lunedì 31 ottobre 2016

La politica è morta, comanda l’economia

slasch16
(un articolo dell'11 settembre 2011)

L’economia, capitalistica o meno, gode di un grosso vantaggio: sperpera consuma specula rischia ed i danni li mette in conto alla collettività di tutto il mondo.

Non si tratta di aiutare la Grecia, l’Irlanda, l’Italia, Portogallo o Spagna, si tratta solo del fatto che l’economia globale vuole imporre le regole, liberismo e mercato, in una parola sola ciò che conta è il profitto.

Ci sono altri vantaggi di cui gode l’economia parassita globale, la politica debole ed il fatto che i lavoratori, i consumatori, la massa proletaria, gli imprenditori medi e piccoli, in buona fede, di tutto il mondo non ha capito che il mercato siamo noi, se noi non consumiamo i parassiti sono morti.

E’ un problema insuperabile quello di affrontare il consumo consapevole, mirato a togliere la linfa vitale che determina il profitto dei parassiti dell’economia globale.
La provocazione di Eric Cantona, grande come uomo più ancora che grande calciatore, ha centrato il nocciolo del problema quando ha lanciato la proposta di ritirare i soldi dalle banche.

Avremmo potuto, potremmo togliere a questi parassiti dell’economia mondiale il sangue e farli morire in breve tempo.
Altrimenti ci rimane solo la rivoluzione....


Una rivoluzione globale non per portare il comunismo, il socialismo, la destra moderata e responsabile, ma una rivoluzione contro il consumismo indotto, il libero mercato dei briganti, che riporterebbe al centro dell’attenzione e del potere la vera democrazia, la politica.

Che significa la parola politica?

La prima definizione di “politica” (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine “polis”, che in greco significa la città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, “politica” significava l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.
Questa è la politica, chiaramente nel suo valore assoluto, ed è, dovrebbe, essere fatta, partecipata da uomini onesti.

Sappiamo che senza vigilanza ed interventi ciò non sarà mai possibile ma è l’unica strada percorribile se non vogliamo che la convivenza comune sia affidata alle pistole o ai coltelli.

Tutto ciò è sopportabile, alludo al fatto che la politica risulti, spesso, inquinata da interessi o connivenze, direi “quasi” accettabile che qualche mela marcia spunti di qui o di là, ma ciò che non è sopportabile, accettabile e da combattere sino alla sua estinzione è che una minoranza parassita, speculatrice, di banchieri,finanzieri milionari, decidano del destino e del modo di vivere per tutto il resto del mondo.

La politica è per il bene di tutti ed al centro della politica mondiale ci deve essere l’uomo, la persona, e non il mercato.

I capitalisti, l’economia parassita e speculativa, ripetono da centinaia di anni che il mercato è tutto, hanno imposto la liberalizzazione raccontandoci che avrebbe portato benefici a tutti, parlo a livello mondiale, e ciò non è mai stato vero.
Il mercato ci avrebbe reso più liberi, dicevano, e con il mercato avrebbe trionfato la democrazia e la libertà.
La loro.

Qui l’unica cosa che ha trionfato è il loro profitto, il libero mercato ha portato solo miseria e disuguaglianza, ha mantenuto nei privilegi il loro tenore di vita a spese del ceto medio e dei più poveri, riempiendoci la testa con i benefici del mercato, dove noi dovremmo andare ad acquistare i prodotti costruiti con le nostre mani per arricchire i parassiti che hanno investito sulle nostre spalle, appropriandosi della nostra vita passata, presente e futura in nome del loro profitto.

Quando va tutto bene, nel mercato, e faccio notare che ciò avviene specialmente subito dopo guerre devastanti che, per adesso, non tornano più a livello mondiale ma locale perché pescecane non mangia pescecane, quando va tutto bene e c’è il boom economico si intascano i profitti e quando va male chiamano noi a pagare i loro debiti, creati da loro per la bramosia di guadagnare ancora di più.
Non è la politica, di destra o di sinistra, il nemico, non sono i politici più o meno intelligenti e più o meno disonesti, non è nemmeno quel bandito piduista, fascista, evasore che abbiamo a capo del governo il nemico.

Il nemico è ciò che lui rappresenta in Italia ma è in tutto il mondo, l’economia che prevarica la politica.
E’ questo tipo di economia che va annientata, abbattuta, eliminata dalla faccia della terra.

Non sono i tipi come Stark da combattere ma ciò che la loro filosofia rappresenta mentre i veri parassiti che la determinano ed impongono a livello globale agiscono nell’ombra.
Nelle banche, nelle multinazionali, nella loro carta straccia che sono le monete alle quali danno il valore che loro ritengono più opportuno ai loro interessi.

Gli indignados di tutto il mondo non parlano di destra o di sinistra, di socialismo o capitalismo, parlano di una distribuzione della ricchezza in modo più equo, che il loro lavoro ed il loro sacrificio venga riconosciuto e che il loro futuro non sia condizionato ai profitti dei parassiti.

Più di un secolo fa Carlo Marx chiedeva diritti e riconoscimento per il proletariato che della ricchezza che contribuiva a creare non vedeva mai niente, anzi più ricchezza c’era e più aumentava il loro sfruttamento ed il loro orario di lavoro.
In quegli anni in Inghilterra hanno inventato, sviluppato le macchine tessili ed invece di diminuire l’orario di lavoro per le lavoratrici è aumentato, per non fermare mai le macchine ed avere ancora più produzione e quindi profitto.
E’ lì che è nata la terza squadra, tre turni di lavoro di 8 ore e tre per otto fa 24.
Giornata piena, per la gioia del mercato e dei parassiti speculatori e sfruttatori di manodopera.

E’ ovvio che la Marcegaglia critichi il governo, lei e quelle che rappresenta vogliono le mani libere, sbaglia chiunque di noi veda in questa gente un potenziale alleato.

Voglio solo cambiare, evolvere, il metodo dello sfruttamento con il solito, eterno, scopo: il profitto.
Lo pretende il mercato, la competizione globale nel mercato, dobbiamo sacrificarci altrimenti non siamo nel mercato.

Il mercato siamo noi che coltiviamo i pomodori e poi andiamo al mercato a comprare ciò che abbiamo coltivato per 5 centesimi a 10 euro, per tenere la concorrenza, stare nel mercato e salvare l’unica cosa che conta per questo mondo di merda, per colpa nostra, il profitto.


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