martedì 21 dicembre 2021

Perché "credere" nella scienza non è scientifico

 

Da qualche tempo, gira sui social  un aforisma attribuito – pare falsamente – al filosofo Karl Popper (nella foto) che recita:

“Una delle cose più cretine in assoluto che si sentono dire di questi tempi è «Io credo nella scienza». Se la scienza fosse una questione di credo si chiamerebbe religione. Invece si tratta di mettere sempre in discussione, di dubitare e di verificare che dietro a un’ipotetica causa non ci sia un bel giro di soldi”.

Ora, come gongola, tutto compiaciuto, il sito Bufale.net:  “Non ci sono prove del fatto che la frase sia stata pronunciata da Popper”, ma il ridicolo della questione è che lo sbufalamento avviene sull’attribuzione della frase, non nel merito della scottante questione.

Come se qualcosa fosse vero in sé, o meno, a seconda del fatto che sia stato proferito da Popper, oppure no.

Infatti, questo filosofo austriaco, tra l’altro, punto di riferimento di George Soros, viene considerato da diversi anni come una sorta di “Fonte eterna e immutabile della Verità assoluta”, ma non si capisce a quale titolo, visto che lui stesso sosteneva che la verità assoluta non esiste ...


Ben difficilmente una frase così piena di verità assoluta, come quella citata, potrebbe essere stata proferita da Popper.

Il punto della questione è un altro. Dire “credo nella scienza” è davvero una cosa cretina, perché la scienza non è di origine divina, ma una ricerca umana e come tale, assolutamente imperfetta.

Ovvero: dire “credo in Dio” può aver senso, perché ci si affida a qualcosa di perfetto, di sovrumano, indimostrabile per vie materiali e per il quale l’atto di fede è indispensabile. Invece, la scienza ha natura squisitamente concreta e materiale, eppure, proprio da questo stesso punto di vista non offre alcuna garanzia assoluta.  
Ecco perché è cretino affidarsi ciecamente a qualcosa che è dichiaratamene imperfetto, in divenire e non completamente affidabile.
 
Ma poi, QUALE scienza? 

Quella del dott. Semmelweis che aveva scoperto come evitare la morte di milioni di donne per febbre puerperale semplicemente lavandosi le mani, o quella dei suoi colleghi che lo hanno mandato al manicomio? 
La scienza del dott. Vincenzo Tiberio che scoprì la Penicillina 25 anni prima di Fleming, o quella del suo professore-barone universitario che lo bloccò nella ricerca?

Chi conosca un poco di storia della scienza sa, infatti, che l’intera vicenda umana è costellata da clamorose cantonate più nell’ambito scientifico che non in quello umanistico. Infatti, le più grandi verità sull’animo umano e sull’esistenza le dobbiamo a filosofi, saggi, mistici vissuti secoli, se  non millenni, fa.  Gli stessi esperimenti sincretisti di oggi poggiano proprio su quelle conquiste etiche afferenti a una morale naturale comune a molte diverse religioni.

Che l’assassinio, il furto, l’adulterio, la menzogna, il tradimento, ad esempio, siano cose sbagliate e da evitare è, oggi, patrimonio comune a quasi tutte le tradizioni spirituali e/o filosofiche. Queste cose sono state comprese e messe a fuoco in epoche in cui la gente si spostava a cavallo o a dorso d’asino, come avrebbe continuato a fare ancora per secoli e secoli.

Oggi continuiamo a studiare Socrate, Platone, Confucio, Siddharta e l’intera nostra civiltà si fonda, come ammetteva lo stesso liberale Benedetto Croce, su un qualcuno venuto al mondo due millenni fa. Il nostro diritto è ancora fondato su quello romano e il pensiero logico aristotelico è stato, almeno fino a qualche tempo fa, base comune per qualsiasi dialettica. 

Viceversa, la scienza e in particolar modo la medicina di oggi non sembrano proprio riferirsi agli stregoni, ai cerusici e agli indovini coevi dei grandi saggi del passato. Anzi: questi vengono guardati con disprezzo o commiserazione. 
Dopotutto, per millenni l’uomo ha trangugiato le più nefande porcherie illudendosi circa i loro presunti poteri medicamentosi. Fino agli anni ’20, in Europa, ancora si vendeva la Theriaca, una panacea a base di carne di vipera e altre immondizie, oppure si consumava la polvere di mummia o il corno dell’unicorno.

Quindi, possiamo dire che la scienza è una novellina, l’ultima arrivata nel campo della effettiva, credibile conoscenza umana.

Peraltro, negli ultimi decenni, da quando ha cominciato a muovere i primi passetti nel Mondo Reale tirando fuori soluzioni finalmente efficaci e salvifiche, ha comunque continuato a prendere sonore cantonate e ad essere utilizzata spesso e volentieri per massacrare l’uomo e l’ambiente. 
La scienza ci ha donato tanto cose straordinarie, salvifiche e meravigliose, quanto cose orrende, distruttive e alienanti.

Da cosa deriva, dunque, questo Neopositivismo d’accatto? 

Non vi sono bastate due bombe atomiche per capire che la scienza è solo un’automobile, ma al volante c’è quell’essere spesso e volentieri spregevole chiamato Uomo? Quindi, questo cieco fideismo nella scienza, in quella della maggioranza, peraltro, da dove nasce? Dagli effetti visibili e immediati di qualche conquista?

Purtroppo non viviamo nell’Eterno presente, ma in una dimensione dove lo spazio ancora si affianca al tempo. Ergo, ciò che in diversi casi, è stato salutato sulle prime come un’eccellente scoperta scientifica, a beneficio dell’uomo, dopo alcuni anni, si è rivelato esiziale per lo stesso.

Vale la pena di ricordare l’uso disinvolto del Radio, un metallo radioattivo scoperto dai coniugi Curie. Caldo e fosforescente, davvero carino. Negli anni ’20, con il radio dipingevano i quadranti luminosi per gli orologi, e producevano uno sciroppo corroborante, il Radhitor. Pochi anni dopo, quei poveretti, soprattutto le operaie che lavoravano nelle fabbriche di orologi, iniziarono a essere devastati da mostruosi cancri alle ossa.

Oppure il Vin Mariani, antenato della Coca Cola, di fine ‘800: un vino lasciato macerare nelle foglie di coca che era (ovviamente) molto energizzante, tanto che fu sponsorizzato perfino da quel sant’uomo di Papa Leone XIII. Per decenni le mamme somministrarono ai propri figli preparati a base di coca per tenerli svegli in vista degli esami di maturità. Funzionava, eccome.

In tempi recenti,  anche il Talidomide (1957) si era dimostrato un ottimo sedativo che, però, dettaglio, provocava la nascita di bambini focomelici. Oppure potremmo citare anche l’Eternit, il resistentissimo cemento impastato con fibre di amianto. Negli anni ‘60, ricerche mostrarono come la sua polvere provocava asbestosi e una grave forma di cancro, il  mesotelioma pleurico. Le fabbriche Eternit e Fibronit continuarono tuttavia a produrlo sino al 1986, con drammatiche conseguenze per la salute degli operai.

Ecco, dietro questi clamorosi errori, come diceva lo pseudo-Popper, c’è stato quasi sempre un grosso giro di soldi. Era tutta roba che, sulle prime, dava degli ottimi vantaggi, e che dopo qualche anno ha prodotto conseguenze catastrofiche.

Quindi, il giudizio finale sui vaccini potrà essere pronunciato solo fra alcuni anni. Se non comporterà danni a lungo termine sarà stato un’eccellente soluzione. Ma potrebbe anche rivelarsi come una catastrofe sanitaria peggiore del Covid, tipo Eternit. Ora, con buona pace dei vari Borioni, siccome pare non sia stata ancora inventata la macchina del tempo per verificare cosa succederà nel 2026, costringere la gente a vaccinarsi contro la propria volontà è un intollerabile, mostruoso abuso e l’unica strada equa e logica è quella FREE VAX : lasciare libere le persone di scegliere se affrontare i rischi di un possibile Covid o i possibili rischi, presenti e futuri, di un vaccino. A maggior ragione se – scusate, ma dobbiamo ricordarlo – né lo Stato né le case farmaceutiche si vogliono accollare delle responsabilità.

Il nostro non è affatto un discorso antiscientifico, né pregiudizialmente no vax. La scienza ci ha donato enormi, benefiche conquiste, ma, come tutto ciò che è umano, è anche soggetto a errori e ad usi perversi. Quindi, dire “credo nella scienza” è come dire “credo nella politica” o “credo nell’arte”: una cretineria. Non ha alcun senso, dato che né la scienza, né la politica, né l’arte producono sempre cose buone e positive in quanto l’autore è un essere imperfetto, dominato da oscure passioni, come l’Uomo.

Meglio varrebbe dire, semmai, “credo nel pensiero logico” perché, in effetti ancor oggi, fin dai tempi di Aristotele, solo col pensiero logico si è andati avanti conquistando quelle poche porzioni di verità oggettiva che è dato all’uomo possedere. E la verità oggettiva esiste, checché ne dica il Solone Popper.

Fonte (con video)www.byoblu.com

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