Chi non cade in questo tranello?
Se vi state domandando cosa sia il cherry picking cerco di fare un passo indietro e di raccontarvi il perché ho deciso di scrivere un articolo del genere.
Girando per i diversi blog della rete suggeriti da pazienti, amici e colleghi, mi imbatto spesso in articolisti, divulgatori e i cosiddetti “guru” del settore che menzionano ricerche per rispondere ad un’esigenza.
Spesso e volentieri l’esigenza non è di informare il lettore, quanto piuttosto creare una banca data di argomenti scritti in modo tale da confermare le loro ipotesi e le loro convinzioni.
Questo è reso tanto più evidente quando le fonti citate dall’autore sono parziali e cercano di portare l’acqua al proprio mulino.
Girando per i diversi blog della rete suggeriti da pazienti, amici e colleghi, mi imbatto spesso in articolisti, divulgatori e i cosiddetti “guru” del settore che menzionano ricerche per rispondere ad un’esigenza.
Spesso e volentieri l’esigenza non è di informare il lettore, quanto piuttosto creare una banca data di argomenti scritti in modo tale da confermare le loro ipotesi e le loro convinzioni.
Questo è reso tanto più evidente quando le fonti citate dall’autore sono parziali e cercano di portare l’acqua al proprio mulino.
Il cherry picking (letteralmente significa “raccolta di ciliegie”) è il modo con cui selezioniamo informazioni e fonti in base alle nostre convinzioni in merito ad un dato argomento.
Ognuno di noi cerca di leggere tra le righe ciò di cui è convinto e anche le sue argomentazioni saranno veicolate in base a ciò che conosce e ai suoi pregiudizi ...
Già in diversi articoli abbiamo trattato della poca uniformità degli studi scientifici e di come si possa cadere vittime di fraintendimenti e osservazioni personali che hanno poco a che fare con quanto esposto dai dati statistici.
Ma andiamo al sodo.
Quando parliamo di quanto siano utili gli integratori alimentari per ripristinare l’equilibrio in una dieta scorretta e poco bilanciata, stiamo affermando qualcosa che fa leva sulle nostre convinzioni e non su quanto detto dagli studi scientifici.
L’integrazione alimentare e determinate sostanze si sono dimostrate utili nel clinico. Parlare di ambito clinico è diverso rispetto all’ambito preventivo. Eppure quanti sono i professionisti che consiglierebbero di assumere integratori indipendentemente dalla valutazione della propria condizione personale? Tanti.
L’errore in cui cadiamo tutti è che se leggessimo una ricerca in netta contrapposizione con le nostre idee avremo la tentazione di sminuire quanto appena letto e sopravvalutare quanto più vicino alla nostra mentalità.
Quanti personal trainer consigliano le proteine ancora prima di strutturare un programma di allenamento? Troppi (e molti commettono abuso di professione, ma questo è un altro discorso!).
Ancora, quanti venditori di integratori sconsiglierebbero determinati prodotti perché è stata dimostrata la loro inutilità? Nessuno.
Questo lato oscuro della nutrizione colpisce tutti gli ambiti e i settori.
Ecco spiegato cos’è il cherry picking.
Quanti personal trainer consigliano le proteine ancora prima di strutturare un programma di allenamento? Troppi (e molti commettono abuso di professione, ma questo è un altro discorso!).
Ancora, quanti venditori di integratori sconsiglierebbero determinati prodotti perché è stata dimostrata la loro inutilità? Nessuno.
Questo lato oscuro della nutrizione colpisce tutti gli ambiti e i settori.
Ecco spiegato cos’è il cherry picking.
Come ne usciamo da questo BIAS?
Il termine di BIAS indica una distorsione del nostro modo di ragionare. Ne sono affetti tutti: ricercatori, esperti, gente comune.
Il cherry picking è un BIAS di ragionamento.
Non è raro sentire ancora frasi del tipo: “le proteine fanno male alla nostra salute“. E chi lo dice? Praticamente più nessuno, specie nella ricerca scientifica. Eppure quanti sono gli esperti che continuano a dire che una dieta che supera il grammo per chilo di proteine sia dannosa? Tanti.
Forse sarà un retaggio culturale, ma alcune convinzioni sono dure da smontare, anche per chi è addetto al settore.
Così come quanti venditori di integratori saranno davvero imparziali nel consigliare prodotti utili solo alle persone che ne hanno davvero una necessità? Pochi. Perché il loro obiettivo è vendere e porteranno più persone possibili ad integrarsi.
In un precedente articolo su “multivitaminici: davvero utili come sembrano?” abbiamo cercato di far luce su come le ricerche abbiano oramai provato l’inutilità dei multivitaminici in soggetti sani (sottolineo sani, non patologici).
Eppure molti promotori dell’integrazione sono convinti (e le ricerche dove sono?) che il multivitaminico prevenga patologie e aiuti anche le persone sane. Peccato che le ricerche non provino l’utilità nei soggetti sani, ma semmai il contrario. Eppure facciamo finta che non ci siano queste ricerche e continuiamo a basarci su quanto conosciamo in merito ad un dato argomento, ignorando tutto ciò che invece è contrario alla nostra idea.
Non è raro sentire ancora frasi del tipo: “le proteine fanno male alla nostra salute“. E chi lo dice? Praticamente più nessuno, specie nella ricerca scientifica. Eppure quanti sono gli esperti che continuano a dire che una dieta che supera il grammo per chilo di proteine sia dannosa? Tanti.
Forse sarà un retaggio culturale, ma alcune convinzioni sono dure da smontare, anche per chi è addetto al settore.
Così come quanti venditori di integratori saranno davvero imparziali nel consigliare prodotti utili solo alle persone che ne hanno davvero una necessità? Pochi. Perché il loro obiettivo è vendere e porteranno più persone possibili ad integrarsi.
In un precedente articolo su “multivitaminici: davvero utili come sembrano?” abbiamo cercato di far luce su come le ricerche abbiano oramai provato l’inutilità dei multivitaminici in soggetti sani (sottolineo sani, non patologici).
Eppure molti promotori dell’integrazione sono convinti (e le ricerche dove sono?) che il multivitaminico prevenga patologie e aiuti anche le persone sane. Peccato che le ricerche non provino l’utilità nei soggetti sani, ma semmai il contrario. Eppure facciamo finta che non ci siano queste ricerche e continuiamo a basarci su quanto conosciamo in merito ad un dato argomento, ignorando tutto ciò che invece è contrario alla nostra idea.
Perciò, ecco alcuni consigli su come uscire dal cherry picking.
- Cerchiamo di leggere soprattutto con attenzione quelle che sono contrarie alle nostre convinzioni.
- Eliminiamo i pregiudizi su ciò che crediamo di sapere e mettiamoci sempre in discussione.
Consigli banali, forse scontati, ma poco applicati in un mondo dove tutti si etichettano “esperti”.
Ma l’esperto non è colui che si basa su dati e non sulle proprie convinzioni personali?
Riappropriamoci del senso critico e iniziamo a prenderci del tempo per verificare quanto letto o scritto da altri. E ricordiamo che noi non facciamo eccezione: non basiamoci su ciò che crediamo di sapere, ma su ciò che conosciamo realmente.
Fonte: www.giuliomerlini.it
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