mercoledì 15 gennaio 2020

Il Risveglio riportato alla sua naturale semplicità

La nostra Vera Natura (Sé, Pura Consapevolezza, Brahman, Spirito Originario, Natura-Buddha, ecc.) non può essere né posseduta, né sviluppata, né costruita, né conosciuta come oggetto di conoscenza, né sperimentata come oggetto di esperienza.

Che lo accettiamo o meno, che lo sappiamo o meno, noi siamo già Quello, e realizzazione-risveglio significa presa di coscienza permanente di ciò che siamo sempre stati e sempre saremo. 

Questa non è un'esperienza ma è realizzazione immediata di ciò che sperimenta e rende possibile ogni esperienza, non è un concetto ma è realizzazione diretta di ciò che sperimenta e rende possibili tutti i concetti. 

Realizzazione non è infatti contemplazione filosofico-concettuale, né esperienza mistica, né viaggio astrale in presunti piani superiori. Queste sono esperienze divertenti che spesso tuttavia possono diventare nuove cause di identificazione, confusione e ignoranza...


Realizzazione è semplicemente presa di coscienza profonda, totale, incrollabile, della Realtà non-nata che soggiace a tutte le esperienze, a tutti i concetti. 

Questo è risveglio all'Incondizionato che non significa la fine dei condizionamenti della mente, la cui natura, appunto, è proprio quella di essere condizionata. Noi non siamo la mente. La mente appare in noi come ogni altra cosa manifesta: corpo, dottrine, galassie, teologie, creatori vari, sogni, angeli, ufo, ecc. Tutto questo va e viene ma ciò che siamo realmente resta, testimone silenzioso di tutto questo spettacolo evanescente.

Risveglio è fine della ricerca perché è dissolvimento dell'identificazione con il presunto cercatore di qualcosa che crede perduta. Ma la non-cosa che viene cercata è la Realtà sempre presente in cui cercatore e ricerca appaiono.

Risveglio è anche realizzazione del non-nato e dunque fine della paura della morte, dell'identificazione con un corpo-mente la cui natura è quella di nascere per poi scomporsi negli elementi che un giorno lo costituirono. Una scomposizione che erroneamente viene chiamata "morte" mentre è semplice trasformazione di energia.

Disidentificazione non significa che il corpo-mente con tutti suoi meccanismi si vaporizzi o cessi di funzionare. E' piuttosto un ritorno al suo più naturale e spontaneo funzionamento, non più intralciato dalla disturbante credenza di essere qualcuno in particolare che compie qualcosa, una credenza astratta che lo perturba con dilanianti conflitti, rigidità, paure e incertezze. Non c'è più qualcuno che vive ma un vivere impersonale, un fluido funzionamento testimoniato dalla silenziosa Realtà Consapevole che siamo. 

Questo è il Risveglio, questa è realizzazione del Non-Nato e del Non-Agente, riportati alla loro naturale semplicità.
Semplice tuttavia non è sinonimo di "facile".

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