mercoledì 20 aprile 2022

Da Parigi a Karachi: c'è aria di cambi di governo


di Tom Luongo

Non c'è niente di buono nella guerra. Su questo punto tutte le persone civili possono essere d'accordo. Quindi, coloro che supportano come "stanno le cose attualmente" possono smettere di leggere...
Adesso.

Ma una delle cose che fa la guerra è esporre le reali intenzioni di tutti. Anche se la prima vittima della guerra è la verità, niente schiarisce l'aria di più truppe e carri armati che attraversano i confini e costringono le persone a reagire a tutto ciò.

Dall'inizio della “Operazione militare speciale” russa in Ucraina, c'è stata un'accelerazione di ogni conflitto sulla scena mondiale, con risultati contrastanti per tutti i soggetti coinvolti, inclusa la Russia.

Come ho detto a lungo, questo è un conflitto di proporzioni esistenziali per ogni attore che conta. Dai neoconservatori nell'establishment USA/Regno Unito alla cricca di Davos nell'UE, dai truffatori corrotti al Congresso alla cerchia ristretta di Putin al Cremlino.

L'Ucraina rappresenta il campo di battaglia che determinerà l'esito della terza guerra mondiale.
È sia l'inizio che la fine, l'alfa e l'omega.

Per questo motivo i leader politici di tutto il mondo sono sotto pressione.
Alcuni saranno all'altezza della sfida, altri appassiranno sotto il bagliore dei riflettori ...


C'è aria di cambi di governo in tutto il mondo, sia dal basso verso l'alto quando le popolazioni esprimono la loro frustrazione per quella leadership che non soddisfa i loro bisogni, sia dall'alto verso il basso quando le élite politiche tentano di mantenere il controllo o aprire nuovi fronti senza dichiarare apertamente guerra.

Come l'intervento russo in Siria nell'ottobre 2015, anche questa invasione dell'Ucraina espone molte delle bugie e delle motivazioni dietro le tensioni che l'hanno preceduta.

Ripensate per un minuto al 2015. 

Per tutto l'anno ci venne detto che l'ISIS era troppo forte per essere contenuto da qualcuno. Si tennero udienze al Senato su questo argomento. Un nuovo califfato stava sorgendo nella parte orientale del Paese e sembrava letteralmente spuntato dal nulla per invadere l'esercito siriano ed iniziare a bussare alla porta del palazzo presidenziale di Assad a Damasco.

La Russia scelse di intervenire in Siria dopo il discorso di Vladimir Putin all'Assemblea generale delle Nazioni Unite due giorni prima, dove chiese all'Occidente: "Vi rendete conto di quello che avete fatto?" 
Portando supporto aereo e bombardamenti di precisione, la Russia dimostrò al mondo intero che l'ISIS non era imbattibile, era l'esatto contrario: una tigre di carta creata dai giornali.

E questo sollevò una semplice domanda: se alcune dozzine di aerei russi avevano potuto cambiare le sorti di quella guerra nel giro di poche settimane, perché l'aviazione americana non avrebbe potuto fare la stessa cosa? 
Nessuno all'epoca pensava che l'aviazione russa fosse superiore a quella degli Stati Uniti, quindi che diavolo stava succedendo?

Basta applicare il rasoio di Occam ed avrete la risposta: gli Stati Uniti stavano chiudendo un occhio sulla furia dell'ISIS e probabilmente lo assistevano nelle operazioni contro l'esercito siriano.

Dopotutto il presidente Obama nel 2013 cercò di formare una nuova "coalizione di volenterosi" per estromettere Assad dal potere dopo un presunto attacco con armi chimiche (false flag) quando il parlamento britannico andò contro il primo ministro David Cameron e si rifiutò di unirsi all'invasione di Obama.

Putin negoziò un compromesso per salvare la faccia dell'Occidente: Assad avrebbe rinunciato alla sua scorta di armi chimiche. Tre mesi dopo, la sua ricompensa sarebbe stata un colpo di stato in Ucraina che fece cadere il presidente corrotto Viktor Yanukovich. Ciò ha portato allo stato attuale delle cose, con il Donbass che dichiara l'indipendenza innescando una guerra civile ed i russi che consentono alla Crimea di aderire alla Federazione Russa di sua libera volontà.

Quindi, avanti veloce fino ad oggi, non dovremmo porci le stesse domande sulla guerra in Ucraina?

Anche per gli osservatori casuali di questo conflitto, sia che fossero d'accordo o meno con le linee rosse della Russia o con il diritto dell'Ucraina all'"autodeterminazione", ci sarebbe stato un risultato relativamente pacifico sul tavolo se entrambe le parti fossero state disposte a trattarlo onestamente.

Allora perché non è successo? Perché siamo arrivati a questo punto? 
Ancora una volta vi rimando alle minacce esistenziali a varie persone, gruppi e Paesi per i quali l'Ucraina rappresenta qualcosa di più grande.

Inoltre oggi non ci è consentito porre queste domande. Se lo si fa, allora la Psicopolizia entra in azione per portarvi via il tuo account Twitter o peggio.

Sono passati sette anni da quei giorni felici in cui eravamo in grado di raccogliere informazioni, discuterle e trarre le nostre conclusioni.

Per questo la nebbia della guerra non è mai stata così fitta in vita mia. C'è anche un'altra domanda che dovremmo porci: perché dovrebbe essere vietato mettere in discussione ciò che è successo a Bucha?

O perché la Russia ha invaso l'Ucraina, in primo luogo?
Perché stiamo anche solo pensando di espandere la presenza ufficiale della NATO in Ucraina?

Ancora una volta, non importa se cedere alle richieste della Russia violi alcuni cosiddetti principi occidentali di autodeterminazione, quando i politici si nascondono dietro i principi c'è un'agenda molto diversa in agguato sotto i titoli dei giornali.

Detto questo, a mio avviso è molto chiaro il perché: quando si prendono in considerazione tutti gli aspetti di questo conflitto, è difficile ignorare la conclusione che le fondamenta su cui poggia l'intero ordine occidentale si stanno sgretolando.

Vuol dire, non ci possono essere strade separate, ad occidente ed oriente, senza che una parte guadagni e l'altra perda prestigio e potere.

Questo è il motivo per cui i "cambi di governo" sono ora lo slogan del momento. Mentre tutte le persone coinvolte negano ufficialmente che sia quello che sta succedendo, le azioni dicono il contrario.

L'Occidente sta apertamente facendo pressioni affinché i russi si sollevino e rovescino Vladimir Putin; i russi le stanno ignorando completamente. Stiamo mobilitando migliaia di truppe e tonnellate di materiali in Polonia.

I diplomatici dell'UE ora affermano che solo una soluzione militare è possibile in Ucraina, mentre la Russia prepara il suo prossimo grande assalto alle forze ucraine intrappolate nella parte orientale del Paese, incapaci di attacchi coordinati di importanza militarmente strategica.

La Russia ha soffocato la città cardine di Mariupol e ha infine sbaragliato alcune delle ultime resistenze nell'Azovstal Steel Complex dove, secondo quanto riferito, centinaia di ufficiali della NATO di nazionalità francese, britannica, canadese e (sì) americana erano rimasti intrappolati quando i russi hanno circondato la città e "apparentemente" erano tenuti come ostaggi dalle restanti forze del battaglione Azov rintanate lì.

Questo è il sottotesto della scarsa performance di Emmanuel Macron nel primo turno delle elezioni presidenziali francesi dello scorso fine settimana. Inutile dire che si trova nella posizione più traballante in cui un presidente francese si sia mai trovato da decenni, non avendo messo fuori pericolo i militari francesi prima che le cose gli sfuggissero di mano.

Quando dico che c'è aria di cambi di governo, non intendo solo una nefasta operazione di un'agenzia di intelligence.

L'impressionante prestazione di Viktor Orban in Ungheria è stata un occhio nero per la cricca di Davos, poiché questa campagna elettorale è stata ampiamente costellata da voci che lo volevano perdente. Solo per poi vederlo vincere con un supporto più forte di quello che aveva in precedenza. 
Ciò rende l'UE vulnerabile alla chiara riluttanza dell'Ungheria di farsi coinvolgere in una guerra nel continente europeo.

Negli Stati Uniti il presidente Biden è in seri guai a causa dei problemi che circondano suo figlio, Hunter, e del suo coinvolgimento in affari loschi in Ucraina. 
Questa è solo l'ennesima ragione, a parte l'evidente declino cognitivo dello stesso Biden e l'incapacità di proiettare l'influenza degli Stati Uniti sui Paesi cardine per isolare Putin e la Russia, affinché i democratici si sbarazzino di lui prima delle elezioni di metà mandato a novembre

Se volete, potete aggiungere l'inflazione dilagante e le ridicole affermazioni della sua amministrazione sul fatto che si tratti di un "aumento dei prezzi a causa di Putin".
Non c'è da stupirsi se Jen Psaki voglia uscire da questo spettacolo di clown.

Ma Biden è stato messo al potere per essere il responsabile dell'incompetenza degli Stati Uniti nella speranza che possa essere un capro espiatorio.

Come se nessuno avesse una memoria capace di andare indietro di più di un mese o giù di lì.

Con questi guai in fermento in importanti Paesi occidentali, è aumentata notevolmente la pressione sui Paesi che non vogliono etichettare la Russia come la sola colpevole di questo conflitto.

In Pakistan Imran Khan è ora l'ex-primo ministro, poiché una combinazione dei suoi fallimenti come leader insieme ad un'intensa pressione esterna lo hanno portato ad essere estromesso dal potere, ma anche a non portare a nuove elezioni, cosa che invece ha cercato fino alla fine di ottenere.

Suona familiare? Ricorda molto quello che è successo in Italia nel 2019, quando i politici italiani hanno stretto i ranghi per estromettere dal potere Matteo Salvini della Lega e mettere l'ex-presidente della BCE, Mario Draghi, a capo del Paese giusto in tempo per distruggerlo sull'altare del Grande Reset della cricca di Davos.

I pakistani stanno manifestando in gran numero e protestano contro il "governo fantoccio" che ora si sta insediando dopo che Khan ha affermato che la situazione è un prodotto dell'intervento degli Stati Uniti.

Terrò d'occhio quello che sta succedendo in Pakistan nelle prossime settimane. Biden era in India per incontrare il primo ministro Narendra Modi e spingerlo a rinunciare al suo sostegno a Putin attraverso accordi di commercio bilaterali.
L'obiettivo è convincere l'India a ristabilire i legami con gli Stati Uniti e, soprattutto, con il dollaro.

E questo è il vero punto di quello che sta succedendo ora: il dollaro non è nei guai adesso ed una rapida occhiata all'indice del dollaro ve lo dice.



Ma è nei guai a lungo termine, come ho discusso in articoli precedenti.

Sembra che l'unico a non avere un qualche tipo di problema politico sia colui che presumibilmente stia soffrendo di più: Vladimir Putin. Qualche settimana fa ho posto la domanda se fosse destinato ad annegare o ad essere impiccato dato il suo rifiuto di inchinarsi all'Occidente.

Putin sa di essere stato spinto in questa situazione da persone potenti ma psicologicamente piccole. Ed al popolo russo è stato profondamente mancato di rispetto fino al punto di farlo finire in guerra. Ecco perché i suoi numeri nei sondaggi salgono mentre quelli di Biden a malapena si muovono.

Tutto ciò porta al cambio di governo come fine dei giochi, perché potrebbe essere l'unica opzione, il che implica una continua escalation fino al punto di qualcosa di impensabile.

Quel qualcosa di impensabile è ciò che Robert Kagan, marito di Victoria Nuland, ritiene valga la pena di intentare per sbarazzarsi di Putin: un conflitto nucleare con la Russia.

Kagan sa che Putin, nonostante tutte le questioni che sta affrontando ora, non è in una posizione peggiore di quella di sei settimane fa. Il popolo russo si sta schierando per combattere in Ucraina, la sua popolarità non è stata così alta dalla riunificazione con la Crimea e ha iniziato il processo di rimonetizzazione del denaro reale avendo legato il rublo all'oro e, per estensione, a tutte le merci in tutto il mondo.

Ma sembra che ora, con la resa della maggior parte delle forze Azov a Mariupol ed i russi che ammassano un'enorme forza per sbaragliare il resto delle forze armate ucraine nelle prossime settimane nel Donbass, una piccola dose di realtà stia iniziando a filtrare nelle menti dei neocon e della cricca di Davos.

Quando viene mandato un funzionario del Council of Foreign Relations a scrivere una lettera di scuse sul New York Times, sapete che ora stiamo iniziando a guardare i costi dell'escalation di questo conflitto.

La mossa giusta per tutti è tornare al tavolo delle trattative, accettare il fatto che il Grande Reset è fallito e convivere con l'idea che sopravvivere al danno già fatto all'economia globale e all'umanità stessa è esso stesso un compito erculeo che non ha bisogno di cambi di governo su larga scala, ma di un minimo di umiltà per consentire a menti sane di iniziare la ricostruzione.

Purtroppo, non credo che questo sia il risultato più probabile.

Traduzione di Francesco Simoncelli
Fonte:
 www.francescosimoncelli.com


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