domenica 23 maggio 2021

In memoria di chi mostrò la via

di Vincenzo Zamboni
(Fisico e musicista)

Nel mondo in cui attualmente viviamo godiamo di una quantità di libertà di scelta spesso inferiore alle aspettative e desideri di molti, e tuttavia certamente maggiore di quella che è stata nel corso di secoli passati, quando nelle nostre medesime terre i sovrani, civili o religiosi che fossero, godevano a volte persino del diritto di vita o di morte sui sudditi, financo riguardo semplici delitti di opinione.

Se le cose sono cambiate in meglio (anche se non a sufficienza) lo dobbiamo al lungo scontro svoltosi tra la libertà di opinione e coscienza da un lato, specialmente in campo scientifico, e l'arbitrio dell'autorità dall'altro lato, uno scontro svolto da persone come Giordano Bruno, Galileo Galilei, Baruch Spinoza, e, successivamente, tanti altri..

Sappiamo che Bruno, Galileo, Spinoza, privilegiarono senza dubbi, la propria coscienza, intesa come il corpus di conoscenza cui erano stati condotti dall'osservazione e riflessione, rispetto all'obbedienza verso l'autorità costituita ...



Bruno si trovò a pagare tale scelta con la morte, assassinato dalla Inquisizione cattolica sul rogo, Galileo, ad opera dello stesso tribunale, subì la censura e gli arresti, Spinoza, perseguitato dal tribunale ebraico (che gli inflisse il "cherem maggiore", la più pericolosa maledizione pubblica), si adattò a pubblicare in forma anonima, sfuggendo fortunosamente, tuttavia, ad un tentativo di assassinio.

Il medesimo loro problema si ripete oggi in ogni caso di conflitto tra coscienza individuale ed autorità istituzionale: si tratta di scegliere, come osservò Erich Fromm, tra obbedienza a sé stessi o agli altri.

Va sottolineato che l'obbedienza a sé stessi, ovvero ai propri sinceri convincimenti, è indice di sanità e benessere psichico, mentre l'obbedienza ad altri in contrasto con la propria coscienza è indice di malessere psichico, nonché rischioso generatore di nevrosi.

Pertanto la prima scelta è sempre consigliata, ad onta di ogni e qualsivoglia sistema ideologico istituzionale religioso, politico o filosofico che sia in potenziale contrasto con la coscienza.

Cinquant'anni fa don Lorenzo Milani, parroco di un paesino di montagna, ebbe a scrivere: "L'obbedienza non è più una virtù", ed anche lui si trovò ad affrontare le spiacevoli conseguenze della sua scelta, affrontando un processo, ma aveva ragione, salvo un limite per difetto: non lo è mai stata. 

L'obbedienza non è mai stata una virtù, salvo il caso specifico particolare dell'obbedienza a se stessi, l'unica sana, l'unica accettabile alla ragione.

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Articolo pubblicato precedentemente in questo blog il 25.01.2015

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