La struttura a vasta scala dell’Universo consiste di addensamenti di galassie e materia oscura, circondati da enormi regioni pressoché vuote, percorse da una rete di filamenti che si comportano come superstrade per convogliare la materia verso i nodi più densi dell’intricata ragnatela universale, come gli ammassi galattici. Un nuovo studio, pubblicato su The Astrophysical Journal, si pone l’obiettivo di rivelare la vasta struttura cosmica circostante la nostra galassia, che risulta situata ai bordi di un immenso Vuoto Locale.
Il team, guidato da Brent Tully dell’University of Hawaii, ha realizzato simulazioni a computer per mappare dimensione e forma di un vasta regione chiamata Vuoto Locale, ai bordi della Via Lattea.
Utilizzando osservazioni dei moti delle galassie, gli astronomi hanno ricavato la distribuzione di massa responsabile di quei moti, ricostruendo così mappe tridimensionali del nostro Universo locale.
La distribuzione delle galassie nell’Universo deriva dall’incessante tiro alla fune tra la spinta espansiva dell’energia oscura e la forza attrattiva della materia oscura e di altre galassie nelle vicinanze ...
Illustrazione della struttura circostante il Vuoto Locale. La Via Lattea si trova nel punto di origine delle frecce rossa-verde-blu, ognuna pari a 200 milioni di anni luce in lunghezza. Ci troviamo al confine tra un vasto vuoto a bassa densità e l’ammasso di galassie della Vergine ad alta densità.
Credit: R. Brent TullyHigh-res JPG (1 Mb)
Negli immensi filamenti, invisibili all’occhio umano, che appartengono alla rete cosmica, i flussi derivano dalla distribuzione di materia, in allontanamento da regioni relativamente vuote e in avvicinamento verso regioni in cui la massa è concentrata.
Le galassie stesse si muovono verso le regioni più dense circostanti, allontanandosi dalle zone a massa ridotta, i “vuoti”. Nel 1987 Tully e Richard Fisher hanno scoperto che la Via Lattea si trova sul bordo di una vasta regione che contiene molte meno galassie, stelle e pianeti del previsto, chiamata Vuoto Locale, ancora poco studiata in quanto si annida al di là del centro galattico: la visione risulta oscurata da materiale interposto. In pratica viviamo presso uno dei “buchi” della struttura simile a formaggio svizzero del cosmo.
Il team ha misurato i moti di 18.000 galassie, costruendo una mappa cosmografica che evidenzia il confine tra il raggruppamento di materia e l’assenza di materia, laddove risiede il bordo del Vuoto Locale. La tecnica utilizzata è la stessa che ha permesso di identificare nel 2014 l’estensione del nostro superammasso composto da oltre un centinaio di migliaia di galassie distribuite su 520 milioni di anni luce, chiamato Laniakea.
Per decenni gli astronomi hanno cercato di identificare il motivo per cui la Via Lattea, Andromeda e le loro galassie vicine più piccole deviano dall’espansione globale dell’Universo di oltre 600 km/s.
Il nuovo studio dimostra che quasi la metà di questo moto è generato “localmente” dalla combinazione tra l’attrazione del vicino massiccio Ammasso della Vergine e il nostro coinvolgimento nell’espansione del Vuoto Locale, via via che diventa sempre più vuoto.
In definitiva le deviazioni dall’espansione cosmica sono provocate da interazioni tra sorgenti gravitazionali locali.
Queste fonti locali di gravità causano dunque una deviazione dalla normale espansione cosmica globale e fanno sì che il Vuoto Locale diventi sempre più vuoto.
Nella prima immagine una simulazione della rete cosmica, con i filamenti di materia che connettono gli addensamenti galattici.
Image credit: Illustris Collaboration
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