domenica 22 ottobre 2017

Considerazioni sulla psicoterapia

Lanfranco Mariottini

Allo stato attuale della mia ricerca, sono giunto alla conclusione che le patologie della mente siano solo l’epifenomeno di un disagio diffuso nell’umanità: la perdita della visione spirituale della vita.

Con gli strumenti di conoscenza e di tecnologia in nostro possesso potremmo trasformare il pianeta in un giardino ma è soprattutto con la pratica della gentilezza e della compassione che si cambierà il mondo.
Col tempo, sono convinto, l’umanità si evolverà, e le persone gentili guideranno il Creato.

L’uso della mente, il nostro strumento per interpretare la realtà

Se qualcuno ci ponesse la domanda: “dovendo scegliere tra un pensiero triste e cupo e un pensiero sublime, cosa preferiresti?”, beh, ritengo che poche persone avrebbero dubbi sulla risposta da fornire: “Quello sublime è ovvio, che domande?”.

Eppure, mi chiedo, quante persone conosciamo che veramente, oggi, sono in grado di preferire il pensiero sublime a quello triste o pieno di rabbia?
Quanti sono in grado di osservare obiettivamente i pensieri e scegliere quali vogliamo che abitino la nostra mente?..


Tutti noi sappiamo che un pensiero triste e cupo ci toglie energia perché in queste condizioni il cielo diviene plumbeo, le forze ci mancano e ci sentiamo le lacrime agli occhi.

In un modo o in un altro, tutta l’umanità conosce o ha sperimentato il dolore della depressione, tutti l’abbiamo testata sulla nostra pelle, dentro il cuore e là, dove fa più male, nella mente. Ci sono persino, ahimè, persone che ne diventano schiave e per questa schiavitù conducono vite da incubo.

E’ molto interessante conoscere le patologie mentali per cercare di capire come funziona la mente.
In una della patologie psichiatriche più gravi, la schizofrenia, la persona perde completamente il controllo della propria mente, non distingue più la realtà dalla fantasia, è soffocata da pensieri incoerenti e smarrisce il contatto col mondo. Ma anche patologie meno gravi come l’ansia, le fobie, le ossessioni, possono disturbare un maniera grave la nostra vita.
Il problema è che nessuno ci ha insegnato che la mente è uno strumento che si è sviluppato in milioni di anni di evoluzione, ma è pur sempre uno strumento, delicato e complesso come un prezioso violino.

Esso ci permette di elaborare le informazioni che giungono dai nostri sensi e di estrapolare concetti e costruire realtà virtuali.

Basta ragionare sul fatto che una casa non nasce automaticamente, ma è stata a lungo pensata e visualizzata in tutti i particolari dall’architetto.

La mente costruisce realtà virtuali, utili per artisti, architetti e ingegneri, ma a volte talmente intense e coinvolgenti da farci perdere il contatto con la realtà oggettiva (come, ad esempio, nella schizofrenia). Ebbene, come possiamo essere continuamente consapevoli di quello che pensiamo? Come possiamo renderci conto che il pensiero che elaboriamo è utile e armonico? È realistico pensare di riuscire a vivere in uno stato di perfetto equilibrio mentale costante, in armonia tra il nostro mondo interiore e la realtà esterna?

Le condizioni ambientali e i condizionamenti sociali che riceviamo ci inducono ad avere pensieri automatici, non controllati e spesso negativi. Raramente siamo coscienti di come ci comportiamo e soprattutto di cosa pensiamo, eppure il pensiero si trasmette sia nell’ambiente che ci circonda, sia alle persone che ci sono vicine. La nostra vita normalmente viene vissuta e accettata senza un reale progetto a medio, e men che mai a lungo termine. Le persone sagge vivono e organizzano la propria vita perseguendo obiettivi e progetti a lunghissimo termine, che trascendono la loro esistenza come singole personalità.

Eppure la mente, essendo uno strumento e non la nostra vera essenza, può essere addestrata, proprio come uno strumento musicale. Possiamo suonare melodie sublimi oppure produrre solo rumore, a nostra scelta, possiamo anche non utilizzarla e decidere di ascoltare la grazia del silenzio.


La meditazione è la vera armonia del silenzio, ed è ormai provato che se si esercita anche solo venti minuti, due volte al giorno, a vivere il silenzio della nostra coscienza, si può radicalmente cambiare non solo la nostra vita ma anche l’evoluzione dell’umanità.

Ognuno di noi può elaborare strategie di azione per migliorare il funzionamento del proprio pensiero. Sarebbe una grande conquista imparare a essere coscienti del funzionamento della nostra e altrui coscienza. Io non sono un saggio, tanto meno penso di aver raggiunto un buon controllo del mio strumento mentale, tuttavia mi impegno a essere sempre più consapevole dei miei pensieri e cerco di imparare a distinguere i pensieri grigi da quelli sublimi.
Ognuno di noi può trovare una soluzione per imparare a suonare al meglio il suo strumento musicale. E anche la voce è un potente strumento che, se conosciuto e addestrato, può cambiare la strategia della comunicazione e direttamente la fiducia in noi stessi.

Posso solo suggerire qual è la mia strategia per un buon uso della mente: quando mi accorgo di aver pensieri grigi o distruttivi, quando mi rendo conto che c’è rabbia in me, allora esprimo il desiderio di cambiare l’ordine dei miei pensieri; questo è il primo passo importante: la consapevolezza di cosa accade nella mia coscienza. Poi comincio a respirare lentamente e mi rilasso, il più possibile.
Osservo i miei pensieri grigi come se non fossero in me e sposto l’attenzione solo verso pensieri che vorrei avere, pensieri sublimi.

Ovviamente non è così semplice cambiare la sintonia del nostro strumento, occorre esercitarsi e elaborare ed evocare un’immagine mentale mirabile, intensa e potente.


Io utilizzo questo stratagemma: immagino di rilassarmi moltissimo, faccio risuonare in me le parole e le emozioni che mi riempiono di pace, poi, quando sento sorgere la pace in me immagino di passeggiare tra la gente e diffondere questo sentimento … pace … pace … armonia … per tutte le creature.

Mi vedo estremamente calmo e sereno e immagino di camminare tra le persone mentre trasmetto la serenità e l’armonia che sento in me e desidero donare loro, come se fosse una luce azzurra e oro che appare invisibile ma che io visualizzo, in silenzio… senza che nessuno si accorga di me.
Forse per me è più facile che per altri, poiché sono abituato ad indurre le persone in uno stato di ipnosi e per indurre l’ipnosi, voglio ricordare, è necessario che l’ipnotista, a sua volta, entri automaticamente in quello stato di calma e serenità che vuole suggerire.

Imparare a rilassarsi è fondamentale perché ci permette di “prendere tempo”, impedendoci di agire in base a riflessi condizionati.
Altro caposaldo di salute mentale è l’abitudine alla gentilezza, alla gratitudine, inviare il bene, benedire …


Estratto dal libro “L’ipnosi regressiva – rievocare le vite precedenti e liberarsi dalle catene inconsce di eventi dimenticati”




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