La refrigerazione è il processo di creazione di condizioni di raffreddamento per conservare alimenti e altri prodotti deperibili, prevenendo malattie trasmesse dagli alimenti.
I metodi per conservare il cibo mediante il raffreddamento esistono da migliaia di anni.
Già ai tempi degli antichi egizi si crearono sistemi per rinfrescare i cibi. Addirittura nella Bibbia Isacco offre ad Abramo latte di capra misto a neve. Potremmo dire il primo gelato della storia.
I più antichi pozzi per la conservazione del ghiaccio sono stati trovati in Cina e risalgono a oltre mille anni prima di Cristo.
Queste prime ghiacciaie erano usate per immagazzinare e conservare il ghiaccio tagliato da laghi e fiumi vicini che, stivato in inverno, resisteva fino all’autunno successivo ...
Antiche Ghiacciaie Cinesi
Anche i romani conservavano la neve e il ghiaccio, provenienti dalle zone montane dell’Italia centrale, in pozzi di stoccaggio detti Cisternae Frigidariae.
Via via che le città si espandevano, aumentava la richiesta di ghiaccio così fu creato un sistema articolato e organizzato di decine e decine di ghiacciaie in diverse località d’Italia.
Va sottolineato che questo avvenne soprattutto in concomitanza con la Piccola Era Glaciale verificatasi tra il 1550 ed il 1850.
Il freddo è l’unico metodo di conservazione oltre all’essicazione, affumicatura e salatura che permette di mantenere inalterati sapori e profumi dei cibi nonché le qualità nutrizionali e organolettiche.
Si inizia a progettare e realizzare le prime “neviere” interrate e isolate con la paglia che permettono di mantenere d’estate la neve immagazzinata durante il periodo invernale.
Venditori di Ghiaccio
Il ghiaccio prelevato dalle zone montane raggiungeva le città di pianura.
A partire dal ‘600 e fino ai primi anni del ‘900, specialmente d’estate, si poteva vedere per strada il Venditore di Ghiaccio, che lo trasportava con il carretto e tagliava con una sega secondo richiesta e venduti ai clienti.
Molte ville aristocratiche si dotarono della loro ghiacciaia, una stanza sotterranea ricavata vicino alle cucine, possibilmente esposta a nord, dotata di spessi muri e gestita da manodopera specializzata.
Durante l’inverno, la neve introdotta attraverso una apertura nella parte sommitale era subito pressata in modo che si trasformasse in ghiaccio.
Per favorire questo processo, la massa di neve veniva bagnata con acqua.
Verso la metà del Settecento, lo scienziato scozzese William Cullen inventa una prima forma di refrigerazione artificiale.
Nella sua opera Essay on cold descrive come il rapido riscaldamento di un gas trasformandosi in liquido provocava il raffreddamento. (Cold Produced by Evaporating Fluids).
La Fabbrica del Ghiaccio
Lo spostamento della popolazione dalle campagne alle città a seguito del processo di industrializzazione aumenta la distanza tra il consumatore e la fonte del cibo. Diventa necessario cercare un modo per ottenere il ghiaccio, utile a mantenere freschi i cibi durante il trasporto.
Simbolo di benessere e bene voluttuario per eccellenza, durante l’età moderna, dal ghiaccio naturale si ha una rapida diffusione della produzione di ghiaccio artificiale.
Così, da prodotto di lusso, diventa un bene di prima necessità per la conservazione degli alimenti.
La sua “fabbricazione” darà vita ad un fiorente mercato del quale gli americani saranno dominatori.
Thomas Moore, un uomo d’affari americano, crea una ghiacciaia per rinfrescare i prodotti caseari per il trasporto. Lo chiamò un “Refrigiratory” fino a quando brevettò il “Frigorifero” nel 1803.
Le prime ghiacciaie domestiche furono realizzate da falegnami. Erano armadi di legno coibentati, rivestiti di stagno o zinco ed erano usati per contenere blocchi di ghiaccio che mantenevano il cibo fresco.
Una leccarda raccoglieva l’acqua di fusione e doveva essere svuotata ogni giorno.
Intorno alla seconda metà dell’Ottocento, l’uso popolare della refrigerazione tramite il ghiaccio volge al termine; infatti, il ghiaccio naturale poneva problemi di salute a causa dell’inquinamento delle acque dove erano riversati rifiuti organici.
L’unica soluzione diventa quella di fabbricare artificialmente il ghiaccio, aprendo così la strada ai frigoriferi elettrici.
L’ingegnere tedesco Carl von Linde brevetta il processo di liquefazione del gas che fa parte della tecnologia di refrigerazione di base, un procedimento di produzione di aria liquida e di ossigeno liquido per frigoriferi più sicuri.
Il primo frigorifero elettrico per uso domestico fu inventato dall’americano Fred W. Wolf nel 1913 e si chiamava Domelre, o DOMestic ELectric Refrigerator.
Il suo modello fu un flop, non riscosse subito un gran successo ma introdusse l’innovazione del vassoio per i cubetti di ghiaccio, ripresa poi da tutti i successivi produttori di Frigoriferi.
Nel 1915 Alfred Mellowes costruisce il primo frigorifero domestico autonomo elettrico con compressore che verrà poi prodotto industrialmente dalla General Motors e commercializzato con il famigliare nome “Frigidaire”.
Questo frigorifero, conosciuto anche con il nome di Monitor-Top, fu il primo ad avere una diffusione popolare: ne furono prodotti più di un milione.
Il gruppo compressore, che emetteva una grande quantità di calore, era posizionato sopra l’armadio e utilizzava come refrigerante anidride solforosa o metilformato.
…intanto in Europa …
Gli svedesi Baltzar von Platen e Carl Munters inventano il frigorifero ad assorbimento, che viene messo in produzione in serie da AB Arctic nel 1923. Due anni dopo l’azienda viene acquisita da Electrolux.
Fino al 1929, i frigoriferi con sistemi di compressione del vapore avevano provocato numerosi incidenti mortali con la fuoriuscita di gas tossici.
Fu avviata la ricerca per sviluppare un metodo di refrigerazione meno pericoloso, che portò alla scoperta di Freon, che divenne lo standard per quasi tutti i frigoriferi domestici.
L’introduzione di Freon ha svolto un ruolo importante nell’espansione del mercato dei frigoriferi, rimanendo lo standard per decenni, nella fabbricazione di questi elettrodomestici.
Nel tentativo di dimostrare che il progetto di Munters e von Platen era potenzialmente pericoloso, Albert Einstein e Leó Szilárd brevettarono il Frigorifero di Einstein.
Si racconta che due furono motivati dalla notizia che una famiglia berlinese era stata uccisa dalla rottura di una giuntura del loro frigorifero che diffuse fumi tossici nella loro casa (a causa della presenza di ammoniaca).
Einstein e Szilard cominciarono a pensare a un dispositivo senza parti in movimento, che avrebbe eliminato il rischio di rottura e di usura.
Il nuovo frigorifero non aveva parti mobili e funzionava a pressione costante usando solo una fonte di calore, acqua, ammoniaca e butano.
Il progetto di Albert Einstein è ritornato d’interesse da quando sono stati messi al bando i gas refrigeranti dannosi per la fascia di ozono e con la crescente necessità di utilizzare energie alternative.
Una delle caratteristiche fondamentali del Frigo di Einstein è l’assoluta silenziosità e la durata perché privo di meccanismi che con il tempo potrebbero logorarsi (ad esempio i compressori). Inoltre, funziona anche quando non vi è la possibilità di allacciarsi alla rete elettrica.
Ma di questo frigorifero ne parleremo dettagliatamente in un altro articolo.
Sempre negli stessi anni viene introdotto il primo scompartimento autonomo per la congelazione, molto grande, se si considera che era utilizzato soprattutto per la conservazione dei cubetti di ghiaccio.
Nello stesso periodo fanno la prima comparsa sul mercato i frigoriferi con la porta metallica rivestita di porcellana.
Le origini della surgelazione industriale si fanno risalire all’americano Clarence Birdseye che, dopo un viaggio in Canada, memore delle tecniche di conservazione degli Inuit, cominciò a perfezionare il sistema di congelamento veloce, fino alla fondazione, negli anni Venti, della General Seafood Corporation.
Era il 1928 e inizia la distribuzione e la vendita di cibi surgelati.
Ma dobbiamo aspettare gli anni ’40 per vedere la comparsa del primo freezer domestico. Lo costruì nel seminterrato della sua casa di Westye F. Bakke nel 1943.
Più tardi Bakke fondò la compagnia Sub-Zero che dopo la seconda guerra mondiale costruì i congelatori in modo massiccio.
Lo stoccaggio più efficiente del cibo stabilisce un nuovo standard di sicurezza alimentare.
Gli anni ’50 e ’60, vedono l’introduzione dello sbrinamento automatico e il perfezionamento dei comparti separati del Frigo e del Congelatore.
La società Servel Inc. realizza il primo frigorifero domestico che utilizza refrigeranti artificiali.
Questi nuovi apparecchi sono ritenuti più duraturi e più sicuri per il consumatore perché è stato sostituito il gas tossico di ammoniaca con gas non infiammabili, non tossici, non corrosivi e fortemente non reattivi. Ma questa opzione apparentemente “più sicura” presenterà successivamente nuovi pericoli, questa volta su scala globale.
L’Italia conoscerà la Rivoluzione del Freddo negli anni ’50, grazie all’imprenditore Giovanni Borghi, proprietario della Ignis che lo definisce “l’amico di famiglia”.
Il frigorifero diventa un’icona del Boom Economico italiano, insieme alla Vespa.
Attenzione all’Ambiente e Tecnologia
Nel 1974 due scienziati americani, Rowland e Molina, illustrano la loro teoria secondo la quale il cloro contenuto nei CFC agisce da elemento distruggitore dello strato di ozono atmosferico e la conseguente maggiore incidenza dei raggi ultravioletti del Sole sulla Terra.
L’Industria del Freddo è la prima ad essere coinvolta in queste problematiche perchè per quarant’anni aveva utilizzato il cloro per ottenere fluidi congelanti.
L’attenzione, quindi, si concentra sulla produzione di Frigoriferi più efficienti dal punto di vista energetico e sull’eliminazione dei clorofluorocarburi (CFC).
L’ambiente divenne una priorità assoluta negli anni ’70 e ’80, quando il Freon fu considerato come una sicura minaccia per lo strato di ozono, con la definitiva sospensione del suo utilizzo da parte dei produttori di Frigoriferi.
In molti Paesi viene resa obbligatoria l’etichettatura energetica degli elettrodomestici, consentendo ai consumatori di confrontare l’efficienza di prodotti come i frigoriferi.
In questi ultimi anni le aziende hanno iniziato ad applicare connessioni Internet agli elettrodomestici.
Possiamo collegarci con lo smartphone al nostro Frigo e sapere quanto cibo abbiamo, la sua scadenza e decidere così cosa dobbiamo comperare.
Bio – Robot Refrigerator, finalista dell’Electrolux Design Lab – 2010
Bio-Robot, il Frigorifero che utilizza un Gel futuristico biopolimerico
Ma l’evoluzione di questo indispensabile Elettrodomestico non si ferma qui.
L’azienda svedese di Elettrodomestici Electrolux ha organizzato nel 2010, un concorso il cui tema ruotava attorno alla progettazione di elettrodomestici per la Casa del 2050.
Tra i finalisti, Yuryi Dmitriev, un designer russo che ha immaginato un Frigo del futuro che mantiene il cibo fresco grazie a un gel molto speciale.
Da un punto di vista estetico, questo frigo è compatto, non ha motore e può essere montato a parete, a pavimento o addirittura sul soffitto, a seconda dell’umore.
Questo progetto sembra unire tutte le esigenze dei consumatori: economico ed ecologico anche se ancora non ci è ben chiaro il suo funzionamento.
Bio Robot Refrigerator probabilmente non verrà prodotto prima di 15 anni.
In ogni caso, il progetto è un notevole passo avanti nel ripensare il design e la tecnologia di uno degli elettrodomestici più comuni, di cui non possiamo assolutamente fare a meno.
Fonte: www.uniprice.it
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