sabato 8 maggio 2021

L'intero Dna dell'uomo è stato coperto dai brevetti

Alla luce della situazione odierna penso sia importante ripubblicare questo articolo risalente all'anno 2013. Aggiornamento incluso ..

La Corte suprema Usa chiamata ad esprimersi sui due «frammenti lunghi» Brca1 e Brca2
(tratto da: http://www.corriere.it/)

Chi è il «proprietario» dei geni?
Sono brevettabili quei piccoli frammenti di Dna alla base della vita? Da oltre 30 anni le autorità giuridiche di tutto il mondo stanno discutendo proprio della brevettabilità del Dna.

Interrogandosi sulla liceità che qualcuno possa accampare diritti su un prodotto della natura, del creato. E questo non riguarda solo i geni, ma anche la funzione di determinate cellule. Il prossimo appuntamento dell'annoso dibattito è fissato per il 15 aprile, quando la Corte suprema degli Stati Uniti dovrà esprimersi riguardo ai brevetti detenuti da Myriad Genetics su due importanti geni la cui mutazione espone le donne a un più elevato rischio di cancro al seno: i geni Brca1 e Brca2. 
Su un piatto della bilancia della giustizia c'è la natura «creatrice» di questi geni, sull'altro pesano le ricerche per isolarli e individuarne gli effetti. I giudici dovranno valutare quanta ingegnosità è stata impiegata dalla Myriad Genetics per isolare e caratterizzare Brca1 e Brca2. E quanto le tecniche adottate fossero così originali da giustificare la tutela brevettuale.

L'intero genoma umano è ormai coperto da qualche forma di brevetto, un fenomeno che mette a rischio la «libertà genetica» degli individui. 

E' quanto afferma uno studio di due ricercatori della Cornell university di New York sugli oltre 40 mila brevetti depositati.
Studio pubblicato da Genome Medicine e che ora aleggia sulla decisione della Corte suprema statunitense ...


I geni che compongono il Dna sono formati da sequenze di «lettere» (quattro le lettere chiave dell'alfabeto della vita) più o meno lunghe in base alle diverse combinazioni espresse. 

I ricercatori hanno analizzato i brevetti sui frammenti di Dna lunghi, trovando che coprono il 41% del genoma umano. Se si considerano però anche le catene più piccole, contenute in quelle lunghe, si arriva al 99,999% dei geni. E un esempio è proprio il brevetto sulle sequenze di Dna che costituiscono Brca1 e Brca2, favorenti il tumore al seno. La Myriad , azienda biotech depositaria dei «patentini», afferma che il loro brevetto copre non solo i due geni, due catene con molte lettere, ma anche tutti i frammenti più piccoli contenuti nelle catene e che possono esprimere altre funzioni. In realtà, in base alle combinazioni di lettere, si tratta di geni nei geni. Secondo lo studio della Cornell university , Brca1 e Brca2 contengono almeno 689 sequenze di altri geni, tutti estranei ai tumori, che però in teoria non possono essere studiati senza infrangere il brevetto. 

In altre parole, la Myriad studiando i tumori ha individuato, e brevettato, due lunghe sequenze di Dna. Ma le combinazioni di lettere all'interno di queste sequenze esprimono anche molti altri geni che nulla hanno a che vedere con il tumore. La Myriad è ora «proprietaria» solo di Brca1 e Brca2 o anche degli altri 689 geni codificabili nelle stesse sequenze?

Sulla questione specifica si deve esprimere appunto la Corte suprema.
Uno degli autori dello studio pubblicato da Genome Medicine, Christopher Mason, vorrebbe una sentenza anti-brevetti: «Se si concede che questi diritti di proprietà siano esercitati - dice -, è a rischio la nostra "libertà genomica". E proprio nel momento in cui si sta entrando nell'era della medicina personalizzata, ironicamente abbiamo le maggiori restrizioni sulla genetica. Bisogna chiedersi come farà il mio medico curante a "guardare" il mio Dna senza rischiare di violare un qualche brevetto».

Sotto accusa è anche l'ufficio brevetti statunitense che in passato ha concesso con troppa facilità «patentini» sui geni. Più severo è stato l'analogo ufficio europeo, dicono i ricercatori americani. Ma, tornando al quesito trentennale, forse sarebbe meglio riconoscere agli uomini il diritto alla libertà genomica e cellulare.

Fonte: dadietroilsipario.blogspot.it

A giugno, sempre dell'anno 2013, arriva la sentenza.

I geni umani non si possono brevettare

Un verdetto della Corte Suprema degli Stati Uniti atteso da anni: la Myriad Genetics non può vantare diritti sui geni Brca 1 e 2 che predispongono al tumore al seno solo per il fatto di averli isolati. Una decisione che negli Usa avrà forti ripercussioni nel settore biotecnologico

I geni umani non sono brevettabili. La Corte Suprema degli Stati Uniti  ha espresso questo pomeriggio un verdetto atteso da anni. Il caso vedeva contrapposti dal 2009 l'azienda biotech Myriad Genetics, depositaria di alcuni brevetti su sequenze dei geni Brca1/2, e l'Association for Molecular Pathology (AMP), che ne ha contestato la validità. La company di Salt Lake City è infatti stata la prima a isolare i due geni e a sviluppare un test, BrcaAnalysis, per individuarne le mutazioni che determinano un elevato rischio ereditabile di sviluppare tumori al seno e alle ovaie, portati di recente all'attenzione del pubblico dalla storia di Angelina Jolie e della sua famiglia.

“Il caso coinvolge tre brevetti – riporta la sentenza – e ci richiede di decidere se una segmento di Dna possa essere protetto da brevetto in virtù del suo isolamento dal resto del genoma umano [...] Per le ragioni che seguono, sosteniamo che un segmento di Dna è un prodotto della natura e non può essere brevettato solo per il fatto di essere stato isolato, mentre è possibile proteggere con brevetto il Dna creato sinteticamente, noto come Dna complementare (cDna)”.

Geni, quando prodotto di natura e quando d'ingegno? Brevettare i geni, in quanto prodotto della natura e non dell'ingegno umano, non è ammesso in Europa, e non lo era neanche negli Stati Uniti. La legge americana però ha avuto fino ad oggi un approccio permissivo, e ha consentito di brevettare le sequenze di Dna isolate e modificate, partendo dall'idea che in questa forma non rappresentassero geni “naturali”, ma piuttosto composti chimici nati dalla ricerca, e quindi brevettabili. La Myriad Genetics dichiara sul suo sito che fino ad oggi lo United States Patent and Trademark Office ha rilasciato 40 mila brevetti basati su materiale genetico, di cui circa 3mila riguardano molecole di Dna isolate, come quelle usate in BrcaAnalysis. Gli avversari della Myriad Genetics, come l'Amp, affermano invece che il gene isolato utilizzato nel test BrcaAnalysis sia indistinguibile dalla sequenza che appare all'interno del Dna. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva inizialmente espresso un parere (amicus curiae) in cui affermava che i geni non sono brevettabili. Poi, però, lo stesso Dipartimento aveva fatto marcia indietro. La sentenza di oggi, unanime, mette fine all'ambiguità.

Ora ci si aspetta che il prezzo del test della Myriad Genetics (attualmente tra i 3 e i 4 mila dollari) precipiti, perché di fatto la sentenza ammette che altri possano sviluppare i loro sistemi di analisi, non essendo i geni in questione di proprietà di alcuna azienda. Ma la company non sembra preoccupata da questa eventualità: "La Corte ha deciso che 5 dei nostri brevetti che coprono il Dna isolato non sono validi, ma Myriad ha oltre 500 brevetti che rimangono validi e che forniscono una forte protezione per il BrcaAnalysis", si legge in una dichiarazione ufficiale. E il mercato ha reagito bene, visto che pochi minuti dopo la sentenza le azioni della biotech sono schizzate. Per il cosiddetto “effetto Jolie”, cioè l'impennata delle richieste di esami in seguito alla vicenda della star, le sue azioni erano già salite del 4% e lo stock aveva già raggiunto la migliore quotazione dalla metà del 2009, secondo quanto riportava qualche giorno fa Yahoo! Finance.

In Europa. “La normativa italiana in fatto di brevettabilità del materiale genetico è la stessa europea, abbastanza diversa da quella statunitense”, spiega Leonardo Vingiani, direttore di Assobiotec: “Nell'Unione europea il brevetto viene rilasciato solo per una utilizzazione industriale innovativa sviluppata a partire da un gene. I test diagnostici per gli screening sono quindi brevettabili, ma di rado le aziende ricorrono alla protezione della proprietà intellettuale per i test, sia perché sviluppare un sistema di screening richiede relativamente poco tempo, e cioè circa due anni, sia perché esistono diverse strade per ottenere le stesse informazioni. In generale, si preferisce puntare sulla accuratezza della predittività, piuttosto che sull'esclusività”.

“In Europa chiunque può sviluppare tecnologie per analizzare le sequenze dei geni Brca1 e 2, senza dovere nulla alla Myriad Genetics”, spiega Maurizio Simmaco, docente di Biologia Molecolare e direttore della unità di Diagnostica molecolare avanzata dell'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea di Roma. Ogni ospedale – continua Simmaco – potrebbe in teoria sviluppare e validare il proprio sistema. Con il metodo tradizionale di sequenziamento, oggi per l'esame genetico di questi due geni si spendono tra i 50 e i 60 euro, perché ormai i costi degli strumenti di analisi di prima generazione sono stati ammortizzati. Visto il rapido progredire delle tecnologie per il sequenziamento del Dna, credo che sia preferibile disporre di pochi centri avanzatissimi che siano in grado di condurre queste analisi nel miglior modo possibile. Questo garantirebbe un aggiornamento continuo e farebbe mantenere i costi per la sanità pubblica in un ambito di sostenibililità”.

Fonte: la.repubblica.it

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