martedì 26 aprile 2022

Aggressività e guerra sono genetiche o culturali?

Aggressività e guerra sono genetiche o culturali? L’aggressività che culmina nel fenomeno socio-politico della guerra è un prodotto della ereditarietà umana come gli altri istinti oppure è un portato “storico” della cultura?

di Francesco Lamendola

L’aggressività umana, che culmina nel fenomeno socio-politico della guerra, è un prodotto della ereditarietà umana, come lo sono tutti gli altri istinti, oppure è un portato “storico” della cultura, cioè derivante non dalla natura umana in quanto tale, ma dalle scelte individuali o collettive, relativamente libere e consapevoli?

Questa è la domanda che si fa il lettore di due opere abbastanza recenti, ma già considerate dei classici nell’ambito dell’antropologia, mettendole a confronto nelle loro opposte tesi: parliamo de «Il cosiddetto male», del celebre etologo austriaco Konrad Lorenz, apparso nel 1963 e dedicato al tema dell’aggressività intraspecifica, e di «Origini», del paleontologo keniano di origine britannica Richard E. Leakey (figlio del celebre Louis Leakey, sostenitore della tesi che il genere Homo sia nato in Africa orientale), scritto, quest’ultimo, in collaborazione con un redattore della rivista «New Scientist», il giornalista inglese Roger Lewin, nel quale si effettua una carrellata sull’insieme dell’evoluzione umana - gli autori sono evoluzionisti darwiniani che danno per scontata la natura di certezza, e non di ipotesi, della teoria evoluzionista - che culmina niente meno che in un tentativo di previsione delle sorti future del genere umano ...

"Guernica" - 1937 - Pablo Picasso

Mentre Lorenz sostiene che l’aggressività è un istinto innato dell’uomo, che la società deve cercare di incanalare e controllare, ma che è ineliminabile, e che le condizioni della vita moderna non hanno fatto altro che potenziarlo, proprio nella misura in cui lo hanno “ingiustamente” colpevolizzato e represso, R. Leakey sostiene che l’aggressività, così come la conosciamo, culminante nella guerra, è un portato storico derivante dal passaggio dalla società di cacciatori e raccoglitori a quella dei coltivatori e allevatori (e, a maggior ragione, della società industriale), in quanto ha dischiuso la possibilità di conseguire significativi miglioramenti di vita a spese di altre tribù o di altri popoli, laddove, in una società priva di accumulazione e di ricchezza superflua, la relativa uguaglianza delle condizioni sociali, e lo stesso diuturno impegno della raccolta e della caccia, scoraggiano l’aggressività intraspecifica.

Inoltre, paradossalmente, per Leakey è proprio la complessa organizzazione sociale, che nasce dalle esigenze della collaborazione reciproca nei lavori agricoli (arginamento di fiumi, prosciugamento di paludi, disboscamenti, eccetera) che favorisce quell’inquadramento degli individui in gruppi disciplinati pronti a obbedire agli ordini, da cui traggono alimento ed efficienza sia gli eserciti, sia i governi orientati a considerare la guerra come una prosecuzione della politica con altri mezzi.

Chi ha ragione, dunque? Quale delle due tesi è più vicina alla verità?

Innanzitutto, domandiamoci se la domanda sia ben formulata. A noi sembra che aggressività e guerra non siano affatto sinonimi e che sia tutto da dimostrare come la guerra altro non sia che l’estrema espressione dell’aggressività umana.

Possiamo benissimo immaginare delle forme di aggressività che non si traducono in guerra e possiamo anche immaginare una guerra combattuta come un fatto puramente tecnico, relativamente priva di aggressività proprio nelle sue forme più invasive e distruttive: si pensi, per fare un esempio, ai devastanti bombardamenti aerei che rasero al suolo le città tedesche e giapponesi e che misero a ferro e fuoco le campagne vietnamite, nel corso del XX secolo, e teniamo presente che ad eseguire simili operazioni erano decine di migliaia di piloti con un buon livello d’istruzione, che non avevano alcun contatto diretto con il nemico; che non vedevano da vicino gli effetti del loro operato; e che, verosimilmente, pensavano a se stessi non come a degli assassini di folle innocenti, formate in massima parte da vecchi, donne e bambini (in tutto paragonabili ai loro genitori, alle loro mogli ed ai loro stessi figli), ma come dei tecnici che svolgevano un lavoro di precisione altamente qualificato, i quali agivano, se non proprio senza odio, certo senza ostentare i segni visibili della normale aggressività umana, proprio per la natura stessa, asettica e “scientifica”, del mezzo bellico di cui si servivano.

La guerra, pertanto, non è, o non è soltanto, una manifestazione di aggressività; anche se, solitamente, si accompagna ad essa (era frequente, per tornare all’esempio precedente, che i piloti scrivessero con il pennarello, sulle bombe che si apprestavamo a sganciare sugli obiettivi nemici, delle frasi crudeli e ingiuriose, auspicanti l’annientamento totale delle loro future vittime), senza però dimenticare che, non di rado, tale aggressività è stata provocata a freddo - mentre i soldati non la sentivano come cosa naturale -, ad esempio per mezzo di una propaganda esasperata basata sull’odio e sulla distorsione dell’immagine del nemico: perché solo quando il nemico è stato completamente disumanizzato, è possibile scagliarsi contro di lui e ucciderlo senza rimorsi o sensi di colpa; e, qualche volta, anche somministrando alcolici e perfino droghe ai reparti d’assalto destinati a compiere le incursioni più cruente all’arma bianca.

La guerra è il risultato di scelte politiche ed essa può essere resa possibile da un fondo latente di aggressività umana, altrimenti difficilmente i governi riuscirebbero a persuadere i propri cittadini ad accettarle e a parteciparvi; comunque, specialmente per il vecchio spirito militare (per la tradizione degli junker prussiani, tanto per citare un caso; o per i samurai giapponesi e, più recentemente, per i kamikaze) la guerra non era sentita come una valvola di sfogo dell’aggressività latente, ma come una nobile arte o come una doverosa necessità, da condurre secondo certe regole e cioè con il minimo di violenza “gratuita” ed inutile e con il massimo di efficacia strategica, ossia con il preciso obiettivo di piegare l’avversario, non per amore della distruzione in sé, ma per assicurare al proprio esercito e al proprio Paese i vantaggi politici ed economici della vittoria, e per evitare gli svantaggi, nonché il disonore, della sconfitta.

Ciò premesso, bisogna ancora osservare che entrambe le posizioni, quella di Lorenz e quella di R. Leakey, partono da una concezione materialistica dell’uomo: per entrambe, l’uomo è un primate evoluto da antenati scimmieschi e tutto quel che vi è in esso, nella sua psiche, nei suoi stessi istinti, altro non è che il portato della sua eredità animalesca. 

Questo fatto limita in partenza la riflessione a rimanere confinata entro un orizzonte rigorosamente immanentistico ed esclude a priori la possibilità che, nell’uomo, vi siano impulsi e tendenze di origine spirituale, nel senso specifico del termine, ossia non derivati da un affinamento della civiltà, ma provenienti dalla sfera del soprannaturale: dalle tentazioni diaboliche o dalla Grazia divina. 

In altre parole, se si è deciso di vedere nell’uomo soltanto un animale che l’evoluzione ha reso più intelligente, ma solo in senso quantitativo, di scimpanzé e babbuini, allora la discussione sull’aggressività non potrà limitarsi che a quanto nell’uomo esiste attualmente, senza considerare quanto nell’uomo potrebbe scaturire per effetto delle forze soprannaturali: una visione statica e meccanica che contrasta con l’evidente dinamismo della vita interiore dell’uomo, derivante dal suo libero arbitrio.

Delle due posizioni, comunque, la meno lontana dal vero ci sembra essere quella di Lorenz, la quale, non a caso, è stata pesantemente criticata, specialmente da psicologi e sociologi che vi hanno visto una certa qual carica di pessimismo e di fatalismo rispetto al fatto dell’aggressività. La realtà è che alla cultura scientista oggi dominante, tutta proiettata verso le magnifiche sorti e progressive, non piace sentirsi dire che l’uomo è naturalmente aggressivo; essa preferisce sentirsi dire che l’aggressività, e le guerre che ne deriverebbero, sono dovute alla cattiveria dei capi e non a un istinto latente in ciascun essere umano: che è, appunto, quanto sostiene Leakey. 

La cultura scientista vuole porsi come ottimista – non per nulla essa discende dall’illuminismo e dal positivismo, due movimenti culturali fondati sulla religione del progresso illimitato – e ai suoi orecchi è gradita qualunque teoria che allontani dall’uomo ogni sospetto di malvagità innata, e scarichi ogni colpa sulla società cattiva.


Ma ecco quel che scrivono, in proposito, R. E. Leakey e R. Lewin nel loro saggio di antropologia dal titolo assai impegnativo di: "Origini. Nascita e possibile futuro dell'uomo" (titolo originale: "Origins. What News Discoveries Reveal About the Emergence of Our Species and its Possible Future"; 1977; traduzione dall'inglese di Marcello Piperono e Maria Grazia Bulganelli, Bari, Editori Laterza, 1979, pp. 221-223):

«Tutto sommato, dunque, il concetto che gli uomini siano ereditariamente aggressivi non è sostenibile. Non è certo possibile negare che gli uomini del XX secolo dimostrino una buona dose di aggressività, ma non è nemmeno lecito additare il nostro passato evolutivo né per spiegarne le origini, né per giustificarla. Poiché proprio questo è quanto si ricerca in ultima analisi allorché si paragona l'aggressività territoriale nel regno animale con la bellicosità dell'uomo: una giustificazione. L'errore di ricondurre tutto ciò alle nostre origini animali, dovrebbe ormai essere evidente. Le guerre sono programmate e organizzate da condottieri che non desiderano altro che aumentare il loro potere, e vengono spesso combattute da individui che non sono spinti da una aggressività innata contro un nemico che spesso non conoscono. In guerra, gli uomini sono più spesso pecore che lupi: possono essere bene addestrati a costruire munizioni, a realizzare bombe o a far fuoco con fucili e razzi a lunga gittata, e tutto ciò come parte di uno sforzo altamente cooperativo. Ma è significativo che quei soldati, impegnati in furiosi e sanguinosi corpo a corpo, siano sottoposti ad un intenso processo di desensibilizzazione, prima di poter affrontare queste situazioni.

La guerra è una battaglia per raggiungere il predominio su altri individui e per conquistare risorse, quali possono essere territori e minerali, ma nessuno di questi fini è rilevante nelle società di cacciatori e raccoglitori. 

Con lo sviluppo dell'agricoltura e delle società basate sul benessere materiale, vi è stato un continuo incremento sia delle atrocità che della durata delle guerre, culminato nella nostra capacità attuale di distruggere l'intero pianeta; i capi potenti hanno trovato sempre più motivi di contesa, e i mezzi sempre più opportuni per raggiungere i loro scopi. Non dobbiamo rivolgerci al nostro patrimonio genetico per cercare i semi della guerra; essi cominciarono a germogliare quando, circa diecimila anni fa i nostri antenati piantarono per la prima volta le messi e si trasformarono in agricoltori. La transizione dal tipo di vita nomadico dei cacciatori a quello sedentario degli allevatori e agricoltori e del mondo industriale, rese possibile e potenzialmente vantaggiosa la guerra.

Possibile ma non inevitabile. Poiché ciò che ha trasformato questa possibilità in una realtà è quello stesso fattore che ha reso gli esseri umani unici nel regno biologico: la cultura. A causa della nostra apparentemente illimitata inventiva e enorme capacità di apprendimento, vi sono infinite possibilità di differenziazioni tra le culture umane, come del resto si può osservare in tutto il mondo. Un elemento essenziale della cultura consiste, comunque, in quei valori centrali che formano un'ideologia, e sono proprio queste ideologie sociali e politiche, insieme alla minore o maggiore tolleranza reciproca, a condurre le nazioni verso conflitti sanguinosi. Coloro che credono che la guerra sia radicata nel nostro patrimonio genetico, non solo sbagliano, ma sono anche colpevoli di distogliere l'attenzione dalle vere cause della guerra.

Queste critiche toccano ancor più direttamente quelli che citano l'istintività del comportamento aggressivo per spiegare la violenza nell'ambito delle singole nazioni, in particolare nelle sovrappopolate aree urbane. Vi sono molti motivi per cui un giovane può "spontaneamente" spaccare un vetro o colpire un anziano, ma tra questi non vi è certamente la tendenza innata a un tale comportamento ,ereditata a causa delle nostre origini animali. Poiché il comportamento umano è straordinariamente sensibile al tipo di ambiente, non dovrebbe sorprendere particolarmente che una persona allevata in condizioni difficili, e probabilmente sottoposta a insicurezza materiale e a carenze emotive, possa in seguito comportarsi secondo schemi considerati sconvenienti da individui favoriti da un'esistenza più fortunata. I problemi della vita negli agglomerati urbani non si risolveranno risalendo a supposte deficienze del nostro patrimonio genetico e ignorando le effettive carenze della giustizia sociale.»

È sempre, gira e rigira, il mito del buon selvaggio di ascendenza illuminista: ed è logico che sia così, visto che, per costoro, l’uomo è, alla lettera, un animale un po’ evoluto, che può e deve fare tutto da solo, prendere in mano il proprio destino e rifiutare d’inchinarsi davanti a qualsiasi dio.
Ma allora, da dove viene il male? 

Alla natura non conviene dare la colpa, perché equivarrebbe a fare dell’uomo una creatura cattiva in se stessa, precludendole qualunque possibilità di redenzione: e invece, visto che l’uomo può e deve redimersi da solo, non resta che rovesciare ogni responsabilità, circa il male esistente nel mondo, sulla “società”, o, come fa disinvoltamente Leakey, sui “capi”. 

Il quale Leakey non si perita di sostenere che non esiste una morale naturale, non esiste una distinzione oggettiva fra bene e male, e che i comportamenti di un ragazzo disadattato e violento non solo derivano in gran parte dall’influsso dell’ambiente sociale degradato (dunque dalla società cattiva: famiglia, scuola, stato), ma che essi non rappresentano un male in se stessi, tanto è vero che a definirli malvagi saranno solo i membri delle classi fortunate e privilegiate. Così, spaccare un vetro o bastonare un anziano non sono azioni cattive in se stesse: le definisce cattive un signorino delle classi superiori, solo perché non ha fatto l’esperienza di crescere in una famiglia di ubriaconi o in un quartiere popolato da ladri e prostitute.

Ora, non si può negare che, in una simile tesi, vi sia un fondo di verità: ma la parte non è il tutto e la disonestà intellettuale consiste proprio nel far passare la parte per il tutto, una parte di verità per la verità tutta intera. 

Che un’influenza dell’ambiente vi sia, non c’è dubbio; ma che il problema della umana aggressività si possa affrontare e “risolvere” migliorando le condizioni sociali è una vecchia, vecchissima favola degli illuministi e dei positivisti alla Zola; è anche la favola dei marxisti e leninisti, secondo i quali l’abolizione della proprietà privata (con relativa eliminazione fisica dei borghesi) e l’instaurazione del comunismo toglierà all’uomo ogni ragione di contesa con i propri simili e renderà possibile, anzi, inevitabile, la pace perenne e universale.

Che meravigliosa prospettiva! Forse che non ci si sente scaldare il cuore al solo pensiero che essa sia quasi dietro l’angolo, e che dipenda solo da una buona rivoluzione proletaria il fatto di vederla felicemente realizzata?


Articolo precedentemente pubblicato qui il 26/04/2019

74 commenti:

  1. Il Saggio di Lao Tzu non compete perché nessuno può competere con Lui: tradotto per far comprendere a Tutti: il Saggio di Lao Tzu RIFIUTA la competizione. Perché non serve a niente se non a scatenare ingiustizia, rancore, aggressività: Ognuno ha delle qualità intrinseche diverse ed uniche. Sfruttiamo quelle, senza incaponirci nel voler eccellere in qualcosa che NON è NATURALE in Noi. Occore individuare al più presto nell'essere vivente il suo suo proprio talento e svilupparlo. E' sciocco voler essere Violetto quando si è Rosso. E' sciocco voler essere Do quando si è La.

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  2. Se ognuno di noi potesse scegliere tra fare la guerra e non farla, credo che sceglierebbe di non farla: quindi la guerra ci viene imposto di farla ed è uno dei tanti strumenti di privazione della libertà di scelta.
    Ergo: la libertà non sta nello scegliere da che parte stare, ma nel potersi sottrarre a questa scelta obbligata e scellerata.
    Lo dimostra il fatto che la guerra non ha mai fatto grande nessuno: come diceva B. Brecht, alla fine di ogni guerra la povera gente ha sempre fatto la fame, sia tra i vinti che tra i vincitori.
    Potenza della stupidità umana!

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    1. L'AGGRESSIVITA' E' UNA INSTALLAZIONE ESTERNA DI INGEGNERIA SOCIALE.
      E' provato che gli umani hanno per dote di nascita i principi etici universali, sappiamo identificare il confine tra il bene e il male, poi la società travolge tutto.

      La prima città a Sumer ha subito eretto muri di cinta e soldati benche non ci fosse nessun nemico e niente da cui difendersi, le mura dividono e incutono il timore dei pericoli esterni da cui difenderci.
      Hanno subito inventato una religione di dei da compiacere per non subire la loro ira ed averne il favore.

      Il risultato è società basate sulla paura, perfettamente controllabili e manipolabili da una ristretta èlite.

      CERCARE ALTROVE E' SOLO FUMO E SPECCHI
      Prima di Sumer le società erano animiste e pacifiche, le più evolute che hanno lasciato costruzioni in pietra erano matriarcali e pacifiche, in tali società non sono mai state trovate armi o sepolture di uccisi, inutile dire che sono state tutte estinte.
      Gianni

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    2. ...inutile dire che sono state tutte estinte.
      Da chi? E perché?
      http://humansarefree.com/2015/02/on-brink-of-anunnaki-new-world-order.html
      E qui, di nuovo, apriti cielo!
      Ma si, sono solo ipotesi, su cui discutere pacatamente, senza pre-giudizi.

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    3. Stando alle ricerche archeologiche le società matriarcali ad un certo momento storico sono state attaccate e distrutte, tali società hanno cercato di difendersi ma non essendo guerriere sono state tutte estinte.
      Vivevono in pace e armonia con il creato e con i propri simili, un esempio da cancellare per costruire una società guerresca in cui chi comanda è più importante del popolo.

      E qui, di nuovo, apriti cielo!
      Giuseppe io non ci vedo nulla di sbagliato a investigare ad ampio raggio, si entra in un mondo fumoso e misterioso ma che in qualche modo contiene delle verità velate, l'alternatia è la pecora.

      "free love" movement of the 1960s was Anunnaki sponsored.
      Forse si, forse no, di sicuro è stato fondato e finanziato da David Rockefeller (un nome che è una garanzia), alla faccia dei figli dei fiori in cui mi riconoscevo.
      Gianni

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  3. ... io non ci vedo nulla di sbagliato a investigare ad ampio raggio…
    Più ampio è il campo, più proficua é la ricerca.

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  4. Certo Gianni, in attesa di altri punti di vista...

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  5. Ecco l'altro punto di vista:
    La ricerca va fatta ad ampio raggio é giusto ... finché si ricerca veramente...
    Se si ricercano solo conferme ai propri pensieri NON é una vera ricerca.

    Le società' Matriarcali non sono estinte. È semplicemente finito un ciclo in cui le donne regnavano al pari dell'uomo perché l'uomo ha cominciato a vedersi più importante in ambito della riproduzione e della continuazione della tribù ed ha preso il controllo relegando la donna a inferiore.
    Questo si aggancia al discorso dell'aggressività...
    Quando Marte si risveglia (riferendomi al quadro del Botticelli "Venere e Marte") prendono il sopravvento gli istinti animaleschi, il maschile, il materiale ,la guerra, la violenza...

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  6. ...Quando Marte si risveglia...ecco la guerra, la violenza, ecc...
    Se ho capito bene, la guerra sarebbe un istinto innato, genetico, ancestrale, ecc...e quindi escluderesti la premeditazione?
    E come ti spiegheresti questa "Ipotesi"?
    https://www.maurizioblondet.it/notre-dame-deve-e-puo-rendere-di-piu/
    Ancor prima della Ricerca, c'è un principio di condotta delle indagini, in qualunque ambito esse si svolgano: nel campo delle ipotesi "conviene" (in ossequio al buon senso) sempre adottare quella che spiega la maggior parte dei fenomeni, sempre per il fatto che ogni "pretesa oggettività" è una "soggettività condivisa" (che non è affatto garanzia di Verità), e quindi sempre provvisoria/temporanea.
    E' chiaro che per me l'aggressività, la guerra, la violenza, ecc... sono il frutto della nostra ingenuità/dabbenaggine, voluta e incentivata dal Sistema di Potere, e quindi tutte premeditate: in breve, la Loro forza è la nostra ingenuità (questa sì innata, come l'originaria assenza di odio)!

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  7. Su Notre Dame era chiaro che le teorie del complotto sarebbero piovute a fiumi e così é stato. Quella del Blondet è una di queste, anche se molto intelligente, rimane una teoria del complotto di cui io non mi posso fidare e che quindi non dimostra nulla.

    Su Marte (forse mi sono espresso male) è la parte animalesca, materiale e violenta che é innata nell'uomo. E' il Maschile inteso come archetipo che è innato nell'uomo e che se non controllato a dovere e se non equilibrato da Venere (il Femminile) può causare istinti distruttivi nell'animo e in terra! Causando guerre e tutto ciò che c'è di peggio indipendentemente da Padroni ipotetici (che anche loro sarebbero soggetti a questo istinto animale).
    Quindi l'attenzione per la mia ricerca la porterei su ME non su ALTRI (i potenti), e guarderei ALTROVE non su quello che rende felice il mio Ego e mi da conferme.

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  8. ...Padroni ipotetici (che anche loro sarebbero soggetti a questo istinto animale): Loro sicuramente son più soggetti di noi all'Ego, sono i maestri dell'Ego.
    E l'Ego non è altro che la Mente che, se non viene assoggettata alla Coscienza, provoca solo guai...
    ...l'attenzione per la mia ricerca la porterei su ME...: certo, per svegliarci dal sonno in cui il nostro ebetismo ci ha fatto cadere preda del Loro Ego smisurato e senza confini.

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    1. Loro sicuramente son più soggetti di noi all'Ego, sono i maestri dell'Ego.
      Continui a dividere le persone in giusti e sbagliati! TUTTI siamo maestri dell'Ego,solo i percorsi sono diversi.

      il nostro ebetismo ci ha fatto cadere preda del Loro Ego smisurato e senza confini. 
      Tutti siamo vittime esclusivamente del NOSTRO EGO non di quello degli altri.

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  9. Su Notre Dame…
    Quindi quel progetto depositato per la "rivalutazione" del Piazzale antistante Notre Dame è frutto della fantasia di qualche complottista?
    L'articolo non è del complottista Blondet, ma a firma di Thierry Meyssan.

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    1. Non é detto che se faccio un progetto di rivalutazione di una piazza debba per forza usare metodi così forti.
      Non lo sapremo mai!

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    2. Dimenticavo... guardati i lavori di Meyssan:
      Libro su l'11 settembre, complotti su attentati di Londra e Madrid, libro "l'incredibile inganno"....
      .........
      .........
      Siam sempre lì!

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  10. Non lo sapremo mai!
    Strano che uno spirito combattivo come te si arrenda così facilmente...quanti misteri sono stati svelati, vedi la Storia: quante volte si è dovuto riscriverla, quante morti misteriose sono state svelate, ...quindi cambierei la frase "Non lo vogliamo sapere mai!"
    La Storia non ufficiale è quella vera, ed è vergognosa! H. De Balzac

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    1. Ho spostato la mia attenzione e le mie energie su me e questo mi impegna molto. I complotti gli lascio ad altri, non sono più mie priorità da quando ho visto che non si arriva a nulla.

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  11. FANTASIE COMPLOTTISTE?????????
    Bernays “il patriarca della persuasione occulta”.

    "Quelli che manipolano il meccanismo nascosto della società costituiscono un governo invisibile che è il vero potere che controlla. Noi siamo governati, le nostre menti vengono plasmate, i nostri gusti vengono formati, le nostre idee sono quasi totalmente influenzate da uomini di cui non abbiamo mai nemmeno sentito parlare.

    ......In quasi tutte le azioni della nostra vita, sia in ambito politico o negli affari o nella nostra condotta sociale o nel nostro pensiero morale, siamo dominati da un relativamente piccolo numero di persone che comprendono i processi mentali e i modelli di comportamento delle masse. Sono loro che tirano i fili che controllano la mente delle persone …Coloro che hanno in mano questo meccanismo, costituiscono il vero potere esecutivo del paese.”

    L’individuo opera le sue scelte mosso da impulsi irrazionali e incontrollati. E’ compito di una minoranza di persone elette guidarlo “come un gregge di pecore va guidato”

    Gianni


    E proprio perché in preda a forze inconsce gli essere umani vanno controllati, “come un gregge di pecore va guidato”. Alle minoranze più intelligenti spetta il compito di fare proselitismo e indirizzare le masse indisciplinate e irrazionali.

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  12. È semplicemente finito un ciclo in cui le donne regnavano al pari dell'uomo perché.....

    Atunis l'archeologia dice l'opposto, non un ciclo che è finto ma che è STATO fatto finire in modo violento nello stesso periodo storico.
    Gianni

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    1. Non é un fatto locale (dove può essere successo qualcosa di inaspettato). È un fatto globale.
      Ma se ti riferisci alle "bombe atomiche" o ai "paleoastronauti" possiamo chiudere qui il discorso.

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    2. https://www.youtube.com/watch?v=iv7RqYKB0W4
      Anche su questo argomento è inutile aprire il discorso, è vero?
      Come anche sul perché le aziende spendono fior di quattrini per uno spot pubblicitario?
      E' questo il vero motivo per cui la Storia si ripete in modalità Frattale…
      A cosa serve allora cercare di dare informazioni a chi non le ha chieste?

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  13. Io personalmente credo che per dare una risposta plausibile all*argomento cardine di questo articolo è necessario come accade spesso in tutte le cose della Vita,fare uso della classica via di mezzo.E mi spiego meglio,io sono pienamente d*accordo con il pensiero di Lorenz che parla di un istinto aggressivo dell*uomo di origine genetica e quindi che vive dentro di noi già dal momento del nostro concepimento,ma sono altrettanto convinto che questo sentimento di tipo negativo volendo è possibile trasformarlo in un sentimento totalmente diverso e quindi di positivo.Questo processo che io amo definire di Creatività Positiva spetta in primis alla famiglia,poi all*Istituzione Scolastica e infine alla Società ed esso prevede un incanalamento iniziale tramite un uso di regole appropriate dell*aggressivita* e in seguito,sfruttando il naturale potenziale creativo dell*uomo,di trasformare la sua indole aggressiva in creativa,mettendola quindi al servizio della Società.Questo secondo me.eviterebbe sicuramente che l*aggressivita*di ognuno di noi venga usata o sfruttata per scopi malvagi o criminali ma al contrario solo per scopi positivi e benefici.Detto in parole più semplici,nella vita se c’è la buona volontà umana non tutto ma molte cose si possono realizzare,anche che un demone orrendo e malvagio che vive da sempre dentro di noi e che si chiama aggressività si trasformi un giorno in un angelo buono e meraviglioso.Emilio

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    1. Come sempre tante belle parole ma sbagli il punto fondamentale!
      L'istinto animale che porta aggressività lo puoi domare anzi lo devi domare solo TU. Non puoi delegare il problema ad altri (la famiglia,la scuola).
      Qui siamo all'ABC di tutte le dottrine esoteriche!

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    2. BOMBE ATOMICHE????

      L'estinzione delle società matriarcali è avvenuta subito prima della fondazione di Sumer ad opera di tribù governate da uomini con divinità solari e sanguinarie.
      Va da se che si tratta di un piano ben congegnato probabilmente dai popoli del mare.

      L'aggressività dice bene Atunis è una cosa da guarire da se, dare giustificazioni esterne di qualsiasi tipo è solo fuggire dalle proprie responsabilità
      Gianni

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    3. Più o meno allora diciamo la stessa cosa sulle civiltà Matriarcali.
      Tu vedi una guerra tra popoli ed io vedo una trasformazione in favore dell'uomo e del Maschile delle stesse civiltà.

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    4. Atunis io riporto quello che dice l'archeologia e in questo caso è netta dal momento che le prove dissoterrate sono in una vasta area e storicamente contemporanee.
      Gianni

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  14. D*accordo con te Atunis che l*istinto animale che porta aggressività lo possiamo domare solo noi e incanalarlo positivamente ma,è la Storia dell*Umanita *purtroppo c’è lo insegna,non tutti gli uomini di questo Mondo sono stati all*altezza di farlo e quindi proprio questi soggetti chiamiamoli particolari,hanno necessariamente bisogno non di una giustificazione ma di un saggio e valido aiuto esterno.Solo in questo caso,secondo me, è possibile evitare che queste persone possano fare danno alla collettività e quindi nello specifico compiere attentati terroristici o addirittura scatenare delle vere e proprie guerre.Non tutti gli umani di questo mondo sono capaci di gestire e di tenere a freno il loro istinto aggressivo e lasciarli liberi di agire significa danneggiare tutta la Societa*e questo non ha nulla a che fare con l*ABC delle dottrine esoteriche ma si chiama invece semplicemente Storia della Sociologia.Emilio

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    1. Non riuscire a domare la propria parte animale non causa solo guerre e attentati,ma anche depressione,insoddisfazione,sensazione di vuoto opprimente ecc. questo se caratterialmente siamo di personalità introversa e tendiamo a reprimere le nostre pulsioni.

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    2. In questo caso puoi chiamarla Psicologia.

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  15. La posso anche chiamare Psicologia,non è questo il punto,l*importante è creare un freno all*indole aggressiva innata dell*uomo,cercando non dico di eliminarla che è molto difficile ma almeno di ridurla il più possibile e incanalarla in un percorso che almeno non faccia danni ne*a stesso e ne*al prossimo e questo potrebbe essere appunto un compito della Società,attraverso l*uso della Psicologia.Almeno,io la vedo così.Emilio

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    1. Emilio parli dell'isolache non c'è.

      Non dico che hai torto e nemmeno che la tua analisi non sia giusta, quello che vedo mi pare assai lontanisssimamentissimamente da qualcosa che sia un minimo che va nella direzione dell'etica.
      Gianni

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  16. 1.Prenderne coscienza
    2.Accettarla
    3.Controllarla
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    ABC della Tradizione esoterica

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  17. Mi riferisco all'indole aggressiva/animalesca.
    Personalmente dopo anni di studio dell'esoterismo,forse sono al punto 2. Alcune volte.

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    1. Mi riferisco all'indole aggressiva/animalesca.
      Ti riferisci per caso a quella che "trova Sempre e comunque il denaro per fare la guerra" A. Manzoni)? Ovviamente senza premeditazione!
      La guerra non è mai una fatalità: ecco perché i soldi per farla si trovano sempre e comunque! E anche chi la Deve fare (il popolo bue)!
      Noi facciamo la guerra tra poveri e Loro fanno i trattati di pace...

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    2. COSA E' LA GUERRA

      Filososo (non ricordo chi)
      La guerra è fatta da persone che gridano slogan patriottici e industriali e banchieri che si riempiono il portafogio.

      Henry Kissinger (potentissimo)
      I soldati sono stupidi animali da usarsi come pedine negli scenari internazionali.

      Canalizzazioni mie.
      Una entità che frequentava i campi di battaglia disse:
      Tutti a gridare viva la patria, morire per la patria e altre frasi simili.
      Poi vengono feriti a morte in quegli ultimi istanti, non c'è più patria, non c'è più onore ma solo paura.
      Gianni

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  18. Il vostro discorso é tornato sulla guerra e sui soldi.
    Il mio era su un altro livello.
    Il problema é culturale e interiore ad ognuno di noi.

    Chiedo gentilmente a Gianni di non tornare a parlare di entità e visioni personali ed assolutamente opinabili e pericolose.

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  19. Se per ipotesi, ma solo per ipotesi, paragoniamo il corpo ad un’interfaccia/hardware col mondo fisico e la Mente ad un software, qualcosa/qualcuno a gestire questo software ci sarà pure, o no?
    E come ogni buon computer che si rispetti, deve essere violato/molestato continuamente da malware, virus, spyware, ecc…ecco, questi, forse, sarebbero i V(i)oladores dei nostri bio-computer; ma è solo e soltanto un’ipotesi, nulla di più.
    In merito si è pronunciato anche un Gigante dello Spirito, Sri Aurobindo Gose, ma anche tanti altri illustri pellegrini sulla via del ritorno a Casa:
    Testo originale:
    “There is no visible foe, but the unseen
    Is round us, forces intangible besiege,
    Touches from alien realms, thoughts not our own
    Overtake us and compel the erring heart;
    Our lives are caught in an ambiguous net.
    A grisly company of maladies
    Come, licensed lodgers, into man’s bodily house,
    Purveyors of death and torturers of life.
    In the malignant hollows of the world,
    In its subconscient cavern-passages
    Ambushed they lie waiting their hour to leap,
    Surrounding with danger the sieged city of life:
    Admitted into the citadel of man’s days
    They mine his force and maim or suddenly kill.”
    ~ Sri Aurobindo – Savitri, Book Six, Canto Two
    Liberamente tradotto con google trad.:
    “Non c'è nessun nemico visibile, ma invisibile
    sta intorno a noi, ci costringe ad un assedio immateriale,
    Tocchi dai regni alieni, PENSIERI NON NOSTRI,
    ci sorvolano e costringono il cuore a sbagliare;
    le nostre vite sono catturate in una rete ambigua.
    Una macabra società di malattie.
    Venite, inquilini autorizzati, nella casa corporale dell'uomo,
    fornitori di morte e torturatori della vita.
    Nelle cavità maligne del mondo,
    nei suoi cavernosi passaggi subcoscienti
    in imboscata essi sono in attesa della loro ora per balzare,
    circondando pericolosamente la città assediata della vita:
    ammessi nella cittadella dei giorni dell'uomo
    essi minano la sua forza, lo mutilano o all’improvviso lo uccidono”.
    ~ Sri Aurobindo -Savitri, sesto libro, Canto Due


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    1. É evidente il senso allegorico usato per parlare di argomenti difficilmente spiegabili normalmente e per fare in modo che chi legge capisca ciò che deve capire in base al suo livello di consapevolezza.
      Tutti i Maestri fanno così.

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  20. Diciamo che praticamente non ho capito nulla di quello che dice il testo: sono quindi in attesa di capire il significato vero del messaggio.

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    1. Aurobindo è stato di una chiarezza cristallina ma solo per chi è pronto per capire, per gli altri solo strane e incomprensibili parole.

      Sta descrivendo in modo identico la conoscenza sciamanica riguardo ai parassiti energetici che si nutrono della nostra energia, conosciuti nello sciamanesimo con vari nomi, lo stesso anche in alcune antiche tradizioni compreso lo gnosticismo alessandrino.

      Aurobindo da anche il come avviene e la cura.
      PENSIERI NON NOSTRI, ci sorvolano e costringono il cuore a sbagliare...
      Significa che nella testa vendono messi pensieri estranei attraverso le credenze e convinzioni per cui dice chiaramente che bisogna avere pensieri nostri per sconfiggere il predatore.

      Le parole usate "...costringono il cuore a sbagliare..." sono identiche a quanto dissero gli gnostici alessandrini 2.000 ani fa.
      Gianni

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    2. ...ognuno capisce ciò che deve capire in base al suo livello di consapevolezza...

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  21. Se non ci capisci nulla è grave!

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  22. Si, sono grave...da ricovero urgente: ho sprecato la parte migliore della mia vita.
    Adesso spero che tu stia molto meglio di me!

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    1. Anche Gianni risponde così quando non sa più argomentare. Siete simili!

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  23. La mia stima ed il rispetto per il pensiero di Gianni non è un mistero: questo non vuol dire che siamo simili, sarebbe troppo riduttivo per lui e per me. Il fatto che tu semplifichi la questione mi preoccupa e mi sconcerta. Non riesco a seguirti nella tua "assenza" nei fatti della vita che ti circonda, sei così chiuso nel tuo mondo interiore...e speri sempre che arrivi l'Età dell'Oro, ecc...Ma quando la smetti di sognare?

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    1. Non devi seguirmi! Io non cerco né alleanze nè consensi.
      Considero la tua descrizione nei miei confronti molto affrettata e poco obiettiva. Comunque grazie del sognatore... prova ad esserlo un po' anche tu!

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  24. Se non vuoi uscire dal sonno da solo, ci penserà la vita a svegliarti…

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    1. Qualcuno dice che la realtà non esiste e che stiamo vivendo un grande sogno.
      In questo caso la tua affermazione non avrebbe senso!

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  25. la realtà non esiste?
    Se per realtà intendi quello che intendiamo tutti, cioè il mondo, di certo il mondo continuerà ad esistere anche senza di noi, siamo noi che abbiamo bisogno del mondo per esistere/evolvere: per questo siamo tutti qui, per interagire ed evolverci.
    Se pensi di essere indispensabile al mondo, ti aspettano grandi delusioni, se invece ritieni che sia tu ad avere bisogno del mondo, a mio modesto avviso, sei sulla strada giusta per svegliarti.

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    1. Io non penso nessuna delle cose che hai detto!

      Comunque non puoi dire che siamo qui per interagire ed evolvere se un minuto prima hai detto che parlare con me é una perdita di tempo...

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  26. Parlare con Atunis non è una perdita di tempo ma insegnamento.

    Atunis (come tutti se si guarda bene) è un guru perchè ci sta insegnando i contorcimenti della mente e quanto è profonda la convinzione di essere nel giusto rifiutando di esplorare altre opzioni e di considerare quello che dicono gli altri, l'autocompiacimento delle proprie idee che diventano la verità.

    Io e Giuseppe DICE siamo simili.
    Il suo intendere simili, ha ovviamente una accezione negativa, però senza rendersene conto ha quasi centrato il bersaglio.
    Ad un livello profondo io sono Giuseppe, e Giuseppe è Gianni e Atunis? lascio a lui il capire.
    Gianni

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    1. Devo dirti grazie per averci ascoltato e per la tua ottima riflessione! Ci penserò

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    2. Sindrome di superiorità illusoria: si verifica quando l’ignoranza si traveste da conoscenza

      E' il titolo di un bell'articolo che vale la pena di leggere.
      https://www.hackthematrix.it/?p=23871
      Gianni

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    3. Ah ecco... ora ti riconosco... mi ero illuso per un attimo che dicessi una cosa intelligente

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    4. Mi correggo... devo ammettere questa volta che è un bell'articolo ma se lo leggi bene, usando la testolina ti accorgi che forse riguarda più te che me... leggi bene!

      Ps: ti sei scordato di dirmi "delirio di onniscenza e di onnipotenza". Quello sai dire.......

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  27. Argomento interessante e spinoso, questo. Perché se devo sposare la tesi di Gianni e Giuseppe devo anche dire, e non mi appartiene, che l'essere umano è sempre spinto da forze esterne a se stesso a fare il male, e non lo credo. E se devo seguire la tesi di Atunis siamo noi ad avere questa aggressività interiore che poi portiamo all'esterno. A mio modesto avviso la verità potrebbe, POTREBBE, trovarsi nel mezzo. Ovvero: La storia allegorica di Caino e Abele spiega tante cose ad esempio.
    Diciamo che l'essere umano è stato creato e costruito con pulsioni consce ed inconsce molto potenti, tipo la paura, la rabbia, la frustrazione, e su queste pulsioni o debolezze il sistema nel corso di migliaia di anni ha costruito sovrastrutture sociali, culturali e religiosi affinché nessuno fosse in grado di trasmutare, come diceva Atunis, quelle pulsioni basse in qualcosa di divino, operando la grande alchimia su se stesso.
    Non si può più neanche affermare che le guerre le fanno solo gli uomini, portatori di energia maschile in quanto la realtà delle donne soldato e delle loro nefandezze è assodata da anni.
    C'è stato un profondo squilibrio nei secoli tra energia maschile e femminile; quella femminile è diventata molto maschile attraverso varie "fratture" come il femminismo che non punta alla parità spirituale delle due energie cosmiche (Shiva e Vishnu, direbbe Malanga) bensì alla mascolinizzazione della donna, roba di bassa lega insomma, e questo ha portato insieme ad altri fattori al mondo di oggi, dove le guerre si fanno per qualunque motivo ormai.
    Confido molto nell'entropia di cui Malanga parla sempre, ovvero un ritorno ad un vero ordine armonico dell'universo dove le due energie si fondano in un androginismo che non è quello sdoganato dal sistema con gender ma a livello spirituale ovviamente. Insomma, il Giano bifronte deve tornare ad avere le sue due parti armoniche senza che l'una prevalga sull'altra.

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    1. Ti sei mai chiesto da dove sorgono i tuoi(?) pensieri?
      Sei in grado di prevedere quale sarà il tuo prossimo pensiero?
      Riusciresti a fermare il flusso dei tuoi pensieri?
      Quanta parte ha nella tua vita l'imprevisto?
      Credi o no nella reincarnazione?
      Con queste domande, dopo un po' di tempo, dovresti arrivare ad una conclusione che di tuo, nella tua vita terrena, quella attuale per capirci, c'è ben poco…
      e visto che sei anche tu un estimatore di Malanga, anche lui parla di abduzione, ecc...
      e adesso continua tu, senza preclusioni o preconcetti, per favore.


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    2. Se permetti le conclusioni a cui arrivo "io" sono "mie", non "dovrei" fare proprio niente.
      E non devo continuare alcun discorso solo perché richiesto da te. Ho già esposto il "mio" pensiero, e non deve necessariamente piacerti.
      Ma cosa cerchi, conferme?
      Io no.

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    3. Dimenticavo: Se per te le cose vanno diversamente mi sta bene, figurati.
      Ognuno ha la sua verità in tasca, se non in testa.
      Ad ognuno il suo livello di consapevolezza.

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    4. Vedevo in te un sincero interessamento per andare più in fondo alla questione, ma evidentemente mi sbagliavo.
      Ma cosa cerchi, conferme?
      Pace e bene, fratello.

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    5. Precisando che non sto facendo riferimento a nessuno di voi, leggendo il commento di Giuseppe mi è venuto in mente questo. Un classico. E secondo me ci sta ;) :

      "Una delle orme sfuggenti sulle rive della Consapevolezza è di semplice constatazione. Siete in grado di interrompere a vostro piacimento questa attività mentale inutile ed incessante che popola costantemente la vostra mente?
      Non siete in grado di interrompere questo inutile mulinare della mente, se non per due o tre secondi e con un discreto sforzo. Naturalmente, potreste pensare che sia un fatto normale, e la cosa divertente è che lo "pensate" realmente ( ... ).
      La vostra mente non è sotto il vostro controllo, perché, se lo fosse, sareste in grado di interrompere l'attività mentale inutile quando vorreste, e per tutto il tempo che vorreste, non certo per soli due o tre secondi..."

      https://crepanelmuro.blogspot.com/2013/10/lo-sfidante.html

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    6. La vostra mente non è sotto il vostro controllo...
      La spiegazione allegorica (di Gurdjieff) può rendere l'idea: ognuno di noi è il passeggero di una carrozza (il corpo) guidata dalla mente (il cocchiere) tramite le redini (i pensieri) e i cavalli (le emozioni); quanto c'è di "nostro" in questa allegoria?
      Ognuno di noi è soltanto il "passeggero" che, in ogni "sua" carrozza, sta compiendo il viaggio del ritorno a Casa: importante, molto importante, è "ricordarsi sempre" che non siamo né la carrozza, né il cocchiere, né i cavalli, né le redini. El Concursante ce lo insegna, ma sta a noi "ricordare continuamente" chi siamo veramente, il passeggero, l'osservatore...sembra facile, non lo è, ma ne vale la pena.

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    7. Noi siamo i creatori della nostra realtà, e creiamo ciò che ci serve per evolvere. Anche se quel "ciò" può sembrare "male".

      Tutto serve, anche i "cattivi". Senza di loro ci sveglieremmo? Capiremmo chi siamo e dove andiamo? Ma poi chi sono questi cattivi? Lo specchio di ciò che abbiamo dentro.
      Io ad esempio incontro gente sgradevole solo nei giorni in cui sto male con me stesso, per il resto dell'anno sto bene 😊

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    8. E' tutta una questione di prospettiva.

      Se nei problemi ci vedi i problemi in cambio avrai problemi.
      Se invece ci vedi delle opportunità in cambio avrai una evoluzione e vita migliore.

      Il problema è che le persone non sono consapevoli che la realtà è molto più vasta di quello che i sensi percepiscono.
      Alla fine perdono sepre per negligenza non cercando le loro vere potenzialità.
      E' così che tragicamente stanno le cose.
      Gianni

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    9. Ma poi chi sono questi cattivi????????
      Il Male, se ammettiamo che esista, esiste per essere combattuto: l'alternativa è la rassegnazione e la esiziale confusione tra Bene e Male: in una parola è Masochismo, proprio l'ideale del marchese De Sade e delle sue attuali incarnazioni.

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    10. Il cosiddetto Male lo vedi TU Gianni, perché ne hai bisogno. Non c'è proprio nulla da combattere e TUTTO di cui prendere consapevolezza e coscienza. Bene e Male sono illusioni frutto del dualismo in cui siamo immersi, volenti o nolenti. Chi sei poi TU per giudicare il marchese De Sade? Era un'anima che aveva bisogno di fare determinate esperienze, punto. Che facciamo, viviamo la vita come una guerra perenne? L'ho fatto in gioventù credimi, non ne ho ricavato che dolore e fallimenti, poi ho capito che dovevo cambiare il punto di vista. Non ti è mai capitato che quello che tu consideravi bene per te stesso, per qualcun altro rappresentava il male quasi assoluto? Se tu prendi il miele alle api perché ti piace e vuoi venderlo ricavandone dei soldi vedendone un bene e prosperita' per te, per le api come sarà? Un bene o un male? Fermati per ogni singola azione che fai durante il giorno e la veglia a pensare se ciò che per te risulta bene o male lo è anche per tutti gli altri.
      Capisci che è sempre solo un punto di vista individuale?
      Se non lo capisci ora, lo capirai al momento giusto.
      La vita va vissuta e accettata come Mistero, non analizzata fino a perderci la testa.

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    11. La mia risposta è per Giuseppe scusate, non per Gianni il cui commento condivido in pieno.

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    12. Ti ringrazio per la puntigliosità con la quale hai chiarito il tuo pensiero, del quale condivido solo il concetto che tutto è soggettivo.
      Per il resto lascio a te le "tue" personali acquisizioni: pensavo che la confusione tra Bene e Male fosse aberrante e mortale per il genere umano, ma adesso ne sono ancora più che convinto. Buon percorso di vita!

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    13. Bella risposta, hai descritto con cura il lavorare su se stessi ed esplorare le nostre ombre.

      Non concordo sulla vita come mistero, la vita va analizzata, l'interiorità esplorata come pure le ombre, siamo qui per questo, per capire che i misteri non sono altro l'ignoto che è li che aspetta di essere esplorato.
      Gianni

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    14. Buon percorso a te Giuseppe, che i molteplici veli di Maya possano cadere uno dopo l'altro e mostrarci la realtà così com'è...realmente 😊

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    15. Gianni, a mio avviso non arriveremo mai a conoscere davvero la Vita, nemmeno ad analizzarla per un milione di anni, e noi non abbiamo tutto questo tempo.
      E poi, l'esplorazione dell'ignoto è qualcosa che esiste al di fuori di noi o siamo noi a vedere determinate cose nell'ignoto? È nata prima la mente o l'universo? E se tu e io andiamo ad esplorare insieme, vediamo le stesse cose o no? Quello che vediamo esiste al di fuori di noi?
      Come vedi è da mal di testa, non se ne esce.
      Preferisco mantenere un po'di mistero, mi stuzzica 😊

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    16. Il mistro è la base della curiosità.

      Quello che so è che l'ignoto è l'infinito che è li che aspetta di essere visto. Con i viaggi sciamanici o di altre tradizioni ci si accede.

      La morte può essere sconfitta creando un doppio energetico, la morte avviene in piena consapevolezza e in piena individualità e comando si entra nell'infinito.
      Gianni

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  28. Divide et impera

    L'aggressività e tutto il resto derivano dall'avere separato il maschile dal femminile, gli uomini al comando e le donne bestiame o quasi.
    Separazione, potere limitato, unione potere illimitato.
    Gianni

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