martedì 2 novembre 2021

Mascherine, qual è il supporto scientifico?


di Noah Carl

Facendo riferimento all’uso della mascherina, studi scientifici sviluppati dai centri di ricerca più qualificati del mondo hanno fatto, all'unisono, l’ennesimo esempio:

"Indossarle è come applicare le grate di un carcere per impedire alle zanzare di accedere all’interno di una cella" ...

Community masking: da dove viene la “scienza”?

Prima del 2020, le prove dell’efficacia del community masking (mascheramento della comunità) cioè chiedere ai normali membri della società di indossare maschere di stoffa o chirurgiche mentre svolgono le loro proprie abitudini – erano tutt'al più traballanti ...


Queste prove sono state esaminate in dettaglio da Jeffrey Anderson, ex direttore del Bureau of Justice Statistics.

Egli osserva che:

- dei 14 RCT che hanno testato l’efficacia delle mascherine nel prevenire la trasmissione di virus respiratori, tre suggeriscono - ma non forniscono alcuna prova statisticamente significativa nell’analisi intention-to-treat - che le maschere potrebbero essere utili.
Gli altri undici suggeriscono che le mascherine o sono inutili, se confrontate con l'assenza di mascherine, o che sembrano non aggiungere nulla a una buona igiene delle mani, o che siano addirittura controproducenti.

In un altro pezzo che vale la pena leggere, il professor Steve Templeton fornisce una lista di citazioni di quella che lui chiama “l’era BP” (Before Things Got Political). Ogni citazione, presa dall’uno o dall’altro esperto, testimonia la mancanza di prove che il mascheramento della popolazione funzioni contro i patogeni respiratori.

Per esempio, in un'analisi sistematica pubblicata all’inizio dell’anno scorso, Jingyi Xiao e colleghi “non hanno trovato prove, confermate in laboratorio, che le mascherine facciali di tipo chirurgico siano efficaci nel ridurre la trasmissione dell’influenza, sia quando indossate da persone infette… o da persone della popolazione in generale per ridurre la loro vulnerabilità”.

Questo è presumibilmente il motivo per cui, all’inizio della pandemia di COVID-19, le autorità sanitarie sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti hanno sconsigliato il mascheramento della popolazione.

Per esempio, il 4 marzo 2020, Chris Whitty ha detto a Sky News che “indossare una mascherina in assenza di infezione corrisponde a una riduzione quasi pari a zero”.

E il 3 aprile, Jonathan Van Tam ha affermato che “non ci sono prove che l’uso generale delle mascherine facciali… abbia un'influenza sulla diffusione della malattia”.


Allo stesso modo, in un tweet inviato il 27 febbraio, il CDC ha detto che “attualmente non si raccomanda l’uso di mascherine facciali”.
E due giorni dopo, il Surgeon General degli Stati Uniti ha esortato le persone a “SMETTERE DI COMPRARE MASCHERINE” perché “NON sono efficaci” per impedire alla popolazione di contrarre il coronavirus.

In un’intervista video del maggio del 2019, Anthony Fauci ha addirittura riso all'idea di indossare mascherine facciali. L’intervistatore gli chiede: “Il modo migliore per me di prevenire di prendere una malattia infettiva… qual è? Indossare una mascherina?” Al che Fauci risponde: “No, no no… eviti tutti gli aspetti paranoici”.

Eppure, nell’estate del 2020, le autorità sanitarie di entrambi i paesi avevano fatto un voltafaccia, e ora raccomandavano le mascherine alla popolazione. Queste raccomandazioni sono successivamente diventate mandati.

“La scienza”, in altre parole, era cambiata.

Ma cosa ha provocato questo cambiamento?

La risposta misericordiosa è che sarebbero emerse nuove prove che suggeriscono che il mascheramento della comunità funzioni contro la SARS-CoV-2.
Tuttavia,
queste nuove prove sembrano altrettanto traballanti  - se non di più - di quelle precedenti il Covid.

Il sospetto è che sia successo qualcos’altro.

Nella primavera del 2020, tutti i paesi occidentali erano sulla stessa traiettoria ascendente, con casi che raddoppiavano ogni pochi giorni. Nel frattempo, Giappone, Corea, Hong Kong e Singapore erano riusciti ad “appiattire la curva”, nonostante avessero evitato le chiusure draconiane.


I commentatori stavano cercando una spiegazione e le “mascherine” ne sembravano una valida. Dopo tutto, le autorità sanitarie occidentali le avevano sconsigliato. Eppure molti asiatici orientali le indossavano da anni.

Se seguivate i social media in quel periodo, probabilmente ricorderete di aver visto una versione di questo grafico, che è diventato virale numerose volte:



Mettendo che “correlazione non equivale a causalità”, sembra suggerire che le mascherine siano un fattore cruciale per tenere il COVID sotto controllo.

Naturalmente, la successiva imposizione di mascherine nei paesi occidentali non ha impedito l’insorgere di grandi focolai invernali, il che mina piuttosto la teoria delle mascherine.

Tuttavia, all'epoca sembrava abbastanza plausibile.

E gli articoli
cominciarono ad apparire nelle principali testate giornalistiche mettendo in discussione la riluttanza dell’Occidente ad indossare mascherine. Sui social media, i commentatori chiedevano perché non avremmo dovuto seguire i paesi dell’Est Asiatico, dato il loro successo di gran lunga maggiore nel gestire la pandemia.

Sospetto che questa pressione abbia avuto più a che fare con il voltafaccia delle autorità sanitarie che con qualsiasi cambiamento fondamentale nella qualità delle prove. È stato un altro caso di “logica del politico”.

Qualcosa deve essere fatto; indossare la mascherina è qualcosa; quindi dobbiamo farlo.

In poche settimane, ‘La scienza’ è passata da ‘non fare X’ a ‘fare X’.

Eppure c’è voluto un altro anno intero perché fosse pubblicato il primo RCT sul mascheramento della popolazione. La teoria che ho delineato è speculativa, naturalmente. Ma non vedo cos’altro possa spiegare un cambiamento così improvviso nei consigli della salute pubblica.

Fonte: "Community Masking: Where did ‘The Science’ Come From?"- dailysceptic.org
Tradotto da Catherine

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