domenica 16 luglio 2023

La pila di Karpen, la batteria “inesauribile”

 
Nicolae Vasilescu Karpen brevetta la pila nel 1922, ma sarà solo nel 1950 che il prototipo sarà pronto. La pila è costituita da due celle elettrice collegate in serie che alimentano un motore galvanometrico, che a sua volta muove una paletta collegata a un interruttore. 
Il tempo di rotazione della paletta è stato impostato in modo che le due pile abbiano il tempo di ricaricarsi e che possano ricostruire la loro polarità durante il tempo che il circuito rimane aperto.

In pratica, questo significa che la pila non ha bisogno di interventi esterni per ricaricarsi e riesce ad autoalimentarsi “in modo perpetuo”. Le batterie elettriche durano circa 5 anni, arrivando a un massimo di 10 nei modelli più efficienti, ma la pila di Karpen sembra battere ogni record dato che funziona ancora dopo 73 anni.

Tuttavia, la quantità di energia prodotta è molto bassa e quindi non è applicabile a dispositivi elettronici moderni. Nonostante ciò, la scoperta del funzionamento della Pila di Karpen potrebbe portare alla creazione di batterie più efficienti rispetto a quelle attuali, anche se il suo funzionamento è ancora un mistero per gli studiosi ...


Verifiche sulla pila

Il quotidiano rumeno “Ziua”, grazie alla collaborazione del direttore del museo, Diaconescu, ha avuto l’onore di poter testare la pila con un dispositivo digitale. 
Al 27 febbraio 2006, dopo quindi 56 anni dalla sua creazione, la tensione era ancora la stessa del 1950, ovvero di 1 Volt.

Da notare che, diversamente dal solito, i due elettrodi della batteria sono composti rispettivamente da oro e platino e che il liquido elettrolita in cui essi sono immersi è acido solforico puro. Questa composizione insolita potrebbe essere un indizio per spiegare come la Pila di Karpen sia in grado di funzionare in modo perpetuo.

Secondo il suo inventore, sarebbe possibile costruire un’altra pila simile più grande, in scala, per produrre un quantitativo maggiore di energia. Nonostante i diversi studi a Parigi, Bucarest e Bologna, non è ancora stato possibile ricreare questa pila con dimensioni maggiori.

Teorie sulla pila che non si scarica mai

Le teorie sul motivo per cui la Pila di Kapen non si scarichi mai sono molte, ma nessuna sembra aver pienamente svelato il suo segreto.

L’ipotesi più accreditata è che essa trasformi l’energia termica in energia meccanica ciclicamente, ma sembra violare il secondo principio della termodinamica, che afferma che dopo un dato tempo il passaggio da un’energia all’altro raggiunge un equilibro e si ferma.

È importante chiarire che le batterie perpetue non esistono, almeno per ora. Possono durare a lungo ma alla fine si esauriscono.

Attualmente la pila di Karpen si trova presso il Museo Nazionale della Tecnica “Dimitrie Leonida” a Bucarest, Romania, ma non è esposta al pubblico perché il museo non ha i fondi necessari per garantire la sicurezza di questo prezioso oggetto. Si trova chiusa in una cassaforte nell’ufficio del direttore del museo.

Ecco una possibile spiegazione matematica (in inglese) sul funzionamento della batteria inesauribile di Karpen.

Fonte: emadion.it


Alcuni scienziati sostengono che il dispositivo trasformi l’energia termica in energia meccanica, ma Diaconescu non condivide questa teoria. 

Secondo altri, che hanno studiato il lavoro teorico di Karpen, la pila sfida il secondo principio della termodinamica (in riferimento alla trasformazione di energia termica in lavoro meccanico), e questo la rende una macchina a moto perpetuo. 
Altri dicono che non è così, ma che sfrutta l’energia di punto zero (ZPE). 
La Pila di Karpen sarebbe stata oggetto di interesse e ricerca da parte della NASA. (www.ilsapere.org)


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