martedì 22 dicembre 2020

Cosa c’è di sbagliato nella nostra cultura

 
di Alan Watts

(Trascrizione del video sottostante)

Com’è che ...sembra che noi non riusciamo ad adattarci all’ambiente senza distruggerlo? Com'è che, in qualche modo, questa cultura rappresenta soltanto la legge della diminuzione del guadagno, 
che il nostro successo è un fallimento? 

Che stiamo costruendo, in altre parole, un’enorme civiltà tecnologica, che sembra promettere il realizzarsi di ogni desiderio semplicemente toccando un pulsante. Eppure, come nelle favole, quando i desideri sono finalmente materializzati, sono come l’oro delle fate, non sono per nulla reali.
In altre parole, moti dei nostri prodotti, le macchine, le nostre case, i nostri vestiti, il nostro cibo, sembra come fosse la creazione instantanea di un puro pensiero. Vale a dire che è completamente inconsistente, totalmente privo di quello che un sommelier chiamerebbe "corpo". 

E sotto moltissimi altri aspetti, le ricchezze che noi produciamo sono effimere. 
E come risultato di ciò siamo frustrati, siamo terribilmente frustrati. Riteniamo che l’unica cosa da fare è andare avanti e ottenere sempre di più. 
E, come risultato di ciò, tutto il paesaggio inizia ad assomigliare come la cameretta di un bambino viziato, che ha troppi giocattoli di cui si è annoiato, quindi li getta via alla stessa velocità con la quale li ottiene, giocandoci solo per qualche minuto ...


Inoltre ci dedichiamo ad una tremenda guerra alle basilari dimensione di tempo e spazio, vogliamo annullare le loro limitazioni. 
Vogliamo ottenere tutto il più presto possibile.

Vogliamo convertire i ritmi e le capacità lavorative in soldi, con i quali ovviamente puoi comprare qualcosa, ma che non possono essere mangiati. 

Per poi correre a casa dal lavoro e finalmente avere tempo per la nostra vita, per divertirci.

Ma sapete che per la stragrande maggioranza delle famiglie americane, quello che sembra il vero scopo della vita è di correre a casa per guardare una riproduzione elettronica della vita, che non si può toccare, non si può odorare, non ha sapore. 

Si potrebbe pensare che le persone tornano a casa per il vero scopo della vita.

In una vera cultura materialistica tornerebbero a casa per partecipare ad un colossale banchetto oppure andando ad un'orgia, per fare l’amore, per perdersi in un tripudio di musica e danze. 
Ma nulla del genere ...


Sembra invece che il vero scopo sia semplicemente la passiva contemplazione di uno schermo che parla. 

Si vedono migliaia e migliaia di case buie con questo piccolo schermo elettronico che sfarfalla nella stanza.
Tutti isolati, tutti fissi a guardare questa cosa. E non c’è più una vera comunicazione con gli altri, per nulla. E questo isolamento delle persone in un loro mondo privato, è in realtà la creazione di una popolazione senza cervello.

E così non siamo mai in compagnia, ad eccezione delle occasioni in cui possiamo fare emergere
l’ostilità, come il football, i giochi a premi... E perfino nei programmi che si vedono in televisione è perfettamente accettata l'esibizione di persone che colpiscono o uccidono i loro simili. 

Ma mai che si vedano persone che si amano, per davvero, non per finta. 

Uno può trarre la conclusione che il presupposto fondamentale dietro tutto questo sia che l’espressione dell’amore fisico sia molto più pericoloso dell’espressione fisica dell’odio.

E pare che una cultura basata su questi presupposti sia fondamentalmente folle. 

E che si dedichi, ovviamente involontariamente, ma comunque si dedichi, non alla sopravvivenza, ma alla reale distruzione della vita.



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