Senza fantasia e creatività l'essere umano non può crescere..
Catherine
Mnemosyne
Questi sono i miei ricordi di Lemuria.
Sono emersi dalle profondità in cui erano conservati tramite sogni, il che li ha mantenuti liberi da deformazioni dovute a qualsiasi forma di attività immaginativa, che in altre circostanze avrebbe potuto interferire. Ho avuto in tal modo la possibilità di gettare uno sguardo su una civiltà scomparsa dalla nostra memoria storica: di lei è rimasto solo il nome, come un’eco, e nient’altro.
In totale i sogni sono stati tre e si sono manifestati in momenti diversi e cruciali del mio percorso di ricerca interiore, offrendomi le chiavi interpretative e risolutive per risposte di cui avevo già trovato la traccia e nodi che avevo già cominciato a sciogliere. Nulla è nato dal nulla, quindi, né mi è stato dato gratis. Non mi è stato mostrato più che l’indispensabile.
Per questo il racconto sarà necessariamente episodico e frammentario, ma non ho apportato aggiunte a quello che ho visto e sentito; ho tuttavia modificato l’ordine in cui i ricordi sono stati recuperati per ricostruirne una cronologia, dal momento che non è in successione logica che le antiche esperienze mi si sono presentate, ma emotiva.
Nonostante la completa diversità di manifestazione di questa civiltà rispetto alla nostra, esistono certe caratteristiche di fondo che si presentano come un denominatore comune e che dobbiamo imparare a disinnescare per completare veramente il salto di evoluzione cui aspiriamo. Lemuria non ne fu capace, e scomparve. Noi, invece, se impariamo la lezione che le sue vicende, per quel poco che si sono svelate, possono offrirci, sono convinta che possiamo riuscirci. Ed è con questo spirito che desidero condividerle...
Mi sto inerpicando sul ripido fianco di una montagna, che in realtà è un vulcano. Il terreno è brullo e sassoso, ma salgo con agilità, dovuta all’abitudine.
Sto andando a vedere il mare. Mi ritrovo rapidamente sulla cima, non è poi molto alta!
Da lì si può ammirare uno scenario d’incanto… sotto di me c’è il mare. Il sole è al tramonto e nella luce rosso violacea emergono qua e là piccole isole. È il posto più bello che si possa immaginare!
Guardo in alto e nella parte di cielo ancora azzurro splendono due sottilissime falci di luna crescente, non molto distanti l’una dall’altra. Due lune!
Lemuria era un continente formato da innumerevoli piccole isole, di origine vulcanica – di cui solo tre o quattro sarebbero oggi superstiti[1] – nella zona sud-occidentale del Pacifico: un numeroso e relativamente compatto gruppo a Nord-Est dell’Australia, disposte come una specie di raggiera a spirale; isole anche più a Nord, in lunghissime catene ed in bracci paralleli, che si prolungavano molto lontano.
Questa morfologia è quella che presentava nei suoi ultimi tempi e non era stata immune da modificazioni: ad esempio, verso il centro del continente c’era stata un’isola un po’ più grande che con il tempo e per l’innalzamento del livello del mare si era in parte allagata e suddivisa in tre o quattro isole più piccole e alcune delle catene di isole più esterne si erano allontanate dalle altre per via di sommovimenti geologici.
Questa descrizione può trovare la sua corrispondenza nella zona delle catene montuose sottomarine oggi disposte nei dintorni della fossa delle Marianne – il punto più profondo degli oceani – e nelle aree oceaniche circostanti meridionali, le cui cime potevano ben essere isole in superficie.
Le isole erano ricoperte da una fitta vegetazione di tipo tropicale. Vi erano anche delle forme di vita animale che si erano sviluppate con il continente e che con lui sono scomparse.
La gente lemuriana era d’aspetto umano, esattamente come noi. Essi erano di pelle scura, di un colore bronzeo-rossiccio che non credo esista più in alcuna popolazione del mondo, ed anche i loro capelli erano scuri.
La popolazione complessiva non era molto numerosa, poteva essere nell’ordine delle migliaia o decine di migliaia, non di più.
A un certo punto, su un gruppo di isole più a Sud scoppiò una guerra, la “Guerra dell’Eresia”. Era accaduto che, di fatto, un gruppo di abitanti aveva deciso di dominare gli altri. Diversi orientamenti nel modo di intendere la divinità erano diventati la scusa per scontri sempre più accesi e sempre più senza esclusione di colpi. Una escalation in cui non ci si faceva scrupolo di utilizzare tutti i sistemi di cui si era a conoscenza… e le loro armi consistevano nell’immensa conoscenza delle Forze della Natura che questa civiltà aveva conseguito nel corso della sua lunga evoluzione, una conoscenza che ora veniva sfruttata a scopo distruttivo.
I Lemuriani avevano sviluppato moltissimo le loro facoltà psichiche ed avevano imparato a interagire con gli aspetti sottili, psichici delle Forze naturali.
Grazie a queste abilità non avevano mai avuto necessità di inventare alcun tipo di ausilio tecnico o tecnologico e la loro vita si era svolta del tutto integrata nella Natura. Alcuni tra loro le possedevano in grado maggiore di altri: erano i “maestri d’armi”.
Sapevano mettere in moto e dirigere la forza degli elementi in base al proprio volere e per colpire gli avversari cominciarono a scatenare tempeste sempre più violente e terribili… i venti soffiavano sempre più furiosi, le onde si sollevavano enormi, il cielo diventava nero di nubi. Riuscivano ad agire anche sul movimento della Terra e provocarono terremoti sulle isole.
Di fatto la densità di manifestazione del mondo di Lemuria e dei suoi abitanti era superiore a quella del mondo 3D che siamo abituati a conoscere, si può considerare 4D.
Quando però i Lemuriani cominciarono a usare le conoscenze di cui erano detentori per scopi personali e di dominio, causarono la fine di quella civiltà ed il suo collasso dimensionale con conseguente caduta ad una dimensione inferiore, che si realizzò attraverso gli eventi successivi.
Come si concluse questo conflitto, non so, né ha importanza saperlo. Come tutti i conflitti, non vi furono dei veri vincitori: qualche tempo dopo, la Vita presentò il conto per aver utilizzato le conoscenze enormi e profonde, frutto di millenni di evoluzione, a scopi personali e di esaltazione del proprio potere.
Dopo qualche generazione infatti la bilancia delle cause e degli effetti cercò di ritrovare il suo equilibrio e ciò che era stato messo in movimento produsse le sue inaspettate conseguenze.
In totale i sogni sono stati tre e si sono manifestati in momenti diversi e cruciali del mio percorso di ricerca interiore, offrendomi le chiavi interpretative e risolutive per risposte di cui avevo già trovato la traccia e nodi che avevo già cominciato a sciogliere. Nulla è nato dal nulla, quindi, né mi è stato dato gratis. Non mi è stato mostrato più che l’indispensabile.
Per questo il racconto sarà necessariamente episodico e frammentario, ma non ho apportato aggiunte a quello che ho visto e sentito; ho tuttavia modificato l’ordine in cui i ricordi sono stati recuperati per ricostruirne una cronologia, dal momento che non è in successione logica che le antiche esperienze mi si sono presentate, ma emotiva.
Nonostante la completa diversità di manifestazione di questa civiltà rispetto alla nostra, esistono certe caratteristiche di fondo che si presentano come un denominatore comune e che dobbiamo imparare a disinnescare per completare veramente il salto di evoluzione cui aspiriamo. Lemuria non ne fu capace, e scomparve. Noi, invece, se impariamo la lezione che le sue vicende, per quel poco che si sono svelate, possono offrirci, sono convinta che possiamo riuscirci. Ed è con questo spirito che desidero condividerle...
Mi sto inerpicando sul ripido fianco di una montagna, che in realtà è un vulcano. Il terreno è brullo e sassoso, ma salgo con agilità, dovuta all’abitudine.
Sto andando a vedere il mare. Mi ritrovo rapidamente sulla cima, non è poi molto alta!
Da lì si può ammirare uno scenario d’incanto… sotto di me c’è il mare. Il sole è al tramonto e nella luce rosso violacea emergono qua e là piccole isole. È il posto più bello che si possa immaginare!
Guardo in alto e nella parte di cielo ancora azzurro splendono due sottilissime falci di luna crescente, non molto distanti l’una dall’altra. Due lune!
Lemuria era un continente formato da innumerevoli piccole isole, di origine vulcanica – di cui solo tre o quattro sarebbero oggi superstiti[1] – nella zona sud-occidentale del Pacifico: un numeroso e relativamente compatto gruppo a Nord-Est dell’Australia, disposte come una specie di raggiera a spirale; isole anche più a Nord, in lunghissime catene ed in bracci paralleli, che si prolungavano molto lontano.
Questa morfologia è quella che presentava nei suoi ultimi tempi e non era stata immune da modificazioni: ad esempio, verso il centro del continente c’era stata un’isola un po’ più grande che con il tempo e per l’innalzamento del livello del mare si era in parte allagata e suddivisa in tre o quattro isole più piccole e alcune delle catene di isole più esterne si erano allontanate dalle altre per via di sommovimenti geologici.
Questa descrizione può trovare la sua corrispondenza nella zona delle catene montuose sottomarine oggi disposte nei dintorni della fossa delle Marianne – il punto più profondo degli oceani – e nelle aree oceaniche circostanti meridionali, le cui cime potevano ben essere isole in superficie.
Le isole erano ricoperte da una fitta vegetazione di tipo tropicale. Vi erano anche delle forme di vita animale che si erano sviluppate con il continente e che con lui sono scomparse.
La gente lemuriana era d’aspetto umano, esattamente come noi. Essi erano di pelle scura, di un colore bronzeo-rossiccio che non credo esista più in alcuna popolazione del mondo, ed anche i loro capelli erano scuri.
La popolazione complessiva non era molto numerosa, poteva essere nell’ordine delle migliaia o decine di migliaia, non di più.
A un certo punto, su un gruppo di isole più a Sud scoppiò una guerra, la “Guerra dell’Eresia”. Era accaduto che, di fatto, un gruppo di abitanti aveva deciso di dominare gli altri. Diversi orientamenti nel modo di intendere la divinità erano diventati la scusa per scontri sempre più accesi e sempre più senza esclusione di colpi. Una escalation in cui non ci si faceva scrupolo di utilizzare tutti i sistemi di cui si era a conoscenza… e le loro armi consistevano nell’immensa conoscenza delle Forze della Natura che questa civiltà aveva conseguito nel corso della sua lunga evoluzione, una conoscenza che ora veniva sfruttata a scopo distruttivo.
I Lemuriani avevano sviluppato moltissimo le loro facoltà psichiche ed avevano imparato a interagire con gli aspetti sottili, psichici delle Forze naturali.
Grazie a queste abilità non avevano mai avuto necessità di inventare alcun tipo di ausilio tecnico o tecnologico e la loro vita si era svolta del tutto integrata nella Natura. Alcuni tra loro le possedevano in grado maggiore di altri: erano i “maestri d’armi”.
Sapevano mettere in moto e dirigere la forza degli elementi in base al proprio volere e per colpire gli avversari cominciarono a scatenare tempeste sempre più violente e terribili… i venti soffiavano sempre più furiosi, le onde si sollevavano enormi, il cielo diventava nero di nubi. Riuscivano ad agire anche sul movimento della Terra e provocarono terremoti sulle isole.
Di fatto la densità di manifestazione del mondo di Lemuria e dei suoi abitanti era superiore a quella del mondo 3D che siamo abituati a conoscere, si può considerare 4D.
Quando però i Lemuriani cominciarono a usare le conoscenze di cui erano detentori per scopi personali e di dominio, causarono la fine di quella civiltà ed il suo collasso dimensionale con conseguente caduta ad una dimensione inferiore, che si realizzò attraverso gli eventi successivi.
Come si concluse questo conflitto, non so, né ha importanza saperlo. Come tutti i conflitti, non vi furono dei veri vincitori: qualche tempo dopo, la Vita presentò il conto per aver utilizzato le conoscenze enormi e profonde, frutto di millenni di evoluzione, a scopi personali e di esaltazione del proprio potere.
Dopo qualche generazione infatti la bilancia delle cause e degli effetti cercò di ritrovare il suo equilibrio e ciò che era stato messo in movimento produsse le sue inaspettate conseguenze.
Ecco un altro scenario, che viene riportato a 35.000 anni fa: c’è una donna, è in piedi e veste una semplice tunica bianca, o chiara, con le maniche lunghe, che è il normale abito di quella gente. Costei riveste delle responsabilità di guida nei confronti degli altri abitanti; non si possono definire “di governo” perché non si tratta di istituzioni come noi le conosciamo.
Qualcuno le sta portando delle notizie molto preoccupanti: da qualche tempo, su alcune delle isole occidentali si sono insediati degli esseri non terrestri, arrivano dallo spazio e si sono impossessati di quelle isole. Essi sono una specie di rettile antropomorfo[2], più alti dei Lemuriani, la loro pelle è verde e lucida[3], hanno l’occhio sinistro più grande, forse dominante sull’altro o forse ha funzioni diverse, ed è scuro. La testa è rotonda e leggermente appuntita verso l’alto, nel complesso i loro tratti sono sinuosi e c’è qualcosa di gradevole nelle loro proporzioni, non hanno nulla di repellente. È il loro scopo ad essere inquietante: intendono impossessarsi di tutto il continente, il perché è ignoto. Stanno creando un grande squilibrio per questo, le cui conseguenze sono imprevedibili.
Si sa che stanno ricorrendo alla violenza sessuale sistematica sugli abitanti delle isole che occupano, sulle donne. Il loro uso del sesso è uno strumento deliberato: essi non agiscono affatto per procurarsi piacere, non è questo che vogliono da loro, ma per produrre uno scompenso forse permanente nel campo energetico di chi la subisce[4]. In realtà in ciò che accade non vi è alcun genere di lotta o sopraffazione, tutto avviene in modo più sottile: la percezione che gli abitanti di Lemuria hanno dei propri corpi è più vaga, non è così fisica, ed essi non sono capaci di difendere il proprio spazio personale.
Il piano degli esseri-rettili è vasto e sistematico: vogliono creare una perturbazione dei campi di forze, dei campi energetici complessivi[5], che poi ritengono di poter sfruttare a proprio vantaggio. È una specie di “caduta”, provoca incrinature molto difficili da riparare, attraverso cui potranno passare altre energie di distruzione e di dominio, tra cui ce ne sarà una potente e sconosciuta che si definisce “senso di colpa”. Queste incrinature e modificazioni dei campi energetici avvengono proprio tramite l’accoppiamento tra forme di vita così diverse, è qualcosa che essi stessi vogliono e sanno imprimere perché c’è uno squilibrio di fondo tra la loro biologia e quella degli abitanti delle isole; squilibrio che viene apposto come un sigillo.
Tutto ciò può accadere senza che quegli esseri-rettili facciano ricorso ad alcuna forza, ad alcuna costrizione fisica: accade perché hanno una sottile, inspiegata capacità di soggiogamento di chi sta loro di fronte, alla quale corrisponde da parte degli abitanti delle isole una componente di ingenuità, come se ci fosse una “beata incoscienza”, un candore originario, per cui non sospettano neanche che una cosa simile possa accadere, il che li fa trovare impreparati ad affrontare la situazione. Non conoscono reazioni e non possono far altro che lasciare che accada.
Nel frattempo, però, so anche che tutto questo può succedere perché c’è in loro una parte infinitesimale che richiama questi eventi, e quella parte può essere definita “volontà di dominio”; è grazie a lei se gli esseri – rettili avevano potuto agganciarli. Ma… è un aspetto talmente remoto, che neanche si manifesta! È solo un’inclinazione a desiderare di persuadere gli altri del proprio punto di vista, nulla di più! Semplicemente, cercare di convincerli… atteggiamento che però, applicato su larga scala, fu una delle cause della fine di Lemuria: ognuno voleva convincere l’altro e non ci si metteva mai d’accordo su nulla.
Il disegno degli esseri-rettili non ebbe successo perché il risultato della loro interferenza fu persino più catastrofico. La Terra stessa reagì violentemente a quell’intrusione che aveva modificato così pesantemente i campi di energia in base ai quali anche la civiltà lemuriana poteva esistere. Nei tempi immediatamente successivi cominciarono a scatenarsi tempeste violentissime, forti terremoti e si moltiplicarono le eruzioni dei vulcani[6]. La popolazione ormai capiva che le isole su cui abitava rischiavano di scomparire ed era sempre più in preda al panico; le sue capacità di intervenire sui fenomeni naturali, molto ridimensionate, non si dimostravano sufficienti a impedirlo e non riuscendo a trovare un rimedio efficace facevano ricorso, nel loro comportamento, sempre più alle manipolazioni e alla menzogna. Finché Lemuria si inabissò.
[1] Ho cercato molte volte di identificarle su una carta geografica, ma senza successo, perché non mi è stata mostrata la loro posizione.
[2] Non mi è possibile una stima dell’altezza perché non ho parametri di riferimento per nessuno dei due popoli.
[3] Mi pare che la parte anteriore del corpo fosse però gialla.
[4] Campo energetico: psichico, emozionale, mentale ed elettromagnetico. Permanente secondo l’intento degli esseri-rettili, ma le perturbazioni del campo energetico personale possono essere riparate e la sua integrità ricostituita.
[5] Ovvero: la perturbazione dei campi di forze personali si sarebbe propagata a sua volta a quelli ambientali, nella zona del pianeta su cui esisteva la civiltà lemuriana.
[6] Quella zona geografica è tuttora tra le più sismiche e vulcaniche del pianeta.
Fonte: hearthaware.wordpress.com
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