venerdì 10 ottobre 2025

Una grande onda sta attraversando la Via Lattea e sposta le stelle

Gli scienziati hanno accumulato nuove prove del fatto che l'immagine classica della Via Lattea che è presente in quasi tutti i libri di astronomia è parzialmente sbagliata e dovrà presto essere aggiornata, almeno nei testi inerenti gli studi accademici.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, che ha avuto tra i suoi autori diversi ricercatori dell'ESA e alcuni astronomi italiani, ha infatti fornito prove dell'esistenza di una grande increspatura che sembra scuotere la nostra galassia come un'onda marina.

Per scoprire quest'onda, i ricercatori hanno studiato attentamente la mappatura delle stelle della nostra galassia, visto che non possiamo guardare la Via Lattea dall'esterno. Questa mappa è stata realizzata tramite il contributo di generazioni di astronomi e il lungo lavoro dell'osservatorio Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea.

Una sorta di “ola stellare” identificata da uno studio guidato dall’Inaf, grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Gaia...


In verità, è dagli anni Cinquanta che gli scienziati sanno che la Via Lattea presenta una sorta di deformazione. Secondo alcuni studiosi, essa ha avuto origine a seguito dell'impatto con un'altra galassia, probabilmente miliardi di anni fa.

"La nostra galassia è deformata e corrugata: questa ulteriore increspatura che vediamo è un'ondulazione del disco", ha spiegato la Dott.ssa Eloisa Poggio, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Torino. Secondo la Poggio, è grazie a Gaia se oggi siamo in grado di individuare con precisione l'esatta posizione di quest'onda all'interno del disco, conoscendone anche l'ampiezza.

La scoperta è stata presentata in uno studio pubblicato sulla rivista Astronomy and Astrophysics da un team internazionale guidato dai ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf).

Una galassia in movimento

Le stelle che compongono la Via Lattea sono in movimento continuo: ruotano attorno al centro galattico in modo piuttosto ordinato, ma al contempo, l’intera struttura ondeggia nel tempo, con un movimento simile a quello di una trottola. Questo era noto, ma la nuova ricerca ha identificato un altro tipo di movimento che coinvolge un’ampia porzione delle stelle della nostra galassia.

Per scoprirla, gli autori dello studio si sono affidati a due tipi di stelle: giovani stelle giganti, e cefeidi, caratterizzate da variazioni estremamente prevedibili della loro luminosità, che permette di osservarle con telescopi come Gaia su grandi distanze. 
La capacità del telescopio Esa di eseguire osservazioni incredibilmente accurate in tutte le direzioni e di tutte le velocità (il movimento verso di noi, lontano da noi e attraverso il cielo) ha consentito agli scienziati di ottenere mappe dettagliatissime del disco galattico e dei movimenti al suo interno, con cui è stato possibile individuare la presenza dell’onda che attraversa la galassia.


Una specie di ola stellare

“Ciò che rende tutto ancora più interessante è la nostra capacità, grazie a Gaia, di misurare anche i moti delle stelle all’interno del disco galattico”, spiega Eloisa Poggio, astronoma Inaf e prima autrice dello studio. “La parte intrigante non è solo l’aspetto visivo della struttura ondulatoria nello spazio 3D, ma anche il suo comportamento ondulatorio quando analizziamo i movimenti delle stelle al suo interno”.

L’onda interessa un’ampia porzione del disco galattico, influenzando le stelle che si trovano ad almeno 30-65mila anni luce di distanza dal centro della galassia (il diametro della Via Lattea è di circa 100mila anni luce). 
Per spiegare cosa traspare dalle osservazioni di Gaia, gli autori dello studio invitano a pensare alla ola eseguita dalla tifoseria in uno stadio, che ci appare congelata nel tempo per via delle scale temporali galattiche, molto più lunghe delle nostre.

Non si sa cosa possa aver dato il via a questo movimento ondulatorio: una possibile spiegazione è un antica collisione tra la Via Lattea e una galassia nana, ma al momento è impossibile escludere qualunque ipotesi alternativa. 

E per questo, i ricercatori Inaf assicurano che continueranno a studiare la grande onda e le sue caratteristiche: la quarta release di dati di Gaia, prevista per dicembre 2026, e includerà posizioni e movimenti ancora più precisi delle stelle della Via Lattea, con cui potranno essere realizzate mappe ancora più accurate e – magari – arrivare a capire l’origine della grande onda che ne increspa la superficie.

Fonti e articoli completi: 

www.wired.it
tech.everyeye.it

*Tutte le immagini sono elaborazioni grafiche

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