martedì 25 dicembre 2018

Krishna, Horus, Mithra: era già Natale, ben prima di Cristo

L’etimologia del termine “Natale”, come sostantivo maschile, deriva dal latino “Natalis (nascita); “dies Natalis” significa “il giorno della nascita”. 

Il termine “nascere” proviene dal latino “noscere”, che significa “cominciare a conoscere” e ha le sue radici in altre lingue; è un termine collegato ai termini: notizia, nobile, celebre, konig, king. 

Il significato etimologico di Natale è quindi legato sia alla nascita, sia alla conoscenza. 

Per i Popoli del Nord, le notti dal 25 dicembre al 6 gennaio erano particolarmente sacre. Nei paesi scandinavi venivano celebrati i natali di Frey, figlio di Wodan (Wuotan: Odino), dio della natura, e di Berchta (Frigga: Holda) sua sposa, con la festa scandinava di Yule. Riservati al culto solare erano in epoca megalitica il monumento di Stonehenge (Inghilterra) e i Menhir di Carnac (Bretagna), orientati verso Est (il Sole levante). 

Fra i popoli celtici si accendevano e si accendono tutt’ora il 25 dicembre dei sacri fuochi al dio Lug (luminoso) detto Griamainech (Viso del Sole), corrispondente al greco Hermes e al latino Mercurius. Questi fuochi sono ancor oggi conosciuti fra gli irlandesi e i montanari della Scozia, e vengono accesi in onore di Cristo ...


La festa del solstizio d’inverno è sempre stata associata alla celebrazione della Rinascita della Luce e dell’attesa di un “parto” miracoloso della “Vergine celeste”, “Regina del Mondo”, con la nascita del suo divino “Infante”. 

Il Rito della Natività del Sole, celebrato in Siria e in Egitto, era molto solenne. Al solstizio d’inverno i celebranti si riunivano in particolari santuari sotterranei (hipógei), da cui uscivano a mezzanotte esultando: «La Vergine ha partorito! La Luce cresce!». Gli antichi egiziani rappresentavano il Sole appena nato, Horus, con una “Imagine” di un Infante in cera o argilla, che mostravano ai fedeli di Iside e Osiride. La figura di Iside col bimbo Horo somiglia talmente alla Madonna col Bambin Gesù che a volte ricevette l’adorazione inconsapevole dei primi cristiani (dal “Libro dei Morti” egiziano). Iside d’Egitto, come Maria di Nazareth era la Nostra Signora Immacolata, la Stella del Mare (Stella Maris), la Regina del Cielo e Madre di Dio, ed era rappresentata in piedi sulla falce della Luna e coronata di stelle. La figura della “Vergine” dello zodiaco (Virgo) nelle antiche immagini appare come una donna che allatta un bambino, archètipo di tutte le future madonne col divino fanciullo.

In India, l’antichissima religione dei primi Brahmani vedici, nei più antichi inni del “Rig-Veda”, chiama Sûrya (il Sole) e Aghni (il Fuoco) il Regolatore dell’Universo, Signore degli Uomini e il Re Saggio,e la Madre Devakî è similmente raffigurata col divino Krishna tra le braccia. Per i babilonesi, la Madre Mylitta o Istar di Babilonia era raffigurata con la consueta corona di stelle e con il divino figlio Tammuz, la cui nascita veniva commemorata nelle rituali Sacee babilonesi, feste della nascita analoghe al nostro Natale. Il periodo del solstizio al 25 dicembre ricorre anche per la nascita verginale del principe Siddharta, che fu adombrato da Buddha (l’Illuminato) allo stesso modo in cui Gesù fu adombrato da Cristo. Per la storia dell’antica Cina, Buddha nasce dalla vergine Mâyâdevi. Per i persiani, al solstizio d’inverno nacque Mithra, divinità solare di origine indo-iranica, anch’egli “nato” in una grotta, da una vergine. Fra i suoi sacerdoti si ricordano i Magi citati nel Vangelo di Matteo, sapienti astrologi e discepoli di Zarathustra-Zoroastro, che attendevano da tempo il ritorno di Mithra-Maitreia, secondo antiche profezie.

Per i nabatei, popolazione araba che nel I secolo a.C. dominò la Giordania Orientale, la divinità Dusares (foto a destra) era unita al Sole, portava l’attributo di “invincibile”, congiunto a Mithra, e il suo giorno natalizio cadeva sempre il 25 dicembre. Nel 274 d.C. Aureliano fece erigere a Roma un sontuoso tempio in onore di Mithra, e numerosi “mithrei” sorsero e si conservano tutt’ora in altre zone d’Italia, noti sotto il nome di “Hipógei”. 

Nell’antica Grecia veniva celebrata la festa della “Ghenesìa” (il giorno del Natalizio). Il mito di Hermes (Mercurio) presenta particolari analogie con la figura di Gesù. Nato in una grotta, figlio di Zeus (Iuppiter: Giove-Padre) e da Maia (la maggiore delle Pleiadi), Hermes è spesso rappresentato con un agnello sulle spalle, da cui deriva il suo nome di Crioforo (portatore dell’agnello). E’ anche ricordato come Guida delle Anime nella dimora dei morti (Ade-inferno). Da tale funzione deriva il nome di Ermes-Psicopompo, “accompagnatore delle anime”, e in tali vesti servì di immagine ai primi cristiani per figurare il Buon Pastore, al punto che queste identificazioni si fusero con la figura del Christo.

La data del solstizio d’inverno fu ripresa dal cristianesimo per il Natale di Gesù, in coincidenza con altre feste confluite a Roma, come il “dies Natalis Solis Invicti” il Natale del Sole Invitto (il sole invincibile), il Natale di Mithra, la Nascita di Horus in Egitto e quella di Tammuz a Babilonia. Storicamente la più antica fonte conosciuta, che fissa al 25 dicembre la nascita di Gesù, è di Ippolito di Roma (170 circa- 235) che già nel 204 riferiva della celebrazione del Natale, nell’Urbe, proprio in quella data; e soprattutto Sesto Giulio Africano (211 d.C.) nella sua “Cronografia” del mondo. Inoltre ci sono anche le prove, indirette ma evidenti, contenute nei Rotoli di Qumran (“Cronaca dei Giubilei”) che confermano la tradizione apostolica secondo la quale vi erano la festività dell’Annuncio a Zaccaria il 23 settembre, la festa dell’Annuncio a Maria sei mesi dopo (25 marzo) e la nascita di Gesù nove mesi dopo (25 dicembre).

Ufficialmente la festa del Natale cristiano fu fissata nel 335 d.C. dall’imperatore Costantino, che sostituì la festa natalizia di Mithra-Sole del 25 dicembre con il Natale di Cristo, chiamato dal profeta Malachia “Sole di Giustizia” e da Giovanni Evangelista “Luce del Mondo”. Da Roma la nuova festa del Natale cristiano si diffuse rapidamente in Oriente (seppure con qualche resistenza), come attestato da San Giovanni Crisostomo nell’omelia pronunciata nel 386, in cui asseriva che la festa era stata introdotta ad Antiochia una decina d’anni prima (circa nel 375) mentre non era in uso né a Gerusalemme, né ad Alessandria, né in Armenia, dove invece nelle chiese locali osservavano già la festa della “Manifestazione” al 6 gennaio, cioè la triplice epifania del Salvatore: la nascita di Gesù, l’adorazione dei Magi, il battesimo nel Giordano (Christòs). Risulta quindi che verso la fine del IV secolo s’era esteso a tutta la Chiesa l’uso di celebrare l’anniversario della nascita di Gesù-Cristo, in Oriente al 6 gennaio e in Occidente al 25 dicembre.


La Novena di Natale è strettamente legata al culto ufficiale, ma va precisato che il Natale fa parte di un ciclo di dodici giorni, conosciuto col nome di “Calende”, di origine molto antica. 

Infatti il Natale segnava l’inizio del nuovo anno. Nelle case dei nostri antichi avi si accendeva a Natale un ceppo di quercia, dai poteri propiziatori, che doveva bruciare per 12 giorni consecutivi, e dal modo in cui bruciava si intuivano i presagi sul nuovo anno in arrivo. Il ceppo doveva essere preferibilmente di quercia, perché il suo legno simboleggia forza e solidità. Simbolicamente si bruciava il passato e si coglievano i segni del prossimo futuro; infatti le scintille che salivano nella cappa simboleggiavano il ritorno dei giorni lunghi, la cenere veniva raccolta e sparsa nei campi per sperare in abbondanti raccolti. Si tratta di un’usanza le cui radici risalgono alle popolazioni del Nord Europa. Abbiamo la testimonianza di Lucano, nel “Bellum civile” (III, 400) in cui ha descritto come gli alberi assumessero un ruolo fondamentale nel culto delle popolazioni celtiche che i romani si trovarono a fronteggiare: un culto in cui simbolismo e ritualità si fondevano in modo straordinariamente armonico.

In particolare i Teutoni, nei giorni più bui dell’anno, piantavano davanti alle case un abete ornato di ghirlande e bruciavano un enorme ceppo nel camino. Questi simboli sono sopravvissuti nell’albero di Natale, che rimane verde tutto l’anno e non perde le foglie durante l’inverno come fanno gli altri alberi. 

L’albero rappresenta anche il simbolo del corpo umano e più precisamente il suo sistema nervoso compreso il cervello, nel quale deve brillare la luce, ovvero la conoscenza che viene dal “cielo” del pensiero e dalla coscienza universale, simboleggiata dalla stella di Natale, che indica l’illuminazione, la conoscenza e la consapevolezza dell’amore che mantiene vivente il creato. 

Rio de Janeiro

Quest’usanza si è oggi trasformata nelle luci che addobbano gli alberi, le case e le strade nel periodo natalizio. 

A tale tradizione si collega la celebrazione del Natale per indicare l’avvento della “luce del mondo”, che giunge a squarciare le pericolosità del buio. È il Bambino, che venendo al mondo, inaugura una nuova vita, e porta la Luce a tutti gli uomini. Infatti le case e le abitazioni sono il simbolo della personalità che deve illuminarsi; per questo motivo in questo periodo le case e le città si riempiono di luci, perché devono portare la conoscenza di sé stessi, l’amore e la giustizia tra gli uomini.

E’ documentato che in Romagna, l’antica Romandìola, l’usanza di iniziare l’anno partendo dal 25 dicembre di ogni anno, durò fino ai tempi di Dante, come si riscontra dal “Codice di Lottieri della Tosa” – n. 217 – pubblicato a Faenza nel 1979 a cura di don Giovanni Lucchesi. Ogni anno al solstizio d’inverno accade qualcosa di magico e straordinario: nel giorno più corto dell’anno, il sole tocca a mezzogiorno il punto più basso dell’orizzonte, ovvero simbolicamente “muore”, per rinascere successivamente, dodici giorni dopo, al perigeo, quando il sole riprende il suo moto, perpetuando e rinnovando il ciclo infinito della vita.

Per questo il solstizio d’inverno è considerato il giorno più sacro dell’anno e del bene che regna sul mondo. A partire dal solstizio d’inverno il nostro pianeta è permeato dalle potenti radiazioni della “luce cristica”, che continua a manifestarsi con forza fino all’Epifania.

(Andrea Fontana, “Il Natale nella storia”, estratto da “Il presepio rivelato”, intervento pubblicato su “Scienze Astratte” il 25 dicembre 2011).

34 commenti:

  1. Tutto bello e interessante ma di tutti questi antichi culti che celebravano il Natale solo uno,a parte la simbologia della Luce e della Rinascita,ha messo in evidenza come fulcro del suo Credo,il sentimento sublime ed universale della Pace e dell*Amore e questo è solo ed esclusivamente quello che riguarda la figura del Cristo.........Un giorno l*uomo chiese alla donna,come chiameremo il nostro bambino che sta per nascere e la donna rispose lo chiameremo Gesù e in quel preciso momento le tenebre furono squarciate da un tremendo boato e la Luce dell*Amore illuminò il Mondo.Buon Natale a tutti e sempre grazie a Catherine per l*ospitalita*.Emilio

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  2. Vedere il Cristianesimo come una scopiazzatura è sbagliato e controproducente. Vederlo come una delle tante religioni che portano una Verità che ritorna ciclicamente sulla terra e che poi si degrada per mano dell'uomo, è secondo me, la cosa giusta. Tutto è ciclico, tutto decade e si rinnova. TUTTO. LA NATURA DEL TUTTO È CICLICA.
    La Verita' arriva portata da Entità Primigenie... ma l'uomo piano piano la travisa, la trasforma, la usa a pro suo fino alla fine... ma Lei rinasce sempre!
    Quindi CERCARE IL VERO CHE C'E' anche nel Cristianesimo puo' solo fare del bene.

    X Gianni: essere ateo significa che 6 sicuro della non esistenza di Dio. Mi sembrava che in questo blog tutti credevamo in una FORZA SUPERIORE (chiamatela come vi pare). Fai chiarezza.

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    1. Atuis è ovvio che esiste un ente supremo, quale che sia, da cui tutto proviene.
      Per Dio io intendo quelli inventati per oscurare le menti, non in il principio creatore.

      Gianni

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    2. Quindi non 6 ateo! Sei contro le religioni!

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    3. Propio così.
      Essere atei puri significa non farsi domande è la morte dell'anima.
      Per come la vedo io solo se ci si libera del fardello della religione si ha qualche possibilità di andare oltre.

      Gianni

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  3. E' tutta una balla gigantesca

    Pare che pochi considerano i collegamenti sia visibili che occulti ma ben in vista tra tutte le religioni, antiche e attuali, orientali e americane comprese.

    Esiste un simbolismo religioso e una credenza di base uguale per tutte e religioni, è la stessa divinità oscura riciclata con altri nomi. Compreso la ritualistica, il colore delle vesti, copricapi ecc della casta sacerdotale. E guarda un po' quasi tutte le religini hanno in se il sacrificio, animale e/o umano, è ben noto che il sacrificio umano era una pratica diffusa in Palestina anche ai tempi di Gesù.

    Questo significa che una unica mano ha fondato tutte le civiltà dandogli i loro dei, che richiedevano il sacrificio umano anche questa è storia.
    La mano è dei popoli del mare.

    Gianni

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  4. Gianni,il mio è un invito amichevole e sta quindi ovviamente a te valutarlo se accettarlo o meno,ma ti vorrei ricordare che la porta che conduce all*Amore di Gesù è sempre aperta e lo è per tutti,nessuno escluso,atei compresi,poi decidi tu liberamente.Emilio

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    1. Emilio io distinguo tra i culti di qualsiasi tipo e il messaggio, il messaggio cristico d'amore va vissuto, cerchiamo nel nostro piccolo di riuscirci spesso tentennando, almeno io, qualche caduta capita, conta il vederle e cercare di migliorare la risposta.

      Non sono ateo, non credo alle religioni ed ho motivi contingenti, credo che esiste un principio creatore sicuramente d'amore.

      Gianni

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  5. Gianni vedi sempre il bicchiere mezzo vuoto! Sei accecato dall'odio verso le religioni. Questo non è Amore.
    Il Sacrificio umano è stato travisato dall'uomo cieco!
    La Sacra Legge parlava di SACRIFICIO DELL'ESSERE! Del sacrificare se stessi per arrivare alla SOPHIA! Per arrivare al Cristo sito in ogniuno di noi. Per arrivare all'Amore e alla Bellezza!

    Spero un giorno ti aprirai a questa Verita' nascosta

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  6. Odio, sacrificare?????

    Non odio le religioni comprendo cosa sono e vado oltre, se capita dico il mio pensiero al riguardo senza alcuna acrimonia, in realtà non me ne frega nulla.

    Il sacrificio è un modo religioso o pseudo religioso per manipolare.
    NIENTE SACRIFICIO, siamo divinità in divenire e le divinità non si scrificano ma semmai esplorano, le divinità viaggiano a testa alta e non abbassano il capo di fronte a nulla, questo è il mio pensiero.

    Gianni

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  7. Certe cose erano tenute nascoste perché ogniuno di noi deve scoprirle da solo, quindi io non posso e non voglio convincerti.

    Ti dico solo che una divinita' non si comporta come dici te, ma abbassa la testa e si mette con gli ultimi. Il resto si chiama EGO e dovrebbe essere SACRIFICATO.

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  8. Proprio così Atunis e in effetti un giorno Il Maestro condannò duramente l*Ego con queste antiche e testuali parole.........Beati gli ultimi di questo Mondo perché essi saranno i primi in Paradiso.Gesu*.Emilio

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  9. Penso che inculcare alle masse l'idea del sacrificio (e l'eventuale premio che ne conseguirebbe nell'aldilà) come altissimo valore morale e/o religioso sia uno strumento di controllo di prima scelta, induce alla sottomissione, porta all'obbedienza cieca, alla schiavitù. Gioca sui sensi di colpa, sulla paura della morte ..
    Perfetto insomma ;)

    (Grazie a tutti per i vostri interessanti commenti :) )

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  10. Ti ripeto Catherine che questo e' dovuto ad una rielaborazione successiva da parte di uomini (per i fini che hai detto) del concetto di Sacrificio. Va detto e va ribadito il vero significato esoterico delle origini che riguardava la nostra interiorita' perche' questo era lo scopo della Dottrina. Solo la visione esoterica porta a risultati concreti per quanto riguarda l'evoluzione dell'anima.
    Ma probabilmente non capite cosa si deve sacrificare.
    Peccato perché il segreto è tutto lì.

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    1. Grazie Atunis, infatti.
      Peccato soprattutto che l'interpretazione dominante (e fasulla: sacrificati al prossimo, allo stato, a dio etc..cioè tutto fuori dal sé, sia in mano al potere e che la imponga in modo più o meno subdolo alle popolazioni per conservarlo ..

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    2. Si su questo nessuno discute ma capendo (con volonta' e fatica) i veri significati profondi di certi concetti il castello del potere crollerebbe. Io sono convinto che ci possiamo riuscire. I potenti non sono tanto potenti perche' sono divorati ogni giorno dai loro mostri interiori.
      Io (l'ho detto piu' volte) voglio cercare l'Essenza.

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    3. E non solo, i potenti (e non parlo dei politici) fanno anche fatica a trovare accordi tra di loro, spesso sbagliano o cambiano i loro piani (sul controllo economico degli stati mediorientali e africani ad esempio..), non sono affatto un armonioso coro unico, non trattano a colpi di denaro, a certi livelli il denaro non conta più. Però obbediscono allo stesso capo: il potere. Non più individui ormai ma un eggregora..
      Non è tutto rosa e fiori mantenere il controllo, e dovremmo approfittare dei punti deboli del sistema. Consapevolezza, senso di responsabilità e volontà permettendo ;)

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  11. Brava Catherine,mi fa piacere notare che hai capito il nocciolo della questione e infatti,come ti spiegava benissimo Atunis,il messaggio vero e puro di Gesù è falsamente e astutamente usato da una frangia della nostra Società allo scopo di detenere il potere e tenere così sotto controllo le masse.Ma questo è un uso arbitrario e totalmente sbagliato per il semplice motivo che Gesù non vuole assolutamente ciò,egli chiede agli uomini di questa Terra un unico e semplice Sacrificio che si chiama Amore per tutti e per tutto e solo in questo caso,quando avremo lasciato su questa Terra una lunga scia di Amore,egli ci aprirà finalmente le Porte del suo Paradiso.Emilio

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  12. Emilio io non so se il messaggio sia di Gesu' o di Maometto o di Buddha. Io so solo che c'e' un'antica Tradizione che scorre nel tempo in maniera nascosta (ma oggi neanche troppo) e che ciclicamente torna prorompente nel cuore degli uomini grazie anche a personaggi, veri o simbolici, come Gesu'.

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  13. Catherine ha centrato bene il punto.

    La questione non è l'uso distorto che ne è stato fatto delle religioni, il difetto è nel manico per così dire
    Il difetto di base di tutte le religioni che ne denuncia lo scopo manipolatorio è di trovare al di fuori di noi la verità che ci rende alieni a noi stessi.

    Chi si connette con se stesso e si disconnette dalle religioni arriva inevitabilmente a capire che.
    Le religioni si fondano sulla paura di molti e l'astuzia di pochi

    Gianni

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    1. Come ti connetti con te stesso senza maestri e senza religioni? Chi ti dá le chiavi per arrivare a ciò che è già in te?

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    2. Nessuno può darci le chiavi. Certo che sarebbe ora di crescere e di affrancarci dalle figure falsamente paterne, chiunque esse siano che, col pretesto di proteggerci, ci dominano e ci impongono le loro leggi da tempi immemori.
      Ce la faranno i nostri eroi?
      Non saprei, a volte penso che agli umani piace così. ^_^

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    3. La chiave che molti pare non vedono.

      Maestri e religioni per connettersi con se stessi sono una trappola ben venduta.
      Lo scopo è di sentirsi inferiori, non adeguati, senza le giuste conoscenze, rinunciando al proprio potere e metterlo in mani altre.

      E' incredibilmente semplice connettersi con se stessi.
      Sono necessari solo due strumenti, la mente e la realtà, niente di più.
      La riflessione, l'uso della ragione critica, gradualmente fanno comprendere le regole distorte che ci hanno guidato, si arriva a capire che pressochè tutte le nostre convinzioni e credenze sono errate e di provenienza altrui, il resto viene da se.

      E' semplicemente l'esaminare le nostre reazioni, i nostri pensieri, le nostre emozioni di fronte alle cose della vita e con le persone.
      Questa è la chiave ben celata alla vista dalle strutture di potere.

      Gianni

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  14. Mi dispiace ma senza una "iniziazione" nessuno puo' farcela.
    Senza qualcuno che ti accompagni sulla porta e ti spieghi il percorso, nessuno lo vede o lo fa nel modo giusto. Puoi intuirlo, puoi provare da solo, tutto è esperienza ma non arriverai mai all'Essenza senza una guida.
    Forse voi non vi fidate,io vi capisco di questi tempi ma è sempre stato così. Voi vi fidate solo di voi stessi (questa è presunzione) e non accettate che qualcuno possa insegnarvi qualcosa... senza considerare il fatto che anche voi avrete seguito almeno una volta nella vita un maestro, ma non lo accettate a voi stessi.
    Se becchiamo un maestro sbagliato cosa puo' cambiare? Tanto sbagliamo anche facendo da soli!
    Ci hanno detto che siamo Divinità... siamo solo uomini con un gran bisogno di aiuto. Accettatelo.

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    1. Ok, è corretto - almeno in parte, secondo me - ma chi ci ha mai detto che siamo divinità? Il serpente biblico che ha perso le sue gambe per aver tentato Adamo ed Eva offrendo loro la "conoscenza"? Cioè null'altro che l'altra faccia della medaglia delle religioni (sono loro che affermano che abbiamo bisogno di aiuto e ovviamente ci stanno loro, diligentemente, a darcelo, ma come fa più comodo a loro, of course! )
      Forse intendi il satanismo quindi? Loro si, hanno sempre detto che siamo divinità (aggiungendo vari deliri qua e là) ... Per me avrebbero pure ragione, ma dovrebbero affrancarsi anche loro dalla religione e lasciar perdere il dualismo nel quale sprofondiamo da millenni! .. ;)

      Non disperare però, magari arrivano i nostri dalle stelle, loro si che sono sicuramente molto più spirituali - pare! - e ci istruiranno non chiedendo nulla in cambio. Sicuro! ^_^

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    2. Atunis se pensi che senza una iniziazione o maestri di via nessuno può farcela, così sarà.
      Se la pensi diversamente, così sarà.

      Sono le regole che governano la realtà e non le abbiamo fatte noi.

      Gianni

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    3. Non credo alla legge di attrazione ed al pensa positivo. PENSO CHE ARRIVI SOLTANTO CIO' CHE SERVE bene o male che sia. A cosa servirebbe se mi arrivasse cio' che voglio? Come potrei evolvere se non avessi delle prove ardue da superare?

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  15. Sono d*accordo con Atunis,almeno inizialmente una Guida potrebbe essere utile,poi si prosegue il cammino da soli,facendo affidamento solo e soltanto sulle proprie potenzialità umane e spirituali.Emilio

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    1. Infatti in quel senso posso essere d'accordo con quanto dice Atunis, ma ciò che io intendo come "guida" può essere chiunque o qualunque cosa ci possa portare a pensare con la nostra propria testa, anche se siamo deficienti da un'eternità. Non disperiamo!
      ^_^

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    2. Che siamo divinità lo ha detto anche il Buddha e molti altri.

      Chi accede alle proprie vere potenzialità fa cose che per la nostra cultura sono miracoli o capacità divine, la normalità per chi ha raggiunto il suo vero sè, ma non si fa pubblicità.
      Dal momento che chiunque può farlo è così che siamo costruiti.

      Nelle cuture native non ci sono maestri, guru o scuole eppure i loro sciamani senza tali cose raggiungono i più alti livelli.
      O è pura fortuna oppure dentro c'è già tutto come diceva Krishnamurti.

      Gianni

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  16. Buddha ha detto che tutti hanno il seme della Buddhità e comunque dietro c'é un discorso filosofico molto complicato.
    E' un po' diverso da dire che siamo divinita'.
    Ahhh vedo che anche te Gianni dici di non seguire Maestri e poi segui Krisnamurti... bene bene!

    Giddu aveva ragione ma ometteva che per arrivare a quel tutto dentro di noi ci vogliono le chiavi. Ma questo avrebbe fatto crollare il suo castello di carta... e gli avrebbe fatto perdere credibilita' di fronte ai suoi seguaci (che diceva di non avere).

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  17. Ammettere di seguire un vero Maestro non è certo qualcosa di cui vergognarsi,io personalmente sono orgoglioso e felice di seguire e di cercare,nel mio piccolo,di mettere in pratica nella mia vita le meravigliose e sempre attuali parole di Gesù e con me milioni di persone che credono sinceramente in lui.Le cose di cui vergognarsi sono certamente altre e non sto qui ad elencarle e allora approfitto di questo mio commento per augurare a tutti,a te Atunis,a Gianni,a Irene,alla nostra saggia Blogger Catherine e a tutti i lettori di questo splendido Blog un Sereno e Felice 2019,ricordandovi che tutti noi,nessuno escluso,ha un un unico e semplice dovere in questa vita che è quello di dare solo e soltanto Amore a tutto e a tutti,umani e non umani.Emilio

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    1. Certo non c'è niente di male. Basta non fermarsi e continuare a farsi domande!

      Auguri Emilio anche a te

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    2. Tanti auguri di buone feste, magari - e sempre! - all'insegna dell'amore, quello vero, a te a a tutti i miei graditi ospiti! ^_^

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