Non siamo più in grado di vivere il silenzio perché non riusciamo più a coglierne le mille virtù.
E proprio per questo, alla presenza di una o più persone, tendiamo a creare montagne di parole invece di condividere i silenzi: ci imbarazza non dire nulla e di conseguenza talvolta parliamo anche se non ne sentiamo l’esigenza, lo facciamo solo per riempire il vuoto generato dal silenzio.
In realtà anche non parlando si può comunicare: gli occhi sono davvero lo specchio della nostra anima e possono dire tanto, tutto di ciò che pensiamo (forse è anche per questo che facciamo fatica a guardarci negli occhi!).
Anche le nostre espressioni facciali possono comunicare, anche la nostra mimica corporea, anche solo il contatto fisico con un’altra persona può trasmettere più di mille parole...
Provate a pensare ad un abbraccio. Nessun discorso può far capire quanto sei in empatia con quella persona più di un abbraccio.
Provate a pensare agli animali. Si annusano, giocano tra loro, si cercano… in silenzio! Emanano suoni solo in occasioni rare ma la maggior parte della loro vita è avvolta dal silenzio e riescono a comunicare in modo eccellente! E trasportano anche noi in questo loro magico mondo non verbale: quante volte usate le parole con i vostri animali?
Le parole sono uno strumento meraviglioso della comunicazione umana ma spesso sono usate per allontanare, per influenzare, per riempire un vuoto.
E’ necessario, ora più che mai, riconquistarci la capacità di saper tacere. Solo se si è in grado di vivere il silenzio si useranno le parole nel modo più costruttivo possibile, al contrario diventeranno uno strumento pericoloso, sterile, malsano.
Tutti dobbiamo lavorare sulla nostra capacità di saper tacere: le persone che tendono a parlare tanto dovrebbero provare a darsi un freno e a comprendere cosa suscita in loro questa assenza di parole; le persone che parlano poco non lo fanno solitamente in modo consapevole ma tendono ad essere silenziose perché sono timide e non vogliono o non riescono ad esprimere il proprio pensiero, anche loro dovrebbero riflettere su questo “silenzio forzato”.
Il silenzio sano è il silenzio ricercato, consapevole, conquistato. E’ quel silenzio che non è una fuga ma un’occasione sacra per conoscere, comprendere, crescere.
Provate, prima di parlare, ad ascoltare davvero ciò che la persona che avete dinnanzi vi sta dicendo: dimenticate i vostri pensieri, le vostre preoccupazioni… concentratevi su di lei, su ciò che vi sta trasmettendo a parole e senza le parole.
Per esercitarvi a vivere in silenzio con un’altra persona vicino vi consiglio di provare a sperimentare questa condizione con i bambini: loro sono davvero dei maestri di vita, parlano solo se necessario, rimangono in silenzio per tanto tempo se noi riusciamo a crear loro un ambiente il meno rumoroso possibile, sviluppano fin da subito una comunicazione non verbale formidabile. Comunicazione che le mamme ri-acquisiscono di nuovo insieme a loro: pensate a quando un bambino è agitato e la mamma lo infila nella sua fascia per calmarlo… non servono parole in questo caso ma solo comprensione e azione.
Provate a stare in silenzio insieme ai vostri bambini: osservateli mentre giocano, ascoltate i loro racconti, usate le parole solo se davvero possono dare un valore in più a quel momento.
Siamo nati senza parole e lo rimaniamo per i primi anni della nostra vita, l’abilità non verbale è di conseguenza un’abilità che possiamo far rinascere in noi integrandola con il meraviglioso mondo della parola.
Scoprirete che le energie spese per colmare il vuoto di silenzio con le parole possono essere dirette alla comprensione di ciò che accade, alla nascita di intuizioni e di nuovi pensieri, al risveglio della gratitudine del momento che state vivendo.
Ripeto, le parole sono importantissime e hanno un potere curativo inimmaginabile ma talvolta abusiamo di loro creando l’effetto contrario.
Ben vengano la lettura di fiabe, le parole cantate, le discussioni per comprendere e le parole come valvola di sfogo per divertirsi e avvicinarsi ma cerchiamo di dosarle, proviamo a vivere come se la nostra comunicazione principale fosse quella non verbale: non sprechiamo parole, dobbiamo considerarle preziose ed usarle con rispetto e riverenza.
Elena Bernabè
Fonte: www.eticamente.net
Provate a pensare ad un abbraccio. Nessun discorso può far capire quanto sei in empatia con quella persona più di un abbraccio.
Provate a pensare agli animali. Si annusano, giocano tra loro, si cercano… in silenzio! Emanano suoni solo in occasioni rare ma la maggior parte della loro vita è avvolta dal silenzio e riescono a comunicare in modo eccellente! E trasportano anche noi in questo loro magico mondo non verbale: quante volte usate le parole con i vostri animali?
E’ necessario, ora più che mai, riconquistarci la capacità di saper tacere. Solo se si è in grado di vivere il silenzio si useranno le parole nel modo più costruttivo possibile, al contrario diventeranno uno strumento pericoloso, sterile, malsano.
Tutti dobbiamo lavorare sulla nostra capacità di saper tacere: le persone che tendono a parlare tanto dovrebbero provare a darsi un freno e a comprendere cosa suscita in loro questa assenza di parole; le persone che parlano poco non lo fanno solitamente in modo consapevole ma tendono ad essere silenziose perché sono timide e non vogliono o non riescono ad esprimere il proprio pensiero, anche loro dovrebbero riflettere su questo “silenzio forzato”.
Il silenzio sano è il silenzio ricercato, consapevole, conquistato. E’ quel silenzio che non è una fuga ma un’occasione sacra per conoscere, comprendere, crescere.
Per esercitarvi a vivere in silenzio con un’altra persona vicino vi consiglio di provare a sperimentare questa condizione con i bambini: loro sono davvero dei maestri di vita, parlano solo se necessario, rimangono in silenzio per tanto tempo se noi riusciamo a crear loro un ambiente il meno rumoroso possibile, sviluppano fin da subito una comunicazione non verbale formidabile. Comunicazione che le mamme ri-acquisiscono di nuovo insieme a loro: pensate a quando un bambino è agitato e la mamma lo infila nella sua fascia per calmarlo… non servono parole in questo caso ma solo comprensione e azione.
Siamo nati senza parole e lo rimaniamo per i primi anni della nostra vita, l’abilità non verbale è di conseguenza un’abilità che possiamo far rinascere in noi integrandola con il meraviglioso mondo della parola.
Scoprirete che le energie spese per colmare il vuoto di silenzio con le parole possono essere dirette alla comprensione di ciò che accade, alla nascita di intuizioni e di nuovi pensieri, al risveglio della gratitudine del momento che state vivendo.
Ripeto, le parole sono importantissime e hanno un potere curativo inimmaginabile ma talvolta abusiamo di loro creando l’effetto contrario.
Ben vengano la lettura di fiabe, le parole cantate, le discussioni per comprendere e le parole come valvola di sfogo per divertirsi e avvicinarsi ma cerchiamo di dosarle, proviamo a vivere come se la nostra comunicazione principale fosse quella non verbale: non sprechiamo parole, dobbiamo considerarle preziose ed usarle con rispetto e riverenza.
“Il primo livello di sapienza è saper tacere,
il secondo è saper esprimere molte idee con poche parole,
il terzo è saper parlare senza dire troppo e male.
Si deve parlare solo quando si ha qualcosa da dire,
che valga veramente la pena o, perlomeno, che valga più del silenzio”
Hernàn H. Mamani, “La donna della luce”
Fonte: www.eticamente.net
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.