Kramer, professore di assiriologia, ritiene che la civiltà dei Sumeri sia la prima civiltà, fra l’altro una civiltà molto evoluta. Nel suo saggio I Sumeri alle radici della storia, Kramer parla di prima cosmologia, primi princìpi morali, prime leggi, prime ricette mediche ecc.
Oggi ci sono però tesi differenti che asseriscono che la civiltà dei Sumeri, per quanto antica, non sia stata la prima civiltà: essa è oggi costretta a cedere il passo alla più antica India.
In realtà si può affermare che, per quanto concerne la zona europea del Mediterraneo, la civiltà più antica fu quella sumera ma dire quale sia la civiltà più antica in assoluto non è semplice sia per le divergenze delle tesi in materia sia perché potrebbero crearsi confusioni anche sulla provenienza dei vari popoli.
Non bisogna confondere la cultura sumera con quella degli Assiro-babilonesi che vennero posteriormente, vale a dire attorno al IV millennio a.C. Oltre ai Sumeri vi erano altre civiltà ugualmente evolute nello stesso territorio ma non ebbero la loro medesima importanza storica.
Egli detenne il potere sul territorio fino all’avvento della città di Umma il cui capo Lugalzaggisi sconfisse Urukagina. Lugalzaggisi pensava in grande, egli volse il suo sguardo tanto ad occidente, verso le regioni mediterranee, quanto ad oriente: abbiamo con lui il primo pensiero di “monarchia universale” che la storia conosca e questo determinò una grande evoluzione nella vita sociale, economica ed istituzionale.
Il sistema di numerazione sumero era sessagesimale cioè in base 60. Le tavolette del 3.000 a.C. dimostrano che era presente un simbolo per l’1, uno per il 10, uno per il 60, uno per il 600 e uno per il 3.600. Il sistema era posizionale, dunque il numero si evinceva in base alla posizione dei simboli stessi.
Il sistema di numerazione sumero era sessagesimale cioè in base 60. Le tavolette del 3.000 a.C. dimostrano che era presente un simbolo per l’1, uno per il 10, uno per il 60, uno per il 600 e uno per il 3.600. Il sistema era posizionale, dunque il numero si evinceva in base alla posizione dei simboli stessi.
A partire dal 2.000 a.C. si affermò un nuovo sistema di numerazione che utilizzava solo due simboli: uno per rappresentare l’1 e l’altro per il 10. Il sistema era sempre posizionale (in parte anche additivo, usato ad esempio per scrivere numeri grandi) e sessagesimale. Lo svantaggio di questo sistema numerico era costituito dal fatto che mancavano sia lo zero, sia un simbolo per separare i numeri (tipo la nostra virgola), dunque le cifre potevano dare adito ad ambiguità. In realtà il separatore c’era ma non veniva utilizzato.
Come mai il popolo della Mesopotamia aveva scelto proprio un sistema sessagesimale? Perché era un sistema piuttosto semplice da utilizzare, non soltanto per le frazioni quanto in campo astronomico. L’evoluzione di questo sistema numerico è attestato dalle tavolette d’argilla e da testi matematici che contengono nozioni di carattere commerciale e legale.
In seguito si sviluppò l’algebra e lo studio dell’astronomia. Riguardo la disciplina astronomica sono state scritte da parte di questo popolo opere di una certa importanza.
La scrittura sumera (e babilonese) era di tipo cuneiforme ed è molto difficile decifrarne i caratteri.
La scrittura sumera (e babilonese) era di tipo cuneiforme ed è molto difficile decifrarne i caratteri.
Verso il 2.400 a.C. i Sumeri furono assaliti dagli Accadi, un popolo proveniente dal deserto vicino e guidato da Sargon I il quale istituì un vasto impero i cui centri di potere erano Ur e Agade.
Gli Accadi assimilarono molti tratti della cultura sumera come la scrittura e il sistema numerico. Tuttavia già dal II millennio a.C. le città stato tornarono ad essere indipendenti.
Poi (intorno al 2.300-2.100 a.C.) i Gutei che portarono distruzione e fame e sconfissero i Semiti. Lentamente, sotto la sovranità di Gudea, Lagash rinacque e poi anche Ur con la sua dinastia che regnò sulle quattro parti del mondo ma in cui il monarca assume un titolo molto significativo: “Re di Sumer e di Akkad” vale a dire che i due popoli, Sumeri e Semiti, si erano uniti storicamente.
I successivi invasori dei Sumeri furono gli Ittiti che affidarono il ruolo di capitale a Babilonia. Tra il 1.793 e 1.750 a.C. la città di Babilonia estese il suo dominio sotto la guida di Hammurabi, videro così la luce le prime impostazioni giuridiche codificate.
Vennero poi gli Assiri (885 a.C.) che furono a loro volta conquistati dai Caldei, una popolazione della Mesopotamia meridionale. Nel 311 a.C. si stabilì la dinastia dei Seleucidi, chiamata così da Seleuco, uno dei generali di Alessandro Magno. Fu così che i Sumeri entrarono in contatto con la cultura greca.
I Sumeri non avevano una filosofia vera e propria ma avevano riflettuto ed indagato sulla natura dell’universo ed erano talmente convinti delle loro idee che non hanno mai sentito il bisogno di formularle per iscritto infatti il loro modo di vedere l’universo e la vita si devono estrapolare dai miti e dagli inni.
La religione dei Sumeri era politeista. Essi avevano circa un centinaio di dei, alcuni più importanti, altri meno. Secondo il popolo sumero l’universo visibile si presentava sotto forma di semisfera, alla cui base c’era la terra e sopra il cielo. Questa semisfera si chiamava An-Ki (An= cielo, Ki= terra). Intorno alla terra c’era il mare e al di sotto di questo mare, nella parte diametralmente opposta del cielo, vi erano gli inferi che loro denominavano Kur. Oltre al mare, tra il cielo e la terra, loro posizionavano il vento, lil, vocabolo che significa anche soffio, aria, spirito.
Di questo universo, i Sumeri sostenevano che il primo elemento ad essere creato fosse il mare (l’Oceano primigenio infinito). Dal mare nacquero il cielo e la terra e dal cielo e la terra nacquero gli dei.
Gli dèi più importanti erano quattro: An (dio del cielo), Enlil (dio dell’aria), Enki (dio dell’abisso e dell’oceano) e Ninhursag (dea nota come la signora maestosa. Si sostiene che in origine il suo nome fosse Ki, terra, la sposa di An, cielo).
Gli dèi più importanti erano quattro: An (dio del cielo), Enlil (dio dell’aria), Enki (dio dell’abisso e dell’oceano) e Ninhursag (dea nota come la signora maestosa. Si sostiene che in origine il suo nome fosse Ki, terra, la sposa di An, cielo).
Molto probabilmente in epoca arcaica il dio più importante era An, ritenuto il supremo re del pantheon, tuttavia già da fonti che risalgono al 2.500 a.C. possiamo apprendere che questo ruolo sia stato successivamente assolto da Enlil che venne considerato il Padre degli dei. I motivi di questa sostituzione ci sono ignoti.
Per i Sumeri gli dei erano immortali ma vivevano comunque come gli uomini: avevano bisogno di mangiare, di bere e potevano anche essere uccisi. Essi sostenevano che gli dei si comportassero in modo virtuoso ma che, allo stesso tempo, questi stessi dei avessero introdotto il male, la violenza, la menzogna e l’oppressione nel mondo al fine di mantenere l’ordine cosmico. Il male quindi viene visto dai Sumeri come un principio necessario e questo stesso assunto lo ritroviamo nel vedismo e nel taoismo.
Oltre a Utu anche la dea Nanshe non tollerava offese alla verità e alla giustizia.
LE ORIGINI DEI SUMERI SECONDO SITCHIN
Decifrare le tavolette d’argilla non è impresa facile. Uno dei pochi che possiede questa capacità è il famoso studioso e professore Zecharia Sitchin, autore di libri sulla civiltà sumera, tra cui Il pianeta degli dei e Le astronavi del Sinai.
Alcuni elementi della mitologia sumera li ritroviamo anche in quella greca, ad esempio il fatto che il dio del Sole viaggiasse su di un carro.
I Sumeri inoltre credevano, come generalmente tutti i popoli antichi, in una perduta età dell’oro, un’età di abbondanza e di pace e in cui tutti parlavano una lingua comune.
I Sumeri inoltre credevano, come generalmente tutti i popoli antichi, in una perduta età dell’oro, un’età di abbondanza e di pace e in cui tutti parlavano una lingua comune.
Per i Sumeri questa età dell’oro sarebbe terminata a causa della gelosia del dio Enki nei confronti del dio Enlil.
Enki, a causa della sua rabbia, sostituì il linguaggio comune con la molteplicità delle lingue, tema analogo a quello delle torre di Babele.
Decifrare le tavolette d’argilla non è impresa facile. Uno dei pochi che possiede questa capacità è il famoso studioso e professore Zecharia Sitchin, autore di libri sulla civiltà sumera, tra cui Il pianeta degli dei e Le astronavi del Sinai.
Sitchin sostiene che i Sumeri siano il prodotto dell’accoppiamento con una razza aliena di aspetto simile al nostro (perché noi siamo “a loro immagine e somiglianza”).
Si tratterebbe di esseri intelligenti che i Sumeri chiamavano Anunnaki (figli del dio An) e che la Bibbia chiama Nephilim. Erano giganti (Genesi 6,4) e venivano da un pianeta che ha un’orbita ellittica simile a quella delle comete, che transita tra Marte e Giove ogni 3.600 anni: il dodicesimo pianeta. Praticamente secondo il professor Sitchin la selezione naturale di Darwin c’è stata ed ha prodotto i primati superiori dai quali discendiamo.
Poi, grazie agli Anunnaki, c’è stato il salto verso l’Homo sapiens.
Secondo la sua teoria le cose sarebbero andate così: gli Anunnaki avrebbero iniziato a visitare la terra mezzo milione di anni fa e le loro gesta sono quelle che leggiamo nell’Antico Testamento o nel poema di Gilgamesh. In seguito avrebbero colonizzato la terra. Avendo bisogno di persone che lavorassero nelle miniere in Africa avrebbero creato “l’uomo” che corrisponde all’Homo sapiens, il quale fu generato appositamente per lavorare nelle miniere. L’uomo sarebbe nato quindi nell’attuale Africa, in corrispondenza con la teoria darwiniana.
Una volta creato, l’uomo avrebbe avuto due opportunità:
1) Avrebbe carpito agli alieni il segreto per evolvere, cioè per non essere solo un lavoratore;
2) Le donne terrestri si sarebbero accoppiate con gli extraterrestri, infatti la Bibbia riporta che: “gli dei si innamorarono delle figlie degli uomini”. In Genesi (6, 2) leggiamo che “i figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano adatte, si presero in moglie tutte quelle che loro piacevano”. Da questo accoppiamento sarebbero nati, secondo l’autore, i giganti, cioè una razza perfetta (gli atlantidei erano dei giganti e forse anche i lemuri) e molti di questi esseri divini (alieni) sarebbero ancora qui sulla terra.
Alcuni sostengono che dall’accoppiamento tra un essere divino e un uomo nasca un individuo biondo con gli occhi azzurri. Altri, di contro, sostengono che questo tipo di individuo nasca dall’accoppiamento di due semidei.
Cioè:
alieno + uomo= semidio 1
altro alieno + altro uomo= semidio 2
semidio 1 + semidio 2= essere biondissimo con gli occhi azzurri.
(Naturalmente ciò non deve portarci a supporre che tutte le persone bionde con gli occhi azzurri siano semidei, anche se in questi ultimi anni, avvicinandoci alla quarta dimensione, stanno nascendo molti individui con queste caratteristiche).
Qui si rendono necessarie alcune riflessioni. Sul libro Antropologia degli alieni (M. Centini, D. Grezzo e D. Tacchino) vi è una parte (scheda 9) in cui si parla di una tipologia di alieni descritti come esseri biondi e asessuati, simili agli angeli. Troviamo anche un’immagine ed è sorprendente constatare come l’espressione del viso di questi alieni e in particolare i loro occhi (molto grandi) somiglino alle raffigurazioni dei Sumeri presenti nel libro di Kramer.
1) Avrebbe carpito agli alieni il segreto per evolvere, cioè per non essere solo un lavoratore;
2) Le donne terrestri si sarebbero accoppiate con gli extraterrestri, infatti la Bibbia riporta che: “gli dei si innamorarono delle figlie degli uomini”. In Genesi (6, 2) leggiamo che “i figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano adatte, si presero in moglie tutte quelle che loro piacevano”. Da questo accoppiamento sarebbero nati, secondo l’autore, i giganti, cioè una razza perfetta (gli atlantidei erano dei giganti e forse anche i lemuri) e molti di questi esseri divini (alieni) sarebbero ancora qui sulla terra.
Alcuni sostengono che dall’accoppiamento tra un essere divino e un uomo nasca un individuo biondo con gli occhi azzurri. Altri, di contro, sostengono che questo tipo di individuo nasca dall’accoppiamento di due semidei.
Cioè:
alieno + uomo= semidio 1
altro alieno + altro uomo= semidio 2
semidio 1 + semidio 2= essere biondissimo con gli occhi azzurri.
(Naturalmente ciò non deve portarci a supporre che tutte le persone bionde con gli occhi azzurri siano semidei, anche se in questi ultimi anni, avvicinandoci alla quarta dimensione, stanno nascendo molti individui con queste caratteristiche).
Qui si rendono necessarie alcune riflessioni. Sul libro Antropologia degli alieni (M. Centini, D. Grezzo e D. Tacchino) vi è una parte (scheda 9) in cui si parla di una tipologia di alieni descritti come esseri biondi e asessuati, simili agli angeli. Troviamo anche un’immagine ed è sorprendente constatare come l’espressione del viso di questi alieni e in particolare i loro occhi (molto grandi) somiglino alle raffigurazioni dei Sumeri presenti nel libro di Kramer.
Le foto riportate nel saggio di Kramer, nonché i miti dei Sumeri, lasciano molto spazio per pensare che la teoria di Sitchin non sia affatto fantasiosa.
Drunvalo Melquizedeq invece, in L’antico segreto del fiore della vita propone una visione simile a quella di Sitchin ma con una leggera variante: per lui noi siamo nati dall’accoppiamento di due razze aliene: gli Anunnaki (tridimensionali) e i Siriani (quadrimensionali); anche questi ultimi erano dei giganti.
Duemila anni dopo questo accoppiamento sarebbero nati i primi individui umani, precisamente a Gondwana, isola (o area, non si sa di preciso se fosse un isola o un insieme di terre) posta ad ovest dell’Africa e che oggi non esiste più. Non a caso i miti della creazione di popoli occidentali africani asseriscono che essi hanno avuto origine da un’isola, Gondwana, appunto. Ciò troverebbe conferma ancora una volta nella tesi che sostiene che la razza umana sia nata in Africa.
Secondo Sitchin la razza umana è nata 300.000 anni fa. Secondo Melquizedeq 200.207 anni fa.
Nel testo di Kramer leggiamo che “alla base delle idee e dell’ideale etico dei Sumeri era il ‘dogma’ che l’uomo fosse stato fatto di argilla per servire gli dei”.
Secondo Sitchin la razza umana è nata 300.000 anni fa. Secondo Melquizedeq 200.207 anni fa.
Nel testo di Kramer leggiamo che “alla base delle idee e dell’ideale etico dei Sumeri era il ‘dogma’ che l’uomo fosse stato fatto di argilla per servire gli dei”.
Questi esseri imperfetti potrebbero essere quelli che noi conosciamo come uomini primitivi?
Il secondo poema mitico invece parla di due dei (il dio del bestiame Lahar e sua sorella Ashnan, dea del grano) che furono creati nella sala di creazione degli dei affinché gli Anunnaki avessero di che nutrirsi e vestirsi.
Questo poema ha dunque portato i Sumeri a ritenere che l’uomo fosse nato per servire gli dei e da ciò scaturì la loro devozione verso le divinità.
Come possiamo notare, quindi, i miti dei Sumeri lasciano largo spazio affinché le teorie di Sitchin e di Melquizedeq circa la creazione dell’uomo non vengano accantonate come frutto di pura fantasia, anzi, comparando le varie fonti possiamo notare che tutti i pezzetti del puzzle coincidono.
Fonte: tanogabo.com
Fonte: tanogabo.com
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