domenica 4 novembre 2018

Amore senza prigioni

di Alberto C. Steiner

Esistono ambiti terapeutici “estremi” connessi a relazioni tossiche e tendenzialmente autodistruttive. Uno di questi riguarda la gelosia patologica: la persona gelosa viene, letteralmente, legata ad un palo o ad una sedia e messa nella condizione di osservare il partner mentre amoreggia o addirittura fa sesso con una terza persona.

Una soluzione ancora più particolare, utilizzata in caso di blocchi dovuti al timore del giudizio, riguarda generalmente donne che – nonostante si sia nel terzo millennio ed in una società apparentemente liberata dai tabù quando non trasgressiva – evitano certe proposte o richieste al partner per “non fare la figura della ninfomane o della puttana”. In questo caso l’azione vede protagoniste alcune coppie. Le donne estraggono a sorte un numero, il cui corrispondente è apposto sulla schiena di partner bendati in modo da non sapere con chi hanno a che fare: moglie, fidanzata o sconosciuta. Questi vengono condotti in apposite alcove dove la donna fa loro – o si fa fare – tutto ciò che non ha mai avuto il coraggio di chiedere.
Naturalmente vale anche il caso opposto, poiché i blocchi maschili sono tutt’altro che infrequenti.
Si tratta ovviamente di pratiche estreme, assolutamente sconsigliabili a persone non preventivamente preparate attraverso un opportuno percorso di avvicinamento.

Esaurita questa premessa ribadisco che ho deciso di condividere le mie esperienze ed il mio vissuto e non scrivo quindi per sentito dire, né mi interessa pubblicare edificanti fervorini altrui, specie se provenienti da maestri, ancorché griffati, che rimestino la solita minestra delle manine di luce.

Ritengo che chi sia unto dal Dono possa approfondire la conoscenza alchemica e sciamanica solo comprendendo preventivamente quanto sia necessario ed opportuno viaggiare leggeri. E mi riferisco qui in particolare all’assenza di attaccamenti.
Non sono né un orso né un misogino, pur essendo un estimatore della solitudine attraverso la quale ho compiuto i più significativi passi del mio percorso. A parte alcune relazioni più o meno lunghe ho alle spalle un matrimonio e cinque convivenze. Durata media: tre anni ...


Il poeta e scrittore indiano Rabíndranáth Thákhur, insignito del Nobel per la letteratura nel 1913 ed in Occidente meglio noto come Rabindranath Tagore, scrisse fra gli altri il romanzo Aakhari Kavita, in italiano tradotto L’ultima Poesia, il cui protagonista si innamora di una donna colta, raffinata, ricca e bellissima e le chiede di sposarlo.

Ella acconsente, ma pone una condizione: poiché la lussuosa dimora nella quale risiede affaccia su un vasto lago farà costruire per il futuro sposo una residenza sulla sponda opposta dello specchio d’acqua, ad una distanza tale che da un edificio non sia possibile vedere l’altro.

I due sposi sarebbero vissuti separati e non si sarebbero mai invitati reciprocamente, limitandosi ad incontri casuali qualora si fossero entrambi trovati a navigare sul lago ciascuno a bordo della propria barca, oppure a passeggiare lungo le rive.
Solo in tal modo, sostiene la futura sposa: “La relazione potrà rimanere sempre giovane”assumendo i connotati di una permanente luna di miele.

L’uomo è in disaccordo, affermando che siffatta relazione, escludendo la convivenza, non avrebbe potuto essere considerata un matrimonio. La donna replica lasciando il futuro sposo libero nelle proprie decisioni ma confermando di non poter accettare la convivenza, poiché questa avrebbe ucciso l’amore e addirittura affermando: “Anche se tu sposassi un’altra ciò per me non avrebbe importanza: ti rivedrei nei miei sogni e ricorderei i momenti d’oro che ci hanno uniti. Ma non permetterò mai una relazione fissa.”

L’Autore estremizza, non per una forma di eccentricità letteraria bensì per esemplificare il concetto di quella che definisce relazione flessibile. Di fatto un’apparente non relazione, in realtà una storia d’amore sviluppata nell’unico modo che può renderla intensa e continuativa: “Accoglierò le circostanze che ti terranno lontano senza permetterti di avvicinarti”afferma la donna, precisando: “Ma se rimarrai sempre lontano l’amore morirà, e se rimarrai sempre vicino, l’amore morirà” a sancire che l’amore sarebbe potuto sopravvivere esclusivamente senza legami, catene o prigioni.
In teoria il sogno di molti, in linea di massima però sconfessato dai fatti. Trovo che si tratti di una storia stupenda e di uno spunto di notevole portata su cui meditare, specialmente rapportando la situazione ipotizzata dal romanzo alle vicende del quotidiano.

Esistono coppie assolutamente speciali, ma sono rarissime. La maggior parte delle persone sta insieme per abitudine, noia, solidarietà, pigrizia, convenienza, timore della solitudine, “perché ad un certo punto alla passione subentra un altro tipo di sentimento”. Come no.
Ma qual è quel “certo punto”? Vale a dire, dove si situa il picco ascendente? E dov’è il crollo? E come si conforma la curva: gaussiana, cosinusoide, piana algebrica di 6° grado di equazione cartesiana b4 y2 = a2x4 – x6? 
Lasciamo stare …

Resta il fatto che, al di là delle attestazioni formali, non è a mio avviso fisiologicamente possibile continuare a riscoprire ogni giorno la stessa donna o lo stesso uomo. Intendiamoci: questo non significa che la relazione sia da buttare nel cesso, significa semplicemente esserne consapevoli senza ipocrisie.

Allo stesso modo, anche fra i soggetti spiritualmente più evoluti, è ben raro che possa svilupparsi una relazione flessibile dove avvicinarsi ed allontanarsi senza cadere nei tranelli della relazione aperta, del poliamore o di altre invenzioni tendenti all’anestesia ed alla giustificazione.

Io credo che chi intenda percorrere la Via della Conoscenza non possa prescindere dalla consapevolezza della caducità delle cose umane, soprattutto se fra i suoi compiti rientrerà quello di portare aiuto a chi ne ha bisogno.
E per farlo in modo efficace è necessario avere superato la fase dei dogmi, dei luoghi comuni e degli attaccamenti.

Fonte: incontrialchemici.wordpress.com


12 commenti:

  1. Per l*Amore sincero e profondo non esistono dogmi,luoghi comuni o prigioni esso è Amore e basta.C*e*una sola cosa al mondo che ci unisce tutti,c’è una sola cosa al mondo che ci fa superare tutto, c’è una sola cosa al mondo che ci fa sentire parte di un Tutto ed è sempre la stessa cosa che ha questo potere.........L*Amore.Emilio

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  2. Emilio ma che ti se' incantato il disco...???:-)

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  3. Stefano,non è il mio disco che si è incantato ma è bensì l*Amore tra gli esseri di questo mondo che spesso non funziona bene e io ogni tanto provo a ripristinarlo.Buona Vita.Emilio

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    1. Emilio, non hai torto, affatto, e forse sai già come la penso sull'amore, nel senso che secondo me è un vero e proprio collante nell'universo, una forza potentissima, ma non è che la colla regge sempre bene, e le forme che assume sono davvero tante, alcune fugaci, alcune durature, alcune passionali, altre no ...ciò che conta è la Libertà di amare o di non amare. E tutto questo dipende solo da noi.
      Dire che non "funziona bene" è (scusami) lapalissiano, questo articolo è una visione, una testimonianza. E' scritta molto bene. Ha un suo valore. Può essere interessante per altre persone. Tutto qui. ^_^

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  4. Catherine,io lo so perfettamente che dire che l*Amore in questo Mondo non funziona bene è ovvio e scontato,ma è proprio questo che personalmente mi dispiace di più,perché immaggina,come cantava il grande John Lennon,se al contrario esso funzionasse e tutta l*Umanita*ne facesse il suo Credo,abolendo la follia della guerra,non uccidendo animali innocenti,rispettando questo piccolo puntino nell*Universo chiamato Terra e dando così voce alle antiche e eterne parole di un vecchio predicatore della Galilea.Ebbene,se questo diventasse,grazie alla buona volontà degli uomini,una realtà,non credi che questo Mondo diventerebbe presto un angolo di Paradiso.Lo so,ora mi dirai che sono solo un sognatore ma se ti unirai a noi il Mondo sarà una cosa sola.Buona Vita anche a te.Emilio

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  5. Una situazione di estremo Amore porterebbe ad una situazione di estremo Odio. Una situazione di accettazione della realtà é la via giusta per trascendere proprio questa realtà e vedere la Bellezza

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    1. Infatti.
      Chi, ad esempio, cerca amore senza donarlo sbaglia strada. Idem per chi fa l'opposto. L'amore sacrificio non è amore. Entrambe sono forme sottili di egoismo. E l'egoismo nasce dall'ignoranza, dal non ascolto, di sé, e quindi dell'altro.
      Si tende a voler saltare i step e ovviamente non si approda a nulla.
      Invece, prima ancora di osare soltanto parlare di Amore occorre avere una buona conoscenza di se stessi. Solo conoscendo se stessi abbiamo l'opportunità di accettarci e quindi di voler bene a noi stessi. E soltanto amando se stessi possiamo avere un'idea di cosa sia amare gli altri.
      ^_^

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    2. Giusto ... ma non solo. Desiderare o voler dare amore crea inevitabilmente il fatto che esso non ci sia e ci sia il suo contrario. COSI' L'UOMO CREA LA DUALITÀ. DIVIDE (Diá-bolos=dividere). Un atteggiamento di accettazione in entrambi i casi é il migliore. Questo è un concetto alto e difficile. Scritto così rimane nel vento,lo so,ma é fondamentale. Per capirlo mi ci sono voluti 20 anni... spero di averlo capito fino in fondo!

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  6. Per Catherine........Imagine you to people living in peace forever.

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