sabato 2 maggio 2020

Io e il Coronavirus

di Piero Cammerinesi

Perché questo titolo?

Semplice, perché di fronte a situazioni come quella che stiamo vivendo la prima impressione che proviamo nel nostro animo è quella della dello sbigottimento e della solitudine.
Ci sentiamo esposti, nudi, indifesi, soli.
Abbiamo paura di una stretta di mano, di un abbraccio.
Un amico, finanche il nostro partner, può essere colui che ci fa ammalare, che ci può – se prestiamo fede alla narrazione dei media – addirittura condannare a morte.

E questo è già un tema importante da esplorare.

Se in genere il compito del giornalista è quello di descrivere una situazione con distacco, con obiettività, espungendo i connotati personali, in questo caso le cose stanno diversamente.
Infatti questi pensieri nascono dalla relazione personalissima del soggetto – me stesso – con questo evento che mi si pone dinanzi come ‘altro da me’, come mondo esterno ma anche come destino.
E che mi chiede di essere illuminato dalla luce della coscienza.

EVENTO INASPETTATO?

La prima domanda che mi sono posto appena iniziata questa vicenda è: sono sorpreso da questi avvenimenti?
La risposta è stata: NO, non lo sono affatto ...


E perché non lo sono?

Perché se ad ogni azione umana sul piano terreno tiene dietro un effetto, vi sono soverchianti motivi che – vista la condotta della nostra specie in questi ultimi decenni – conducono a considerare degli eventi distruttivi sul piano sociale ed umano come prevedibili se non addirittura necessari.

Intendo dire che possiamo osservare quanto sta avvenendo da molteplici punti di vista: da quello medico-scientifico a quello politico-sociale, da quello psicologico a quello spirituale, punto di vista fondamentale, quest’ultimo, se si segue una via di crescita interiore.

E cosa osserviamo se cerchiamo di innalzarci ad una visione più ampia, diciamo alla big picture che sottende l’attuale vicenda del Coronavirus?

Osserviamo come l’umanità abbia raggiunto un livello di decadenza inimmaginabile fino a pochi decenni or sono.

C’è bisogno di elencare quali sono le vette – anzi gli abissi – di questo profondo e globale degrado che ha afferrato l’intero globo terrestre?

Non credo, ma ricordiamone solo alcuni; il materialismo ormai divenuto religione globale, la distruzione dell’economia operata dal neoliberismo sfrenato, la scienza al servizio del capitale e del potere militare, il completo annientamento della privacy, svenduta per un piatto di lenticchie a strutture sovranazionali che spiano ogni nostro pensiero e desiderio, la totale indifferenza per ogni forma di legalità internazionale e di giustizia sociale, la manipolazione genetica, la distruzione del nucleo familiare tramite l’ideologia gender, la tecnologia che ha imprigionato in un mondo virtuale miliardi di esseri umani, spianando il terreno ad un transumanesimo che inneggia alla fusione uomo-macchina nei termini di un futuro non solo possibile ma auspicabile.

Nel corso di questi ultimi decenni siamo lentamente scivolati in un mondo dispotico e distopico senza rendercene veramente conto.

Come le rane abbiamo sentito l’acqua farsi sempre più calda ma non abbiamo saputo o voluto saltare fuori dalla pentola e, ora che sta per bollire, le energie per saltare fuori non ci sono più.

Se seguiamo la scienza dello spirito dovremmo sapere che l’umanità è stata ripetutamente messa in guardia dal proseguire sul percorso drammaticamente autodistruttivo iniziato nei primi decenni del secolo scorso.

Tra tutte le testimonianze voglio ricordare solo quella di Massimo Scaligero:

Questa contraddizione giunta collettivamente al limite, ormai per la seconda volta, [Seconda Guerra Mondiale NdA] nell’attuale secolo, conoscerà la sua istanza risolutiva nei prossimi decenni quando si presenterà la terza prova: la quale è virtualmente cominciata e pesa ormai su ciascun essere umano, come segreta angoscia, come segreta paura, come senso d’inutilità e senso di impotenza.

L’ora presente è grave: non è una espressione retorica, questa. Chi conosce come realmente stiano le cose, sa che quei pochi che hanno una qualunque responsabilità interiore, non dovrebbero ormai perdere più un minuto di tempo, non dovrebbero più rimandare di un attimo la loro decisione per quei superamenti che in segreto essi veramente conoscono di quale natura debbano essere. Compiti del genere ormai non possono più essere rimandati. Occorre nella calma decisione realizzare quella stessa forza che è stato possibile evocare in taluni momenti decisivi, quando, per lo schianto di ogni resistenza umana, sembrava che dovessero venir meno le basi della vita.

Si è alla vigilia di eventi che possono essere gravemente distruttivi per l’uomo o preludere a una rinascita nel segno dello Spirito. (Massimo Scaligero, “Iniziazione e Tradizione”)

È stato ripetuto fino alla nausea dai Maestri dell’umanità che il materialismo non contrastato da una autentico riconoscimento della realtà spirituale che sottende il mondo esteriore avrebbe inevitabilmente condotto ad un declino dell’umanità, a delle prove severe.

Scaligero, nel brano sopra riportato, parla di una terza prova che “pesa ormai su ciascun essere umano, come segreta angoscia, come segreta paura, come senso d’inutilità e senso di impotenza”.

Ebbene, l’uomo ha contrastato il materialismo?
Ha riconosciuto la realtà spirituale?
Ha intrapreso un processo di moralizzazione della società e della scienza, di rinuncia alla violenza e alla sopraffazione come metodo per risolvere le dispute tra le nazioni?
Ha rinnegato il culto del profitto a tutti i costi a spese delle classi più indifese?
Ha riconosciuto l’importanza fondamentale di una educazione dei giovani, instradandoli ad essere elementi morali e attivi nel tessuto sociale e non solo delle pedine di un sistema fondato solo sul guadagno e sulla competizione?

Mi pare che a nessuna di queste domande sia possibile dare una risposta affermativa.

Ed allora perché stupirsi che il declino si presenti con delle prove severe, visto che ben sappiamo che ogni conoscenza rifiutata si trasforma inevitabilmente in prova dolorosa?
Temo proprio che quanto sta accadendo ce lo siamo ottusamente conquistati sul campo.

Dunque nessuna sorpresa.
Se mai rammarico e necessità di comprendere il senso degli avvenimenti, questo sì, questo è più necessario che mai.
Infatti, se seguo una via spirituale qual è il mio compito di fronte ad una prova dell’esistenza?
Prima di tutto quello di capire il senso di tale prova.

Dunque esaminiamo alcuni aspetti di questa vicenda insieme.

L’ORIGINE

Prima di tutto abbiamo l’evento epidemico, ancora piuttosto controverso e senza reali certezze, anche se a seguire i social sembra di trovarsi per incanto nel bel mezzo di un convegno di epidemiologi, tante sono le certezze sbandierate dai partecipanti alle mille chat sul CoVid-19.

Certo, ci sono delle ipotesi verosimili ma non sappiamo con certezza – e non è detto che lo sapremo mai – se questa diffusione epidemica nasca da un contagio animale o da un virus uscito da un laboratorio militare segreto di apprendisti stregoni della guerra batteriologica o, peggio, se sia stato diffuso intenzionalmente – eventualità decisamente più verosimile – come arma biologica per disegni geopolitici di guerra asimmetrica pilotati da gruppi di potere (neanche troppo) occulti.

Resta il fatto che questa emergenza è stata accolta entusiasticamente da tutti coloro che hanno afferrato al volo l’opportunità di testare una condizione di controllo letteralmente assoluto sui popoli.

Controllo esercitato tramite la narrazione dell’epidemia, ma anche mediante misure di cessione delle libertà personali e di militarizzazione degli Stati, come stiamo vedendo in questi ultimi giorni nel nostro Paese.

In Italia, solo per fare un esempio tra i tanti, abbiamo le affermazioni del professor Gualtiero Walter Ricciardi, esponente dell’OMS con varie problematiche di conflitto di interessi alle spalle, chiamato a dirigere la gestione della crisi a fianco del Presidente del Consiglio:

Ora tocca a noi garantire l’alleanza tra scienza, politica e media, tre pilastri che possono fare la differenza. Se la scienza è virtuosa e capace di comunicare, se la politica è in grado di governare e i media sapranno farsi ascoltare, si può forse dare vita a uno scenario per l’Italia e per il mondo. Sempre che i pilastri vadano di pari passo, alleati tra loro. Se qualcuno dei tre devia, allora è tutto più complicato.

In parole povere: se le comunicazioni della scienza, per definizione indiscutibili, verranno prese in carico dalla politica e diffuse dai media dando vita ad una narrazione ufficiale – l’unica vera per definizione – potremo avere le mani libere per qualsiasi tipo di intervento.

In tal modo la politica è di fatto un esecutore dei dettami della scienza – o degli interessi delle case farmaceutiche? – agendo semplicemente come “braccio armato” della stessa, come in un passato non troppo remoto avveniva con il braccio secolare che eseguiva le condanne decretate dalla Santa Inquisizione.

I media essendo il trait d’union dei due, indispensabili alla diffusione e alla codificazione della narrazione ufficiale.

In Cina questa operazione è già a pieno regime con la sorveglianza di massa avviata negli ultimi anni ma che, grazie al CoVid-19, ha avuto a disposizione un test straordinariamente utile per valutare la reale efficacia del sistema, grazie ad un monitoraggio totale dei dati personali dell’intera popolazione mediante app scaricate sugli smartphone.

A questo punto non sembra così peregrino domandarsi se l’efficacia di questa operazione di monitoraggio capillare delle popolazioni, testata grazie al Coronavirus, non sia una occasione preziosissima per il controllo globale delle popolazioni, ormai divenuto un’idea fissa negli ambienti mondialisti.

Come già accaduto ripetutamente in passato, anche per situazioni ben meno pericolose, è perfettamente immaginabile con quale entusiasmo le popolazioni cederanno aree sempre maggiori di libertà e di privacy a fronte di una maggiore sicurezza.
Le élite hanno imparato la lezione: non c’è nulla di meglio che far sì che gli schiavi amino le proprie catene.

Dunque, come dicevo – salve le considerazioni appena fatte – a questo punto se vogliamo mantenerci su un piano di scientificità, non abbiamo alcuna certezza sulla genesi dell’epidemia.

Ma, vedete, tutto sommato, la cosa per noi non fa poi tanta differenza.
Perché ora il problema è nostro, indipendentemente dalle modalità – ancora non chiarite, se mai lo saranno – con cui il contagio è partito.

Il problema ora è il nostro – il mio – rapporto con gli eventi presenti, qualsiasi sia la narrazione che ne viene fatta.
Ebbene, cosa mi trasmette questa situazione?

Come dicevo all’inizio di queste considerazioni mi porta anzitutto ad un isolamento, mi allontana dalla comunità, ha un effetto anti-sociale.
Non solo, mi fa vivere in una atmosfera di ansia e di paura.


IL MONDO ETERICO

Se io mi sento isolato, in qualche modo vivo una esperienza diametralmente opposta a quella che dovrei vivere rispetto al mondo eterico. Noi siamo tutti interconnessi sul piano eterico; la vita è possibile solo se siamo collegati gli uni con gli altri e con l’essere eterico, vitale, del pianeta; piante, animali, ambiente e uomini.

L’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, i cibi che ingeriamo dipendono tutti dall’elemento vitale della Terra. Inoltre i nostri destini, le nostre vite sono tutte interconnesse ed a colui che inizia a sperimentare il piano eterico questo risulterà evidente ed al tempo stesso straordinariamente gratificante.

La situazione epidemica, al contrario, ci porta ad avere un vero e proprio rigetto della contiguità tra noi e gli altri che percepiamo come un pericolo.
Viviamo una sorta di ribaltamento della percezione della comunità; quello che normalmente è piacevole e proficuo per la nostra evoluzione ci appare angoscioso e pericoloso.

In tal modo una percezione positiva, che dovrebbe diventare sempre più familiare all’umanità attuale – non sentirsi ‘confinati’ all’interno della nostra pelle ma sapersi profondamente interconnessi con gli altri su vari piani – viene ribaltata nel suo contrario.

E questo è un profondo attacco alla nostra umanità, qualcosa di diametralmente opposto a quella che dovrebbe essere la nostra regolare evoluzione verso una esperienza più ampia della realtà.

E questo ci porta al secondo aspetto: la paura.

LA PAURA

Cosa rappresenta la paura nella nostra vita?

La scienza dello spirito ci rivela che stiamo vivendo, dal secolo scorso, nella reggenza dell’Entità spirituale denominata Michele.
Si tratta di una Entità potente che, non a caso, lotta e vince la Sua battaglia con il Drago e che ha come Sua principale qualità il coraggio.
La paura, come afferma Rudolf Steiner paralizza la nostra evoluzione e indebolisce la nostra corporeità fisica, rendendoci più aggredibili da agenti patogeni:

Il nostro sviluppo viene ostacolato dalla paura e dall’angoscia; con le ondate della paura e dell’angoscia noi respingiamo quello che, dall’avvenire, vorrebbe entrarci nell’anima.
Possiamo invece accostarci ad esso con speranza feconda, possiamo rispondere ad esso con dedizione, e lasciarlo entrare in noi.
Pertanto, come nel caso dell’isolamento, anche con la paura noi contraddiciamo la nostra direzione evolutiva.

VIRUS E BATTERI

Prendiamo ora in esame anche la modalità di questo evento.

Cosa causa questa paura?
Non è un terremoto o una guerra che sono, in fondo, ben visibili, fuori di noi, eventi da cui abbiamo l’illusione di poterci difendere, da cui possiamo fuggire, in quanto li possiamo vedere.
No, questo evento è causato da qualcosa di invisibile, di microscopico, che è dentro di noi: un virus.
Pertanto un nemico invisibile da cui sappiamo essere molto difficile difendersi.

Ma cosa è da un punto di vista spirituale un virus o un batterio?

Anche in questo caso la scienza dello spirito ci può essere d’aiuto.

Rudolf Steiner ci dice a chiare lettere che nell’epoca moderna la paura dei batteri è paragonabile al terrore che i nostri antenati nel Medioevo provavano di fronte ai fantasmi.

Infatti l’uomo del Medioevo, che ancora credeva nel mondo spirituale, aveva paura di esseri spirituali, i fantasmi appunto, mentre l’uomo moderno, che crede solo nella materia ha paura di esseri fisici, per minuscoli che siano.

I batteri possono diventare pericolosi solo se nutriti. Essi sono nutriti nel migliore dei modi quando l’uomo porta nel proprio sonno solo disposizioni materialistiche. C’è un ulteriore modo che ha lo stesso effetto di questo, vale a dire vivere in un focolaio di epidemie o di malattie endemiche e non accogliere nient’altro se non immagini di malattia intorno a sé, in modo da essere afferrato solo dalla sensazione di paura per questa malattia. Se egli è in grado solo di alleviare minimamente questa paura mediante un agire amorevole, ad esempio, dove dimenticare, prendendosi cura dei malati, che potrebbe anche venir contagiato, allora potrebbe davvero togliere nutrimento ai batteri. (Rudolf Steiner, O.O.154)
Ecco dunque che sia i pensieri materialistici che la paura che abbiamo di loro nutrono, rinforzano, i bacilli e i virus.

Parlare continuamente, ossessivamente, dalla mattina alla sera della diffusione dell’epidemia e delle persone morte – senza mai pubblicare una notizia positiva e rassicurante –  come fanno oggi i media è il miglior nutrimento possibile per la diffusione dell’epidemia stessa.

Senza citare il fatto che il Coronavirus colpisce un elemento estremamente importante dell’essere umano: il respiro, il pneuma. In casi gravi è necessario infatti mettere il paziente in terapia intensiva in quanto non è più in grado di respirare da solo.

Ma cosa rappresentano i virus e i bacilli da un punto di vista occulto?

Se quello che abbiamo di fronte come mondo animale – anche se naturalmente alcuni animali possono essere pericolosi – sulla terra, nel cielo e nel mare ha a che fare con entità in evoluzione del mondo spirituale, nel momento in cui ci riferiamo a parassiti, bacilli o virus (all’epoca di Steiner non erano stati ancora scoperti i virus pertanto lui parla di batteri, bacilli ed entità simili) – esseri dunque che vivono all’interno di altri esseri siano essi piante, animali o uomini – abbiamo anche in questo caso a che fare con esseri collegati con entità spirituali ma in questo caso con esseri arimanici.

Abbiamo a che fare con il rapporto tra l’uomo ed Arimane.

E, come sappiamo, questi rapporti tra gli uomini ed Arimane vengono prodotti dalla mentalità materialistica o da stati di terrore puramente egoistici. E si giudica correttamente la situazione in cui tali entità parassitarie esistono nel mondo, se si afferma: ovunque compaiano queste entità parassite, rappresentano un sintomo dell’intervento di Arimane nel mondo. (Rudolf Steiner O.O.154).
Bingo!
Ecco che tutto torna.

I virus sono entità arimaniche che, al tempo stesso, si alimentano e provengono dalla stessa fonte della paura e della disposizione al materialismo.

Un circolo vizioso che possiamo spezzare solo non facendo il gioco di Arimane – e di tutti i suoi servi sciocchi, media, governi, fratellanze oscure etc – che non aspettavano altro se non paralizzare i popoli con la paura e l’ansia, militarizzando le nazioni e sospendendo di fatto le libertà democratiche.

Ma c’è anche dell’altro se approfondiamo il significato di virus e batteri da un punto di vista spirituale.

E si tratta di qualcosa che è piuttosto terrificante essendo in collegamento con i comportamenti umani non solo collegati al materialismo o a stati di ansia e di paura come abbiamo visto finora, ma, in questo caso, alla responsabilità nei confronti della sofferenza  provocata dall’uomo al mondo animale.

Nel corso di una conferenza tenuta a Stoccolma il 17 Aprile del 1912, Rudolf Steiner accenna al destino che l’uomo si è preparato nelle precedenti incarnazioni, causando dolore e morte agli animali, oggi già compensati durante l’evoluzione della Terra, ma che – nella prossima incarnazione planetaria, denominata Giove – porterà gli uomini ad essere tormentati da esseri come bacilli e batteri, che stanno a mezza strada tra animali e piante, i quali proveranno piacere nel causargli dolore aggredendolo dall’interno.

Nel novembre 1879 Michele vinse la battaglia con Mammona sul piano astrale. Mammona, lo spirito dell’ostacolo, che è stato sconfitto nel mondo spirituale, ora deve essere sconfitto sulla Terra.

Dobbiamo impegnarci per questo. Michele, la cui reggenza è durata come per gli altri [arcangeli] 400 anni, sarà sostituito da Orifiele. A quel punto scoppierà una terribile guerra. Per aiutare i poteri buoni a conseguire la vittoria, i teosofi di oggi dovranno impegnarsi per aiutare Michele. Mammona ha milioni di spiriti come aiutanti. Sono incarnati nei microbi e nei bacilli; ha pertanto senso averne paura. Non è un caso che nella nostra epoca si studino ed indaghino così a fondo i bacilli. Quando sarà trascorsa l’epoca di Orifiele, verrà la pace. Quanto presto ciò avverrà dipenderà da noi, gli aiutanti. (Rudolf Steiner, O.O. 266a, Berlino 18 Ottobre 1907).

E qui ci troviamo infine davanti alla responsabilità delle comunità spirituali, comunità la cui stessa esistenza, come abbiamo visto, viene messa a rischio proprio da eventi come questi.

La chiamata alle armi sembra molto esplicita; saremo in grado noi di fronteggiare questa emergenza restando calmi, centrati, non cedendo alla paura ed all’ansia e incrementando – non eliminando – i nostri rapporti umani basati sul comune lavoro spirituale e sull’attenzione e l’amore verso i nostri compagni di percorso?

Se riusciremo in questo intento – indicando anche ai nostri fratelli più deboli l’unica via d’uscita che non è razziare i supermercati ed alimentare l’ossessione della pandemia – ci saranno speranze di uscire da questo tunnel trasformati e cresciuti, utilizzando il dolore e le difficoltà per quello che veramente è il loro senso per la vita umana: l’evoluzione interiore.

Altrimenti avremo fallito come uomini e come ricercatori dello spirito e le conseguenze non potranno che essere severe.

Fonte: liberopensare.com

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