sabato 20 aprile 2024

La Terra non è rotonda

 
 di Massimiliano Capalbo

Sono due le etichette coniate dai giornalisti e appiccicate da chiunque e all’occorrenza (spesso per evitare il confronto) a chi non si allinea al pensiero dominante: no-vax e terrapiattista

Essendomi abbondantemente occupato della prima vorrei adesso passare alla seconda etichetta. 

La nuova ondata di razionalismo che pervade le coscienze di molti italiani in questi ultimi anni, e che li fa illudere di “appartenere ad un’élite privilegiata a cui è consentito di avere una vita, altrimenti, miserabile“ come afferma Gavino Sanna, presidente dell’Associazione dei Consumatori del Piemonte, ha sconfinato anche nel campo dell’astrofisica. 

Il terrapiattista, più del no-vax, è diventato il simbolo supremo dell’ignoranza e della paranoia che a turno interessa tutti gli esseri umani, obiettivo privilegiato di comici e “scienziati”. Lungi da me l’intenzione di prendere le difese di una categoria, questo blog non ha mai condotto battaglie ideologiche, ma ancora una volta si assume il compito di porre dubbi e perplessità sul cammino dei “forti delle proprie convinzioni”.

Magari qualcuno avrà un mancamento, qualcun altro resterà deluso ma i terrapiattisti in fondo non hanno poi tutti i torti: la terra non è rotonda ...


La maggior parte delle persone sono d’accordo che lo sia, per il momento. Ma questa non è la realtà. E’ solo un compromesso, uno dei tanti a cui accettiamo di scendere nel corso della nostra esistenza.

Il problema, come spiega l’astrofisica Giuliana Conforto nel suo libro “Cambio di logica”, è la vista. 

“Cosa vediamo? – si domanda – Quasi niente". 

Non vediamo la massa oscura che è il 95% dell’intera massa calcolata e, del 5% restante, vediamo di norma solo la materia che riflette o emette la luce in frequenze ottiche.” Come avevano capito molto tempo fa sia Platone sia Giordano Bruno, senza possedere le tecnologie odierne, non vediamo che le ombre, ovvero i fotoni ottici riflessi dai corpi, la luce visibile dai nostri occhi e interpretabile dal nostro cervello. 

Le radiazioni elettromagnetiche (l’energia) prodotte dagli astri vengono ordinate secondo la loro lunghezza d’onda, frequenza o energia, in quello che viene chiamato spettro elettromagnetico di cui la luce visibile è una porzione veramente esigua. 
Le altre frequenze (onde radio, microonde, infrarosso, ultravioletto, raggi X e raggi gamma) sono escluse dall’immaginario collettivo. 

Noi consideriamo reali solo le frequenze ottiche, la luce visibile, però siamo sicuri di conoscere la realtà, di percepirla nella sua interezza e di detenere la conoscenza! 

Per più di tre secoli l’astronomia ha ignorato le altre frequenze e, nel frattempo, ci ha convinti che i corpi celesti sono palle piene, vincolate alla gravità e sospese nel vuoto. 

Quando ha smesso di utilizzare solo le frequenze ottiche ha cominciato a scoprire la vastità dell’universo. 


La scienza ritiene “scientifico” solo quello che vede, sente e tocca. 

René Guénon, intellettuale esoterista francese, definiva quelli occidentali degli scientisti più che degli scienziati e li definiva come quelli che pensano che l’uomo non si sia mai proposto altro oggetto di conoscenza se non la spiegazione dei fenomeni naturali. 

“Sono chiaramente incapaci di capire che si può andare oltre, e non è questo che rimproveriamo loro, ma solo la presunzione di rifiutare agli altri il possesso o l’uso di facoltà che a loro mancano… Affermare che c’è qualcosa non di sconosciuto ma, addirittura, di inconoscibile è fare di una debolezza intellettuale un limite che a nessuno è permesso superare.”

Se osserviamo la Terra in estremo ultravioletto la sua forma appare asimmetrica, composta di plasma ma soprattutto la biosfera, ovvero il pianeta che consideriamo reale, che tocchiamo e vediamo ogni giorno, scompare. 
Pretendere di conoscere la realtà per il semplice fatto di possedere cinque sensi è uno degli atteggiamenti più arroganti di cui l’essere umano si rende protagonista quotidianamente (quasi come quello di poter salvare o distruggere il pianeta). 


“Qual è la realtà? – si domanda la Conforto – quella osservata in ottico o in ultravioletto?” 


E se osserviamo la Terra e il Sole ai raggi X? 

Non sono palle, hanno forme diverse da quella sferica. Ma, soprattutto, non sono sospese nel vuoto. 

“Oggi si sa che questo spazio vuoto è pieno di energia e percorso dal vento solare, da emissioni improvvise di plasma che sfuggono dalla superficie del Sole e invadono lo spazio. Quasi tutti i pianeti sono avvolti da una Plasmasfera che non ha forma sferica ed è quindi indipendente dalla gravità.” 
Come la mettiamo cari razionalisti? 

Che la realtà non fosse oggettiva è apparso molto chiaro, fin dalle origini, alle menti pensanti
Altrimenti, se non altro, andremmo tutti d’accordo. Forse questa differenza di percezione dipende dagli occhiali che utilizziamo, dalle lenti attraverso le quali decidiamo di osservare quello che ci circonda? 
La Conforto conferma: 

“la solidità di un corpo dipende dal tipo di sonda, ciò che ci appare solido e opaco, può essere trasparente per strumenti e occhi “alieni” capaci di vedere ultravioletto o raggi X.” 

E mi fermo qui, perché potrei parlare di esopianeti, di pulsar, di buchi neri, di materia oscura e di tanti altri fenomeni che avvengono continuamente nell’universo che influiscono sulla nostra vita e che non percepiamo minimamente perché non abbiamo (noi comuni mortali) gli occhiali per osservarli. 

Tutto questo non per fornire argomenti ai terrapiattisti (che sanno come procurarseli anche senza il mio aiuto) ma per sottolineare l’aspetto più grave di tutta questa contrapposizione che si sta creando, la sfiducia nella scienza e nel sapere inteso non come dogma ma come ricerca continua. 

L’etichetta funziona infatti da deterrente, invece di stimolare le persone a fare ipotesi, a ricercare, le inibisce, le spinge a non farsi più domande, ad affidarsi agli esperti (ben pagati). I terrapiattisti si pongono domande (anche sbagliate ma se le pongono) i razionalisti dell’oggi hanno perso la capacità di porsele. Sono come quegli studenti che a scuola non fanno domande per paura di essere giudicati. 
Guénon scriveva: 

“poiché il razionalismo corrisponde a una riduzione dell’intelletto, è naturale che il suo sviluppo vada di pari passo con quello del sentimentalismo.“ 

Nei provvedimenti restrittivi messi in campo in questi anni dal governo per affrontare l’emergenza Covid emergono, infatti, solo sentimenti di vendetta, di rivalsa e di punizione nei confronti di chi non si allinea, in essi non vi è alcuna traccia di scientificità.

Siamo tutti prigionieri delle nostre false credenze. 

Per uscire dalla prigione nella quale ci stiamo rinchiudendo occorre avere la volontà di farlo, conclude la Conforto, di “verificare le convinzioni comuni, discuterle invece di accettarle in modo supino e ritenerle sostenute dagli “esperti” del settore. Considerata l’enorme cecità scientifica nessuno si può definire tale. Siamo tutti alla ricerca.” 
L’importante è non ostacolarla o inibirla, per il bene dell’umanità.


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