1. il linguaggio umano è del tutto diverso da quello degli altri animali e delle scimmie;
2. il nostro cervello non è una tabula rasa, ma possiede già “alla nascita“, “le istruzioni per imparare tutte le lingue”
3. tutte le lingue possiedono un nocciolo di regole comuni
4. “oltre al linguaggio l’uomo ha almeno altre due facoltà che lo definiscono: la matematica e la musica”
5. “Possiamo verosimilmente escludere che il linguaggio si sia sviluppato per una pressione evolutiva sul piano della comunicazione, altrimenti anche le scimmie e le altre specie dovrebbero avere un linguaggio simile al nostro“.
Data questa caratteristica definitoria, infatti, la sintassi o c’è tutta o non c’è affatto“.
Non è dunque possibile, per Moro come per Noam Chomsky, la nascita del linguaggio per evoluzione graduale, secondo l idea che riduce l’unicità della parola umana ad un risultato di tempi lunghi e pressioni selettive: “la struttura del linguaggio non sottostà alle leggi biologiche che hanno generato la struttura neurobiologica che la esprime: il cervello“.
Ne deriva per Moro la rinuncia a cercare nel “caso” di J. Monod il perché del linguaggio umano, della sua unicità, e della sua alla potenzialità infinita:
Fonte: www.filosofiaescienza.it
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.