Se ci riferiamo a questo mondo, intenso come ordine culturale e di valori, è possibile che tale affermazione sia vera, dato che in effetti ad un certo punto della storia qualcosa ha iniziato a prendere una direzione imprevista, almeno dal punto di vista degli attori dell’epoca ovvero i nostri veri e più antichi antenati. Mi riferisco all’ipotesi Kurgan di cui ho già scritto in precedenza.
La mercificazione della donna, in quanto strumento per il soddisfacimento del piacere sessuale tout court, interviene proprio nel momento in cui viene introdotto un certo strumento evoluto di controllo, ovvero: il mercato.
Un mercato le cui finalità sono ottenere un “profitto”, un qualche tipo di vantaggio, ovvero un qualche tipo di piacere. La “mercificazione” deve essere visto proprio come un moderno strumento di sottomissione.
Un mercato le cui finalità sono ottenere un “profitto”, un qualche tipo di vantaggio, ovvero un qualche tipo di piacere. La “mercificazione” deve essere visto proprio come un moderno strumento di sottomissione.
E’ il mercato in questo senso a renderci schiavi, sofisticato e per questo considerato moderno: non c’è più un imposizione vera, ma sei tu che vedendoti costretto dalle necessità primarie ti prostituisci. Non ti obbligo più a fare lo schiavo, ma ti metto nella condizione di prostituirti. Puttane in questo senso lo sono tutti e non lo è nessuno, potenzialmente possiamo contare su 7 miliardi di persone pronte a vendersi pur di soddisfare qualsiasi genere di desiderio indotto dal sistema stesso...
La rivoluzione sessuale degli anni ’60 e le rivendicazioni femministe sul diritto alla libera scelta sul proprio corpo e sul proprio orgasmo sono solo la farsa finale di questo squallido scenario che si è venuto a produrre a causa di secoli di sottomissione della donna.
La consolazione finalizzata al piacere a causa della quale si perde l’intera consistenza dell’universo femminile, le sue funzioni, la sua vera potenzialità.
Un femminismo funzionale al maschilismo che non ha fatto altro che nascondere il problema sotto le vesti della soddisfazione sessuale femminile, come se la realizzazione della donna fosse tutta qui. Gocciolina di cioccolato sulla torta arriva la pseudo-rivoluzione medica, ovvero arriva la pillola e la donna può decidere, senza nulla chiedere all’uomo, se avere o meno figli.
La consolazione finalizzata al piacere a causa della quale si perde l’intera consistenza dell’universo femminile, le sue funzioni, la sua vera potenzialità.
Un femminismo funzionale al maschilismo che non ha fatto altro che nascondere il problema sotto le vesti della soddisfazione sessuale femminile, come se la realizzazione della donna fosse tutta qui. Gocciolina di cioccolato sulla torta arriva la pseudo-rivoluzione medica, ovvero arriva la pillola e la donna può decidere, senza nulla chiedere all’uomo, se avere o meno figli.
Liberata da questa preoccupazione (sono ironico) può finalmente concentrarsi su un unico e insperato dettaglio: il piacere sessuale o orgasmo. Ecco che siamo ritornati ancora nella stessa logica, infatti la pillola serve all’uomo, è ancora lui che cerca di avere la botte piena (il giocattolo sessuale, il trastullo, il suo passatempo di sempre) e la moglie ubriaca, ovvero nessuna conseguenza coniugale o l’incombenza di dover crescere un figlio per una “scopata”.
Ed ecco che la donna rimane invece sempre la stessa sognatrice, alla ricerca di una realizzazione che nonostante le crociate, la caccia alle streghe, la rivoluzione industriale, non si è assopita, non è morte, ma anzi è ancora viva in lei, anche se priva di consapevolezza.
Il tempio era il fulcro della vita della comunità neolitica europea: gli atti fisiologici erano concepiti e portati a termine con cerimonie e rituali; noi li definiremmo atti sacri, rituali, cerimonie.
Questo non lo possiamo più capire perché dal nostro punto di vista, costruito in secoli di privazione della coscienza, leggiamo questa attività nei templi come una sorta di superstizione quando va bene, e quando va male come rituali per la fertilità della terra Dea madre.
Nessun oggi è più in grado di capire che invece il centro di questa attività è il perfezionamento di sé, un impulso nella direzione della realizzazione di quel destino umano che ci differenzia così tanto dalle altre forme di vite che abitano questo pianeta.
L’uomo condivide con le altre forme i bisogni primari (cibo, territorio, e riproduzione), ma si differenzia enormemente per una caratteristica che per comodità chiamiamo coscienza, ovvero, la capacità di renderci conto ed esprimere il concetto stesso di esistenza, esistenziale. E’ da queste domande che l’uomo primitivo come lo chiamiamo noi, intendendo meno evoluto solo perché là indietro nella storia e non evoluto tecnologicamente al nostro livello, è partito per trovare la strada di casa, ovvero la strada verso quello che noi chiamiamo Dio, senza comprenderne più il senso e la ragione. Dio è uno stato dell’essere che l’uomo può raggiungere ed attraverso il quale tutto gli diventa chiaro, ovvero: chi sono veramente? Cosa sono? Perché esisto? Cos’è esistere? Sono queste le domande che i nostri antenati tenevano in buon conto ed hanno sviluppato un intera civiltà su questo.
Oggi c’è separazione fra “tempio” e “vita quotidiana”, mentre nel neolitico erano unità: il nutrimento ieri era nel tempio, in un rituale sacro, il cui scopo non era il culto, ma l’esperienza del divino come testé concepito. La cerimonia era un sintonizzarsi, rendersi disponibili all’esperienza con questa condizione e si realizzava con il contributo di una donna e un uomo che celebravano il rituale.
La testimonianza di numerosi reperti di statuette di donne con vulve prominenti, seni abbondanti e natiche sporgenti, reperti di falli e disegni di maschi iperfallici sono testimonianza di una tradizione che non si è mai spenta e si origina nel profondo paleolitico a livello planetario lo ritroviamo in tutte le isole culturali: il serpente è il simbolo rigenerativo che interessa tutte le culture sub tropicali paleolitiche e continua a permeare la cultura europea neolitica. Il serpente Kundalini per gli antichi europei è simbolo del nutrimento, rigenerazione, trasformazione, risvegliato dalla dea serpente è fonte della trascendenza. Una civiltà in cui l’energia sessuale era fonte di sviluppo e di ispirazione.
Le statuette neolitiche vengono classificate dai nostri geniali studiosi di antichità come pornografia neolitica: visioni oscene di popoli depravati, mentre la vera origine di questi frammenti è l’idea che l’unione uomo/donna è creazione, forza energia vitale, cosa che i nostri “primitivi” antenati (si fa per dire, ovviamente) sapevano bene e conoscevano il potere della trasmutazione di questa santa alleanza.
E’ questo il simbolo moderno dell’arca, la famosa arca dell’alleanza degli ebrei altro non è che l’alleanza tra l’uomo e la donna consapevoli del potere trascendente che uniti sono, Adam Jot-Chavah, l’androgeno divino (ἀνδρός – andròs: uomo – e – γυνή – gyné: donna), risalenti agli antichi egizi Qad-Amon, cosa che ha un senso solo per chi ha orecchie per intendere, è purtroppo inevitabile verità questa, la nostra mente è stata abbassata ed educata alla sottomissione.
La conseguenza di tutto questo protrarsi nel tempo di questo sterminio della coscienza, una persecuzione profonda nei confronti dei valori dei nostri antenati, valori che qualcuno definirebbe “Pagani”, eretici, et., vero simbolo della civiltà neolitica Europea e era dell’Oro, è che oggi la sessualità è banalizzata, ridotta ad un mero giocattolo, piacere ludico ed è anche frequentemente associata con esperienze di sofferenza. Il ragionare sul sesso è riduttivo ed imbarazzante: piacere ludico oggi, proibito e tabù con l’avvento della tradizione giudaico-cristiana. Lo chiamiamo sesso di notte e atto rigenerativo di giorno, ci siamo persino inventati la letteratura erotica nel disperato tentativo di far valere il diritto al “piacere”.
Non a caso una delle accuse più di frequente rivolte alle streghe era quella di essersi unite carnalmente con Satana oppure di aver ammaliato e traviato, grazie appunto al potere conferito dal maligno, poveri giovani innocenti, e non a caso molte donne oggi si identificano molto volentieri con le streghe senza capire quale incredibile condizionamento abbiano subito.
Nei secoli questo valore di libertà ha cercato vessilli in nuove e sempre più elaborate rivoluzioni, ma siccome nascevano e sorgevano da problemi di classe e non culturali o storiche si sono tradotte solo in nuove opportunità per il potere costituito di stringere la corda o tirare il guinzaglio. L’evoluzione tecnologica alla quale siamo pervenuti è la conseguenza di creare continuamente nuove forme, nuovi strumenti di intimidazione al fine di contenere e controllare le masse, le quale aveva il cattivo gusto di quando in quando di svegliarsi, almeno qualcuno tra di loro, e sollevare obiezioni sulla conduzione generale del genere umano.
L’umanità è evoluta culturalmente solo grazie al balzo di pochi che hanno permesso ai tanti di usufruire di tale vantaggio. In modo complementare la classe dominante ha cercato di sviluppare strumenti di controllo sempre più sofisticati, sulle prime limitandosi allo sviluppo tecnologico di armi e successivamente allo sviluppo tecnologico logistico e controllo dell’informazione. E’ evidente che senza il bisogno di controllarci e tenerci sotto controllo ed ignoranti non avremmo avuto l’attuale sviluppo. Questo perché alla coscienza serve altro, e tutti i tentativi di tenerla imbrigliata hanno finito per renderla sempre più forte. Come viene spesso ricordato se cresce una parte, cresce anche l’altra e per questa ragione che siamo cresciuti tecnologicamente.
Il problema oggi è che chi porta avanti il governo del mondo non ha chiaro nemmeno perché sta lì, e cerca disperatamente solo di controllarlo, attraverso i numeri, oggi la finanza che controlla il mondo è ignara di essere sopra un treno (cassandra crossing) che viaggia verso un ponte che è destinato a crollare, e non c’è nessuno al volante. Oggi la cosa più intelligente da fare è scendere da questo treno, e per farlo dobbiamo imparare a saltare già a 300 km/h, ecco perché ci serve addestramento, ecco perché non basta sapere ed aver capito (una cosa non può escludere l’altra, quindi questo è già un bel passo da compiere), ma serve una transizione. Ma questo è un altro tema ancora.
La donna ignora il suo reale potenziale e sta ancora inseguendo il suo carnefice, in preda all’ennesima sindrome di Stendhal, nel tentativo di soddisfarne il suo animalesco egocentrismo. Quanto segue è estratto da un forum per donne (qui c’è l’originale):
Mi vedo da 9 mesi con un ragazzo, al 2° appuntamento lo abbiamo fatto, io mi sono fatta prendere da lui più di quanto lo sia lui di me… Abbiamo un sesso ottimo, un rapporto meraviglioso di grande complicità! Ma, x lui siamo amici… Anche se, a gesti sembra provare qualcosa di più. Che faccio?? Da una storia dove il sesso è cosi forte, ma c’é anche grande complicità, può nascere amore anche se in 9 mesi non é successo?
Separiamo la qualità dalla funzione, “sesso” infatti equivale a dividere. Il punto vero è che la donna, il principio femminile, nei tempi in cui non esisteva ancora la prostituzione, qualcuno direbbe in tempi preistorici, non solo aveva un ruolo fondamentale, ma era la base della civiltà in quell’epoca che è durata secoli. Non mi sto ovviamente riferendo al matriarcato, ma ad una civiltà già esistita dove ognuna delle 2 parti o genere era consapevole del proprio ruolo e lo espletava con massimo rispetto l’uno dell’altro, in una profonda unione per la realizzazione di un bene comune.
La donna è il fulcro dell’arte sacra, era necessaria per mantenere e sintonizzare tutta la civiltà neolitica europea, e dico intenzionalmente civiltà per quanto in noi sia radicata l’idea di uomini primitivi con la clava che pestavano le loro donne, in realtà stiamo parlando della perduta era dell’oro, sviluppatasi proprio qui nel vecchio continente e delle cui tracce archeologiche si cerca in ogni modo di farle sparire e non darne nessun rilievo.
Le donne sono biologicamente organizzate in cicli, portatrice della fertilità della razza umana, potenti dispensatrici di nutrimento per la prole, alle donne sono attribuiti potenti poteri di risveglio sessuale. Le attività svolte nel tempio sono attività femminili, cioè svolte dalle donne; sono loro le sacerdotesse, in questo modo riduttivo le definiremmo noi oggi (per usare un termine noto alla storia, ma non alla preistoria).
Una civiltà in cui la donna è chiamata alla cura del tempio è lei che dispensa e provvede a realizzare i corredi ceramici, presiede i rituali di rigenerazione, di trasformazione e alla sepoltura. Le case del villaggio erano spoglie e disadorne, sebbene le attività del villaggio fossero molteplici e diversificate, abbiamo testimonianze di commerci su tratte inimmaginabili anche solo nel medioevo: conchiglie che sono originarie della costa dell’Asia Minore trovate in sepolcri nelle isole Orcadi. La produzione della ceramica è notevole e di ottima fattura, tuttavia i corredi ceramici dentro le mura delle case sono scarsi, mentre all’interno degli edifici centrali del villaggio (il tempio appunto) troviamo ricchi servizi di ceramiche, forni per il pane, vasi per semi e per bevande; preziose statue, altari in pietra finemente lavorati, colonne, incisioni di simboli: serpenti, spirali, onde, cerchi concentrici.
Mi vedo da 9 mesi con un ragazzo, al 2° appuntamento lo abbiamo fatto, io mi sono fatta prendere da lui più di quanto lo sia lui di me… Abbiamo un sesso ottimo, un rapporto meraviglioso di grande complicità! Ma, x lui siamo amici… Anche se, a gesti sembra provare qualcosa di più. Che faccio?? Da una storia dove il sesso è cosi forte, ma c’é anche grande complicità, può nascere amore anche se in 9 mesi non é successo?
Separiamo la qualità dalla funzione, “sesso” infatti equivale a dividere. Il punto vero è che la donna, il principio femminile, nei tempi in cui non esisteva ancora la prostituzione, qualcuno direbbe in tempi preistorici, non solo aveva un ruolo fondamentale, ma era la base della civiltà in quell’epoca che è durata secoli. Non mi sto ovviamente riferendo al matriarcato, ma ad una civiltà già esistita dove ognuna delle 2 parti o genere era consapevole del proprio ruolo e lo espletava con massimo rispetto l’uno dell’altro, in una profonda unione per la realizzazione di un bene comune.
La donna è il fulcro dell’arte sacra, era necessaria per mantenere e sintonizzare tutta la civiltà neolitica europea, e dico intenzionalmente civiltà per quanto in noi sia radicata l’idea di uomini primitivi con la clava che pestavano le loro donne, in realtà stiamo parlando della perduta era dell’oro, sviluppatasi proprio qui nel vecchio continente e delle cui tracce archeologiche si cerca in ogni modo di farle sparire e non darne nessun rilievo.
Le donne sono biologicamente organizzate in cicli, portatrice della fertilità della razza umana, potenti dispensatrici di nutrimento per la prole, alle donne sono attribuiti potenti poteri di risveglio sessuale. Le attività svolte nel tempio sono attività femminili, cioè svolte dalle donne; sono loro le sacerdotesse, in questo modo riduttivo le definiremmo noi oggi (per usare un termine noto alla storia, ma non alla preistoria).
Una civiltà in cui la donna è chiamata alla cura del tempio è lei che dispensa e provvede a realizzare i corredi ceramici, presiede i rituali di rigenerazione, di trasformazione e alla sepoltura. Le case del villaggio erano spoglie e disadorne, sebbene le attività del villaggio fossero molteplici e diversificate, abbiamo testimonianze di commerci su tratte inimmaginabili anche solo nel medioevo: conchiglie che sono originarie della costa dell’Asia Minore trovate in sepolcri nelle isole Orcadi. La produzione della ceramica è notevole e di ottima fattura, tuttavia i corredi ceramici dentro le mura delle case sono scarsi, mentre all’interno degli edifici centrali del villaggio (il tempio appunto) troviamo ricchi servizi di ceramiche, forni per il pane, vasi per semi e per bevande; preziose statue, altari in pietra finemente lavorati, colonne, incisioni di simboli: serpenti, spirali, onde, cerchi concentrici.
Questo non lo possiamo più capire perché dal nostro punto di vista, costruito in secoli di privazione della coscienza, leggiamo questa attività nei templi come una sorta di superstizione quando va bene, e quando va male come rituali per la fertilità della terra Dea madre.
Nessun oggi è più in grado di capire che invece il centro di questa attività è il perfezionamento di sé, un impulso nella direzione della realizzazione di quel destino umano che ci differenzia così tanto dalle altre forme di vite che abitano questo pianeta.
L’uomo condivide con le altre forme i bisogni primari (cibo, territorio, e riproduzione), ma si differenzia enormemente per una caratteristica che per comodità chiamiamo coscienza, ovvero, la capacità di renderci conto ed esprimere il concetto stesso di esistenza, esistenziale. E’ da queste domande che l’uomo primitivo come lo chiamiamo noi, intendendo meno evoluto solo perché là indietro nella storia e non evoluto tecnologicamente al nostro livello, è partito per trovare la strada di casa, ovvero la strada verso quello che noi chiamiamo Dio, senza comprenderne più il senso e la ragione. Dio è uno stato dell’essere che l’uomo può raggiungere ed attraverso il quale tutto gli diventa chiaro, ovvero: chi sono veramente? Cosa sono? Perché esisto? Cos’è esistere? Sono queste le domande che i nostri antenati tenevano in buon conto ed hanno sviluppato un intera civiltà su questo.
Oggi c’è separazione fra “tempio” e “vita quotidiana”, mentre nel neolitico erano unità: il nutrimento ieri era nel tempio, in un rituale sacro, il cui scopo non era il culto, ma l’esperienza del divino come testé concepito. La cerimonia era un sintonizzarsi, rendersi disponibili all’esperienza con questa condizione e si realizzava con il contributo di una donna e un uomo che celebravano il rituale.
La testimonianza di numerosi reperti di statuette di donne con vulve prominenti, seni abbondanti e natiche sporgenti, reperti di falli e disegni di maschi iperfallici sono testimonianza di una tradizione che non si è mai spenta e si origina nel profondo paleolitico a livello planetario lo ritroviamo in tutte le isole culturali: il serpente è il simbolo rigenerativo che interessa tutte le culture sub tropicali paleolitiche e continua a permeare la cultura europea neolitica. Il serpente Kundalini per gli antichi europei è simbolo del nutrimento, rigenerazione, trasformazione, risvegliato dalla dea serpente è fonte della trascendenza. Una civiltà in cui l’energia sessuale era fonte di sviluppo e di ispirazione.
E’ questo il simbolo moderno dell’arca, la famosa arca dell’alleanza degli ebrei altro non è che l’alleanza tra l’uomo e la donna consapevoli del potere trascendente che uniti sono, Adam Jot-Chavah, l’androgeno divino (ἀνδρός – andròs: uomo – e – γυνή – gyné: donna), risalenti agli antichi egizi Qad-Amon, cosa che ha un senso solo per chi ha orecchie per intendere, è purtroppo inevitabile verità questa, la nostra mente è stata abbassata ed educata alla sottomissione.
La civiltà moderna, si fa per dire, nel senso che non ha niente di civile, ed anche sul moderna, datosi che per moderno si intendono gli ultimi 3000 anni, ha separato il sesso dalla sua qualità.
Ma nel mito e nel folklore possiamo riannodare e ricostruire la sua essenza.
Ma nel mito e nel folklore possiamo riannodare e ricostruire la sua essenza.
Nella nostra memoria possiamo ritrovare i racconti mitologici di dei e dee la cui unione sacra risvegliava le forze vitali che stimolano la crescita, lo sviluppo e la rigenerazione: l’unione sessuale ci permette attraverso il mito di prendere contatto con il sacro e di rivivere l’unione sessuale originale. Attraverso il contributo del racconto mitologico degli dei e delle dee, attraverso la nostra esperienza diretta, empirica fare in modo che diventi una fonte di ispirazione per aprirci a comprendere il mondo e ricollocare un atto fisiologico alla sua sacralità rituale.
Il centro di questa civiltà era lo sviluppo della coscienza, che avveniva, proprio come descrive Tommaso nel suo vangelo, nel momento in cui avrebbero realizzato il maschile come il femminile, l’alto come il basso, la destra come la sinistra. E già purtroppo o per fortuna dipende dai punti di vista l’insegnamento cristico altro non è che un nuovo tentativo del Dea nel mondo. Gesù insegnava ad uomini ed alle donne indistintamente, in un epoca in cui le donne non avevano diritto al sapere. Ecco perché la diffusione del cattolicesimo non può che essere considerato un tentativo di manipolazione del paleo-cristianesimo da parte della classe che da un certo punto in avanti della storia ha sempre e continuato ininterrottamente a determinare i destini dell’umanità. La sua morale basata sulla mortificazione dei piaceri ha definitivamente spostato l’attenzione proprio sul “piacere” stesso. La scissione fra corpo e spirito, predicata e praticata con digiuni, punizioni corporali auto-inflitte, veglie forzate – con lo scopo di portare l’annullamento delle pulsioni erotiche e l’eliminazione/alimentazione del concetto di piacere sessuale.
Il centro di questa civiltà era lo sviluppo della coscienza, che avveniva, proprio come descrive Tommaso nel suo vangelo, nel momento in cui avrebbero realizzato il maschile come il femminile, l’alto come il basso, la destra come la sinistra. E già purtroppo o per fortuna dipende dai punti di vista l’insegnamento cristico altro non è che un nuovo tentativo del Dea nel mondo. Gesù insegnava ad uomini ed alle donne indistintamente, in un epoca in cui le donne non avevano diritto al sapere. Ecco perché la diffusione del cattolicesimo non può che essere considerato un tentativo di manipolazione del paleo-cristianesimo da parte della classe che da un certo punto in avanti della storia ha sempre e continuato ininterrottamente a determinare i destini dell’umanità. La sua morale basata sulla mortificazione dei piaceri ha definitivamente spostato l’attenzione proprio sul “piacere” stesso. La scissione fra corpo e spirito, predicata e praticata con digiuni, punizioni corporali auto-inflitte, veglie forzate – con lo scopo di portare l’annullamento delle pulsioni erotiche e l’eliminazione/alimentazione del concetto di piacere sessuale.
Chiunque sa che il proibito ha una doppia utilità: ammansiva i mansueti ed inoffensivi, ed attivava gli indomabili, i ribelli, i trasgressori.
Per capire quanto sto affermando dobbiamo superare l’idea di sesso, il concetto stesso è allo stesso tempo esaustivo, ma descritto e concepito in modo deviante: sesso tra i suoi significati etimologici ha anche quello di “secare”, “dividere”. Chi deve essere diviso? Purtroppo per quanto vicini alla verità, ecco che il concetto di “Sesso” diventa, è uguale a “piacere”, puoi dargli tutte le connotazioni che vuoi, ma l’impulso tornerà in un unica e sola esperienza conosciuta che è il piacere, la soddisfazione, il soddisfacimento. La natura in questa cosa è sapiente ed ha miscelato gli elementi in modo tale da rendere praticamente impossibile uscire dalla sua stessa trappola: mantenere la vita sul pianeta è più importante di tutti noi e dei nostri ragionamenti. Anche nei confronti dell’uomo per la sua stessa evoluzione diventa necessario che esistano contenitori nei quali ritornare per compiere la propria evoluzione o meglio rivoluzione.
Discorso, quello della reincarnazione o metempsicosi, che viene tirato spesso in ballo con riferimento all’oriente insieme alla convinzione che in occidente “la riflessione sul piacere è stata marginalizzata”, mentre nel mondo orientale il godimento del corpo è riuscita e cura dello spirito, quale ennesima banalizzazione di questa apparente modernità.
Una società ipocrita dove proliferano “peccatori” e “peccatrici” pronti a dedicarsi ad attività illecite ma, dove per la maggioranza della popolazione la soddisfazione dei desideri sessuali resta ancora qualcosa di cui vergognarsi, abominevole e sconveniente, tanto da dover essere trasgredito. L’idea stessa di trasgressivo evidenzia una valutazione di merito puerile ed ipocrita.
E’ evidente che tale ragionamento è difficilmente comprensibile per una mente sottomessa da secoli di ostinata focalizzazione in un conflitto tra i generi (uomo-donna) utile solo a mantenerci tutti sotto controllo. Un persona coscienza, è una persona libera, ed una persona libera non ubbidisce più. La schiavitù moderna è il riflesso della schiavitù alla quale siamo sottoposti da secoli di oppressione.
Una società ipocrita dove proliferano “peccatori” e “peccatrici” pronti a dedicarsi ad attività illecite ma, dove per la maggioranza della popolazione la soddisfazione dei desideri sessuali resta ancora qualcosa di cui vergognarsi, abominevole e sconveniente, tanto da dover essere trasgredito. L’idea stessa di trasgressivo evidenzia una valutazione di merito puerile ed ipocrita.
E’ evidente che tale ragionamento è difficilmente comprensibile per una mente sottomessa da secoli di ostinata focalizzazione in un conflitto tra i generi (uomo-donna) utile solo a mantenerci tutti sotto controllo. Un persona coscienza, è una persona libera, ed una persona libera non ubbidisce più. La schiavitù moderna è il riflesso della schiavitù alla quale siamo sottoposti da secoli di oppressione.
L’umanità è evoluta culturalmente solo grazie al balzo di pochi che hanno permesso ai tanti di usufruire di tale vantaggio. In modo complementare la classe dominante ha cercato di sviluppare strumenti di controllo sempre più sofisticati, sulle prime limitandosi allo sviluppo tecnologico di armi e successivamente allo sviluppo tecnologico logistico e controllo dell’informazione. E’ evidente che senza il bisogno di controllarci e tenerci sotto controllo ed ignoranti non avremmo avuto l’attuale sviluppo. Questo perché alla coscienza serve altro, e tutti i tentativi di tenerla imbrigliata hanno finito per renderla sempre più forte. Come viene spesso ricordato se cresce una parte, cresce anche l’altra e per questa ragione che siamo cresciuti tecnologicamente.
Il problema oggi è che chi porta avanti il governo del mondo non ha chiaro nemmeno perché sta lì, e cerca disperatamente solo di controllarlo, attraverso i numeri, oggi la finanza che controlla il mondo è ignara di essere sopra un treno (cassandra crossing) che viaggia verso un ponte che è destinato a crollare, e non c’è nessuno al volante. Oggi la cosa più intelligente da fare è scendere da questo treno, e per farlo dobbiamo imparare a saltare già a 300 km/h, ecco perché ci serve addestramento, ecco perché non basta sapere ed aver capito (una cosa non può escludere l’altra, quindi questo è già un bel passo da compiere), ma serve una transizione. Ma questo è un altro tema ancora.
Fonte: progettozion.wordpress.com (oggi off line)
Articolo precedentemente pubblicato qui il 06/11/2017
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