sabato 4 maggio 2024

Un fisico sostiene che l'intero universo in cui viviamo sia una simulazione: "Posso provarlo"

Un fisico sostiene che tutti noi viviamo all'interno di una simulazione creata al computer e che il suo studio dimostra questa teoria. 
Sarà davvero così?

Universo simulato, proprio come Matrix?

L'universo sarebbe nient'altro che una simulazione computerizzata. Il dottor Melvin Vopson, fisico dell’Università di Portsmouth, Regno Unito, ne è convinto, tanto da aver formulato una teoria supportata dalla pubblicazione di uno studio

In sostanza, il cosmo avrebbe lo stesso comportamento di un computer, schedulando e rimuovendo le informazioni in base alle necessità. 
Questa riflessione lo ha spinto a domandarsi se l'intero mondo in cui viviamo non sia altro che una simulazione della realtà ...


Un po' come accade nel famoso film Matrix, dei Wachowski, in pratica. 

Vopson cita proprio la pellicola cinematografica: "Non voglio parafrasare Morpheus da Matrix, ma ha detto: 'Cosa è reale?' Tutti i sensi che abbiamo sono solo segnali elettrici che vengono decodificati dal nostro cervello. Questo è un computer biologico. Non c'è niente di più.

 
Ha pubblicato anche un libro sull'argomento: Reality Reloaded

Vopson sostiene che se altri prima di lui hanno sviluppato questa teoria, lui è il primo a poterla dimostrare.

Sfida alla seconda legge della termodinamica

Vopson, nello specifico, lavora nel campo della fisica dell'informazione, secondo cui qualsiasi cosa nell'universo è composta da frammenti di informazione. 
Per la seconda legge della dinamica dell'informazione, tutti i sistemi, compresa la vita biologica, si evolvono in modo che il proprio contenuto di informazioni si possa restringere fino a comprimersi in modo ottimale, così come accade per i programmi dei PC. 

Una mutazione che secondo il fisico non è casuale - contrariamente da quanto sostenuto da Darwin - e che comporta sempre una riduzione dell'entropia, ovvero la misura del disordine di un sistema isolato, favorendone un equilibrio ottimale.

Questo, però, va contro la seconda legge della termodinamica, che si trova al centro della scienza e secondo cui l'entropia non può ridursi, ma solo crescere o restare uguale

Vopson sostiene: "Sappiamo che l'universo si sta espandendo senza perdita o aumento di calore, il che richiede che l'entropia totale dell'universo sia costante. 
Tuttavia sappiamo anche dalla termodinamica che l’entropia è sempre in aumento. Io sostengo che questo dimostri che ci deve essere un’altra entropia – l’entropia dell’informazione – per bilanciare l’aumento”.


L'informazione, materia oscura dell'universo simulato?

Vopson ritiene che la sua scoperta possa avere un forte impatto sulla fisica, la biologia e la cosmologia. "Se questa è una legge che si riferisce ai processi computazionali e all'informazione stessa, e l'universo fa questo in ogni cosa, a quanto pare, anche nella vita biologica, forse funziona davvero come un computer gigante" ha dichiarato.

Essendo la seconda legge dell'infodinamica una necessità del cosmo che si manifesta a livello universale, Vopson suggerisce che l'intero universo possa essere una costruzione simulata. 
Nei suoi precedenti studi, aveva affermato che l'informazione dovrebbe essere riconosciuta come il quinto stato della materia, in quanto elemento fondamentale dell'universo. 
Se è un'entità fisica, così come l'energia e la massa, potrebbe persino essere la materia oscura dell'universo, afferma.

Se l’informazione ha massa, come ho postulato nel Principio di Equivalenza Massa-Energia-Informazione, la domanda è quanta ne serve per compensare tutta la materia oscura mancante. E ho dato un numero. È 10 elevato a 93, bit di informazione a una temperatura di 2,73 Kelvin. Compenserebbe tutta la materia oscura mancante, tutta" ha spiegato." Cos'è tutta questa roba mancante? Il 95% dell'universo che non riusciamo a trovare, non possiamo vedere.  Forse, questo è il codice che gestisce la simulazione."

Le sue ricerche per riuscire a dimostrare la sua teoria continueranno.

Fonte: www.curioctopus.it
Lo studio: ipipublishing.org


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