«Se chiedete al primo che vi capita, di età superiore ai 20 anni, quante furono le torri crollate l’11 Settembre, avrete quasi sempre la stessa, stranita risposta: due, ovviamente. Due aerei, due torri: dunque furono gli aerei ad abbattere le Twin Towers».
Invece, no, le torri abbattute furono tre.
E questo provoca ancora adesso molti mal di testa a chi vuole sostenere la versione ufficiale». Alla conta, infatti, “manca” sempre la terza torre del World Trade Center, denominata WTC-7, che crollò alle 17.20 del “giorno maledetto”, senza esser stata colpita da nessun aereo.
Per Giulietto Chiesa, quel crollo-fantasma è un po’ il simbolo dell’atto terroristico più misterioso e devastante della nostra storia recente, destinato ad aprire l’incubo della “guerra infinita”: Iraq e Afghanistan, Libia e Siria, e domani l’Iran. Data fatidica, per il “grande alibi” dell’impero pericolante: occupare, militarmente, un mondo ormai multipolare, progressivamente egemonizzato da nuovi protagonisti, in pole position la Cina – che, secondo i neocon al potere l’11 Settembre, entrerà in rotta di collisione con la “sicurezza Usa” entro il 2017, cioè domani...
Alle 5.20 del pomeriggio l’attico della parte est dell’edificio crolla – visibilmente con qualche secondo di anticipo rispetto al crollo dell’attico ovest, mentre in simultanea l’intero edificio comincia a scendere in caduta libera. La commissione ufficiale che avrebbe dovuto dare risposta alla miriade di interrogativi rimasti aperti su quello strano attentato non fa cenno alcuno, nelle sue oltre 500 pagine, al crollo del Wtc-7: come non fosse esistito.
Forse perché proprio quel crollo così anomalo «contiene molte chiavi» per riaprire la vera storia dell’11 settembre 2001.
Anche il Nist, National Institute to Standards and Technologies, cui fu affidata l’indagine tecnica sui crolli, si occupò solo delle Twin Towers. «Strano, nevvero?
Anche il Nist, National Institute to Standards and Technologies, cui fu affidata l’indagine tecnica sui crolli, si occupò solo delle Twin Towers. «Strano, nevvero?
Ci vollero più di sette anni – ricorda Chiesa – per sapere cosa il Nist pensava del crollo del Wtc-7. E si dovette aspettare il novembre 2008 per leggere il “Final Nist Report on the Collapse of World Trade Center Building 7”». Anni «spesi assai male», se è vero che i tecnici del Nist «li impiegarono ad arrampicarsi sugli specchi alla ricerca di uno straccio di risposta».
Non lo trovarono, ma in compenso «ne inventarono alcuni, diversi e perfino contrastanti tra loro». E fu una fortuna, per loro, che «l’intero mainstream americano li aiutò a nascondere la verità». Su quali punti si basa infatti quel rapporto? Quello cruciale è che il Wtc-7, in mancanza di un aereo, crollò “soltanto a causa del fuoco dell’incendio”. Il crollo, aggiunsero, non fu in caduta libera, bensì in caduta “progressiva”. A sostegno di queste tesi venne prodotta una simulazione al computer. «Vedere per credere», commenta Chiesa. Perché, «sfortunatamente, questa conclusione non quadra per niente con i dati a disposizione».
Nonostante ciò, la ricostruzione del Nist è surreale: dice che fu il fuoco a far crollare l’edificio, e che i detriti che lo colpirono non furono “determinanti”. Poi però sostiene che i cedimenti strutturali che produssero la “progressiva” caduta furono provocati “anche” dalle distruzioni prodotte dai detriti. «La ricostruzione al computer del collasso, prodotta dal Nist, naviga in questa ambiguità, ma non corrisponde in alcun modo agli eventi osservati», ed è clamorosamente smentita dai video, ormai di pubblico dominio.
Per il Nist, resta dunque solo il fuoco a spiegare il crollo. «Ma nemmeno il fuoco può contraddire le immagini televisive», insiste Giulietto Chiesa. «Ed è stato ad abundantiam dimostrato che nemmeno un incendio di gigantesche proporzioni (che peraltro non ci fu) avrebbe potuto trasformare le travi d’acciaio che sostenevano l’edificio in salsicce pieghevoli».
Una perfetta demolizione controllata?
Nel 2015 un rapporto suggerisce che a provocare il crollo del WTC-7 non fu né l'incendio né i detriti provenienti dalla Torre 1 ma presumibilmente cariche esplosive.
Per approfondire:
- Architetti & Ingegneri sconvolgono gli USA: “Le tre Torri distrutte da cariche esplosive
- Il piccolo segreto delle Torri Gemelle
Per il Nist, resta dunque solo il fuoco a spiegare il crollo. «Ma nemmeno il fuoco può contraddire le immagini televisive», insiste Giulietto Chiesa. «Ed è stato ad abundantiam dimostrato che nemmeno un incendio di gigantesche proporzioni (che peraltro non ci fu) avrebbe potuto trasformare le travi d’acciaio che sostenevano l’edificio in salsicce pieghevoli».
Tutte le analisi scientificamente decenti, aggiunge Chiesa, hanno accertato «l’evidente implausibilità dell’ipotesi che un edificio in acciaio entri in caduta libera: non avviene, non è mai avvenuto, non può avvenire. A meno che non vi siano stati esplosivi per scardinare i supporti e le connessioni tra le travature». Esplosivi, certo: è l’unica spiegazione ragionevole, di fronte alle due “spiegazioni” ufficiali, entrambe smentite dai fatti – il crollo “progressivo” (al posto della “caduta libera” che i video documentano) e il fuoco come causa del crollo.
Nell’agosto 2008, poco prima della pubblicazione del rapporto del suo team, lo stesso capo-investigatore del Nist, Shyam Sunder, in un contraddittorio pubblico si è lasciato sfuggire «ammissioni talmente gravi da richiedere il ritiro del filmato che le conteneva»: il video è stato sostituito da una nuova versione, del 17 settembre 2010. «Ma anche nella seconda versione – scrive Chiesa – il Nist è costretto a confermare che ci fu una “accelerazione gravitazionale” (cioè caduta libera) di 2,25 secondi».
Nell’agosto 2008, poco prima della pubblicazione del rapporto del suo team, lo stesso capo-investigatore del Nist, Shyam Sunder, in un contraddittorio pubblico si è lasciato sfuggire «ammissioni talmente gravi da richiedere il ritiro del filmato che le conteneva»: il video è stato sostituito da una nuova versione, del 17 settembre 2010. «Ma anche nella seconda versione – scrive Chiesa – il Nist è costretto a confermare che ci fu una “accelerazione gravitazionale” (cioè caduta libera) di 2,25 secondi».
La simulazione al computer non dimostra niente, conclude Giulietto Chiesa. Forse, «sarebbe utile che il Nist accettasse gentilmente di pubblicare i dati dei modelli su cui hanno lavorato i suoi computer». Ma questi dati «non sono stati rivelati», e intanto «sono passati altri 5 anni».
Se qualcuno sperava che almeno Barack Obama potesse far luce sul “mistero dei misteri”, destinato a sconvolgere il pianeta, s’è dovuto ricredere: tutto quello che ha fatto Obama è stato proporre la “fiction” della presunta uccisione di Osama Bin Laden, senza uno straccio di immagine, lasciando raccontare che la sua salma sarebbe poi stata inabissata “con rito islamico”, da una portaerei, nell’Oceano Indiano. Nel frattempo, i Navy Seals impegnati nel misterioso blitz in Pakistan sono tutti morti, uccisi da un missile a Kabul. Per i loro famigliari, la Casa Bianca non ha fatto nulla per chiarire le circostanze della strana morte di quegli scomodi testimoni..
Fonte: www.libreidee.org
Fonte: www.libreidee.org
Una perfetta demolizione controllata?
Nel 2015 un rapporto suggerisce che a provocare il crollo del WTC-7 non fu né l'incendio né i detriti provenienti dalla Torre 1 ma presumibilmente cariche esplosive.
Per approfondire:
- Architetti & Ingegneri sconvolgono gli USA: “Le tre Torri distrutte da cariche esplosive
- Il piccolo segreto delle Torri Gemelle
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