venerdì 27 dicembre 2019

Se vuoi fare carriera non fare mai inchieste sui vaccini

Premessa: non essendo la sottoscritta un' "addetta ai lavori", qui non si tratta affatto di formulare un'opinione sui vaccini da un punto di vista medico. Il web ne è pieno a sufficienza.
Non entriamo neppure nel merito della contesa SI-VAX/NO-VAX che, in ambedue i casi, tende a scivolare nella superficialità e nel radicalismo, crea spesso confusione e diventa altamente controproducente, per non dire pericolosa.
Ma come semplice cittadina penso di avere diritto all'informazione seria, alla sicurezza di un utilizzo irreprensibile delle conoscenze scientifiche, all'assicurazione di una ricerca aperta a 360°, con collaborazione e confronto con studi indipendenti autorevoli e, soprattutto ho diritto alla garanzia dello Stato sull'effettiva tutela della salute, in particolare dei più piccoli.
Condivido volentieri questo articolo del 2016 pensando a tutti i medici che temono per la loro carriera e non possono esprimersi sull'argomento, anche se fosse soltanto per chiedere maggiori controlli.
Catherine


di Massimo Montanari

Robert F. Kennedy e Dan Schulman sostengono che se sei giornalista e vuoi fare un’inchiesta approfondita sui vaccini non fai più carriera, è come voler offendere un dio maggiore della Grecia classica.

Scandire semplicemente la parola “vaccino” fa scatenare le ire dell’Olimpo: il vaccino è un dogma e il dogma non si discute , lo si accetta per fede . E colui che mette in discussione il dogma? Semplice, diviene un eretico da lapidare in pubblico, da ardere in piazza, da allontanare ai margini della società “detta” civile. 
La Storia è maestra di vita, la Scienza, la Medicina, l’Astronomia sono costellate da epurazioni, roghi, condanne inflitte dalle autoproclamate Accademie ...


Anche studiare e ricercare diventa un atto blasfemo ; l’osservazione clinica non appartiene più alla scienza, non sono accettate idee che non siano avallate dall’Accademia e l’Accademia non potrebbe mai avallarle perché farebbe crollare le proprie fondamenta.

Allora viene imposto il dogma al pari di una fede che non ammette critiche ; e così quella che molti definiscono scienza diventa una religione implacabile con “dei” feroci che condannano e puniscono chi osa metterli in discussione. “E’ così e non si discute, l’ha detto la comunità scientifica”, sembra la frase che circola da tempo in tanti Distretti Sanitari o viene pronunciata da soloni dell’Accademia dell’ Impact Factor.

Ma il vaccino è pur sempre un farmaco e come tale presenta i propri effetti collaterali e le proprie controindicazioni, le sue reazioni avverse: le multinazionali farmaceutiche che godono oramai del controllo mondiale dell’informazione elencano nelle schede tecniche del “post marketing” le reazioni avverse segnalate e queste schede tecniche vengono costantemente consegnate agli Organismi di controllo; ma per uno strano scherzo della memoria queste segnalazioni che provengono da un intero pianeta non vengono trasmesse ai medici che, spesso ignari, ricevono una laconica informazione dalla ASL di riferimento che depenna largamente la voce riferita agli effetti indesiderati.

La corretta informazione che il medico dovrebbe ricevere è sostituita invece dalla propaganda. Nei summit tenuti dai sacerdoti della scienza dogmatica si osservano accademici che hanno il proprio nome associato a sponsor di multinazionali del farmaco, propagandisti a tempo pieno, forti del ruolo istituzionale in perfetto conflitto d’interessi che in Italia non è ancora perseguito mentre oltre oceano è considerato un reato grave. 

L’orientamento di un piano terapeutico supportato da pubblicazioni scientifiche foraggiate dalla Aziende del farmaco consente la libera somministrazione di medicine molto spesso scarsamente testate e le revisioni critiche della letteratura scientifica spesso dimostrano l’inefficacia o la pericolosità del medicinale che oramai è stato utilizzato a livello planetario.


Tragicamente la scienza è oggi spesso sostituita dalla propaganda dove i media, con i professionisti della comunicazione, riescono a coinvolgere i lettori o i fruitori della radiotelevisione. 

Il potere mediatico della radiotelevisione rappresenta uno strumento di guerra micidiale; la parola di un conduttore televisivo diviene “verbo” , più incisiva del parere di un medico specialista. I processi si fanno in televisione e anche la scienza da propaganda viene fatta negli studi televisivi. E’ quanto sta accadendo oggi in Italia, in questi ultimi mesi, con una campagna di propaganda smisurata per ogni tipo di vaccinazione.

Propaganda senza riscontro di quelle che potrebbero essere le reazioni avverse ai farmaci definite come fatti aneddotici. Eppure nei tribunali italiani aumentano i riconoscimenti dei danni da vaccino, così come accade nel resto del mondo, ma pare che nella nostra penisola, oramai terra di conquista e bacino d’utenza delle industrie del farmaco, tutto questo sia un tabù dove il dogma della scienza ha calpestato il diritto dell’uomo.

Ma qualcosa in queste ultimi giorni (2016 - ahimé.. NdC) pare stia cambiando con il risveglio di una coscienza collettiva da parte di molti medici e di molte famiglie, tanto che la XII Commissione (Affari Sociali) alla camera, con risoluzione in commissione 7-00864, ha approvato l’atto presentato dall’On. Colonnese Vega del Movimento 5 Stelle (risoluzione conclusiva) il 21.01.2016 , infatti si evince che “esiste una problematica relativa sia alla rilevazione statistica che alla certificazione dei vaccini.
Difatti, da una parte le case farmaceutiche si dimostrano restie a mettere a disposizione i dati relativi agli studi clinici precedenti alla messa in commercio dei vaccini e successivi relativi agli effetti degli stessi a distanza di anni”…”

Difatti, da una parte le case farmaceutiche si dimostrano restie a mettere a disposizione i dati relativi agli studi clinici precedenti alla messa in commercio dei vaccini e successivi relativi agli effetti degli stessi a distanza di anni; dall’altra, non essendo istituito un sistema informatizzato nazionale e univoco, le informazioni pubbliche si limitano a quelle fornite dalle regioni dove in maniera autonoma sono stati realizzati sistemi di rilevazione e registrazione; le stesse case farmaceutiche sono propense a non fornire integralmente i dati relativi agli studi clinici comprensivi di eventuali esiti o sviluppi negativi”…” 

A ciò va aggiunto che il Ministero della salute non fornisce informazioni esaustive e dettagliate in relazione ad eventuali casi avvenuti e agli indennizzi erogati a favore di soggetti danneggiati da complicanze, anche irreversibili, derivanti da vaccinazioni, in relazione a quanto disposto dalla legge 210 del 1992; … le mutate condizioni socio-sanitarie e la maggiore consapevolezza, responsabilità e maturità delle nuove generazioni di genitori permetterebbero di impostare una medicina preveniva più moderna e farmacologicamente più razionale, cioè personalizzata in base alle caratteristiche biopatografiche e ambientali dei vaccinandi. 

Tale approccio ridurrebbe il rischio degli effetti indesiderati dei vaccini senza per questo negare il valore di questi ultimi; … problematiche si registrano anche in relazione alla difficoltà riscontrate da molti nel reperire informazioni che devono precedere una scelta consapevole, alla libertà di scelta e al consenso informato che dovrebbe basarsi su una corretta ed esaustiva informazione sui vaccini, sulla loro efficacia e conoscenza delle controindicazioni; …; il Ministero della salute non prevede, pur non negandone l’esistenza, test di laboratorio, e anamnesi approfondita del bambino da eseguire prima di ciascuna vaccinazione pediatrica per avere delle informazioni sulle condizioni metaboliche e immunitarie di ciascun soggetto.

Parimenti non è ritenuto opportuno eseguire uno studio approfondito basato sulla verifica dell’immunizzazione;

l’esistenza di qualsivoglia conflitto di interesse tra le case farmaceutiche e chi è chiamato a decidere o ad esprimere pareri sull’immissione in commercio dei vaccini, l’assenza di informazioni e studi indipendenti dall’industria farmaceutica e la presenza e diffusione dei soli studi clinici e scientifici forniti dalle stesse case farmaceutiche che producono i vaccini condiziona l’opinione pubblica e il giudizio dei parlamentari chiamati a prendere scelte che si riversano, in questo caso, sulla salute dei cittadini,… impegna il Governo: ad assumere iniziative per istituire un sistema pubblico nazionale informatizzato al fine di produrre un’indagine statistica relativa a: certificazione e registrazione dei vaccini, dati relativi agli studi clinici precedenti alla messa in commercio dei vaccini e quelli successivi relativi agli effetti degli stessi a distanza di anni, dati relativi agli studi clinici annessi a tali effetti anche in relazione ad eventuali esiti o sviluppi negativi, includendo informazioni dettagliate in relazione ad eventuali casi avvenuti e ad indennizzi erogati a favore di soggetti danneggiati da complicanze, anche irreversibili derivanti da vaccinazioni; ad avviare tutte le iniziative di competenza necessarie a determinare una prassi uniforme su tutto il territorio nazionale che fornisca una dettagliata informazione ai cittadini per una scelta consapevole e condivisa e, in tale ambito, oltre a segnalare i benefici dei vaccini, a promuovere anche:

- la lettura integrale del foglio illustrativo, presente in ogni confezione, ovvero la guida all’uso del farmaco che contiene tutte le informazioni relative alla composizione, alle modalità di somministrazione e di conservazione, ai rischi che potrebbero verificarsi, facendo sì che durante un pre-colloquio con il medico di base possibile approfondire eventuali perplessità recate dalle controindicazioni o dagli effetti collaterali;

- l’inserimento di esami pre-vaccinali per esempio esami ematochimici nei soggetti a rischio e in particolare nei bambini piccoli che dovrebbero ricevere i vaccini pediatrici, in modo da capire se siano nella condizione di sopportare lo stress immunitario delle vaccinazioni senza gravi rischi per la salute;

- iniziative per chiarire la non obbligatorietà della vaccinazione procedendo alla divulgazione uniforme su tutto il territorio nazionale della facoltà di scegliere fra due diverse prassi distinte dalla volontà o meno di vaccinarsi o vaccinare i propri figli, affisse e ben visibili all’interno dei centri vaccinali;

- ad assumere iniziative, intervento anche di tipo normativo, efficaci che puntino ad eliminare qualsiasi conflitto di interesse tra le case farmaceutiche e chi è chiamato a decidere o ad esprimere pareri sull’immissione in commercio dei vaccini, a partire dal fatto che gli studi clinici e scientifici sui quali si basano tali decisioni non possono assolutamente derivare essenzialmente da informazioni fornite dalle stesse case farmaceutiche che producono i vaccini;

- a garantire la piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione che afferma: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana»;

- a prevedere e garantire la possibilità della somministrazione dei quattro vaccini obbligatori in età pediatrica in formato singolo o di vaccino tetravalente;

- a promuovere uno studio approfondito basato sulla verifica dell’immunizzazione;

- ad assumere iniziative per prevedere che ogni trattamento vaccinale abbia sempre la sua personalizzazione, perché deve essere adattato alle caratteristiche personali, nutrizionali, familiari, ambientali e sociali di ogni singola persona, considerato che la ricerca medica va in questa direzione, ossia si punta sulla personalizzazione della terapia, si cercano i farmaci più efficaci, ad esempio anche in base al genoma dell’individuo;

- ad assumere iniziative per prevedere che prima di ciascuna vaccinazione, il pediatra raccolga una dettagliata anamnesi dei genitori, dei parenti prossimi e del bambino stesso, considerando tutti i fattori che influenzano la salute di quest’ultimo nella sua globalità, perché su di lui si ripercuotono anche le condizioni socio-ambientali del territorio in cui vive e quelle lavorative, economiche, nutrizionali, tossicologiche e psico-comportamentali dei componenti della sua famiglia;

- ad assumere iniziative per prevedere che prima della vaccinazione, il pediatra escluda prudenzialmente eventuali controindicazioni alle vaccinazioni e, a tale scopo, nel caso lo ritenesse opportuno, eventualmente sottoponga il bambino ad accertamenti laboratoristico-strumentali volti a valutare le sue condizioni immunitarie e nutrizionali, ricercando in particolare la presenza dei marker di flogosi;

- ad assumere iniziative per prevedere che, nel momento della vaccinazione, il bambino debba sempre in perfetta salute, sia fisica che psichica;

- ad assumere iniziative per prevedere che i genitori abbiano il dovere e il diritto di essere informati sull’esistenza della legge n. 210 del 1992 inerente alle modalità per ottenere l’indennizzo per i danni vaccinali, una legge che, ad avviso dei firmatari del presente atto, deve essere reperibile, esposta e ben consultabile presso la sede dei servizi di igiene e di immunoprofilassi”.

Fonte: www.internationalwebpost.org

Alcuni articoli correlati: 

- La teoria della “herd immunity” (immunità di gregge) è stata originariamente coniata nel 1933 da Hedrich e pubblicata nel maggio 1933 sul "American Journal of Epidemiology" .
Egli aveva studiato i modelli di morbillo presentatisi negli Stati Uniti tra il 1900 e il 1931 (quindi molti anni prima della realizzazione dei vaccini per il morbillo) e osservò che le epidemie della malattia si verificavano solo quando meno del 68% dei bambini aveva sviluppato una immunità naturale ad essa senza nessun vaccino.
Più tardi, i vaccinologi hanno adottato la frase e aumentato la cifra dal 68% (NdR: piano piano...nel corso dei decenni) poi al 70-75%- poi al 80-85% ed infine oggi (2016) al 95% (la prossima percentuale sarà il 98%....); tutto ciò senza alcuna giustificazione scientifica dimostrata del perché e poi oggi hanno dichiarato che ci doveva essere la copertura vaccinale del 95% per poter ottenere l'immunità. In sostanza, hanno preso lo studio di Hedrich e lo hanno manipolato per promuovere i loro programmi di vaccinazione ...

- Chi ha fatto almeno 5 vaccini anti-influenzali tra il 1970 e il 1980 è 10 volte più esposto al morbo di Alzheimer di colui che ne ha subiti solo uno o due, ha affermato il Dr. Hugh Fudenberg, uno dei leader mondiali in immunologia e genetica.
“Ciò è dovuto all’alluminio e al mercurio che quasi ogni vaccino anti-influenzale contiene. Il graduale accumulo di alluminio e mercurio nel cervello porta a disfunzioni cognitive”, ha detto il dr. Fudenberg. Visto che i vaccini anti-influenzali non hanno avuto molto beneficio ha raccomandato di evitarli ...


- Reazioni avverse (conosciute) ...
Prima di vaccinare i vostri figli – Raccolta di 200 studi scientifici

- Cari medici, ricordate il giuramento di Ippocrate: ricordate che siete qui per curare la gente e non per renderla perenne fonte di reddito per voi o per big pharma cronicizzando le malattie anziché guarendole.
E se non ve lo ricordate eccone qui di seguito la parte fondamentale:
In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.
Cari medici, cercate di ricordare quale dovrebbe essere il vostro lavoro…

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.