Catherine
di Fabio
Esistono dei muri che ci proteggono come una casa, una scuola. Esistono dei muri che ci limitano e che ci dividono, come l'orgoglio, il pregiudizio, il giudizio, l'avversione e l'odio.
Queste prigioni ci sembra che ci rendono sicuri ma siamo in trappola.
Combattere l'altro sembra che ci rende sicuri perché così scarichiamo le nostre paure e i nostri giudizi e limiti su qualcosa di reale, fisico, una persona, una idea o un gruppo di persone ma invece non stiamo garantendo la nostra sicurezza ma invece alimentando la possibilità che l'altro ricambi questa avversione per poi continuare a giocare a ping-pong tutta la vita senza che nessuno vincerà mai, ma avendo fasi alterne e vivendo in questo limbo in cui tutti perdono sempre.
L'ignoranza è una prigione che ci limita e lo sviluppo della conoscenza ci può liberare. Infatti io sono uno studioso, un filosofo e un poeta. Ma la conoscenza diventa a volte orgoglio, personalità, egoismo e ci carica di informazioni che hanno un peso, un valore, un bagaglio da portarci appresso tutti i giorni e a ogni passo che facciamo ...
Esistono delle teorie sui limiti alla conoscenza.
Sono molte e in molti argomenti diversi. Sono tutte anche loro conoscenze che definiscono quali sono i limiti delle conoscenze. Sono conoscenze anche queste, utili anch'esse, che ci alleggeriscono e che ci liberano anch'esse ma che funzionano per così dire al contrario delle conoscenze che ci permettono di analizzare, di indagare e di esplorare in modo sistematico, metodico e scientifico.
Sono scientifiche anche le teorie sui limiti alla conoscenza e c'è poco o niente di mistico o oscurantista dietro di esse.
Partirei da Socrate che afferma di sapere di non sapere.
E' un atto di umiltà fatto da una persona che ha fatto filosofia per tutta la vita fino ad arrivare ad una verità che non può essere spiegata con mezzi tradizionali ma indicata o spiegata anche all'inverso cioè dubitando e mettendoci in discussione. Una persona potrebbe anche avere delle conoscenze che, come una pistola, potrebbero permettergli di giudicare altri, di offendere o di condannare una persona.
C'è anche chi magari è un po' presuntuoso e ha la mano vicino al pulsante che può sganciare un ordigno nucleare. Quel tipo di conoscenza è molto pesante perché alla fine siamo tutti responsabili delle nostre azioni e delle nostre conoscenze.
Io quando vado in gita per esempio mi porto uno zaino normale, leggero, con il minimo indispensabile. Una bottiglia d'acqua, un panino, un k-way per la pioggia e se potrebbe fare freddo un maglioncino. E se la gita è di un giorno un paio di euro per una caffè dietro al quale fare una risata con gli amici.
In fisica esiste il principio di indeterminazione di Heisenberg per cui non è possibile sapere con precisione contemporaneamente la velocità e la posizione di un elettrone. Ma questo non è un nostro limite o un nostro modo sbagliato di guardare la realtà.
La realtà contiene anche delle zone di nebbia ed è inutile che ci strofiniamo gli occhi per vedere se abbiamo del pulviscolo perché in quel caso dobbiamo prendere atto che attraverso la nebbia fitta non possiamo usare la vista più di tanto.
Cionondiméno la nebbia può essere studiata come tutte le altre cose con gli strumenti giusti.
Passando alla matematica Gödel ha dimostrato che non è possibile dimostrare la validità di una qualsiasi teoria matematica partendo dagli assiomi della matematica stessa.
Sarebbe come dire che "la matematica è anche una opinione".
Alcuni matematici che volevano basare la propria sicurezza su di essa rimarranno destabilizzati o delusi ma la matematica è una scienza come una altra e sceglierla come punto centrale per trovare una verità che si presume assoluta sarebbe un punto di vista parziale o dogmatico come potrebbe essere quello di ritenere la Germania una nazione superiore rispetto alle altre.
Così questa teoria sui limiti della matematica può anch'essa essere utilizzata nel modo corretto. Non c'è alcunché per cui avvilirsi o sminuirsi.
Se io non sono in grado di scalare a mani e piedi nudi una parete alta venti metri ne prendo atto e seguo un sentiero più lungo con una lieve pendenza compatibilmente con il mio fiato, le mie possibilità atletiche e con il mio tempo a disposizione, usando il buonsenso e una pianificazione.
C'è anche chi crede non so all'astrologia o ai tarocchi arrivando fino a sostenere che sono un metodo esatto per questo, quello e quell'altro motivo, con tanto di esempi pratici in cui hanno funzionato.
Secondo me per esempio dietro ai tarocchi c'è molta saggezza.
Non credo che funzionino come arte divinatoria e non me li sono mai fatti leggere. Ma credo che dietro ai tarocchi ci siano dei profondi archetipi che spiegano la natura umana e altre realtà e sono una chiave di lettura di alcune o molte caratteristiche umane, come Jung potrebbe anche confermare.
Ma che siano una scienza esatta per predire gli eventi è un po' assurdo.
Siamo al livello di mia zia che legge l'oroscopo sul quotidiano. Può essere un gioco per colorare una realtà noiosa, per viverla in modo interessante e per riflettere su argomenti critici e importanti su cui mettere l'accento.
Ma se leggo che oggi farò un incontro importante, visto che magari incontro varie persone al giorno, molte cose le potrei adattare a tale previsione e potrei essere io a scegliere a quale delle persone la previsione vorrei fosse indirizzata.
In più io potrei anche dire "oggi l'oroscopo non ci ha preso proprio" mentre domani dire di sì. Quindi l'oroscopo me lo sto creando mentre lo leggo come voglio io e secondo il mio punto di vista, considerato che le interpretazioni possibili sono varie e molteplici.
Cionondiméno se anche l'oroscopo è fatto da una persona saggia che ha affetto per chi legge può essere appunto un gioco per colorare la realtà e per riflettere su alcuni eventi o concetti molto importanti che potrebbero passare inosservati.
Ma è un gioco e niente di più.
Direi invece che chi può dovrebbe fare un normale percorso di studi accademici e, se è insoddisfatto, studiare temi filosofici e spirituali, mentre le religioni le lascerei per chi pensa di avere qualche verità fondamentale o per persone che di fronte a problemi o questioni che non possono e non sanno assolutamente risolvere come la morte o come esiste quello che esiste o perché c'è un perché si lasciano consigliare non essendo in realtà sicuri e non potendo verificare la veridicità del consiglio, situazione peraltro molto frequente.
Quanti si mettono a verificare ogni singolo consiglio e ogni cosa che leggono e vedono?
Questa cosa la faranno pochissimi specialisti mentre il resto delle persone non può, e sprecherebbe del tempo a fare una cosa del genere. Sarebbe come se ogni persona reinventasse la ruota da capo.
L'ultima teoria sui limiti della conoscenza è quella di Forrest Gump quando dice "stupido è chi lo stupido fa". Che può essere visto come un apprezzare l'umiltà e l'ingenuità che c'è dietro ad alcune persone semplici e vere.
E questi per me sono dei valori al pari di una laurea con il massimo dei voti.
E a volte c'è anche molta saggezza perfino involontaria dietro queste persone semplice e inconsapevoli. E questa cosa ha in sé una bellezza che rischiara lo sguardo.
Sennò come poter spiegare fenomeni come Paolo Brosio che afferma di aver visto la Madonna e che ci sia perfino qualcuno che gli crede. In questo c'è una certa bellezza, e anche verità, ma per persone che hanno un certo punto di vista.
Io non vedo queste cose. Non le capisco proprio. Paolo Brosio per me è uno scemo che dice cose assurde. Potrei anche chiamare uno psicologo e chiedergli un parere.
Ma chi sono io per giudicare?
Direi in generale che ogni conoscenza è utile solo se ne conoscono i campi di applicazione e i limiti, altrimenti è pericolosa.
Allora è tutto relativo e ogni conoscenza ha un suo ambito e non esiste alcuna conoscenza assoluta?
A me personalmente non interessa cercare una conoscenza assoluta e sto tranquillo così.
Ma qualcuno invece si sentirebbe a disagio o instabile avendo questo modo di pensare.
Fonte: lenoteinfinite.blogspot.com
Ma chi sono io per giudicare?
Direi in generale che ogni conoscenza è utile solo se ne conoscono i campi di applicazione e i limiti, altrimenti è pericolosa.
Allora è tutto relativo e ogni conoscenza ha un suo ambito e non esiste alcuna conoscenza assoluta?
A me personalmente non interessa cercare una conoscenza assoluta e sto tranquillo così.
Ma qualcuno invece si sentirebbe a disagio o instabile avendo questo modo di pensare.
Fonte: lenoteinfinite.blogspot.com
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