Si diffonde lento, nel buio della notte. Sordo, incalzante, insistente. E una volta arrivato, non se ne va più. Un ospite non invitato e molto fastidioso, assicura chi è afflitto dall'”Hum“, un termine inglese traducibile con “ronzio”. Perché è proprio questo rumore - insolito e inspiegabile – a rovinare il sonno e a volte la vita di migliaia di persone.
I testimoni lo descrivono in modo diverso, a seconda della percezione soggettiva: come un boato, una bassa vibrazione o un suono martellante. In comune, però, ci sono alcuni elementi. Innanzi tutto, l’Hum viene percepito solo all’interno delle abitazioni e soprattutto nelle ore notturne. Inoltre si verifica più frequentemente nelle aree rurali o suburbane.
Ma cosa lo provochi o perché colpisca solo una piccola percentuale della popolazione di una stessa zona, resta ancora un mistero. Infatti solo il 2 per cento delle persone riesce a percepirlo. Di solito, i più anziani: l’età media varia dai 55 ai 70 anni. Molti di loro, nel tentativo di rendere l’idea di quello che entra nelle loro orecchie, paragonano quel rumore a quello di un motore diesel.
Essere liquidati come mezzi matti o lamentosi certo non aiuta. Anche perché al fastidio psicologico indotto da questo suono costante si aggiungono dei reali problemi fisici, come nausea, mal di testa, vertigini, epistassi e disturbi del sonno. Secondo la tv inglese, almeno un caso di suicidio è attribuibile all’Hum.
QUESTO STRANO SUONO SI PERCEPISCE DI PIÙ NELLE AREE SUBURBANE
Ormai sono decenni che il fenomeno viene studiato. Le prime segnalazioni risalgono infatti alla seconda metà del XX secolo. All’improvviso, in varie parti del mondo, quel suono ossessivo ha iniziato a perseguitare delle intere comunità che fino al giorno prima avevano vissuto tranquille ed indisturbate.
Anche Bristol è stata teatro di questi inspiegabili ronzii negli anni ’70: circa 800 persone all’epoca riferirono di udire di continuo una sorta di vibrazione a bassa frequenza. A quei tempi, la colpa venne data alla rumorosità del traffico cittadino e delle fabbriche locali in funzione 24 ore al giorno.
Una situazione analoga si verificò nel 1991 a Taos, nel New Mexico. Gli abitanti si lamentavano di quel rumore penetrante. Un team di esperti arrivati dai vari laboratori dello Stato, però, non riuscì a scoprirne l’origine.
Una situazione analoga si verificò nel 1991 a Taos, nel New Mexico. Gli abitanti si lamentavano di quel rumore penetrante. Un team di esperti arrivati dai vari laboratori dello Stato, però, non riuscì a scoprirne l’origine.
L’ultimo caso clamoroso ha riguardato invece una cittadina dell’Ontario, a poca distanza dal confine statunitense. Anche in questo caso, i residenti di Windsor – esasperati da un rumore che non dà tregua giorno e notte ormai dal 2011- hanno chiesto l’intervento delle autorità. I ricercatori della locale Università sono ancora al lavoro per cercare una risposta e stabilire cosa lo provochi.
La maggior parte degli studiosi è convinta che l’Hum sia un fenomeno reale, non il prodotto di una forma di isteria di massa o una specie di allucinazione uditoria. I principali sospettati sono i grandi complessi industriali, le linee elettriche, i condotti per il gas, le apparecchiature per le comunicazioni e via dicendo. Ma solo in rari casi è stato possibile stabilire il rapporto causa-effetto tra quel rumore sordo e una fonte elettrica o meccanica.
Secondo una teoria- tutta ancora da dimostrare- a provocare il ronzio sarebbero le radiazioni elettromagnetiche a bassa frequenza, udibili solo da alcune persone. In effetti, si sono verificati dei casi nei quali determinati individui hanno dimostrato una inusuale sensibilità a suoni di norma al di fuori della gamma percepibile dall’orecchio umano.
Però, i test medici effettuati su alcune delle vittime dell’Hum hanno escluso sia patologie
all’orecchio sia particolari capacità.
Geoff Leventahall, un esperto di acustica che ha indagato sull’Hum alcuni anni fa, consiglia a chi ne è afflitto l’utilizzo di strumenti in grado di riprodurre rumori bianchi (come lo scorrere di un ruscello, ad esempio) per avere un po’ di relax e una terapia cognitivo-comportamentale per dare sollievo ai sintomi provocati dal ronzio persistente.
Ma non è ottimista sulla soluzione del problema. “È un mistero da oltre 40 anni, temo che lo rimarrà ancora a lungo“, ha commentato.
Fonte: www.extremamente.it
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