d’unione in una posizione precisa. Questa forza è la visione del mondo che genitori ed educatori trasmettono al bimbo, attraverso il processo della socializzazione. 

Il bambino apprende come deve percepire il mondo per essere pienamente integrato. Come conseguenza di questo processo, il Punto d’assemblaggio viene poco a poco fissato in una posizione, nella quale il bambino poi condivide questa realtà ed i suoi precetti e quindi impara ad interagire con essi in maniera sensata e coerente. Passo dopo passo, gli viene resa familiare una descrizione del mondo, che egli impara a percepire, mantenere e difendere come “la vera realtà”.

In altre parole, il bambino impara a mantenere fissa la posizione del Punto d’assemblaggio. 

Quest’ultimo, che gli sciamani Toltechi vedono nell’emanazione dei corpi energetici di ogni essere umano, si fissa così tra le scapole a circa un metro di distanza dal corpo fisico...

«Fin da quando nasciamo, gli altri ci dicono che il mondo è in un determinato modo, e naturalmente noi non abbiamo altra scelta che accettare che il mondo sia come gli altri ci hanno detto che è». Don Juan Matus

Il guscio luminoso che circonda ogni essere umano rimane sempre in contatto con la totalità dell’Energia Universale, ma l’uomo non ne è cosciente. Il Punto d’assemblaggio si configura dunque come una sorta di binocolo che si può fissare solo su un piccolo obiettivo per permetterne una visione. Ma quel piccolo obiettivo è per ogni essere umano la propria visione del mondo!

L’intero mondo che si percepisce, non è che la fissazione del Punto d’unione in una delle infinite posizioni possibili! Spostando, infatti, il Punto d’assemblaggio verso altre parti del proprio guscio luminoso, si possono percepire altri mondi. «Ma la forza della fissazione nella sua posizione consueta è talmente grande, il senso di realtà che ne risulta talmente avvincente, che non resta più alcuna via di fuga. Tutta l’energia a nostra disposizione viene quindi impiegata per il mantenimento del mondo che conosciamo, così che non ne resta più a sufficienza per riuscire a vedere oltre il bordo del piatto della nostra realtà, per non parlare poi del riuscire a lasciarla.

Le piante di potere, diedero agli stregoni dell’antichità l’energia necessaria per uno spostamento del Punto d’assemblaggio, tuttavia, questo movimento era incontrollato e violento e le sue conseguenze energetiche e fisiche catastrofiche. Così essi cominciarono a servirsi del “vedere” per trovare delle alternative. Videro quindi che il Punto d’assemblaggio si muoveva anche in presenza di condizioni estreme come la fame, la febbre, la malattia, la debolezza senile e così via. Anche l’assenza di sonno, il digiuno, privazioni sensoriali e la meditazione profonda risultavano utili allo scopo, ma gli spostamenti così ottenuti risultavano ancora molto instabili, ed il prezzo da pagare era alto.

La scoperta decisiva la fecero quando diressero il loro vedere sul fenomeno del sonno: al momento di addormentarsi, il Punto d’assemblaggio cominciava infatti a vibrare e poi si muoveva all’interno dell’uovo luminoso. Più lontano esso si spostava, più bizzarri e strani erano i sogni che le persone esaminate poi raccontavano».

Il sonno e la libertà del Punto d’Assemblaggio

«E così gli antichi stregoni non solo trovarono la causa del fenomeno dei sogni, ma ebbero anche una ulteriore conferma della validità delle loro ricerche sul Punto d’unione. La necessità del sonno pare quindi derivare dal fatto che il fissaggio del Punto d’unione in una singola posizione, cioè quella della percezione del nostro mondo, consuma poco a poco l’energia disponibile e rende quindi necessaria una rigenerazione. Il bisogno di questa energia, e poi i primi accenni di movimento del Punto d’assemblaggio, si traducono per noi in ciò che chiamiamo stanchezza.» La moderna neurofisiologia della cultura occidentale sa che il sonno è necessario e fondamentale, ma non sa ancora perché…

Il mondo come costrutto sociale, viene mantenuto da ogni essere umano attraverso la principale attività della mente: il pensiero. Ogni persona è “vittima” di un continuo, incessante e difficilmente controllabile flusso di pensieri, il dialogo interiore.

«Parliamo incessantemente a noi stessi del nostro mondo, ed è proprio grazie a questo nostro dialogo interiore che lo preserviamo, e ogniqualvolta continuiamo a parlarci di noi e del nostro mondo, il mondo rimane sempre come dovrebbe essere. Con questo nostro dialogo lo rinnoviamo, gli infondiamo vita, lo puntelliamo. Non solo; è mentre parliamo a noi stessi che scegliamo le nostre strade. Ripetiamo quindi le stesse scelte fino al giorno della morte, perché fino a quel giorno continuiamo a ripeterci le stesse cose. Un guerriero è consapevole di questo atteggiamento e si sforza di fermare il suo dialogo interiore». Don Juan Matus

Fermare il dialogo interiore è l’aspetto preliminare del vedere. Fermare il dialogo interiore significa fermare il mondo. Attraverso il silenzio interiore il mondo così come lo conosciamo cessa di esistere di fronte alla nostra percezione e appare come veramente è: pura energia.

Sono molti i casi in cui le attività della nostra mente pensante vengono in qualche modo alterate o sospese; l’assunzione di droghe, l’ebbrezza alcoolica, un grande shock, un trauma fisico, uno stato di deprivazione da cibo o acqua, una forte stanchezza, l’orgasmo e così via. Esiste anche un momento molto naturale e quotidiano in cui il “normale” controllo della mente viene meno: il sonno.

E così all’atto dell’addormentarsi anche la fissazione del Punto d’assemblaggio viene meno, ed esso è libero di muoversi all’interno del nostro uovo luminoso. Ogni movimento del Punto d’assemblaggio determina un cambiamento nelle fibre illuminate. Alcune fibre prima illuminate cessano di esserlo ed altre che prima erano inattive ora sono illuminate. Le nuove fibre illuminate, a seconda dell’entità dello spostamento del Punto d’assemblaggio, generano percezioni nuove e sconosciute. Quando il Punto d’unione si sposta in modo lieve, abbiamo immagini fantasma del nostro mondo d’ogni giorno, ma quando esso si sposta in maniera più rilevante, allora (venendo illuminate molte più fibre sconosciute) si possono sperimentare aspetti della realtà che hanno ben poco a che fare con gli scenari consueti della nostra vita quotidiana.

Nel sonno di una persona comune però, gli spostamenti del Punto d’assemblaggio sono caotici e, di conseguenza, lo sono anche le percezioni che ne derivano. Nel sognare comune, mentre si sta sognando si vive nella coerenza dei fatti sognati, mentre nel rievocare un sogno da svegli ci si accorge dell’alternanza assolutamente incoerente (a livello razionale) delle varie scene che si susseguono: si può volare e un momento dopo si è nel proprio ufficio a controllare dei documenti e un istante dopo ancora, si sta combattendo contro degli invasori alieni…

Il continuo movimento del Punto d’unione produce dunque, durante il sogno, l’effetto che le cose si mescolino e sembrino fondersi l’una con l’altra. L’impressione è simile alla dissolvenza cinematografica: si passa da una scena all’altra senza che lo spettatore viva questo come una interruzione di continuità. E così i sogni dell’uomo comune non hanno maggior pragmaticità di un buon film nel quale si vivono certamente delle emozioni, ma in cui si è spettatori passivi, senza cioè alcuna possibilità di intervenire.

Questo non basta a uno sciamano che cerca la conoscenza. Il vero sciamano è consapevole, presente, attivo e pratico. Egli è a caccia di libertà ed esprime l’intento di esplorare. Nel sognare dell’uomo comune, manca un fattore fondamentale che lo Sciamano conquista giorno dopo giorno, attraverso un impeccabile intento: l’energia.

Occorre energia e disciplina per dare al movimento del Punto d’assemblaggio il controllo necessario per poterlo fissare in un punto alternativo a quello consueto (quella della vita di tutti i giorni). Quando il Punto d’unione è fisso in una data posizione, le immagini della propria percezione non sfumano più l’una nell’altra, ma rimangono stabili e il Sognare degli Sciamani si realizza.

Fonte: www.fisicaquantistica.it
Da: www.carloscastaneda.it

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