- George Orwell -
“Il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo”.
- Platone -
L’Amore è la forza propulsiva fondamentale che muove ogni cosa, ogni essere, il Sole e le altre stelle, e non è facile penetrarne il mistero.
Beninteso tale forza non corrisponde a ciò che noi intendiamo nel senso comune, ossia all’attrazione o al legame verso un’altra persona, perché si tratta di tutt’altro, ovvero è una pulsione straordinaria che spesso si sente nel cuore e che sospinge ogni cosa e ogni essere vivente dal finito verso l’Infinità.
Quando raramente si manifesta alla nostra vista l’Amore ci appare come una Luce, che però è differente da quella elettromagnetica.
È una Luce mirabile e straordinaria, granulosa, spesso colorata, il cui irraggiamento non offende affatto la vista di chi la guarda, che in alcuni casi appare simile ad una nebbia diafana che tende a stratificarsi in basso.
La prova dell’esistenza di questa Luce è nelle recenti scoperte della Fisica quantistica e nell’iconografia religiosa, dove i Santi e i Maestri sono raffigurati attorniati da un’Aura luminosa ...
Questa Luce è ovunque, ed è lo splendore mirabile dell’Amore, della Vita Infinita e della Libertà, insita in ogni cosa ed essere, in connessione simultanea o non locale con quanto esiste, dal mondo inorganico ed organico, dal minerale all’infinitesimo virus fino ad arrivare al più grande corpo che esiste.
Essa è la Luce che infonde la Vita e conferisce la forma propria ad ogni corpo secondo la sua funzione e il suo destino.
In tale ampio, misterioso e sottile contesto sullo sfondo del quale prendono forma tutti i corpi, gli organismi e i fenomeni della vita, parlare di alcune entità particolari della vita quali sono i virus, al confine tra il mondo organico ed inorganico, non è facile perché li conosciamo molto poco.
Il loro numero è enorme ed include circa 320.000 virus che potenzialmente sono pericolosi per i mammiferi e l’uomo.
Ed ecco che alla luce di questo dato e di quanto sta accadendo in questi tempi, se la Natura e il nostro corpo non ci aiutassero veramente, in ogni momento noi possiamo essere contagiati da qualche virus e di conseguenza sussisterebbe sempre la possibilità di passare la vita da un isolamento arbitrario ad un altro, cioè di cadere in un’emergenza sanitaria permanente, in una dittatura senza lavoro, senza cibo e libertà, sicché la vita umana scomparirebbe dalla Terra.
I virus, quasi tutti ubiquitari, riescono a diffondersi in qualsiasi luogo e ambiente, ora trasportati dal vento, ora dall’acqua e ora da qualche altro agente, pronti ad accedere in ogni organismo vivente, ma con le adatte condizioni e assonanze.
La salute del corpo quindi implica la necessità di un’igiene interiore ed esteriore dell’uomo e dell’ambiente in cui vive, senza le quali qualsiasi protezione o isolamento sono inefficaci.
Difatti piccolissimi e invisibili, quasi imperscrutabili, i virus sono ovunque e noi possiamo usare sistemi di protezione e distanziarci l’uno d’altro quanto vogliamo, ma non possiamo impedire ad un virus di entrare nel nostro corpo e di farlo ammalare.
Questo è certo.
Inoltre in letteratura medica, riguardo la profilassi delle malattie infettive, l’isolamento non ha consensi unanimi in quanto, secondo molti autori, l’isolamento del malato non porta al risultato atteso di impedire la circolazione del virus nella popolazione e d’arrestare il diffondersi dell’epidemia, perché ogni epidemia si arresta con la formazione nell’organismo degli anticorpi e con l’elevazione del numero dei soggetti immuni in seno alla comunità.
Un ulteriore spunto di riflessione sul tema lo ritroviamo nella profilassi indicata dagli studi medici relativa alle infezioni per via aerogena in generale:
“La profilassi di un’infezione caratterizzata da estrema diffusività, notevole incidenza di decorso silente, e da breve periodo di incubazione non può essere certo affidata a misura di isolamento e contumacia, le quali possono forse trovare giustificata applicazione soltanto in comunità chiuse. Il vaccino, seppure considerato da alcuni con scetticismo e disappunto, ha dimostrato efficacia al 70-80% per prevenire le manifestazioni cliniche in corso di epidemie”.
Filippo Rocchi e Giovanni Rocchi, Enciclopedia Medica Italiana, 1979, Vol. 7, USES Firenze.
Ciò significa da un lato che le precauzioni non sono efficaci al 100% e dall’altro che non devono essere eccessive e che la vera precauzione, tra noi e il virus, non è nell’isolamento o in una mascherina protettiva, ma è nel nostro stato d’animo e nel superare la paura.
Per di più la mascherina protettiva, al di là del suo breve uso ristretto in circostanze ove è necessaria, oltre che impedire una corretta respirazione per la CO2 che viene di nuovo inspirata, quando la sua superficie si contamina con batteri e virus, non contrasta ma addirittura favorisce le infezioni a causa dell’aumento della carica infettante, e soprattutto è del tutto priva di utilità in un ambiente aperto e salubre.
Invero ogni contagio e infezione si verificano quando l’ambiente è poco curato o degradato e quando nel corpo sussiste un’assonanza fisica e psichica con l’agente patogeno, cioè quando viene a formarsi il terreno adatto, siano presenti un’elevata carica infettante e vi siano i recettori nelle cellule, poiché in tale frangente si assiste ad una risonanza del fisico col substrato psichico profondo ed inconscio dell’individuo.
Quindi in ogni malattia contagiosa o meno non sono in azione solo dei meccanismi fisici e il contagio quindi non è solo biologico, ma è pure mentale al cui fondamento troviamo la paura di ammalarci e di morire derivati dall’istinto di sopravvivenza, cioè dalla più forte pulsione di ogni vivente.
Però la realtà è che si tratta di una potente quanto coinvolgente illusione, perché la morte non esiste veramente e non significa la fine di ogni cosa, in quanto persino la stessa materia è eterna.
Purtroppo l’uomo non crede facilmente a questo, è pervaso dall’ignoranza e non scorge nemmeno la realtà integrale della Vita che è sempre nell’Immortalità e nell’Infinità, ed è così che egli nasce, vive, cade nella malattia e muore e questo succede da molto tempo.
È il naturale e ciclico svolgersi della vita caratteristico dello stadio d’evoluzione in cui siamo, in cui la vita si alterna tra la nascita e la morte, tra la veglia e il sonno profondo, ossia tra stati diversi dietro cui si celano la Vita e la Coscienza senza fine.
Ora l’uomo al punto d’evoluzione in cui è non ha alcun potere o possibilità di controllo sulla nascita, sulla malattia e sulla morte, o meglio sono rarissimi gli uomini che hanno questo potere.
Nemmeno gli avanzati sistemi sanitari possono, su questi punti, avere un seppure minimo controllo, perché sono eventi della vita la cui determinazione e dipanarsi sono al di là del piano fisico.
Ed ecco che prospettare un virus mortale, creare il panico, diffondere la paura, l’allarme e cercare di impedire allo stesso di entrare nel nostro organismo è davvero un esercizio psicopatologico e ridicolo allo stesso tempo, che ha effetti opposti da quelli sperati e significa che non abbiamo alcuna contezza della vera realtà della Natura e della Vita.
Anche gli scienziati che sperimentano sui virus ed operano in laboratori avanzati, con elevati sistemi di protezione di sicurezza, si infettano, si ammalano e muoiono, sicché nemmeno loro hanno la sicurezza totale.
Il fatto è che, in linea generale, l’uomo vive nella confusione, cerca sicurezze dove non ci sono, né ci possono essere, e non conosce il vero scopo per cui vale la pena vivere.
Il suo cammino è sempre incerto e quasi del tutto nell’ambito del lato materiale della vita, sicché la possibile perdita del corpo fisico è considerata con disperazione la fine di tutto.
In tal modo la vita è solo nel finito e il mondo fisico considerato esistente di per sé e privo di alcuna connessione con un piano superiore o metafisico eterno, pieno di Luce e Splendore.
E pensare che tale mondo ultra fisico non ci è sconosciuto, perché ognuno di noi ne fa esperienza ogni giorno, quando nel sonno ci ritroviamo nello stato di sogno.
Ne consegue che i frutti dell’assenza di una visione d’insieme e unitaria della Vita sono la paura, l’ansia e l’angoscia.
La scienza moderna dal canto suo non riesce del tutto ad aiutare l’uomo, in quanto ha accumulato nel suo seno un terrore profondo per quanto è spirituale, limitando lo studio e l’osservazione dei fenomeni fisici al solo lato materiale della vita.
Così priva di integralità e d’armonia la scienza alla fine risulta incompleta, insoddisfacente, arrivando a delle conclusioni che sovente sono discordanti e confuse.
Nel caso dei virus essa non coglie il reciproco svolgimento esistente tra essi, mondo minerale ed organismi che si estende al pensiero, al sentimento, all’emozione e all’Amore, ritenendoli ininfluenti.
Raimondo Lullo, un grande e raffinato Alchimista, diceva:
“Non Amare è morire”.
In altre parole il decadimento della vita, la malattia e la morte succedono per cause interiori e spirituali, le quali determinano e precedono sempre quelle esterne, allorquando nel profondo del nostro cuore non riusciamo più ad amare, e questa è una realtà che chiunque può verificare da se stesso.
Perché non amare significa disumanizzarsi e isolarsi dal contesto generale, rigettare noi stessi e gli altri per aprire la porta che conduce a poco a poco nella malattia, nella vecchiaia e nella morte.
In effetti per vivere veramente l’unica àncora di salvezza che abbiamo è proprio Amare e la Coscienza in modo da non sprofondare nel lato negativo delle cose, per usarlo solo quale strumento utile per avere il positivo che ricerchiamo.
Gustav Klimt, "Le tre età della donna" (1905)
Ed ecco che la scelta di limitare la Libertà, al di là della Costituzione Repubblicana, di promuovere il distanziamento tra le persone spingendoli a rinchiudersi nelle case e a vedere l’altro e l’altra come degli untori di ogni male è una strada non solo sbagliata ma anche pericolosa, perché è contro la natura umana e invero non ci porta verso la salvezza o la salute, così come viene sostenuto e propagandato, ma verso il decadimento di ogni cosa e la sterilità del cuore, ossia ci conduce in ciò che più detestiamo, ossia nel nostro abbrutimento, a non essere più umani e sociali, nella malattia e nella morte interiore ed esteriore.
Possiamo non credere a queste parole ma i fatti si determinano da una dinamica che è nel reciproco svolgimento dall’interiore all’esteriore e viceversa, e quando tutto si muove in opposizione alla vita, alla socialità, alla verità e alla giustizia i risultati non possono essere diversi.
E dire che nel caso bastava il buon senso e delle regole chiare di igiene e un’informazione corretta riguardante l’entità, la gravità o meno, l’incidenza e la reale diffusione dell’infezione.
Infatti una nebbia fitta e un alone di mistero insistono ancora sulla malattia, sulla necessità dell’isolamento, sulla validità o meno delle cure e dei tamponi, sui numeri veri delle persone colpite e su quelle decedute per causa esclusiva del virus, anche alla luce che le autopsie per gran parte sono state limitate, seppure non siano state vietate.
Senza o con scarsi referti autoptici è lecito dedurre che le diagnosi e le terapie siano state improvvisate o errate, con gravi o letali conseguenze per i pazienti riguardo, in particolare, l’utilità o meno dell’intubazione polmonare che, come è noto, ha delle complicazioni anche letali (ipossia).
È certo che con una migliore dinamica degli eventi e un’informazione aderente alla realtà la malattia sarebbe stata più conosciuta e le persone avrebbero compreso e mutato i loro comportamenti in coerenza con le indicazioni loro fornite, anche senza prevedere uno stato d’emergenza (prorogato fino al 31/01/2021 sic !), dichiarazioni inutili, reati, multe, punizioni, perché gli Italiani non sono degli stupidi.
“Io resto a casa” non solo è una forzatura e lo stravolgimento della Costituzione Repubblicana fondata sul Lavoro, sull’Istruzione e sulla Libertà, quali elementi fondanti e fondamentali, inscindibili e connaturati dell’uomo, ma allo stesso tempo è pure la volontà di contorcere la realtà delle cose, perché contraddice la ragione, impedisce il lavoro, ossia il procurarsi un reddito col lavoro, la socialità e persino tutti gli studi medici sin qui sviluppati e noti ad iniziare dai primi albori della civiltà, i quali affermano, senza ombra di dubbio, come è lo stare fuori e nei luoghi alberati, l’andare al mare o sui monti, che favoriscono la salute e non il rinchiudersi in casa per molto tempo, senza nemmeno avere la possibilità di fare uscire i propri figli, che più di tutti necessitano di aria salubre.
Affermare che la Vita vale il sacrificio della Libertà è un errore clamoroso, una stupidaggine, un fraintendimento, in quanto la Vita e la Libertà sono la stessa cosa, tanto è che la Costituzione Repubblicana tutela la Libertà perché è la Vita stessa, ossia la riconosce come connaturata alla Vita e certamente non la concede.
Ed è così che i giardini e i parchi pubblici sono stati chiusi e il Lunedì di Pasqua, il 25 Aprile, il 1° Maggio sono stati trasformati in giorni da incubo, in dei nemici da combattere, tanto da ritenere l’uscita all’aria aperta alla stessa stregua di un attentato alla pubblica incolumità, contrastandola con multe e sanzioni e col dispiegamento delle forze dell’ordine, che invero sono al servizio esclusivo della Costituzione.
E purtroppo il venir meno della luce della ragione non è mai da solo perché tende ad estendersi, così che in supermercati immensi l’accesso avviene ancora oggi dopo una fila inutile, come se un virus e il contagio venissero impediti da questo modo di fare del tutto insensato.
Possiamo dire che con tutte queste cose è stata infranta la fiducia reciproca che in democrazia è al fondamento del rapporto di mutuo scambio tra istituzioni e cittadino, ossia tra politica e cittadini, in quanto si preferito il dominare anziché l’informare correttamente ed avere fiducia nel cittadino.
Infatti qualsiasi politico nelle elezioni e col voto stabilisce una relazione di fiducia reciproca col cittadino, che però, è evidente, non c’è più, così come non c’è più la sovranità popolare nemmeno come principio.
È il trionfo dell’inganno e dell’assurdità di un mondo contorto, in cui ogni cosa è invertita rispetto al cuore e alla stessa ragione.
Tanto è che col confinamento nelle proprie abitazioni non sono stati isolati i malati ma le persone sane.
D’altronde l’isolamento o lo stare a casa non è uguale per tutti, perché magari può andare bene per chi ha un lavoro e uno stipendio o un reddito garantito, meglio se elevato o molto elevato, ma di certo non va bene per chi non è nelle stesse condizioni e che adesso suo malgrado è in mezzo ad una strada con tutta l’economia e la società in disfacimento.
È pensare che se l’isolamento fosse con uguali condizioni, cioè senza alcun reddito per tutti, diverrebbe del tutto impraticabile e forse a quel punto nemmeno il virus esisterebbe più e nessuno avrebbe più la paura del contagio e degli altri suoi simili.
La chiusura o comunque la limitazione degli Uffici pubblici, della Magistratura, e in particolare delle scuole di ogni ordine e grado e dell’Università è un ulteriore grave elemento che aggiunto agli altri è foriero di gravi ripercussioni sociali, economiche e psichiche, di certo pregiudizievoli per lo sviluppo e il progresso.
Per di più immaginare di riaprire le Scuole, luoghi di socialità e di cultura per eccellenza, con l’uso di mascherine addirittura nocive in determinate condizioni, piuttosto simbolo evidente del nascondersi e della morte del cuore, è sconcertante, segno che ormai si è smarrito del tutto il senso pratico, da cui traspare il tentativo di trasporre la realtà della vita in una virtualità fredda e digitale, priva di ogni contatto umano, di emozioni e sentimenti.
È l’incapacità di Amare e di affrontare la complessità della vita e di risolvere i problemi complessi contemperando tutti gli elementi e gli aspetti in gioco in ogni società, cioè nel considerare correttamente ogni cosa con provvedimenti proporzionali e tali da non compromettere e stravolgere oltremisura l’individuo e l’intero sistema sociale, culturale, economico e produttivo.
E bisogna pure dire che la vicenda via via ha avuto altri contorni grotteschi, contraddittori e ridicoli, perché dinanzi alla dichiarazione di uno stato d’emergenza sanitaria niente o poco è stato fatto per ripulire, disinfestare ed igienizzare davvero le città e i paesi dai rifiuti e dagli escrementi di animali domestici sparsi nei giardini, nelle strade e nei marciapiedi, mentre una solerzia, mai vista in precedenza, è stata riservata nel perseguire con multe e sanzioni dei passanti inermi, senza nessuna colpa ed isolati; mentre ad altri che protestavano è stato loro riservato persino il TSO al limite di “cavie umane”.
E al riguardo viene pure da chiedersi come mai le istituzioni sanitarie, in questo momento così attive e solerti nel contrastare un singolo virus, non lo siano altrettanto per il servizio carente svolto dai Comuni nella raccolta dei RSU, che con la sparizione dei cassonetti di raccolta, nei fatti spinge i cittadini a liberarsi dai rifiuti lungo le strade e nei luoghi più disparati con deturpamento del paesaggio e pericolo per l’igiene pubblica e la diffusione delle malattie.
In altri termini i comportamenti sono stati e sono tutt’ora esasperati, contraddittori, incomprensibili, al limite dell’impazzimento generale e soprattutto in palese contrasto con i principi a tutela dei diritti fondamentali dell’uomo e della stessa salute umana, fisica e psichica.
Ma è pure necessario andare oltre le apparenze e capire che, virus o non virus, tutto ciò risponde ad una logica, ad un potere, ossia ogni cosa in tale ambito accade perché è sotto l’azione di forze geopolitiche molto forti e potenti, che agiscono con la loro mente in tutto il pianeta per raggiungere determinati scopi ed obiettivi.
E al riguardo bisogna comprendere che la mente è uno strumento mirabile a disposizione dell’uomo che però da molto tempo è ormai fuori controllo, fuori di sé, in quanto nutre la paura, delinea e sospinge la vita di ogni uomo nel materialismo, perché teme il futuro, di perdere tutto e con una logica senza il cuore cerca di piegare ogni situazione a suo vantaggio, anche a discapito degli altri.
Il suo limite è nel non considerare mai l’Impensabile nell’immanenza del divenire, cioè l’azione di una Coscienza superiore negli eventi del mondo fisico, capace di cambiare in un istante quanto sia stato già prefigurato e programmato in un certo modo.
Ed allora l’Impensabile è che la Giustizia e la Verità irrompano con la loro forza e potenza in tale deteriore scenario e situazione per il trionfo dell’umanizzazione e dei diritti dei cittadini del lavoro, dell’istruzione e della Libertà, pena la perdita della Civiltà e della Democrazia, perché in questo modo non si può vivere, in quanto a poco a poco avanza e si delinea sempre con più chiari contorni lo spettro della fame e del decadimento generale della nostra Nazione.
Marcello Castroreale
Fonte: www.aetnanet.org/
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