L'Ascolto nelle opere d'arte si fonde a brevi riflessioni, in un magico connubio di parole e colori ...
[Foto - Jean Béraud - "Les Grands Boulevards"]
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Renoir - "La colazione dei canottieri"
Il destino ci ha dato due orecchie ma una sola bocca.
Alcuni dicono che è perché è meglio passare il doppio del tempo ad ascoltare invece che a parlare.
Altri sostengono che è perché ascoltare è due volte più difficile che parlare.
Anonimo
Le parole di questo autore anonimo aiutano a comprendere la valenza dell’ascolto nel suo pieno significato:
- assumere il punto di vista dell’altro;
- sintonizzarsi profondamente con lo stato emotivo dell’altro;
- fare spazio dentro di sé per accogliere l’altro.
[frammenti tratti dal libro "Api, leoni, gechi e leprotti" di Andrea Farioli, Ed Paoline 2007]
Renoir - "Vicino all'acqua"
Ascoltare in modo attivo significa assumere il punto di vista dell’altro, sia pure temporaneamente e provvisoriamente.
Se una persona mi parla posso dire che sono in ascolto solo se presto attenzione alle sue parole e cerco di comprendere la rete di significati che esse acquistano in relazione alla sua visione del mondo.
[frammenti tratti da libro "Api, leoni, gechi e leprotti" di Andrea Farioli, Ed Paoline 2007]
Se vuoi comprendere quello che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva.
[frammenti tratti dal libro "Arte di ascoltare e mondi possibili" di Marianella Sclavi]
Renoir - "Due donne in conversazione"
Ascoltare in modo attivo significa sintonizzarsi profondamente con lo stato emotivo dell’altro e lasciarsi coinvolgere e interrogare da quello che ci proviene da lui.
Dal momento che le emozioni sono una diretta conseguenza del significato che la persona attribuisce alla realtà, possiamo dire che, in questo senso, ogni vero ascolto è un ascolto empatico.
[frammenti tratti dal libro "Api, leoni, gechi e leprotti" di Andrea Farioli, Ed. Paoline 2007]
Renoir - "Giovinette nel prato"
Ascoltare in modo empatico significa essere capaci di leggere fra le righe, di cogliere anche i segnali non verbali, offrendo la propria attenzione e mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali.
L’empatia è la capacità di assumere la prospettiva dell’altro, di mettersi nei suoi panni condividendo le sue emozioni.
Pissarro - "Due giovani contadine"
Ascoltare in modo attivo significa “fare spazio dentro di se” per accogliere l’altro, ovvero accettare di farsi cambiare dal dialogo instaurato e far tacere se stessi per dare la precedenza all’altro.
[frammento tratto dal libro "Api, leoni, gechi e leprotti" di Andrea Farioli, Ed Paoline 2007]
Pissarro - "Chatting"
Molto spesso crediamo di ascoltare un’altra persona ma in realtà siamo centrati sul nostro dialogo interno (quello che con una immagine metaforica e scherzosa chiamo “i criceti”).
Mi dico ad esempio: "Qui ha ragione, qui ha torto", oppure: "... potrei rispondergli così e così...".
E così posso diventare insofferente se l’intervento dell’altro si prolunga oltre un certo limite, in quanto temo che mi possa sfuggire dalla mente ciò che ho da dirgli.
In tali casi il mio comportamento è sorretto dalla presunzione implicita che il mio punto di vista sia più corretto, più “vero” e in ogni caso rivesta una rilevanza maggiore rispetto al punto di vista del mio interlocutore.
Agisce in me, inoltre, un’altra presunzione determinante:
il trascorrere del tempo come occasione perduta, dispersione (tempo perso!), lutto, anziché come nuova possibilità, occasione per apprendere, integrazione di diversità.
[frammenti tratti da libro "Api, leoni, gechi e leprotti" di Andrea Farioli, Ed Paoline 2007]
Pissarro - "Donna e bambino al pozzo"
Bisogna puntualizzare la differenza che vi è tra ascoltare ed udire.
Molti ritengono erroneamente che le due parole abbiano lo stesso significato, e questo fa pensare che l’ascolto in modo efficace sia un qualche cosa di istintivo, per cui non si fa molto per acuire questo istinto, appunto perché tale. Così facendo perdiamo di vista una funzione chiave della comunicazione efficace.
Per udire si intende la percezione di ogni rumore o suono, senza prestare particolare attenzione alla fonte e al motivo che lo ha generato.
Ascoltare significa raccogliere informazioni dagli altri “o dal mondo che ci circonda, come la natura” senza giudicare, dimostrare la nostra attenzione a chi ci parla, perché ascoltare può essere un modo per esprimere considerazione per qualcuno, e spesso aumentarne l’autostima.
[frammenti tratti da “L’arte di ascoltare” di Alessandro Gallo]
Manet - "Nella serra"
Vincere/Vincere: è il concetto più profondo, ricco di consapevolezza di sé e degli altri. In termini più spiccioli, si identifica nella forma di pensiero “io sono OK, tu sei OK” vincerò solo se vincerai anche tu.
Lo stile Vincere/Vincere nell’ascolto, è considerato aperto, rilassato, comprensivo, logico, empatico e non giudicante.
Se cerchiamo d’identificarlo in un contesto più generale, come la totalità dei rapporti interpersonali, sia che possano essere a livello familiare, scolastico, professionale, o legati a quel che sia un gruppo, si comprenderà che tale atteggiamento vede e vive la vita come una collaborazione e non come una competizione, eliminando le concezioni limite di Bello-Brutto, Forte-Debole, Duro-Morbido, Vincere-Perdere.
[frammenti tratti da “L’arte di ascoltare” di Alessandro Gallo]
Renoir - "Colazione in riva al fiume"
Ascolto, accettazione e accoglienza, si possono definire le 3 A dell’arte di ascoltare, sono concetti inscindibili, che si implicano reciprocamente: non c’è Ascolto senza Accettazione e Accoglienza, come non ci può essere vera Accettazione e Accoglienza senza Ascolto.
Renoir - Ballo al Moulin de la Galette
Riprendendo le parole di Carl Rogers, voglio proporvi un piccolo “esperimento” per saggiare la qualità del vostro ascolto e, quindi, della vostra comprensione.
La prossima volta che avrete una discussione con una persona, fermatevi e ponete questa regola: ognuno non può esprimere la propria argomentazione se non dopo aver preliminarmente riesposto le idee e le sensazioni dell’interlocutore con esattezza e con la conferma di quest’ultimo.
Questo vorrebbe dire semplicemente che, prima di presentare il proprio punto di vista, sarebbe necessario assimilare il quadro di riferimento dell’interlocutore, per comprendere le sue idee e le sue sensazioni, così da essere in grado di poterle riassumere al posto suo.
Semplice, vero? Ma, se fate la prova, scoprirete che è una delle cose più difficili che abbiate mai tentato di fare.
[frammenti tratti dal libro "Api, leoni, gechi e leprotti" di Andrea Farioli, Ed Paoline 2007]
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