mercoledì 7 agosto 2024

Le lezioni di futuro di Roberto Poli

 La fantascienza non descrive quasi mai mondi impossibili o impensabili. In genere propone delle variazioni immaginarie di esperienze che generano una qualche forma di identificazione nel lettore o spettatore. 

Il suo successo dipende dalla capacità dell’autore di immaginare realtà credibili e utili a pensare il futuro e il presente.

Le letture di Roberto Maestri, tratte da celebri testi di fantascienza, sono servite da utile spunto per un intervento di Roberto Poli sul tema di come si può pensare efficacemente il futuro.

Questi sono alcuni passaggi della sua “lezione di futuro” (In biblioteca a Trento lezioni di futuro, Trentino, 2 febbraio 2016):

"Cos’è un futurologo? Come si insegna il futuro? È relativamente più facile insegnare il passato. Insegnare il futuro suona strano, sembra una contraddizione in termini. Non ci sono dati verificabili. Tutti i dati vengono dal passato, non certo dal futuro. Per questo, la sociologia si è affermata nella forma di una sorta di “fisica dell’essere sociale”, guidata da un metodo positivista che la sospinge dal passato in avanti e tende a farle trascurare il futuro"...


"Gli studi di futuro sono diventati raramente una disciplina istituzionalizzata. 

Quello della facoltà di Sociologia all’università di Trento è l’unico caso in Italia di corso universitario in previsione sociale.
Questa “solitudine” è un grave freno allo sviluppo di questa disciplina nel nostro paese, perché viene a mancare il fondamentale contributo di una comunità di ricercatori che si confronta, che sviluppa delle critiche, che porta alla maturazione un metodo di indagine.
La mia speranza è che, col passare del tempo, nasca una comunità di docenti".

"Studiare il futuro in modo rigoroso non è un miraggio. L’oggetto di studio si compone di elementi stabilmente presenti e facilmente riconoscibili (se un governo non riesce a garantire cibo e impiego va incontro a un certo tipo di reazioni popolari) e di elementi ricorrenti; poi ci sono le sorprese più o meno intuibili, i cambiamenti e le macrotrasformazioni che vanno intercettate. Per esempio si può citare la scomparsa della classe media, che potrebbe riconfigurare la società nel senso di un passaggio dalla forma di un rombo a quella di una clessidra. Oppure l’automazione che elimina i colletti blu e bianchi, l’invecchiamento della popolazione che vede l’Italia in testa al gruppo delle nazioni pioniere, che anticiperà le sfide che ad altri paesi toccheranno più tardi".

"Il punto non è spaventarsi e scappare, ma prepararsi al meglio. Anticipare il cambiamento per gestirlo".

"Un ruolo essenziale lo svolgerà il sistema scolastico, che dovrà cambiare per infondere coraggio, ambizione, visione, creatività, discernimento, fantasia, capacità di governare le proprie vite".

"L’errore da non commettere è quello di fissarsi sulle finestre temporali brevi. L’anticipazione adotta una prospettiva che può essere multi generazionale".


"Uno degli strumenti principali utilizzati dagli anticipatori nel rapporto coi clienti è quello della dissonanza cognitiva. Si cerca di prendere in contropiede l’interlocutore, per costringerlo ad abbandonare certi preconcetti, certi schematismi ed aiutarlo a considerare delle alternative, a pensare il futuro diversamente, in maniera più originale e obiettiva".

"Un anticipatore non è un pronosticatore à la Ubik, non è un aruspice al servizio di una multinazionale. Noi non facciamo forecasting, non produciamo innumerevoli scenari e non sommergiamo i committenti con maree di dati; a quello ci pensano altri professionisti. Possiamo farlo ma non è questa la nostra caratteristica principale. 

Noi entriamo in gioco quando le previsioni altrui falliscono o sono insoddisfacenti, quando il decisore rimane fondamentalmente incerto e confuso e non è convinto da nessuna delle scelte che riesce a vedere. Come detto, il nostro ruolo è quello di aiutare i decisori a considerare un più ampio ventaglio di futuri possibili, eventualmente anche innescando processi di dissonanza cognitiva, un salutare spiazzamento rispetto al “senso comune” e alle premesse da cui prendono le mosse le consulenze convenzionali. 
Questa nuova consapevolezza è lo strumento che consentirà al cliente di ritrovare le coordinate giuste".

Fonte: www.skopia.it

"Pensare il futuro. Immaginazione e previsione sociale" 
Roberto Poli in conferenza (01.04.2015)



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.