Ci sono le scale a chiocciola e quelle a pioli, ci sono le ampie scalinate in marmo o le scalette realizzate in legno. Dal punto di vista pratico, hanno un’utilità immediatamente immaginabile.
Dal punto di vista simbolico, in letteratura il concetto di “scala” implica anche quello di ascensione da una condizione ad un’altra superiore.
Quel che è certo è che non riusciamo ad immaginare una scala avulsa dal suo contesto. Essa è un elemento di passaggio o di congiunzione: non avrebbe senso una scala che non conduce da nessuna parte.
Quel che è certo è che non riusciamo ad immaginare una scala avulsa dal suo contesto. Essa è un elemento di passaggio o di congiunzione: non avrebbe senso una scala che non conduce da nessuna parte.
Anzi, diciamocela tutta, ci inquieterebbe anche un po’.
Ecco, di base, il senso della storia raccontata su Reddit da searchandrescuewoods, un utente che dice proprio di lavorare per il team di ricerca e soccorso delle persone che si perdono nei boschi.
La sua testimonianza riguarda una foresta statunitense, e come vedremo molte altre provengono dalla medesima area geografica. Racconta come, durante le missioni di salvataggio all’interno del fitto della vegetazione, non sia affatto inusuale incontrare delle scale. Scale che emergono dagli alberi, che non portano da nessuna parte, in piedi da sole e dall’aspetto insolitamente robusto. L’uomo dice che la prima volta è rimasto interdetto.
I suoi superiori, però, gli hanno detto che non si doveva stupire, che era una cosa piuttosto normale. L’uomo però racconta di aver intuito, in modo del tutto istintivo, che non doveva salirci sopra. In seguito, ha fatto come gli avevano detto i colleghi più anziani: le ha ignorate, pur avendone incontrate ancora molte altre negli anni a venire ...
Si potrebbe pensare ad una leggenda metropolitana, come tante ne girano nel web. Ma alla testimonianza di questo utente di Reddit ne sono seguite tante altre di persone sparse negli USA, ma anche nel resto del mondo. I resoconti sono talmente dettagliati da non permettere di credere che siano inventati di sana pianta. Queste scale, nei boschi, ci sono: e se in alcuni casi possono anche essere spiegate come ciò che resta di un edificio vetusto ormai distrutto, in alcuni casi sono più misteriose.
Quello che colpisce sempre gli osservatori è il fatto che le scale, anche se prive di contesto, non sembrano abbandonate. Sono sempre ben pulite, prive di vegetazione o di escrementi o altri resti di animali. Sono di qualunque materiale e foggia: a volte in pietra, sembrano molto antiche. Altre volte hanno un’aria moderna e sono fatte magari in ferro, come quelle che conducono sulla sommità di un faro.
In alcuni casi, a poca distanza, c’è un cimitero o una sepoltura. Quasi sempre nella zona in cui si trovano le scale è scomparso qualcuno: le scale non sono mai alle propaggini della zona di vegetazione ma sempre al centro, a parecchie miglia di distanza da centri abitati. Tutti parlano di un’innaturale senso di angoscia e oppressione quando ci si avvicina ad esse, al punto che solo pochi temerari hanno avuto l’ardire di salirle.
Testimonianze
Un uomo racconta qualcosa che gli è capitato in prima persona quando lavorava come esperto in malattie infettive per conto dell’agenzia di sanità governativa statunitense. Erano gli anni ’40, poco dopo il celebre incidente di Roswell, e si erano verificati dei casi di animali mutilati. Durante i sei mesi di ricerche nell’area, furono avvistate molte scale che sembravano spostarsi nottetempo. Là dove erano state in precedenza, appariva un’area che sembrava bruciata.
In Svezia, due giovani trovarono una scala solitaria e decisero di salirla. Uno dei due si sentì toccare la spalla e si voltò, credendo fosse il suo compagno: ma quest’ultimo era troppo lontano per averlo toccato. Il tocco, racconta, era gelido. Un ulteriore racconto parla di una donna che era sulla scala, che è caduta all’improvviso, morta. Il referto parlò di aneurisma cerebrale.
Scale che esistono
Se tutto quello che abbiamo scritto potrebbe sembrare frutto di pura fantasia, non bisogna però dimenticare che scale che salgono fino al nulla esistono, eccome. A parte alcune foto postate come testimonianze (molto poche, in verità, perché chi si avvicina a questi manufatti di solito vuole solo andarsene il più lontano possibile) possiamo anche citare delle “scale famose”.
C’è ad esempio quella della piramide di Bomarzo (foto sopra) o quella che si trova sul massiccio di Phnom Kulen in Cambogia.
Che spiegazione dare a queste anomalie architettoniche?
La più prosaica parla di resti di edifici che si sono deteriorati con il tempo, lasciando solo le scale come muta vestigia della loro esistenza. C’è chi parla di alieni, o di portali per un’altra dimensione, o addirittura per l’inferno. C’è chi dice che le scale vengano usate come empi pulpiti per rituali satanici.
Tutti concordano nel dire che si trovano in luoghi che emanano una particolare energia.
In alcuni casi, potrebbero essere resti antichissimi di chi ha mosso i suoi passi su questa terra prima di noi.
Forse sono un’eco di quello che era una volta, ed è trascorso lasciando poca traccia di sé.
Sono la memoria di un tempo lontano in cui i nostri antenati hanno sopportato difficoltà che a malapena possiamo immaginare, lasciandoci dietro scarse prove della loro esistenza: solo alcune scale nel bosco e qualche lapide sbiadita.
Fonte: www.saggiasibilla.com
Le scale che portano nel nulla e i troni della saggezza
Nelle Filippine esiste una scala chiamata "la scala del tempo". Un ranger che cercava una persona scomparsa, ha trovato in un bosco due scale simili, e fu costretto di salire su una di queste per sfuggire da un cane inselvatichito. Ci ha passato, secondo lui, un'ora, aspettando che il cane lo lasci in pace, e poi tornato alla base. Era molto sorpreso di sapere di essere stato via per 5 anni, dato per scomparso.
In Karelia, sul monte Vottovara esiste un'altra scala che non porta da nessuna parte.
Secondo gli archivi ecclesiastici, un certo beato, Simon Volomsky, salì sul monte con la sua gente all'inizio del XVII secolo, dove trovò quei 13 gradini.
In cima della scala trovarono un gigantesco trono scolpito con dietro una scritta in lingua slava (non in cirillico, ma in "runitsa" ( scrittura runica", molto più antica):
"Ai nostri grandi posteri dai loro grandi antenati", e una specie di mappa stellare che ricordava la costellazione l'Orsa Maggiore.
Il beato e la sua gente pensarono si trattasse di un monumento pagano e buttarono il trono dal dirupo.
Il trono non si ruppe, ma nel XX secolo nessuno l'ha più visto.
Durante la seconda guerra mondiale quella terra fu per sei mesi teatro di feroci combattimenti con i nazisti che impiegarono le loro divisioni d'élite delle SS, evitando persino di bombardare la località del monto Vottovara.
I nazisti "esoterici" portarono via un mucchio di cimeli "pagani", forse anche il trono.
Non a caso: si trattava dei posti legati alla memoria di Iperborea.
Si pensa che anticamente queste scale fossero iniziatiche e servivano per ricevere determinate conoscenze dal mondo sottile.
Del resto, vicino, nel Mar Bianco, su un isoletta, si trova un trono, probabilmente simile, ma integro, che pesa 15 tonnellate. Secondo una leggenda della popolazione locale lo lasciò una civiltà preistorica: chi vi si sedeva riceveva delle conoscenze supreme.
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