In questi ultimi anni si pubblicano sempre più articoli sui possibili rapporti tra fisica quantistica e paranormalità; e a ragione, perché qualcosa di vero sembra effettivamente esserci; particelle elementari (composte anche di informazioni) e coscienze (composte di informazioni: memoria, conoscenza, ecc.) sembrano talvolta obbedire alle stesse leggi quantistiche, ossia agli stessi effetti quantistici.
Prendiamo per esempio l’effetto Einstein-Podolsky-Rosen, in breve EPR, e la telepatia (da Bruno Severi, I miracoli della fisica quantistica, in “Scienza e Cultura nel mondo”, n. 1, p. 67 ):
"La nostra capacità di comprensione, così come la nostra immaginazione, ci rappresenta le particelle subatomiche come sferette materiali infinitamente piccole che interagiscono l’una con l’altra attraverso le forze che si ritiene siano vuote. Ma come era d’aspettarsi, le cose non sono così semplici.
Queste particelle hanno dimostrato di possedere alcune caratteristiche davvero inquietanti, prima fra tutte il fatto di manifestare una qualche sorta di connessione reciproca anche se separate da distanze infinitamente grandi (i fisici definiscono questa proprietà “non località”).
Ad esempio, due particelle provenienti da una stessa sorgente e che si allontanano, rimangono unite da un misterioso legame che le accomuna al di là di ogni barriera spazio-temporale che si interponga tra esse. Se agiamo in qualche modo su una delle due, anche l’altra ne risentirà istantaneamente nonostante le notevoli distanze che la separano.
Questa sorta di azione a distanza ha sconvolto le menti dei fisici ed in primo luogo quella di Albert Einstein. Che cosa sia questa misteriosa connessione che tiene legate le due particelle non ci è ancora dato di sapere. Einstein definiva questo fenomeno, per lui impossibile, “azione fantasma a distanza”.
Alcuni fisici di spicco ritengono che alla base di questo bizzarro comportamento ci sia il fatto che due particelle, che si siano incontrate ad un certo momento della loro esistenza o che abbiano avuto origine dallo stesso processo fisico, non possano avere due destini assolutamente distinti.
Formerebbero, in definitiva, un unico sistema che le tiene unite e le comprende anche se le due particelle si vanno a collocare su due galassie diverse. Il misterioso legame che le unisce rappresenterebbe una sorta di connessione telepatica che, per l’istantaneità con la quale si verifica, abbatterebbe la famosa barriera della velocità della luce sostenuta dalla teoria della relatività di Einstein."
In parapsicologia è noto il fenomeno della telepatia tra amici, innamorati, familiari. Tra questi ultimi ha particolare importanza il caso dei gemelli monozigoti, legatissimi dal punto di vista affettivo, e i casi di telepatia tra loro non si contano.
Essi si comportano come le particelle con stessa origine: queste hanno, per la loro esistenza, il legame dell’effetto EPR, mentre i gemelli hanno un forte legame telepatico: l’effetto EPR psichico.
Gli altri familiari, amici e innamorati si comportano invece come le particelle che, pur non avendo avuto la stessa origine, hanno avuto un qualche contatto; una conoscenza reciproca, che poi viene trasformata in amicizia o amore, un legame affettivo, che è alla base di parecchi casi di telepatia; l’amore, giustamente, è stato definito una forma di telepatia dilatata. In questi casi, (amici e parenti), la telepatia è un po’ meno diffusa e meno eclatante che negli altri, quello dei gemelli omozigoti, (comunque legame psiche-psiche).
Qualcosa di simile sembra avvenire anche con il contatto tra persone e cose (legame psiche-materia), il che sarebbe alla base della psicometria (che si ha quando un sensitivo, detto psicometra, toccando un oggetto o sostando in un locale, ne percepisce la storia e anche quella dei loro proprietari passati) e della magia: così ne scrive Ugo Dettore nella sua enciclopedia L’altro Regno (Bompiani, Milano, 1973, p. 294):
Uno dei maggiori studiosi della magia, J.G. Frazer, ne mise in rilievo i due postulati fondamentali: 1) il simile agisce sul simile; 2) il contiguo agisce sul contiguo. Per questo il cacciatore primitivo si riveste delle pelli dell’animale che vuole cacciare, e per questo tutti i popoli primitivi sono convinti che il possedere un qualsiasi frammento di una persona (capelli, ritagli di unghie, saliva, escrementi, ecc.), permetta, agendo su di esso, di operare in egual tempo sul suo possessore in bene o in male. I due postulati si possono poi ridurre a uno solo: l’analogia. In senso lato la magia può essere definita una forma di analogica di conoscenza e di azione, fondata cioè sull’associazione di idee.
Quindi: particelle a contatto, effetto EPR; coscienze a contatto: ESP; cose a contatto: magia.
Ma anche i fenomeni di smaterializzazione e apporto sarebbero per certi aspetti riconducibili ad un altro fenomeno quantistico, l’effetto tunnel.
L’effetto EPR è descritto anche, con una possibile conseguenza olistica, nella relazione di Maria Luisa Felici, Nuove frontiere della scienza e della parapsicologia (1), al I Convegno Romano di Parapsicologia promosso da La DueBi nuove frontiere (che pubblica la rivista “Scienza e Cultura nel mondo” e che spesso ospita articoli sull’argomento).
Un accenno all’effetto tunnel è riportato dal libro Spirito e Materia, Hobby and Work Ed., a cura dei redattori delle Edizioni Time-Life, p. 85 (§ La teoria dei quanti):
Alcuni parapsicologi hanno preso in considerazione i complessi principi della meccanica quantistica nella speranza di spiegare come la mente possa influenzare la materia. Nel micromondo delle particelle, sub-atomiche, gli eventi sono spesso imprevedibili e anche non meno bizzarri, per esempio, di una tazza che passi intatta attraverso uno schermo solido. Alcuni ricercatori psi, in particolare il fisico Helmut Schmidt, affermano di aver dimostrato che osservatori dotati di poteri paranormali possono influenzare gli eventi a livello di quanti. E alcuni parapsicologi sostengono che se questo potere esiste, potrebbe esercitare un impatto anche nel macromondo [effetto tunnel macroscopico? ndA].
Immaginate una tazza che attraversi una barriera. Secondo le leggi della scienza comune, un evento del genere è impossibile. Come può un oggetto passare attraverso un altro?
Eppure certi individui dotati di poteri paranormali affermano di essere capaci di far sparire un oggetto da un luogo e di farlo riapparire altrove, sia spostandolo da una stanza all’altra che dall’interno all’esterno di un contenitore. In realtà, le microparticelle in un certo senso si comportano in modo simile, superando barriere [quando queste sono con energia superiore alla propria, si ha l’effetto tunnel, ndA] e ricomparendo dove secondo la fisica classica non potrebbero essere. Anche una tazza è composta da innumerevoli microparticelle. Se queste minuscole unità possono superare la barriera – si interrogano alcuni ricercatori psi – per quale ragione non sarebbe possibile, in certe condizioni, che la tazza intera possa attraversare un muro? Per quanto questa analogia possa essere suggestiva, la maggior parte degli scienziati sostiene tuttavia che in genere le leggi del micromondo non sono applicabili al macromondo.
Un altro presunto effetto tunnel paranormale si avrebbe nelle NDE (e qualche volta anche nelle OOBE), o esperienze iniziali di morte, dove il soggetto percepisce chiaramente di attraversare rapidamente un tunnel, per ritrovarsi in un’altra dimensione non fisica ma molto luminosa (nelle OOBE, invece, si ritroverebbe in un posto fisico, di questo mondo, anche molto lontano). Giuliana Conforto, nel suo libro Il Gioco Cosmico dell’uomo-LUH (Ed. Noesis) dice chiaramente che potrebbe trattarsi di un “effetto quantico”. Secondo noi, però, potrebbe trattarsi di effetto tunnel misto a teletrasporto paranormale della sola coscienza, a differenza del teletrasporto paranormale di materia (piccoli oggetti) come nel poltergeist e negli apporti medianici. Infine, le esperienze di coscienza cosmica (CC), cioè della dilatazione della coscienza a livello cosmico (v. di A.E. van Vogt, Mente suprema, Editrice Nord, Milano, 1978), con percezione, tra l’altro, di luce e conoscenza diretta, sembrano collegate ad un modello olografico della realtà, anch’esso collegato, a sua volta, a concezioni quantistiche (non località, ologrammi, connessioni tra tutti e il Tutto, ecc.). Anche altri fisici, per esempio, Fabrizio Coppola nel suo libro Ipotesi sulla realtà (Lolli Ed., 1993) sostengono che, con la nuova fisica del Campo Unificato – CU – i fenomeni paranormali sarebbero possibili; p. 420:
Ciò [paranormalità, capacità paranormali tipo le “siddhi” degli yogi, ndA] naturalmente sembra del tutto impossibile e assurdo nella vecchia concezione cartesiana, che purtroppo domina ancora la nostra cultura e la nostra mentalità (per cui i suoi preconcetti ci rendono difficile accettare la presente esposizione); comunque è del tutto possibile nella nuova concezione, e potrebbe spiegare anche l’esistenza dei fenomeni paranormali.
Concetti analoghi esprime Lyal Watson, nel suo libro Oltre Supernatura (Ediz. Mediterranee), accennando infine alla telepatia e al contatto saman (le esperienze di coscienza cosmica) basata sull’effetto quantistico EPR accennato all’inizio, e qui brevemente riassunto, p. 223:
[...] Niente di tutto ciò emerse nella fisica tradizionale. Cause chiaramente riconoscibili davano luogo a fenomeni misurabili e questo è quanto. Tutto il resto era impossibile. Nella nuova fisica nulla è impossibile. Alcune cose sono meno probabili di altre, ma tutto può accadere. La mente e la materia coesistono, lo stato dei sistemi dipende da quelli che li osservano e non ha più senso separare un mondo fisico da quello psichico. Il fascino di questa comprensione per la parapsicologia è ovvio.
Il fatto che la presenza di un osservatore umano sembra provocare “il collasso della funzione di un’onda” di un sistema in una delle varie possibilità (per esempio un gatto vivo o morto [2]) implica l’esistenza di una interazione psicofisica. Si stanno ora facendo sforzi particolari per identificare questo meccanismo perché spiegherebbe tutto, dal poltergeist ai cucchiai piegati. Un’altra conseguenza della teoria quantistica è che comprende come due sistemi, che siano stati in contatto, siano poi inestricabilmente collegati nel loro futuro. I due vanno trattati come in uno. Se uno viene osservato successivamente, creando così dei mutamenti di stato, avverrà un equivalente cambiamento nell’altro sistema, indipendentemente dalla loro distanza. E questo cambiamento avverrà all’istante, in contraddizione con l’antico principio che nessun segnale può viaggiare più veloce della luce.
Se questo potrà essere dimostrato, fornirà un meccanismo per i fenomeni della telepatia e del contatto saman (collegamenti tra effetto EPR, ologramma e CC, 3; telepatia e gemelli, 4). Esistono pochi fisici che dubitano delle conclusioni della teoria quantistica. Si sono già dimostrate troppo utili per essere sbagliate. Ma alcuni sono ancora a disagio per la loro inclusione di osservatori coscienti, e molti sono turbati della velocità con cui idee come i buchi neri, le curve temporali e le non-locazioni siano diventati il fulcro di entusiasmi da culto e adulazione mistica.
Pochi hanno espresso la speranza che le presenti conclusioni siano temporanee e che la confusione passi con il ritrovamento di una soluzione neoclassica e più obbiettiva. Non andrà a finire così. I vecchi modi di guardare il mondo sono stati sostituiti da una cosmologia, e una fisica completamente nuove e più fondamentali.
Questa nuova visione ha implicazioni a lungo raggio per la filosofia e potrebbe essere in grado di risolvere alcuni problemi offerti dall’esperienza anomala, ma ogni tentativo fatto ora di spiegare il paranormale è troppo prematuro.
Vi saranno sicuramente dei miglioramenti di comprensione, ma se è rilevante l’esperienza degli ultimi anni, saranno ancor più matematici e disgiunti dal linguaggio quotidiano. Il meglio che la parafisica possa offrire al paranormale, al momento, è il commento di Sir Arthur Eddington: “Qualcosa di sconosciuto sta facendo quello che non sappiamo”. Per lo meno, è positivo sapere che c’è qualcosa.
Con questa breve panoramica di autorevoli citazioni, abbiamo voluto sottolineare la possibilissima compatibilità tra la paranormalità e la fisica quantistica, compatibilità che invece non esisteva affatto con la fisica classica; mentre questa si era limitata allo studio della sola materia, dello spazio e del tempo del macrocosmo visibile, la fisica quantistica si occupa invece anche del microcosmo fisico (il suo regno) e della coscienza (causa o concausa dei fenomeni paranormali, legati, come abbiamo visto, ad effetti quantistici come l’EPR, l’effetto tunnel, l’olografico, il teletrasporto quantistico basato sull’effetto EPR).
E, in queste grandi differenze tra le due fisiche, la classica e la moderna, c’è abbastanza posto per la coscienza, e per tutti i suoi fenomeni, normali e mediati dal cervello, e paranormali indipendenti in tutto e in parte dal cervello; e anche quelli mistici e miracolistici, due forme eccezionali di fenomeni paranormali, oltre quelli comuni (ESP, PK, OOBE, NDE). A proposito di miracoli, è sempre valido ciò che ha detto sant’Agostino:
I miracoli accadono non in opposizione alla natura, ma in opposizione a ciò che conosciamo della natura.
E cioè a quel poco che noi finora sappiamo della natura. Più cose sapremo, meno “miracoli” osserveremo, fino all’estremo limite ==> conoscenza totale=miracoli zero. Ma chissà come e quando raggiungeremo quel limite, poco distinguibile dall’“Onniscienza” divina.
In passato, più cose abbiamo saputo della natura, cioè più conoscenza abbiamo creato, più fenomeni prima strani e incomprensibili vi hanno trovato posto. A cominciare dai fulmini (e qui sarebbe interessante precisare che i fulmini vanno dal basso in alto, e non viceversa) – da espressioni dell’ira di Giove, a gigantesche scintille elettriche naturali e perfino riproducibili in laboratorio – per finire (o quasi) oggi, con i fenomeni paranormali: “impossibili” ieri secondo la fisica classica materialistica, possibili oggi con la fisica quantistica aperta alla coscienza e a tutti i suoi fenomeni; comprese l’esperienza mistica (effetto EPR ologramma), e la sopravvivenza dopo la morte (suo possibile teletrasporto quantistico per effetto tunnel in altra dimensione, coinvolgendo i gravitoni come veicolo, essendo queste le sole particelle in grado di attraversare microscopici buchi neri-wormholes, l’iperspazio che separa le due dimensioni, questo e “l’altro mondo”).
Le NDE non sarebbero altro che alcuni di questi passaggi non riusciti, e che danno la possibilità agli studiosi di osservare le modalità della morte, dal punto di vista parapsicologico, ma anche psicologico, filosofico, clinico, ecc. E la fisica quantistica, potrebbe dare il suo contributo in tal senso (l’effetto tunnel eventualmente coinvolto, e anche il principio olografico nelle NDE più emblematiche, frammiste ad esperienze mistiche o di coscienza cosmica).
Fisica quantistica e paranormalità: un binomio inscindibile, nei futuri studi in entrambi i campi, che sconfinano spesso l’uno nell’altro.
Questo è il risultato della presente panoramica sui legami finora intravisti tra l’una e l’altra, e che si desidererebbe suggerire ai parapsicologi con qualche buona conoscenza di fisica quantistica, e, viceversa, ai fisici moderni con qualche buona conoscenza dei fenomeni paranormali.
Sarebbe un’ideale e proficua collaborazione.
Riepilogo grafico generale della relazione tra
Fisica quantistica e PP
Fonte, note e appendice: www.giovanniarmillotta.it
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