lunedì 1 novembre 2021

L' "empatia" per tutti tranne che per i no vax.

Che sciocchini questi No vax. Non si fidano di Draghi, né di Ricciardi o di Arcuri, né di Bergoglio, la cui bontà è talmente grande da accogliere con grandi feste perfino Sleepy Joe, pur con tutti i suoi aborti di nove mesi.

Questi No vax si fanno turbare dal fatto che le dosi del vaccino prima erano una, poi due, ora tre, prima bisognava congelare le fiale, adesso non più, prima erano solo per gli over 60, adesso anche per i bimbi. Questi Bastian contrari si innervosiscono per il green pass che costa appena 15 euro, il quale prima era solo fino al 31 dicembre e ora lo vogliono posticipare fino a giugno. Pensate che matti: questi No vax danno retta a 1579 medici che pur di non farsi inoculare il vaccino si farebbero ammazzare, e già si sono fatti sospendere.

Il sospetto bislacco del popolo protestatario  è che dietro la vicenda dei vaccini vi possa essere un filo di  interessi delle case farmaceutiche e forse perfino qualcosa di più.

Abbiatene compassione, i No vax sono soggetti impressionabili e vittime dei complottismi antiscientifici ...


Che volete, la paura è paura: ci sono quelli che giustamente temono il Covid che ha fatto 140.000 morti, oppure anche 3.477 come dice l’Istituto Superiore di Sanità, ma fa lo stesso, sono sempre tanti. E ancor oggi, questo virus – che non si è indebolito perché fatto col Meccano a Wuhan, ma per merito del vaccino – produce BEN 30 morti al giorno su 60 milioni di italiani.

Così, dall’altra parte, ci sono coloro che – sbagliando – temono di inocularsi qualcosa che, nonostante le case farmaceutiche e il Governo non si prendano responsabilità, è sicuro e buono come il pane. Il vaccino è anche un po’ come l’Eucaristia che “ci guarisce dalla nostra memoria malata di negatività”, come twitta il niveo inquilino di Santa Marta.

Ciò che colpisce, però, è come questi poveretti disinformati vengano trattati dai media. 

Questo davvero merita una voce critica: ma, scusate, e l’EMPATIA, di cui tutti si riempiono la bocca, come  i bambini golosi si impiastricciano col cioccolato, dov’è finita? 

Abbiamo empatizzato con Cesare Battisti, (il terrorista, non l’eroe irredentista, che non se lo fila più nessuno); abbiamo empatizzato con gli stranieri stupratori che, “poverelli non conoscono le usanze del nostro paese”, coi ladri che, nell’adempimento delle loro mansioni, rischiano di beccarsi una pallottola dai proprietari delle case, empatizziamo perfino con i cinghiali che, nonostante fra poco ce li ritroveremo in salotto, vengono barbaramente abbattuti dai cacciatori per farne salsiccette e ragù.

Si empatizza anche col Diavolo, visto che gli si dedicano mostre e monumenti, però sui No vax e i No green pass si può aprire il fuoco a volontà, si può dire loro di tutto, li si può docciare, tartassare, licenziare, manganellare dal vivo e sui giornali senza pietà. Non sono stati ancora sollevati dei dubbi sulla condotta morale delle loro mamme, ma fra poco ci arriveremo.

Insomma, l’empatia ce la siamo giocata tutta d’un tratto e solo per una categoria. 

Potremmo citare ai giornaloni questa testimonianza di un sacrestano No vax, ma siamo sicuri che rimarrebbero gelidamente impermeabili a qualsiasi emozione.

Lavoro come sacrista da anni. Quando è arrivato il momento fatidico del green pass, ovviamente mi sono trovato a un bivio. Il rettore mi ha invitato al vaccino a più riprese. Ho sempre rifiutato fermamente a causa dei feti abortiti. Ho portato anche la documentazione al rettore …. Gli ho fatto presente che con il vaccino la Chiesa bimillenaria ti scomunica latae sententiae. Lo dice il codice di diritto canonico, non io. 
Ma niente. Mi ha fatto spallucce. Il risultato di tutto questo è stato solo una logica conseguenza. Ora con 2 figli piccoli e con la mia famiglia che campa del mio stipendio, la chiesa della misericordia di Bergoglio mi ha lasciato a casa. Senza salario. 
La Fede impone delle scelte, la verità ha un prezzo e io lo porto avanti. Il Signore provvederà. La cosa che mi ha inquietato, è la facilità con cui nessuno dei preti con cui lavoro da anni (e sono 6) mi abbia chiamato chiedendomi come facciamo a vivere. Nessuno. Compreso il rettore che proprio qualche giorno fa si è preso la briga di chiamarmi solo per invitarmi a vaccinarmi “così non ci pensavo più”, parole testuali. Porto la mia testimonianza, e lo dico a voce alta. Questa è una chiesa senza valori cattolici che niente ha a che vedere con gli insegnamenti di Cristo”.

E allora, se non vale per tutti, se vale solo quando fa comodo, ci perdonerete se tratteremo dell’Empatia, di cui parla spesso anche Bergoglio (vedi inchiesta Papa e Antipapa), come di un concetto-truffa, tanto quanto quello dell’Inclusione, di cui abbiamo precedentemente trattato.

Scrive il linguista americano George Lakoff: “Dietro ogni politica progressista c’è un singolo valore morale: l’empatia”.

Ecco, appunto. Se questo non fosse sufficiente a chiarirvi le idee, il noto psicologo canadese-americano Paul Bloom, docente a Yale, (ebreo e ateo, non certo un teocon), ha pubblicato “Contro l’empatia” (Liberilibri), un volumetto che demolisce il nuovo dogma: 

L’empatia ha i suoi meriti. Può essere una grande fonte di piacere, se riguarda l’arte, la fantasia e lo sport, e può essere preziosa nelle relazioni intime. A volte, può spingerci a fare del bene.  Ma, nell’insieme, è una guida morale scadente. È come una bibita dolce e gassata: invitante, deliziosa, dannosa. Getta le basi per giudizi insensati e spesso genera motivazioni che ci spingono a crudeltà e indifferenza. 
Può condurre a decisioni politiche irrazionali e ingiuste, può corrodere relazioni importanti  e renderci peggiori come amici, genitori, mariti e mogli. […] 
Non c’è bisogno dell’empatia per rendersi conto che sarebbe sbagliato lasciare annegare una bambina. Ogni persona normale entrerebbe nell’acqua e la tirerebbe fuori senza preoccuparsi di alcun fermento empatico.

Aggiunge Bloom: 

“Essere contro l’empatia non significa che dovremmo essere egoisti e immorali. È l’opposto. Se vogliamo essere persone buone e premurose, se vogliamo rendere il mondo un posto migliore, ci riusciremo meglio senza l’empatia: essa è un riflettore che illumina solo certe persone qui e ora. Questo ci porta a curarci di più di loro lasciandoci insensibili alle conseguenze di lungo termine dei nostri atti, e ciechi rispetto alle sofferenze di quelli con cui non possiamo empatizzare”.

L’empatia emotiva – E ARRIVIAMO AL PUNTO –  si esplica solo sulle persone che ci sono simpatiche o che consideriamo vicine. 
Se poi parliamo di empatia cognitiva, si noti che tale facoltà è perfettamente impiegata da psicotici, serial killer e truffatori per abbindolare le loro vittime. 
Provate a empatizzare con un narcisista, o un manipolatore: verrete spolpati.

Perfino l’ateo Bloom privilegia senza alcun dubbio la morale razionale, come già qualche milione di filosofi prima di lui: 

“Questa è qualcosa di più e di diverso rispetto all’empatia. Le decisioni su cosa sia giusto e cosa sbagliato, sulla ragione delle nostre azioni hanno molte fonti d’ispirazione”. 
Non è infatti facile individuare la scelta giusta per il vero bene, ma l’ultima cosa da fare è proprio delegarla a una mera sensazione di pancia”.

Insomma: la SPIETATEZZA riservata ai No vax (a prescindere dal fatto che essi abbiano torto o ragione) rivela tutta l’impostura dietro al concetto di empatia. 
Se non volete finire fritti o inscatolati come sardine, quando qualcuno vi parla di empatia, attenti alla trappola: più empatizzerete, più  sarete manipolabili, vessati dalla dittatura dei buoni sentimenti, turlupinati dalla propaganda emozionale e, infine, divorati dai lupi travestiti da agnelli.

Fonte: byoblu.com

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