martedì 14 gennaio 2020

La Terra è un grande magnete

Tratto da "Il pendolo di Foucault" - Umberto Eco - 1988

La Terra è un corpo magnetico: di fatto, come alcuni scienziati hanno scoperto, e come Paracelso lo affermò circa trecento anni fa, è un unico grande magnete.
(H.P. Blavatsky, Isis Unveiled, New York, Button, 1877, I, p. xxIII)

"Provammo, e ci arrivammo. La Terra è un grande magnete e la forza e la direzione delle sue correnti sono determinate anche dall'influenza delle sfere celesti, dai cicli stagionali, dalla precessione degli equinozi, dai cicli cosmici.

Per questo il sistema delle correnti è mutevole. Ma deve muoversi come i capelli, che per quanto crescono su tutta la calotta cranica, sembrano originarsi a spirale da un punto posto sulla nuca, là dove proprio sono più ribelli al pettine. Identificato quel punto, posta in quel punto la stazione più potente si sarebbero potuti dominare, dirigere, comandare tutti i flussi tellurici del pianeta.

I Templari avevano capito che il segreto non consisteva soltanto nell'avere la mappa globale, ma nel conoscere il punto critico, l'Omphalos, L'Umbilicus Tellurius, il Centro del Mondo, l'Origine del Comando ...


Tutta l'affabulazione alchemica, la discesa ctonia dell'opera al nero, la scarica elettrica dell'opera al bianco, non erano che simboli, trasparenti per gli iniziati, di questa auscultazione centenaria il cui risultato finale avrebbe dovuto essere l'opera al rosso, la conoscenza globale, il dominio sfolgorante del sistema planetario delle correnti.

Il segreto, il vero segreto alchemico e templare stava nell'identificare la Scaturiggine di quel ritmo interno, dolce, tremendo e regolare come il palpitare del serpente Kundalini, ancora ignoto in molti suoi aspetti, ma certo preciso come un orologio, dell'unica vera Pietra che mai fosse caduto in esilio dal cielo, la Gran Madre Terra.
Quello d'altra parte voleva capire Filippo Il Bello. Di qui la maliziosa insistenza degli inquisitori sul misterioso bacio in posteriori parte spine dorsi. Volevano il segreto di Kundalini.
Altro che sodomia.

"Tutto perfetto," diceva Diotallevi. "Ma quando poi sai dirigere le correnti telluriche che ci fai? La Birra?"

"Ma andiamo," dicevo, "Non cogliete il senso della scoperta? Fissate nell'Ombellico Tellurico lo spinotto più potente... Possedere quella stazione vi dà modo di prevedere piogge e siccità, da scatenare uragani, maremoti, terremoti, di spaccare i continenti, di inabissare le isole (certamete Atlantide è scomparsa per un esperimento avventato), di far lievitare le foreste e le montagne... Vi rendete conto? Altro che la bomba atomica, che fa male a chi la tira. Tu dalla tua torre di comando telefoni, che so, al presidente degli Stati Uniti e gli dici: entro domani voglio un fantastiglione di dollari, oppure l'indipendeza dell'America Latina o le Hawaii, o la distruzione delle tue riserve nucleari, altrimenti la faglia della California si apre definitivamente e Las Vegas diventa una bisca galleggiante..."

"Ma Las Vegas è nel Nevada..."

"E che importa, controllando le correnti telluriche tu stacchi anche il Nevada, anche il Colorado. E poi telefoni al Soviet Supremo e gli dici: amici miei, entro lunedì voglio tutto il caviale del Volga, e la Siberia per farci un magazzino di surgelati, altrimenti ti risucchio gli Urali, ti faccio tracimare il Caspio, ti mando la Lituania e l'Estonia alla deriva e te la faccio sprofondare nella Fossa delle Filippine."

"È vero," diceva Diotallevi. "Un potere immenso. Riscrivere la terra coma la Torah. Spostare il Giappone nel Golfo di Panama."

"Panico a Wall Street."

"Altro che scudo spaziale. Altro che tramutare i metalli in oro. Dirigi la scarica giusta, metti in orgasmo le viscere della terra, gli fai fare in dieci secondi quello che ha fatto in miliardi di anni, e tutta la Ruhr ti diventa un giacimento di diamanti. Eliphas Levi diceva che la conoscenza delle maree fluidiche e delle correnti universali rappresenta il segreto dell'onnipotenza umana."

"Dev’essere così,” diceva Belbo, “è come trasformare la terra intera in una camera orgonica. È ovvio, Reich era certamente un Templare."

"Tutti lo erano, meno noi. Meno male che ce ne siamo accorti. Ora li battiamo sul tempo."

Infatti che cosa aveva fermato i Templari una volta colto il segreto? Dovevano sfruttarlo. Ma tra il sapere e il saper fare, ce ne corre. Per intanto, istruiti dal diabolico san Bernardo, i Templari avevano sostituito ai menhir, poveri spinotti celtici, le cattedrali gotiche, ben più sensibili e potenti, con le loro cripte sotterranee abitate dalle vergini nere, in diretto contatto con le falde radioattive, e avevano coperto l’Europa di un reticolo di stazioni ricetrasmittenti che si comunicavano a vicenda le potenze e le direzioni dei fluidi, gli umori e le tensioni delle correnti.

"Io dico che hanno individuato le miniere d’argento nel Nuovo Mondo, hanno provocato delle eruzioni, poi controllando la Corrente del Golfo hanno fatto defluire il minerale sulle coste portoghesi. Tomar era il centro di smistamento, la Foresta d’Oriente il granaio principale. Ecco l’origine delle loro ricchezze. Ma erano briciole. Essi hanno capito che per sfruttare appieno il loro segreto avrebbero dovuto attendere uno sviluppo tecnologico che richiedeva almeno seicento anni."

Dunque i Templari avevano organizzato il Piano in modo che solo i loro successori, nel momento in cui fossero in grado di usare bene quello che sapevano, scoprissero dove si trovava l’Umbilicus Telluris. Ma come avevano distribuito i frammenti della rivelazione ai trentasei sparsi per il mondo? Erano tante parti di uno stesso messaggio? Ma ci vuole un messaggio tanto complesso per dire che l’Umbilicus è, metti, a Baden Baden, a Cuneo, a Chattanooga?

Fui in grado di proporre entro pochi giorni una soluzione piuttosto elegante. Un diabolico ci aveva proposto un testo sul segreto ermetico delle cattedrali. Secondo il nostro autore i costruttori di Chartres un giorno avevano lasciato un filo a piombo appeso a una chiave di volta, – e ne avevano facilmente dedotta la rotazione della terra. Ecco il perché del processo a Galileo, aveva osservato Diotallevi, la chiesa aveva subodorato in lui il Templare — no, aveva detto Belbo, i cardinali che avevano condannato Galileo erano adepti templari infiltrati a Roma, che si erano affrettati a chiudere la bocca al maledetto toscano, Templare traditore che stava per spifferare tutto, per vanità, con quattrocento anni di anticipo sulla data di scadenza del Piano.

In ogni caso questa scoperta spiegava perché sotto il Pendolo quei maestri muratori avevano tracciato un labirinto, immagine stilizzata del sistema delle correnti sotterranee. Cercammo un’immagine del labirinto di Chartres: un orologio solare, una rosa dei venti, un sistema venoso, una traccia bavosa dei movimenti sonnacchiosi del Serpente. Una carta globale delle correnti.

"Bene, poniamo che i Templari si servissero del Pendolo per indicare 1’Umbilicus. Invece del labirinto, che è pur sempre uno schema astratto, sul pavimento metti una carta del mondo e dici, poniamo, che il punto segnato dal becco del Pendolo a una data ora è quello dove sta l’Umbilicus. Ma dove?"

"Il luogo è fuori questione: è Saint-Martin-des-Champs, il Refuge."

"Sì,” sottilizzava Belbo, “ma poniamo che a mezzanotte il Pendolo oscilli lungo un asse — dico a caso — Copenhagen-Capetown. Dove sta 1’Umbilicus, in Danimarca o in Sudafrica?"

"Osservazione giusta," dissi. "Ma il nostro diabolico racconta anche che a Chartres c’è una fessura in una vetrata del coro e che a una data ora del giorno un raggio di sole penetra dalla fessura e va a illuminare sempre lo stesso punto, sempre la stessa pietra del pavimento. Non ricordo quale conclusione se ne tragga,, ma in ogni caso si tratta di un gran segreto. Ecco il meccanismo. Nel coro di Saint-Martin c’è una finestra con una scrostatura nel punto in cui due vetri colorati o smerigliati sono assicurati dai piombi di riunione. È stata calcolata a puntino, e probabilmente da seicento anni c’è qualcuno che si dà la pena di mantenerla in forma. Al sorgere del sole di un determinato giorno dell’anno…"

"… che non può essere che l’alba del 24 giugno, giorno di san Giovanni, festa del solstizio d’estate…"

"… ecco, in quel giorno e a quell’ora, il primo raggio di sole che penetra dalla finestra batte sul Pendolo e là dove il Pendolo sta nel momento che viene colpito dal raggio di sole, in quel preciso punto della mappa c’è 1’Umbilicus!"

"Perfetto,” disse Belbo. “Ma se è nuvolo?"

"Si aspetta l’anno successivo."

"La Tour Eiffel," ci aveva detto il mattino dopo. "Come non averci ancora pensato? Il megalite di metallo, il menhir degli ultimi celti, la guglia cava più alta di tutte le guglie gotiche. 

Ma perché Parigi avrebbe avuto bisogno di questo monumento inutile? E la sonda celeste, l’antenna che raccoglie informazioni da tutti gli spinotti ermetici infissi sulla crosta del globo, dalle statue dell’Isola di Pasqua, dal Machu Picchu, dalla Libertà di Staten Island, voluta dall’iniziato Lafayette, dall’obelisco di Luxor, dalla torre più alta di Tomar, dal Colosso di Rodi che continua a trasmettere dal profondo del porto dove non lo trova più nessuno, dai templi della giungla brahmanica, dalle torrette della Grande Muraglia, dalla cima di Ayers Rock, dalle guglie di Strasburgo su cui si deliziava l’iniziato Goethe, dai volti di Mount Rushmore, quante cose aveva capito l’iniziato Hitchkock, dall’antenna dell’Empire State, dite voi a che impero alludesse questa creazione di iniziati americani se non all’impero di Rodolfo di Praga! La Tour capta informazioni dal sottosuolo e le confronta con quelle che le provengono dal cielo. E chi ci dà la prima terrificante immagine cinematografica della Tour? René Clair in Paris qui dort. René Clair, R.C."

Andava riletta l’intera storia della scienza: la stessa gara spaziale diventava comprensibile, con quei satelliti folli che altro non fanno che fotografare la crosta del globo per individuarvi tensioni invisibili, flussi sottomarini, correnti d’aria calda. E per parlarsi tra loro parlare alla Tour, parlare a Stonehenge ... "


L’intera Terra è un grande magnete

Il fisico inglese Gilbert nel 1600 pubblicò la sua opera “De Magnete” nella quale affermava che “l’intera Terra è un grande magnete” il cui $campo$ agisce sull’ago della bussola orientandola in direzione Nord-Sud. Non tutti i pianeti del sistema solare posseggono un $campo$ magnetico, il nostro ci protegge dal bombardamento delle particelle solari e l’analisi a ritroso nel tempo delle variazioni è affatto semplice.

Le prime annotazioni sui campi geomagnetici partono con l’invenzione di un metodo per misurarli proposta dallo scienziato tedesco Gauss a metà del XIX secolo; da allora le misure rivelano che l’intensità del $campo$ magnetico è progressivamente calata dello 0,05 % all’anno e che il suo polo Nord si è spostato di millecento chilometri negli ultimi cento anni, con la possibilità, se si mantenesse l’attuale tendenza, di arrivare in Siberia entro cinquant’anni. Molti scienziati reputano queste indicazioni come prove del prossimo capovolgimento geomagnetico, ma per comprendere cosa capiterebbe, bisogna scandagliare l’interno della Terra.

A circa tremila chilometri di profondità inizia il nucleo del pianeta, composto prevalentemente da ferro, più internamente a circa cinquemila chilometri si trova una zona liquida che al suo interno contiene a sua volta quello chiamato nucleo interno, che è solido a causa dell’elevata pressione.
Sia la zona solida che quella liquida ruotano, ma con velocità differenti, tanto che la parte liquida viene trascinata da quella solida e sommate alle differenze di temperatura nei vari strati, le correnti danno vita ad una grande dinamo, come quelle usate sulle biciclette, ma quella terrestre risulterebbe ogni tanto instabile, tanto da generare un’inversione del campo magnetico terrestre.

<-- Crosta, Mantello e Nucleo. Credits: Wikipedia

Secondo i dati riportati nei diari di bordo, che abbracciano una finestra temporale di duecentocinquanta anni a partire dal 1590, emerge che l’intensità dei campi magnetici è calata ad un ritmo quasi sette volte più lento di quello attuale fino al 1840, quando la velocità di riduzione ha subito una brusca accelerazione, come se all’interno della Terra fosse accaduto qualche fenomeno in grado di mutare il comportamento del campo magnetico.

In realtà queste variazioni non sono per nulla anomale per scale di tempo geologiche, infatti le rocce fuse eruttate dai vulcani contengono del ferro al loro interno che, a causa dell’alta temperatura, non si può magnetizzare, ma quando queste stesse si raffreddano la loro componente ferrosa si magnetizza “registrando” il $campo$ magnetico del momento.

È proprio grazie a queste rocce che gli scienziati sono in grado di studiare il paleomagnetismo, risalendo ad epoche remotissime e scoprendo, appunto, che questo è ben lungi dal rimanere stabile, e che anzi, mediamente ogni trecentomila anni, avviene un’inversione dei poli magnetici della Terra. L’ultima inversione è avvenuta circa 780.000 anni fa, chissà se il $campo$ magnetico terrestre nel futuro continuerà ad indebolirsi fino a scomparire, prima di una prossima inversione dei poli?

Nel Sud dell’Atlantico esiste un’ampia zona nella quale si registra un minimo dell’intensità del campo magnetico rispetto ai valori normalmente registrati alle stesse latitudini, questa anomalia rappresenterebbe una falla nello scudo magnetico terrestre, e anche se al suolo non si registra nessun effetto ha però costretto la NASA ad adottare misure particolari per i satelliti che passano con regolarità su questa zona geografica e che ricevono una maggiore dose di particelle solari con conseguenze negative sulle apparecchiature di bordo e soprattutto per gli astronauti, che debbono essere maggiormente protetti.

Fonte: www.astronomia.com

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