domenica 25 settembre 2022

In Amazzonia è stata ritrovata una città perduta che sembra di un altro pianeta

 
Le rovine di una vasta e antica civiltà, rimaste nascoste sotto la fitta vegetazione della foresta Amazzonica in Bolivia per secoli, sono state mappate con un livello di dettaglio senza precedenti grazie a un sistema di laser sparati da un elicottero.

L’insediamento ritrovato si estende per più di 200 chilometri quadrati nella regione boliviana del Llanos de Mojos, e comprende piramidi, strade rialzate, canali, bastioni, “isole di foresta” rialzate ed edifici disposti in modi che lasciano intuire una visione cosmologica del mondo. 

Le strutture sono state costruite dalla civiltà Casarabe, un popolo indigeno che ha vissuto e prosperato tra il 500 e il 1400 d.C. e che è arrivato a occupare circa 4.400 chilometri quadrati nella foresta pluviale amazzonica. 

La scoperta, documentata in uno studio pubblicato a maggio 2022, è “stupefacente,” spiega una persona del team di ricerca ...


Per quanto diverse spedizioni sul campo e le conoscenze acquisite dalle popolazioni indigene locali avessero già fornito informazioni importanti sugli insediamenti perduti della regione, una tecnica di rilevo da remoto chiamata LIDAR (
Light Detection and Ranging) ha ora permesso di far emergere l’estensione totale e ampissima, nonché la sorprendente complessità, di questa civiltà.

Il gruppo scientifico guidato da Heiko Prümers, archeologo dell’Istituto tedesco di Archeologia di Berlino, ha impiegato il LIDAR per sondare i resti di due grossi insediamenti chiamati Cotoca e Landívar, oltre ad altri 24 siti minori tra cui 15 che erano finora rimasti sconosciuti alla comunità scientifica moderna. 

I risultati “indicano che lo schema in cui sono disposti gli insediamenti della cultura Casarabe rappresenta un tipo di urbanizzazione tropicale a bassa densità che non era mai stato descritto prima nell’Amazzonia” e che “mette a tacere qualsiasi dibattito riguardo il fatto che l’Amazzonia occidentale fosse poco popolata in tempi pre-ispanici,” spiega lo studio pubblicato su Nature.

“La disposizione architettonica di grandi siti di insediamento della cultura Casarabe indica che gli abitanti di questa regione avessero creato un nuovo panorama sociale e pubblico attraverso la costruzione di monumenti,” spiegano Prümers e colleghi nello studio. 
“Avanziamo l’ipotesi che il sistema di insediamento della cultura Casarabe sia una forma singola di urbanizzazione agraria tropicale a bassa densità—per quel che ne sappiamo, il primo caso noto in tutte le pianure tropicali dell’America del Sud.”


Gli scanner LIDAR funzionano così: emettono impulsi laser verso oggetti a terra da veicoli aerei e registrano il tempo che serve al segnale per rimbalzare indietro. 

In questo modo, è possibile generare dettagli minuziosi di una topografia che vanno al di là della capacità di altri strumenti. LIDAR è uno strumento particolarmente popolare tra chi si occupa di archeologia su siti coperti da fitta vegetazione, perché riesce a far affiorare dettagli su insediamenti antichi che sarebbero altrimenti difficili da individuare o visitare a terra.

Per quanto alcune delle strutture sepolte a Llanos de Mojos fossero già note, i nuovi dati LIDAR hanno rivelato una rete di insediamenti collegati da strade sopraelevate che si estende per chilometri nella foresta e in cui l’acqua era gestita con un grande sistema di canali e serbatoi.

I due insediamenti di grandi dimensioni, Cotoca e Landívar, erano protetti da strutture di difesa concentriche, tra cui fossati e mura. Diversi indizi di una vita ricca di cerimonie sono visibili nelle aree più popolate: piramidi coniche alte più di 20 metri ed edifici di terra a cui è stata data una curiosa forma a U.

“La scala e la complessità dell’architettura civica-cerimoniale sono aspetti chiave dei siti più grandi,” scrivono nello studio Prümers e colleghi. “L’orientamento degli edifici che costituiscono i centri civico-cerimoniali dei due siti più ampi è verso nord/nord-over in modo uniforme. Probabilmente, questo dettaglio riflette una visione del mondo cosmologica, che è anche presente nell’orientamento dei siti di sepoltura della cultura Casarabe.”

Per quanto molti di questi monumenti si presentino tra le rovine delle aree un tempo più popolate, la regione analizzata dallo studio potrebbe aver ospitato infiniti piccoli villaggi che sono troppo difficili da individuare anche per il sistema LIDAR, sottolinea il gruppo di ricerca. 
Messe insieme, le nuove scoperte offrono uno sguardo affascinante su una società che ha prosperato in questa regione per secoli, costruendo infrastrutture di agricoltura e acquacoltura massicce, in grado di sostenere una vita sociale e rituale ricca.

“Le proporzioni e la fatica umana che deve aver comportato la costruzioni di architetture cerimoniali e di infrastrutture di gestione delle acque, nonché l’estensione spaziale dell’insediamento sono paragonabili alle culture andine e hanno una scala che va ben oltre gli insediamenti sofisticati e interconnessi dell’Amazzonia meridionale, a cui manca l’architettura civico-cerimoniale,” spiega il gruppo di ricerca nello studio.

“Questi dati contribuiscono alla discussione sul patrimonio globale della diversità urbana antica,” conclude Prümers, “e aiutano a ridefinire le categorie usate per le società amazzoniche passate e presenti.”

Fonte: www.vice.com

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