di Giorgio Cattaneo
Lunedì 27 giugno 2011: data che lascerà un segno nella disastrata agenda politica italiana, grazie all’eroica resistenza civile dei No-Tav che hanno costretto il governo all’uso della forza per sequestrare la valle di Susa, facendo esplodere una protesta che sembra aver finalmente aperto gli occhi all’opinione pubblica nazionale rinvigorita dai referendum e sempre più stanca di ladri e cialtroni. I nano-politici che pensavano di schiacciare una volta per tutte il dissenso contro la Torino-Lione ricorrendo ai lacrimogeni hanno commesso il più clamoroso degli autogol: i valsusini, fino a ieri assediati nella trincea della “Libera Repubblica della Maddalena”, ora vedranno ribaltato il loro ruolo e potranno guidare l’assedio democratico, fino alla vittoria finale.
Un minuto dopo la conclusione del blitz dei reparti antisommossa, con oltre un migliaio di manifestanti in ritirata sui sentieri del bosco, la valle di Susa un giovane valsusino ferito dalla poliziaera già paralizzata dai blocchi stradali spontanei organizzati dagli abitanti, cui è giunta – da Torino a Roma – l’immediata solidarietà popolare dell’Italia intera. Chi sperava che l’azione di forza potesse chiudere la partita ha sbagliato tutto: la partita, quella vera, comincia adesso.....I signori Fassino e Chiamparino, Berlusconi e Bersani dovranno finalmente impegnarsi a dimostrare che esiste almeno una valida ragione, una sola, per estorcere ai contribuenti 20 miliardi di euro per una linea ferroviaria devastante, la cui totale inutilità è ormai una leggenda.
In vent’anni, i sostenitori della maxi-opera non sono stati capaci di disinnescare la protesta: sarebbe bastato dimostrare che la Torino-Lione serve davvero; persino i No-Tav, alla fine, si sarebbero rassegnati allo scempio della loro valle, se motivato come un sacrificio necessario. Questa spiegazione, tuttavia, non è mai arrivata. Spingendo gli abitanti della valle di Susa verso l’unica conclusione logica: la Torino-Lione servirà solo a finanziare chi la costruirà. Se questo poteva essere tollerato nell’Italia sprecona dei decenni trascorsi, oggi quella stagione è finita per sempre. E i sgombero 9disinformatori che hanno accusato i No-Tav di fare del campanilismo, oggi sono smascherati: la Torino-Lione è una tragedia finanziaria che incombe sulle tasche degli italiani.
Un minuto dopo la conclusione del blitz dei reparti antisommossa, con oltre un migliaio di manifestanti in ritirata sui sentieri del bosco, la valle di Susa un giovane valsusino ferito dalla poliziaera già paralizzata dai blocchi stradali spontanei organizzati dagli abitanti, cui è giunta – da Torino a Roma – l’immediata solidarietà popolare dell’Italia intera. Chi sperava che l’azione di forza potesse chiudere la partita ha sbagliato tutto: la partita, quella vera, comincia adesso. I signori Fassino e Chiamparino, Berlusconi e Bersani dovranno finalmente impegnarsi a dimostrare che esiste almeno una valida ragione, una sola, per estorcere ai contribuenti 20 miliardi di euro per una linea ferroviaria devastante, la cui totale inutilità è ormai una leggenda...
La lunga resistenza solitaria della valle di Susa è finita, e nel modo migliore: con Paolo Ferrero, Marco Revelli e Giulietto Chiesa a vivere insieme coi No-Tav la trepidante vigilia notturna in attesa del blitz. La nuova resistenza è già cominciata, con la valle di Susa in prima pagina su tutti i giornali nel giorno in cui Tremonti annuncia l’euro-salasso da 40 miliardi. Se qualcuno pensa di poter continuare a raccontare penose frottole, avverte Giorgio Airaudo della Fiom già la sera del 27 giugno dall’assemblea popolare di Bussoleno gremita di migliaia di valsusini, è meglio che si rassegni: perché da oggi la valle di Susa è patrimonio politico italiano; chi l’ha messa sotto sequestro ricorrendo all’uso della forza si prepari a subire l’assedio democratico della verità.
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